Pensieo di Locke

Materie:Riassunto
Categoria:Filosofia

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Testo

JOHN LOCKE

Necessità di una verifica preliminare
Nel saggio sull’intelletto umano , Locke afferma di essersi convinto della necessità di avviare una riflessione sulle possibilità e sui limiti della conoscenza umana durante una discussione su questioni filosofiche , avvenuta nel 1670 con alcuni suoi amici. Occorre rifiutare lo spirito di sistema la visione totalizzante dei grandi razionalisti, e opera , invece una ricognizione intorno intorno al soggetto di quella speculazione,all’intelletto umano e alle sue reali capacità di conoscere.
Occorre un’attenzione nuova verso le difficoltà e i limiti costituitivi del sapere,con l fiducia che tale opera aiuti a sgombrare il campo da falsi problemi.
Il problema, per Locke,è di compiere un’indagine capace di render conto del modo in cui si formano le conoscenze e del grado di validità e di certezze di tali conoscenze,del grado in cui corrispondono alla realtà. La sua sarà un’ indagine nello stesso tempo psicologica e gnoseologica.
Una diversa idea di ragione
Vi è, nella posizione di Locke relativa alla ragione, un preannuncio all’illuminismo.
Abbiamo interesse non a raggiungere la conoscenza perfetta e assoluta , ma la determinazione dei limiti della nostra ragione e delle conoscenze che sono alla nostra portata.
Con Locke si afferma una diversa idea di ragione. Non è più l’infallibile ragione matematica,che esprime la costituzione oggettiva della natura. È invece un intreccio fra esperienza e intelletto.
La conoscenza per Locke si fonda essenzialmente sull’esperienza empirica poiché empirica è la fonte di ogni sapere, anche di quello più elevato.
L’esperienza può provenire sia dai sensi esterni(le sensazioni) che da quelli interni(la riflessione) ed è nello stesso tempo, la fonte della conoscenza (poiché essa fornisce il materiale) e la sua verifica (perché è banco di prova di ogni convinzione e di ogni conclusione dei ragionamenti).
Ma la conoscenza non si riduca all’esperienza sensibile. Essa richiede l’intervento continuo dell’intelletto. L’intelletto compone e connette le rappresentazioni fornite dall’esperienza. Tali rappresentazioni sono le idee esse possono essere semplici o complesse.
Le idee semplici sono materiali forniti dall’esperienza.
Le idee complesse sono prodotte dall’intelletto mediante la composizione di più idee semplici.
I limiti della conoscenza
Secondo Locke anche la facoltà di apprendere i princìpi più generali e di ragionare non è innata, ma si forma solo attraverso l’esperienza e la comunicazione con gli altri. Non esistono quindi idee innate nella mente. In realtà,sostiene Locke, alla nascita la mente è come un foglio bianco , una tabula rasa, su cui man mano vengono depositati i materiali dell’esperienza.
Molto importante è l’analisi che Locke compie sull’idea di sostanza. Questa si riferisce ad una realtà considerata in sé sussistente. La sostanza è stata concepita dai filosofi come un qualcosa in cui una serie di qualità, o proprietà, o idee semplici, vengono raggruppate, unificate. Ma afferma Locke noi conosciamo solo quelle proprietà e non quel qualcosa. Empiricamente,è la concretezza delle proprietà della sostanza ad avere significato, a valere per la vita dell’uomo comune indipendentemente dall’esistenza o meno di un sostegno invisibile. La conoscenza si basa sulle proprietà osservabili. Quella di Locke si presenta come una vera e propria rivoluzione concettuale, in quanto mette in discussione , con l’idea di sostanza, uno dei cardini della metafisica antica e moderna.

I gradi della conoscenza

Locke definisce la conoscenza come la “percezione della connessione o del disaccordo e della ripugnanza tra le nostre idee”. Il filosofo distingue tre diversi gradi di conoscenza che diendono dalle vie con cui la mente percepisce l’accordo o il disaccordo tra le idee.
Vi è, innanzitutto la conoscenza sensibile che è certa solo se attuale.
Vi è ,poi, una conoscenza intuitiva, con la quale si coglie con immediatezza, la connessione esistente tra due idee.
Vi è ,poi, la conoscenza dimostrativa. A volte la mente non coglie con immediatezza la connessione fra due idee, non riesce a coglierne l’accordo o il disaccordo. Ma riesce a farlo attraverso l’uso di altre idee, che sono chiamate prove. L’errore in questo campo è il frutto di un mancato uso delle prove nella dimostrazione, dovuto a incapacità e a mancanza di volontà nell’adottarle. La conoscenza vera è comunque cosituita solo dalla conoscenza intuitiva e da quella dimostrativa. All’infuori di queste si ha solo la probabilità. La conoscenza non può fermarsi alle idee,ma, se vuole essere conoscenza reale, deve stabilire la conformità tra le idee e la realtà delle cose.

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