Moro,Campanella,Bodin,Grozio,Hobbes,Locke

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Testo

Thomas More

Tommaso Moro (1478-1535) fu un attivo uomo politico del suo tempo (divenne persino gran cancelliere del regno) il quale, fedele ai principi in cui credeva, rifiutт di prestare giuramento al suo re, che aveva iniziato una nuova linea politica, non condivisa da Moro. Per questo venne imprigionato, processato e giustiziato. Moro si era dedicato alla politica con il proposito di migliorare le condizioni di vita del popolo inglese, ma si era reso conto di non poter cambiare niente. Per questo la sua opera letteraria ("l’isola di Utopia") rinuncia a parlare in termini di realtа, almeno apparentemente, e propone in una cornice fantastica idee che possano diventare realtа in un pensiero politico del futuro.
Le cause della povertа degli inglesi: Moro и un cristiano osservante ed и sinceramente impressionato delle condizioni di miseria del suo popolo; egli vive nell’epoca in cui in Inghilterra si sta avviando la prima stagione del capitalismo, un’epoca di grandi cambiamenti, in cui si creano nuove ricchezze e va in frantumi l’economia feudale a cui si sostituiranno nuovi modi di lavorare e di guadagnare. Le cause della povertа degli inglesi sono per Moro riconducibili a questi fattori:
la nobiltа parassitaria, che, vivendo di rendita, sottrae ricchezza al sistema produttivo senza apportarvi nulla. Tutto ciт che genera и povertа e cattive abitudini di vita, che spingono tanti giovani a diventare clienti. E dai clienti gli eserciti traggono i loro uomini, seminando morte e distruzione.
le "enclosures", cioи le recinzioni che delimitano i campi privatizzati. Nel medioevo erano molti gli spazi comuni dove la gente dei villaggi poteva far pascolare le pecore e raccogliere legna. Ora la gestione dei campi diventa privata e cambia anche il loro utilizzo: da campi coltivati a pascoli, che necessitano di meno uomini per essere gestiti. Cosм il padrone risparmia sugli stipendi, ma molti si trovano disoccupati.
la monarchia non и, secondo Moro, dedita al bene del popolo, ma solo ai propri interessi.
La radice di tutti i mali и nella proprietа privata; per eliminare la povertа и necessario che il potere politico abolisca la proprietа privata ed elimini il denaro.
L’isola di Utopia: in un isola che non c’и in nessun luogo vive una popolazione che non conosce nй la proprietа privata nй il danaro. Non ci sono classi sociali: tutti lavorano sei ore al giorno; solo alcune persone particolarmente dotate appartengono ad un’йlite del sapere e della ricerca, alla quale si viene ammessi per meriti. Le cariche pubbliche sono tutte elettive: un principe eletto a vita ma soggetto a rimozione se tenta di trasformarsi in tiranno, ed un senato che si riunisce con il principe almeno una volta ogni tre giorni. La guerra и considerata un male, ma talvolta si rivela necessaria per difendere la propria indipendenza ed i cittadini si esercitano nell’uso delle armi. Vi и una grandissima tolleranza religiosa: tutti possono praticare liberamente il loro culto ed anzi и punito chi non crede nell’esistenza di Dio. E’ proibito propagandare la propria religione con violenza o troppa passionalitа: infatti tutti sono convinti che la vera religione finirа poi per prevalere. La cittа ha un suo culto pubblico volto ad onorare non un dio in particolare, ma l’essenza stessa del divino.

