Materie: | Appunti |
Categoria: | Filosofia |
Voto: | 2.5 (2) |
Download: | 195 |
Data: | 21.02.2001 |
Numero di pagine: | 16 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
Download
Anteprima
origini-filosofia_3.zip (Dimensione: 18.63 Kb)
readme.txt 59 Bytes
trucheck.it_origini-della-filosofia.doc 10.5 Kb
Testo
Parmenide
Parmenide nacque a Elea intorno al 500 a.C. e sposta il suo pensiero dalla ricerca dell'archè allo studio dell'essere in quanto ente di pensiero. Esso è raggiunto mediante la sola facoltà del pensiero logico-razionale e non dell'essere che si manifesta come percezione sensibile.
Il filosofo immagina la dea Dike che gli rivela le possibili vie di ricerca: la verità (raggiunta attraverso il pensiero logico-razionale) e l'opinione (raggiunta attraverso i sensi) e da questo deduce che l'essere è e non è possibile che non sia, mentre il non essere non è e non è possibile che sia. Esso è :
• uno ( solo per inganno dei sensi esso appare molteplice)
• immobile
• finito ( altrimenti sarebbe incompiuto, car. del non essere)
• imperituro (corrompendosi ne afferma la caduta)
• ingenerato ( deriverebbe dal non e dall'essere)
I Sofisti
I Sofisti ( Sophistès = sapiente) mettevano al centro delle loro riflessioni le questioni filosofiche relative all'uomo. Essi spostarono l'asse di riflessione dalla natura all'uomo; furono i primi maestri di retorica, insegnavano (sotto pagamento) l'arte di disputare e di convincere.
Un sofista fu Protagora, il quale teorizzò il principio dell' homo mensura, cioè non esiste una verità su cui tutti sono d'accordo (una cosa appare bella ad alcuni, brutta ad altri). Però, con l'applicazione della parola persuasiva, si poteva cambiare opinione dinnanzi ad un discorso ben costruito: egli insegnava a costruire un discorso persuasivo fortificandolo, così da guadagnare i consensi anche per tesi al principio deboli e perdenti. Ad esempio Gorgia da Lentini scrisse l'Encomio di Elena in cui difendeva la sposa di Menelao, rea di aver causato la guerra di Troia : secondo il sofista la donna avrebbe ceduto, fra l'altro, anche alla forza dei discorsi.
Un altro fu Ippia d'Elide che partecipava alle Olimpiadi vincendo ogni avversario nel tenere conferenze su temi a richiesta; Antifonte di Atene aprì una sorta di consultorio psicologico dove praticava la terapia del dolore ( la mente persuasa può guidare il corpo verso la salute).
Prodico di Ceo nel suo Mito di Eracle al bivio racconta di un giovane (Eracle) che si trova a dover scegliere fra un donna che rappresenta la Felicità (o Vizio) e l'altra che rappresenta la Virtù. Quest'ultima riesce, con la persuasione, a (si pensa) sceglierla, dicendo che non c'è bene che l'uomo acquisti senza fatica, chi prende questa strada è ammirato da dèi e uomini ecc.
Infine i Sofisti ricorrevano all'appello della natura per affermare che gli dèi hanno dato a tutti gli uomini Pudore e Giustizia, dunque chiunque aveva pari diritto all'attività di governo nessuno deve rispettare un nobile e disprezzare un povero, poichè siamo tutti uguali.
Socrate
Socrate è uno dei più importanti filosofi greci mai esistiti; egli dichiarava di aver ricevuto dalla divinità l'incarico di filosofare, tentando di far capire ai suoi concittadini di non affannarsi per onore e ricchezze, ma di curarsi della saggezza,della verità e dell'anima. Socrate venne accusato di corrompere i giovani e di non credere negli dei della città e per questo venne condannato a morte. Secondo questo filosofo ciò che ha maggiore valore per l'uomo è l'anima: occorre curarla, tutelarne la salute perchè essa diventi buona, non accontentandosi che sia sapiente solo in apparenza. Conoscerla, che è cio che si serve del corpo dirigendolo nell'azione, significa conoscere se stessi. Per Socrate la virtù è legata alla conoscenza del vero bene; qui si aprono due paradossi:
• la virtù è scienza e il vizio ignoranza
• nessuno pecca volontariamente : l'uomo cerca sempre il proprio bene e, alcune volte, l'uomo cerca di arrivarci attraverso il male ( esso è involontario, cioè l'uomo si inganna pensando di ottenere un bene)
Non si può fare bene se non lo si conosce (ad esempio sul pacchetto di sigarette compare la scritta "il fumo nuoce gravemente alla salute", ma nonostante tutto le persone continuano a fumare poichè manca la forza di volontà di smettere o il piacere è talmente tanto che non ci si riesce a smettere).