Tommaso Campanella

Fu frate domenicano, filosofo, poeta, visionario, mago; nonostante visse vari decenni in carcere, и stato ugualmente al centro degli avvenimenti del suo tempo, godendo di notevole prestigio presso papi e re. Sia la sua attivitа politica che le sue ricerche teoriche sono finalizzate alla generale rigenerazione spirituale dell’Europa.
Il problema della conoscenza: per Campanella la conoscenza umana si fonda sui sensi: la ragione opera soltanto a partire dall’esperienze sensibili. Ogni uomo dal momento della nascita ha un’intuitiva conoscenza di sй; la conoscenza del mondo esterno avviene quando questo senso di sй subisce una modificazione.
La natura: и un cosmo unitario in cui ogni cosa и strettamente collegata con tutte le altre da una fitta rete di rapporti. Tutta la natura и vivente e in ogni essere si manifesta la potenza del Creatore. I caratteri fondamentali dell’essere di ogni cosa sono le tre primalitа: la potenza, la sapienza e l’amore. Ogni cosa и ciт che и in quanto realizza una certa potenza che gli и stata posta dal Creatore. Conosce in maniera differente a seconda dell’individuo e ama se stesso e gli altri.
La cittа del sole: in questo piccolo libro Campanella espose il suo ideale politico attraverso una descrizione utopica. La cittа del sole и in un luogo che non c’й. Il suo ordinamento и piramidale; al vertice sta il Sole (detto anche Metafisico) un sovrano assoluto e onnisciente. Egli si vale della collaborazione di tre personaggi: Pon (podestа), Sin (sapienza), Mor (amore). Pon si occupa della guerra e della pace; Sin delle scienze e delle arti liberali e meccaniche, e ha sotto di sй tanti ufficiali quante sono le scienze; Mor ha cura di provvedere agli accoppiamenti che giovino alla razza "come facciamo noi con cani e cavalli" (Campanella). Gli uomini vivono in totale comunanza di beni, lavorano tutti 4 ore al giorno e non vi sono schiavi. L’educazione и basata non sullo studio dei libri, ma della natura e deve permettere lo sviluppo delle capacitа proprie del giovane messe in luce attraverso opportune prove attitudinali. La giustizia и impartita rapidamente: alcune colpe sono punite col criterio del taglione altre con pene piщ miti. Gli abitanti venerano una sorta di religione naturale simile in tutto e per tutto al cristianesimo (tolti i sacramenti).