Altra teoria è sapere di non sapere : l'oracolo di Delfi considerava Socrate il più sapiente dei Greci, mentre il fil. si credeva privo di sapienza. Egli interrogava coloro che si credevano sapienti ed il risultato era che ne Socrate ne le persone interrogate sapevano nulla : però Socrate aveva sempre affermato di non essere sapiente mentre l'interrogato affermava di essere sapiente.
Solo l'uomo ignorante, che sa di non sapere, desidera sapere, ricercare con costanza la sapienza. L'ultima teoria è il dominio di sè : Socrate invoca il controllo dei piaceri (cibi e vestiti modesti non danno certo meno piacere di quelli raffinati ed eleganti) ed afferma che non è libero colui sul quale comandano i piaceri del corpo (Ad esempio il fumatore).
Platone
Platone nasce nel 428/427 a.C. ad Atene mentre era in scena la guerra la guerra del Peloponneso ed ebbe i primi contatti con Socrate nel 408 a.C. Grazie ai suoi viaggi in Egitto, Magna Grecia e Cirene iniziò a interessarsi alla matematica e alle dottrine pitagoriche. Nel 387 a. C. fondò ad Atene l' Accademia dove si studiava filosofia, matematica, astronomia e nella quale studiò nel 367 il giovane Aristotele. Malgrado la sua popolarità Platone non riusciì mai ad insegnare a Siracusa e moriì nel 347 a. C. Tutte le sue opere sono inserite nel Corpus platonicum, composto da 36 titoli divisi in nove gruppi da quattro. Famosi sono i Dialoghi Socratici, tra cui l' Apologia di Socrate e Critone. Nel primo Socrate si difende dalle accuse, nel secondo Platone presenta Socrate come devoto alle leggi di Atene ( egli potrebbe fuggire ma rifiuta ).
Platone si considera l'erede di Socrate : però mentre Socr. si interessa della vita politica e si rivolge ai propri concittadini, Platone preferisce l'esilio e mette per iscritto i propri pensieri così da farli leggere a tutti. Ne Il Lachete due genitori chiedono a Socrate se sia + opportuno far imparare al figlio l'arte delle armi ma egli chiede ai due che si cominci a stabilire cos'è il coraggio. I due rispondono che "il coraggio è una certa forza dell'animo ed è la scenza che si deve temere"; a questo punto ci si accorge che si sta parlando di virtù tutta intiera. Qui finisce il dialogo ma Platone riprenderà spesso questo tema. Ne l'Eutifrone un uomo ( Eut.) vuole denunciare un reato di omicidio commesso da suo padre sicuro di seguire le leggi divine ma Socrate gli chiede cosa intenda egli per santo. Vedendo che Eutifrone ha le idee confuse Socrate gli spiega che tutto ciò che è santo è giusto ma non tutto quel che è giusto è anche santo.
Nel Protagora si racconta di Ippocrate che è ansioso di andare alla scuola di Protagora e Socrate gli chiede cosa si aspetta da questa: egli risponde che imparerà l'arte politica. Socrate risponde che questi sanno fare molti discorsi ma se interrogati non sanno fare ne domande ne risposte ( l'interrogarsi svilupppa il ragionamento ). Davanti alle sue domande i sofisti e Protagora non sanno rispondere o si contraddicono. in questo caso Socrate dice che la virtù è scienza e non può essere insegnata mentre Protagora dice il contrario.
Nel Gorgia l'oratore è in grado di persuadere gli uomini a fare ciò che è giusto, ma Socrate dice che un bravo oratore sa persuadere inducendo a credere e non a sapere. Qui Platone va contro i politici che non sono stati capaci di rendere gli uomini migliori e contro i sofisti che hanno aperto la strada ad un falso sapere.
Ne Il Simposio c'è un gruppo di persone ( tra cui Socrate ) radunatosi per festeggiare la vittoria di Agatone e all'invito di pronunciare un discorso in favore di Eros, Socrate riconosce che la bellezza delle anime è più preziosa di quella del corpo e ricercandola nelle attività umane, nel sapere e nelle leggi. Il bello per Socrate appare come una meta finale a cui l'uomo tende.
Ne Il Fedone Socrate parla ai suoi discepoli della morte, prima di morire. In questa apprendiamo che il filosofo aspira a conoscere il giusto in sè, il santo in sè, il bello in sè e le sue idee. Sempre in quest'opera vi è il dualismo platonico, cioè si affermano 2 realtà una opposta all'altra e che una escluda l'altra ( caldo -freddo, pari - dispari ). Secondo Platone le idee sono eterne, immutabili e ci si arriva soltanto attraverso l'intelletto.
Ne La Repubblica il filosofo spiega come deve essere una Stato giusto. Per far questo bisogna che ci sia prima di tutto la divisione dei lavori ( ognuno deve fare il proprio lavoro e solo quello, anche se devono esistere gli artisti ) : i soldati devono difendere lo Stato da tutto ciò che possa minacciarlo ( questi devono essere persone convinte di fare il bene per lo Stato, secondo Socrate devono apprendere la musica e la ginnastica) ; i custodi devono salvare lo Stato ( non devono avere nulla di privato, devono abitare e mangiare tutti sotto lo stesso tetto e non devono accettare ne oro ne argento perchè questo lo hanno già nel cuore) e i migliori tra di essi devono essere di guida per gli altri. Per far accettare la distinzione in lavoratori-custodi-governanti Platone propone di provare con una favola in cui i governanti furono creati dagli dei con l'oro, i custodi con l'argento e i lavoratori con il bronzo. In questo Stato ci sono tutte le virtù : la sapienza dei governanti, il coraggio e virtù dei guerrieri ma anche la giustizia perchè in uno Stato giusto ognuno fa il suo dovere e non si occupa d'altro.
Ne Il Timeo si parla della conoscenza del mondo del divenire, dell'origine del mondo e della sua struttura,dell'anima umana, degli esseri viventi. Il mondo è opera di un artefice divino (un demiurgo ) che lo costruì plasmando una materia originaria e imitando per quanto possibile un modello eterno.
Ne Le Leggi egli prova a dare degli ordini nello Stato prima delineato. Al momento della fondazione le terre ele case devono essere divise tra i cittadini ; essi devono essere divisi in quattro classi ma nessuno deve essere tanto ricco o tanto povero ( lo Stato deve controllare), il resto della popolazione sarà costituita dagli schiavi che lavoreranno la terra e dai forestrieri che si occuperanno dell'artigianato ( ma non possono rmanere per più di 20 anni ). I cittadini eleggeranno 360 persone ( 90 x ogni gruppo ), 37 saranno i custodi scelti che dovranno avere almeno 50 anni e manterranno la loro carica massimo per 20 anni. I più saggi fra i custodi + alcuni cittadini eminenti che formeranno il consiglio notturno ai quali toccherà gestire la vita dello Stato cosi da migliorare i cittadini. Però non saranno cambiate le vecchie leggi sull'educazione dei figli e sulla famiglia.
• Alcuni funzionari previsti dalla legge dovranno vigilare su tutto il territorio provvedendo ad ogni necessità.
• I governanti devono salvaguardare i valori morali e religiosi.
• Platone prevedeva che se qualcuno non accettava le convinzioni imposte dallo Stato o veniva condannato al carcere a vita o a morte.
• I cittadini dovranno soltanto amministrare i loro beni così da occuparsi soltanto delle virtù del corpo ( i lavori agricoli dagli schiavi ).