Jean Bodin

La Francia della seconda metа del cinquecento era travagliata dalla guerra civile tra cattolici e calvinisti; entrambi sostenevano la legittimitа di ribellarsi all’autoritа del sovrano quando la sua azione sia contraria alla giustizia su questioni tanto gravi da non essere accettabili per la coscienza dei sudditi. I giurista Bodin scrisse una un’immensa opera in sei libri, sulla Repubblica, con lo scopo di aiutare la ricostruzione dei fondamenti del potere del suo paese .
La sovranitа: un popolo и politicamente unito quando esiste una proprietа comune, cioи appartenete a tutti (territorio dello stato, tesoro pubblico, strutture politiche, etc.). La sovranitа riguarda questi possedimenti comune e non i beni privati dei cittadini. Poichй la proprietа comune и una, uno и lo stato e uno и il potere che la governa. La sovranitа deve avere un valore perpetuo e assoluto.
La sovranitа и perpetua. Affinchй il potere sia veramente stabile, occorre che esso sia perpetuo, e che quindi indipendente da ogni altro potere che lo possa revocare. Il potere sovrano non ha ricevuto questo potere da altri, nй da Dio, nй dal popolo; la sovranitа esiste solo perchй и un qualcosa che и insito nell’ordine proprio del mondo. Bodin sostiene che in virtщ di questo fatto i cittadini non possano ribellassi al potere del sovrano neanche se questo divenga dispotico; al massimo potranno organizzare una resistenza passiva.
La sovranitа и assoluta. Non esiste nessun potere superiore o allo stesso livello di quello del sovrano; la sovranitа и una sola e libera da ogni dipendenza. Il sovrano puт concedere parte del suo potere ad altri, ma non perde mai il diritto di revocarlo in qualsiasi momento lo voglia.
Il sovrano и sciolto dal potere delle leggi. Il sovrano и esente dall’obbligo di osservare le leggi sia dei propri predecessori che le leggi promulgate da lui stesso; tanto piщ и da escludere che il potere sovrano debba rispettare le consuetudini. La sovranitа dello stato и assoluta nei limiti di tutto ciт che и umano, ma operando in un universo che possiede leggi oggettive ed immutabili, deve rispettare queste leggi.
La famiglia. "Lo stato и il governo giusto che si esercita con potere sovrano sulle diverse famiglie e su tutto ciт che esse hanno in comune tra loro". La famiglia non и intesa come unione dell’uomo e della donna da cui nascono eventuali figli, ma come il luogo della stessa identitа dei singoli ed ha il proprio fondamento nel patrimonio familiare.
Lo stato giusto. Uno stato и giusto quando rispetta le leggi della natura e l’ordine che Dio ha imposto all’uomo. In quest’ottica il sovrano deve rispettare la proprietа privata dei cittadini; la monarchia infatti viene tripartita in monarchia regia, signorile e tirannica. Nella prima specie di monarchia il re и obbediente alle leggi di natura; nel secondo caso il monarca, con la forza, ha di fatto la possibilitа di recare offesa ai cittadini; nel terzo il sovrano abusa deliberatamente delle persone libere e dei loro beni privati. L’obiettivo dello stato non и garantire ai suoi membri la felicitа, ma l’attuazione di valori superiori morali ed intellettuali.
Le forme dello stato. A seconda di chi sia il detentore della sovranitа lo stato si differenzia nelle tre forme della monarchia (il potere nelle mani di uno solo), dell’aristocrazia (la sovranitа detenuta da un gruppo ristretto di cittadini), della democrazia (il potere sovrano detenuto dal popolo o da una sua ampia parte). Non possono esistere forme miste di stati; se la sovranitа viene divisa, allora presto o tardi la corruzione finirа con l’imperversare e lo stato precipiterа nella guerra civile. Invece и possibile che l’esercizio della sovranitа possa essere diviso tra organi diversi; quindi uno stato monarchico potrа essere governato popolarmente se il sovrano distribuisce gli incarichi senza tenere conto della differenza di ceto tra i cittadini.
Lo stato migliore. Per Bodin nessuna forma di stato и priva di difetti, ma la monarchia и certamente quella che garantisce la maggiore stabilitа rispetto alle altre; и in quest’ottica da preferire la monarchia ereditaria a quella elettiva. Non essendo possibile stabilire in maniera generale quale sia la forma di stato migliore per un popolo, Bodin fece un accurato studio storico e geografico per determinare il carattere dei singoli popoli e quindi la forma di stato piщ adatta a loro. E’ la cosiddetta teoria dei clini: la variabilitа dei climi genera forme culturali e sociali diverse.