• Ognuno doveva avere rappori sessuali con la propria moglie ma doveva mangiare in comune con gli altri uomini
Aristotele
Aristotele, come sappiamo, fu studente all' Accademia di Platone poi, negli anni successivi alla morte di questo, insegnante. La ricerca durante quegli anni fu soprattutto sui problemi matematici,astronomici e sullo studio della natura. Nel 347a.C. lasciò Atene per problemi politici e si avvia prima in Asia Minore, poi presso l'isola di Lesbo in cui collabora con Teofrasto di Ereso che sarà in seguito il suo successore. I suoi interessi vanno allo studio della natura e al mondo del divenire ( egli è il successore di Platone ). Richiamato in Macedonia da re Filippo, venne incaricatodi fare da precettore ad Alessandro. Ritornato in Atene nel 335 a.C.,inizia un'autonoma attività d'insegnamento nel Liceo. Con la morte di Alessandro nel 323 a.C. Aristotele, non sentendosi al sicuro, lasciò Atene e si rifugiò a Calcide dove morì l'anno successivo. Dopo la sua morte i suoi seguaci diedero una sistemazione ai suoi scritti riunendoli insieme a secondo degli argomenti trattati. Gli scritti passarono prima al discepolo Teofrasto, in seguito vennero portati ad Alessandria infine a Roma. Tra le opere più importanti vi sono il Corpus Aristotelicum, Grillo, Eudemo e Della filosofia. Questi scritti si possono dividere in cinque gruppi distinti:
• scritti di logica
• scritti di fisica, scienza naturali, psicologia
• Metafisica
• etica e politica
• Retorica e poetica
Anche se ne è discendente, Aristotele non è uguale a Platone; questo soprattutto per il contesto storico della città di Atene ( A. non è ateniese quindi non gode di diversi diritti come le proprietà o part. alla vita politica). Durante questo periodo si può notare come sia cambiato il contesto culturale : con Socrate si insegnava nelle piazze, ora si costruiscono vere scuole ognuna con un proprio orientamento.
Con Aristotele si ha un nuovo metodo di pensare: egli vuole trovare un metodo che permetta di conoscere il mondo e di raggiungere la verità ( nel suo metodo scientifico c'è l'esperienza pratica/teorica e l'osservazione pratica), mentre Platone guardava più alle idee.
Essi sono d'accordo in questi argomenti:
• le idee non devono essere separate dal corpo
• il sapere deve condurre alla verità
• ruolo fondamentale dell'intelletto
• riflettere sul Bene come fine della natura
Non sono d'accordo su questi argomenti:
• le idee esistenti nella natura e immanenti nele cose del mondo
• riconosce nella ragione il luogo in cui le forme in se vengono comprese
• LA LOGICA
Questi scritti sono messi all'inizio dell'opera e con essi si costruiscono gli strumenti dell'argomentazione e del discorso scientifico. Con questi studi il filosofo avvia la logica formale, cioè l'analisi della forma del linguaggio e del discorso, così da dar conto agli elementi costitutivi del ragionamento, della sua struttura, dei suoi modi di procedere, sul ragionamento delle scienze (che porta a verità indiscutibili).
Nelle Categorie vengono analizzati i termini : le parole prive di connessione si possono dividere in dieci categorie : sostanza, qualità, quantità, relazione, luogo, tempo, essere in una situazione, avere, agire, partire {se dico "Tiziano è nel Liceo" ho a che fare con "Tiziano"(sostanza) e "liceo"(categoria del luogo)}. La prima in particolare è fondamentale per quanto riguarda qualsiasi periodo ("nel liceo" non ha senso perchè manca il soggetto). Tipico delle categorie è il genere prossimo e la differenza specifica {l'uomo è un animale (genere prossimo) razionale (dif. spec.)}, e proprio in quest'ultima Aristotele giudica la caratteristica essenziale. Mettendo insieme i termini si forma il giudizio (il filosofo esamina soltanto le frasi dichiarative), i quali possono dire o il vero o il falso (io sono bianco = giudizio vero). Si possono dividere in tre gruppi:
• massimo di estenzione (tutti sono bianchi)
• minimo di estenzione (io sono bianco)
• concernenti un universale ma non universali (qualcuno è bianco)
L'unione di più proposizioni secondo nessi consequenziali conduce al ragionamento detto anche sillogismo (il ragionamento perfetto). Esso è formato da tre prop. (due premesse e una conclusione) unite in modo consequenziale e coerente. " Se tutti gli esseri viventi(termine medio) sono mortali ( termine maggiore che funge da predicato nella conclusione),e se tutti gli uomini(termine minore che sarà il soggetto nella conclusione) sono esseri viventi(termine medio), tutti gli uomini sono mortali". L'unico sillogismo vero è quello che parte da premesse vere e che quindi possiede il carattere della scientificità. Le premesse devono possedere il carattere di verità universali (attraverso l'induzione e l'intuizione). Accanto ai sillogismi scientifici (possegono un contenuto di verità) vi sono i sillogismi che muovono da promesse probabili chiamate dialettici (usati per le discussioni e per i dialoghi perchè può vagliare le opinioni accettandole o confutandole). L'obbiettivo della dialettica è quello di condurre una discussione in modo sensato.
• LA FISICA
In quest'opera Aristotele riflette sulla natura, nella quale si interroga sul mutamento e sulle cause negli enti naturali; esso può avvenire soltanto in un ente che possiede sia materia che forma. Partendo da questo Aristotele ipotizza come principi di mutamento fisico una materia prima (dove si scaturisce tutto) e un atto puro (fine e ragione di ogni mutamento).
Altre forme di mutamento sono:
• il mutamento per alterazione (la calvizia di Socrate)
• mutamento per aumento e diminuzione (Socrate diventa più grasso o più magro)
• mutamento locale (passagio da un posto all'altro)
Quest'ultimo può essere diviso in mondo celeste (appare sempre uguale formato da un solo elemento) e mondo terrestre {cambia di continuo ed è formato da terra(el. pesante), fuoco(el. leggero), acqua(el.pesante) e aria(el.leggero)}.
Per Ar. il luogo è quella parte di spazio verso cui e da cui si verifica il mutamento dei due elementi e lo conduce a negare la possibilità del vuoto, dell'esistenza dell'infinito (mentalità greca che vedeva la perfezione nel finito); invece per tempo intendeva il numero del movimento secondo il prima e il poie perchè ci sia la misura del tempo è necessaria l'anima (in essa risiede la condizione del numerare il tempo).
• PSICOLOGIA E CONOSCENZA
In quest'opera Ar. riflette e distingue l'anima in tre parti in base alle funzioni svolte dai corpi viventi :
• l'anima vegetativa (promuove gli aspetti più elementari della vita)
• l'anima sensitiva (dirige il movimento e le sensazioni)
• l'anima razionale (guida le capacità intellettive e l'azione volontaria)
Dunque il mondo si divide in mondo vegetale (an.vegetativa), animale (an.vegetativa e sensitiva) e umano (tutte e tre le anime).
L'anima vegetativa presiede le funzioni che si trovano in ogni organismo vivente e senza le quali non ci sarebbe vita mentre quella sensitiva orienta più sulle sensazioni, gli appetiti, il movimento.
Infine quella razionale è propria dell'uomo e non può essere conosciuta senza l'aiuto dell'anima sensibile.
• LA METAFISICA
In quest'opera si danno tre definizioni della metafisica:
• La ricerca delle cause che permettono di spiegare tutte le realtà:
- la causa materiale, cioè la materia che fa da sostrato alle cose;
- la causa formale, cioè la forma o essenza di una cosa
- la causa efficiente, cioè da origine ad un cambiamento ( padre genera figlio, falegname trasforma un pezzo di legno in un tavolo)
- la causa finale, cioè il fine verso cui si tende per realizzare la propria essenza (camminare)
• La teoria della sostanza
Questa teoria spiega come cogliere l'unità sulla quale convergono i vari significati dell'essere:
- essere come accidente (non è nell'essenza dell'uomo fare un mestiere)
- essere come essenza (un uomo è diverso dagli altri nella sua essenza)
- essere come vero (la lavagna è nera soltanto se la lavagna è veramente vera)
- essere come potenza e come atto (un uomo in potenza può vedere)
L'essere come essenza comprende una sostanza detta prima (l'individuo nella sua indefinibilità, si può soltanto indicare) e seconda (espressa nel giudizio). Per sostanza si intende la forma, la materia e l'unità determinata e concreta di materia e forma.