Ugo Grozio

Olandese, visse in un periodo in cui il sui paese era coinvolto in una lunghissima guerra e ne risentiva in maniera grave, soprattutto dal punto di vista economico. Egli pose il problema della guerra giusta, studiт il rapporto tra leggi e stato di guerra e analizzт in definitiva la natura umana.
Diritto naturale e diritto positivo. Grozio determinт i caratteri che l’uomo possiede fin dallo stato di natura: sono le cosiddette leggi non scritte, indipendenti dall’evoluzione culturale dell’uomo, e sono fondate indipendentemente da Dio, su princмpi propri della ragione, validi anche "se Dio non vi fosse". Grozio individua i diritti naturali in: l’astenersi dalle cose altrui, la restituzione dei beni altrui e del lucro da essi derivato, l’obbligo di mantenere le promesse, il risarcimento del danno arrecato per colpa propria e il poter essere soggetti a pene tra gli uomini. Questa dottrina del diritto naturale и definita giusnaturalismo. Nel corso della storia, la civiltа umana si и evoluta creando organismi sociali sempre piщ complessi e nuove leggi che fanno parte del cosiddetto diritto positivo, leggi cioи che sono state create attraverso i pubblici poteri, ma che non contraddicono in nessun modo il diritto naturale.
Contratto sociale. L’uomo и, per natura, portato a ricercare i rapporti con i propri simili, anche se gli egoismi e gli interessi individuali sono causa di conflitti. Gli uomini devono quindi darsi delle leggi per poter vivere insieme. Essi istituiscono tra loro un patto rinunciando ad una parte dei poteri che ciascuno ha in quanto essere libero in natura. L’obbiettivo di questo patto и l’utile; non и un’utilitа egoistica, ma un creare un benessere diffuso tra tutti gli uomini. Dunque lo Stato и "un corpo perfetto di persone libere che si sono unite per fruire in pace dei loro diritti e per la propria comune utilitа". In virtщ di questo fine il popolo trasferisce ad un organismo non solo l’esercizio, ma la sostanza stessa della sovranitа. Questo organo deve governare i cittadini guidato dalla retta ragione, dare leggi fondate sulla ragione umana e avere come scopo il bene dei cittadini.
Il diritto dei cittadini a disobbedire al sovrano. Nella realtа del suoi tempo, Grozio vede come sia importante la stabilitа del potere politico; questo lo porta a sostenere che i cittadini possano al massimo attuare una resistenza passiva quando sono in disaccordo con il governo. Solo nel caso in cui l’istituzione che detiene il potere sovrano si manifesta veramente come un nemico dell’intero popolo e opera per rovinarlo, и legittimo ribellarsi.
Il diritto internazionale. In un’epoca in cui la guerra faceva venire meno la validitа del diritto Grozio teorizzo una soluzione al problema della validitа dei princмpi che regolano i rapporti tra gli stati in caso di guerra. Egli sostiene che il diritto naturale in quanto universale non puт mai venire meno in caso di guerra, ed esso и l’unica autoritа a cui ci si puт rimettere nei rapporti tra gli stati. Quindi per Grozio "Pacta sunt servanda": и d’obbligo mantenere fede ai patti perchй questo obbligo deriva dal diritto naturale su cui si deve fondare la civile convivenza tra i popoli. Per Grozio la guerra non и contraria alla natura umana, ma anzi le appartiene; la sua opera и volta quindi non al fine di abolire la guerra, ma di regolamentarla. Questa concezione deriva dalla situazione dell’epoca.
La vera religione. In un’epoca di frequenti e violenti contrasti tra confessioni della stessa religione, Grozio auspica che vi sia una politica religiosa aperta e tollerante. Per lui le differenze tra le diverse religioni positive, ovvero fondate su una rivelazione, sono tali per cui esse si contrappongono una all’altra senza possibilitа di accordo. Tuttavia esse pregano tutte lo stesso Dio, e se tutti i fedeli considerassero il fondamento comune e i principi essenziali della vera religione sarebbe possibile trovare un pieno accordo. L’uomo si deve affidare alla ragione per trovare un accordo sui temi religiosi; l’intolleranza religiosa non и altro che una passione irrazionale. Per Grozio i princмpi essenziali della vera religione sono:
Dio esiste ed и unico: il monoteismo и razionalmente fondato, l’ateismo non lo и.
Dio ha natura trascendente.
Dio non и estraneo alle vicende umane, ma и partecipe della storia come provvidenza e giustizia.
Dio ha creato l’universo.