• La riflessione sul divino
In questa riflessione Aristotele individua nel principio divino da cui tutto deriva il primo motore che ha messo in moto il tutto. Questo principio è il fine ultimo verso cui tendono le cose del mondo. Con questo egli intende il divino non nel senso unico, ma in quello di ciò che è eterno e immutabile.
• L' ETICA
In quest'opera Aristotele si interroga sul fine delle azioni umane : oltre ai fini particolari in ognuno, il filosofo vede nella felicità il fine ultimo. Oltre ai piaceri materiali, la felicità umana risiede nei piaceri propri di qulla parte dell'anima che è prorpia degli uomini (l'anima razionale).
Aristotele distingue le virtù razionali in :
• virtù etiche che sono la capacità della ragione di controllare e moderare gli istinti; esse non sono innate nell'uomo ma sono prodotto di esercizio che con il tempo è diventato abitudine. Alcuni esempi sono l'amicizia e la giustizia.
• virtù dianoetiche configurano l'uomo che agisce in modo perfetto raggiungendo l'eudaimonia; esse sono la sapienza (virtù teorica, tramite la quale si raggiunge la conoscenza dimostrativa e l'intuizione dei primi principi della scienza), la saggezza (capacità di orientare la vita individuando ciò che è bene e ciò che è male), l'arte (riguarda la produzione), la scienza (conoscenza di ciò che è necessario) e l'intelletto (principi primi di ogni scienza). La vera felicità è quella prodotta dalla sapienza.
• LA POLITICA
In quest'opera Ar. vede nella famiglia la prima comunità, nella quale il capofamiglia è l'amministratore e la gerarchia va dal maschio allo schiavo. Poi segue lo studio dell'economia; i cittadini devono essere uomini liberi che posseggono i mezzi per gestire l'amministrazione pubblica. Nella Politica sono sei i tipi di governo : monarchia, aristrocazia, politia, tirannide, oligarchia, democrazia. La migliore forma di governo è quella che guarda agli interessi del ceto medio.
• LA RETORICA E LA POETICA
• La retorica : in quest'opera viene studiato il linguaggio rivolto alla persuasione dell'ascoltatore. Aristotele fornisce una descrizione neutrale delle tecniche del discorso persuasivo, il quale fa parte dell'attività produttiva dell'uomo. A secondo del genere di discorso persuasivo richiesto verranno usate tecniche oratorie diverse.
• La poetica : Aristotele sostiene che le arti imitano la natura e ne valorizza la capacità di realizzare fatti possibili. Le imitazioni possono variare rispetto ai mezzi impiegati : arti che usano i colori, il ritmo e il linguaggio; variano anche a secondo degli oggetti : le persone che agiscono. Così Ar. distingue la forma narrativa (poemi epici) e la forma drammatica (tragedia e commedia)
Dopo il Sacco di Roma avvenuto ad opera di Alarico, i pagani diedero la colpa ai cristiani dell'accaduto responsabili di aver allontanato il favore degli dei dalla cittа. Ne La cittа di Dio, Agostino afferma che non sono i cristiani la causa dell'accaduto; in quest'opera perт egli prova ad inquadrare l'intera parabola storica dell'umanitа dall'origine al giudizio finale. Egli vede anche la divisione in tre livelli dell'unitа primitiva :
• unitа teologica : l'anima dell'uomo и unitа a Dio che la sostiene nell'essere edal quale riceve un progressivo perfezionamento
• unitа antropologica : unitа che caratterizza la persona umana
• unitа sociale : и il legame naturale che lega gli uomini fra di loro e li costituisce nella grande famiglia.
La piщ importante и la prima, poichи senza di essa si viene meno alle altre
Il termine filosofia deriva dal greco e significa amore del sapere o della saggezza, il primo a usare questo termine fu Pitagora che definiva il filosofo colui che pratica la contemplazione delle cose; per Eraclito e Aristotele la fil. и la conoscenza dei principi e delle cause, non ha fine pratico ma il suo scopo и rivolto verso il desiderio di sapere.
Nel suo primo sorgere la speculazione filosofica si distinse come un' indagine caratterizzata da 3 elementi -comprendere le cose esistenti dalla nascita del Tutto applicando la ragione per il solo piacere del sapere.Dunque per filosofia intendiamo una forma di sapere che si afferma con l'abbandono delle ninterpretazioni dell'origine e si ricorre alla ragione. Il 1° filosofo fu Talete
Le prime speculazioni fil. avvengono con Omero ( Oceano и orig, degli dei e l'uomo и sogg. al destino ) ed Esiodo ( nella sua Teogonia viene delineato un quadro cosmogonico a partire dal Caos che produce Terra ed Eros ). Secondo questi il lavoro и una punizione divina, mentre il male и risolubile tramite reincarnazioni, purificazioni di riti orfici.
La nascita della fil. fu favorita dalle condizioni socio-economiche (migl. condizioni econ. e incremento culurale nelle colonie greche).
I primi fil. vissero a Mileto bel VI sec. A.C.; essi cercarono di capire la derivazione del Tutto, secondo Talete, Anassimandro e Anassimene il Tutto deriva dall' archи.
TALETE = l' archи и l'acqua poichи и nutrimento di Tutto, influsso delle concezioni cosmogoniche, Oceano e Teti erano autori della generazione
L' acqua и in grado di passare dai 3 stati ed essa sostiene la Terra
Anassimandro = l'archи и l'indefinito poichи и immortale e indistruttibile e gli esseri
hanno principio e fine in esso; la Terra и sospesa nel vuoto
Anassimene = l' archи и l'aria ( essa ha natura finita ma non ha estensione) poichи l'uomo non vive se non ha l'aria
Nel 540 A.C. nacque Eraclito, detto il fil. del divenire univ. La sua fil. viene sintetizzata nel Pаnta Rheм (tutto scorre); egli affermava che la realtа и in continua trasformazione (nello stesso fiume non si puт scendere due volte). Eraclito affermava anche che dal contrasto nasce la vita del Tutto( luce-tenebre fatica-riposo); il fuoco и essenza di tutto poichи dalle sue trasformazioni ( mediante alcuni processi) nascono tutte le cose.
Un altro fil. molto importante fu Pitagora, di cui non si hanno molte informazioni poichи non abbiamo scritti e soprattutto perchи la sua dottrina impediva ai discepoli di svelare i segreti della loro scuola di pensiero. I discepoli piщ importanti furono Filolao e Archita.
Per entrare nella comitiva pitagorica bisognava superare diverse prove; la scuola era divisa in ascoltatori ( che ascoltavano Pitagora) e i discepoli(che imparavano le dottrine segrete). Per Pitagora l'anima era immortale ma a causa di una colpa originaria era caduta nel corpo e destinata alla reincarnazione. Per purificare il corpo bisognava non mangiare carne, dedicarsi alle scienze o, dopo la morte, l'anima и destinata a passare da un corpo ad un altro. Secondo i pitagorici l'archи sono i numeri perchи da essi derivano tutti i costrutti geometrici e fisici; i numeri danno origine al finito(n° dispari) e all'infinito (n° pari), il n°10 ha un valore mistico ed и prodotto dalla somma dei primi 4 numeri ( Tetrade = 1+2+3+4) e questo dа origine a ogni figura geometrica.
Il fondatore della scuola atomista fu Leucippo(scrisse La grande cosmologia e Dell'intelletto), oscurato da Democrito, un fil. dotto non solo di fil. ma anche di matematica,musica, fisica, etica (scrisse + di 60 opere). Sono chiamati atomisti perchи a fondamento di ogni realtа posero gli atomi( indivisibile; invisibile agli occhi, visibile nella mente); esse son infinite di numero ma diferiscono per forma, grandezza, ordine e posizione. Gli atomi sono dotati di un moto spontaneo e nello spazio infinito vuoto vengono in contatto fra loro dando origine ai mondi. Democrito affermava che l'anima и formata da atomi e quando questi si separano, si dissolve; mentre dalle cose si producono effluvi atomici che colpendo i nostri org. senso det. la conoscenza, puт essere genuina(intellettuale) e oscura (sensibile)