Thomas Hobbes

Vissuto durante la prima rivoluzione inglese, Hobbes si pose come scopo quello di ideare un modello politico in grado di garantire la sicurezza a tutti gli uomini del suo stato.
La concezione del diritto e dell’uomo. Allo stato di natura l’uomo и completamente libero; non ha nessun limite se non quelli oggettivi dati dai limiti delle sue forze. Non esiste nessuna giustizia oggettiva nй diritto inalienabile: tutti i valori li abbiamo creati noi. Il diritto dell’uomo su tutte le cose si estende fin lа dove riesce ad esercitare il suo potere. Nonostante l’uomo sia dotato di un’intelligenza razionale, и per natura portato agli egoistici interessi personali ed al conflitto con gli altri. Hobbes ritiene che tutti gli uomini allo stato di natura siano tante individualitа in guerra tra loro. "Homo homini lupus" (Plauto): il lupo и, come l’uomo, portato a combattere i suoi stessi simili. Contrariamente a Bodin, che poneva al centro della societа la famiglia, per Hobbes la cellula di ogni possibile vivere sociale и solo l’individuo; questa concezione и tipica della cultura della nuova classe borghese.
Il patto sociale. Lo stato di natura и il peggiore che si possa immaginare: l’uomo vive solo con il continuo rischio di una morte violenta. Per far sм che l’uomo esca da questa condizione и necessario che tutti gli uomini si accordino tra loro per costituire una societа, regolata da leggi in grado di sostituirsi al diritto dello stato di natura. Tutti gli uomini devono conferire tutto il proprio potere e la propria forza ad un uomo che possa ridurre tutti i loro voleri ad un volere solo. Questo и piщ che un consenso o un accordo: и una reale unificazione di tutti in una sola persona, che verrа dotata di cosм tanta forza che con il terrore sarа capace di disciplinare la volontа di tutti e di garantire pace e sicurezza. Il fine del patto sociale, per cui si effettua questa sottomissione, и la sicurezza.
Il Leviatano. Con questo nome si indica colui che detiene il potere sovrano su tutti gli uomini. Egli non и vincolato dal patto, e non и giudicabile da nessuno. Egli и dotato di tutti i diritti ed и l’unico che puт concederli ai cittadini. Tutta la forza dei singoli и concentrata nelle sue mani; utilizzando come crederа opportuno questa forza garantirа a tutti i sudditi di vivere in sicurezza, essere uguali di fronte alla legge di utilizzare al meglio la ricchezza. Il Leviatano ha un solo dovere: mantenere intatto il suo potere. I cittadini saranno di fatto svincolati dal patto sociale se il Leviatano non sarа in grado di preservare la sua sovranitа. Hobbes и consapevole che questa situazione puт degenerare; ritiene perт che questo pericolo sia di gran lunga minore di tutti pericoli che l’uomo corre in una situazione diversa.
La libertа. Con il patto sociale i cittadini si sono spogliati di ogni diritto che possedevano in natura. Essi sono liberi in tutto ciт in cui il Leviatano li lascia liberi; Ragionevolmente, interverrа solo in quei casi in cui verrа limitata la sicurezza dello stato. E’ pertanto mantenuta intatta la cosiddetta "libertа innocua" cioи tale da non recare pericolo alla pace. I sudditi possono quindi concludere contratti commerciali, scegliere dove risiedere, come alimentarsi, quale mestiere esercitare e come educare i propri figli senza che il Leviatano faccia valere la sua autoritа. Questo non vale per la libertа di culto, che и pericolosissima per il mantenimento della pace; pertanto, il potere spirituale и subordinato a quello del Leviatano.
I tipi di governo. Vi sono tre forme di governo, a seconda che il potere sia detenuto nelle mani di uno (monarchia), in una parte ristretta di cittadini (aristocrazia), o in tutta la popolazione (democrazia); va ricordato che per Hobbes il potere deve essere sempre mantenuto unito nelle mani di un solo uomo di una sola assemblea.
Nonostante le posizioni di Hobbes sembrino conciliarsi con le tendenze assolutistiche dell’epoca, i suoi contemporanei favorevoli alla monarchia assoluta accolsero poco favorevolmente la sua opera; il fatto и che costoro non volevano rinunciare a credere che il re fosse tale per diritto divino. Oltre a ciт, la visione di Hobbes, fondata su un gioco dinamico di forze, non lasciava spazio a sentimenti e valori. Il Leviatano di Hobbes, piuttosto che un uomo и lo Stato stesso. Le sue teorie non sono per altro patrimonio esclusivo dell’assolutismo monarchico, ma si adattano bene a qualsiasi regime in cui tutto il potere sia concentrato nelle mani dello stato. Anche se prenderanno posizioni molto diverse, tutti i grandi teorici politici successivi saranno attenti lettori delle opere di Hobbes.

John Locke

Locke fu studioso di molte materie sia scientifiche sia letterarie, e divenne professore di medicina ad Oxford. Solo in un secondo momento, essendosi messo al servizio di un influente uomo politico, militante nel partito Whig, si interessт dei temi politici. Egli confutт l’idea che il potere del governo fosse analoga all’autoritа del padre sulla famiglia e fu l’iniziatore del liberalismo.
Lo stato di natura. Tutti gli uomini sono perfettamente liberi ed uguali, e in virtщ della ragione non si sopraffanno reciprocamente, ma rispettano questo loro diritto. L’uomo non и un lupo in lotta con i suoi stessi simili perchй esistono vincoli naturali, come l’amore, che uniscono giа in natura gli individui alle comunitа familiari.
L’origine del potere politico. Allo stato di natura manca una legge che stabilisca oggettivamente il bene e il male, manca un giudice imparziale che faccia applicare questa legge, manca chi esegua le sentenze del giudice. Il patto che lega gli uomini nel vincolo sociale, non и stipulato tra gli uomini e un sovrano, ma tra i membri stessi della societа. Questa и una differenza sostanziale tra Locke e Hobbes; la re non viene trasferito il potere del popolo: egli и solo un delegato a cui il popolo affida la gestione del potere. L’obbiettivo и quello di permettere a tutti i cittadini liberi e uguali in condizioni di sicurezza. Questa delega и indispensabile perchй и necessari che ci sia un governo unitario; le decisioni del governo devono rispecchiare la maggioranza delle volontа dei singoli individui.
Il diritto di proprietа. La proprietа и un diritto naturale, in quanto и la condizione necessaria all’uomo per poter esercitare il proprio lavoro (ad esempio il contadino necessita di una certa quantitа di terra da lavorare per sopravvivere insieme con la sua famiglia). Le leggi non fanno altro che difendere questo diritto naturale ed и compito del sovrano far sм che la proprietа individuale venga difesa; pertanto non gli и permesso di toccarla.
Il diritto di resistenza. Per Locke il popolo ha pieno diritto di deporre il sovrano che abbia violato la sua fiducia e di nominarne uno nuovo; con il patto sociale non c’и stato nessun trasferimento di potere, ma solo una delega tra il popolo e il sovrano. Se il sovrano tradisce la sua fiducia, и lui a rompere il patto, e la resistenza del popolo ne и la logica conseguenza. Il cittadino non и un suddito, ma un membro libero di un corpo politico che determina attraverso la propria volontа, espressa a maggioranza, il modo in cui deve essere governato, fissa le istituzioni e conserva sempre il potere di revoca del mandato a governare. (copiata papale).
La divisione dei poteri. Locke codifica questo principio quando esso ha giа trovato nella Rivoluzione inglese la sua prima applicazione. Si tratta di distinguere in modo netto il potere legislativo dal potere giudiziario. Allo stato di natura l’uomo infatti ha la possibilitа di esercitare queste due funzioni (decidere cosa sia utile e mettere in pratica le sue decisioni) sia insieme sia distinte tra loro. Questo fatto permette che i due poteri si controllino a vicenda e che si eviti che un uomo possa diventare troppo potente. Questo principio sarа notevolmente sviluppato nelle teorie politiche successive in cui il potere verrа distinto in legislativo, esecutivo e giudiziario.
La tolleranza religiosa. Locke ritiene che la fede sia un patto esclusivamente spirituale e che le varie Chiese siano associazioni che raccolgono coloro che hanno la stessa fede. Nessuna Chiesa quindi puт avere autoritа sul piano istituzionale. Lo Stato deve accettare che esse coesistano le une accanto alle altre, a patto che ciascuna di esse tolleri le altre (il Cristianesimo non dovrebbe essere ammesso in base a ciт). Gli atei tuttavia sono da condannare, in quanto chi non ammette l’esistenza di Dio, non da garanzie di rispetto dei valori morali ed и un potenziale pericolo per la societа.

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