Marx

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Testo

MARX
Seconda metà ‘800.
Giuliano Procacci, storico, legge la storia della seconda metà dell’800 attraverso Il Manifesto.
‘800 → Marx veniva considerato più come un agitatore che come filosofo; Luckacs lo ha scoperto e rivalutato.
Dal punto di vista filosofico sono state rivalutate nell’economia. Interesse di studiosi economisti americani, riconoscono il valore dei rilievi di Marx al sistema capitalistico: la critica al sistema capitalistico di Marx è valida anche oggi.
Marx nasce nel 1918, benestante, famiglia di origine ebraica…
La tesi di laurea è significativa, Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicureo(1841), perché segna l’inizio del contatto di Marx con il materialismo classico (atomi,…), critica Democrito e questo ridurre la materia al semplice atomo e riconosce l’importanza di Epicureo, che mette l’uomo al centro della sua filosofia e si domanda cosa serve all’uomo per essere sicuro. Eraclito nega gli dèi: Marx riconosce che Eraclito ha introdotto, con il clinamen, all’interno della materia atomo un elemento di spontaneità, di libertà(in questa materia quantitativa vi è un elemento qualitativo), un qualcosa che può essere assimilato all’energia della materia.
Marx frequenta l’ambiente intellettuale e anche lui fa parte della sinistra hegeliana; Marx si dedica al giornalismo( Gazzetta dei Nana – anni della Prussica – idea di unità nazionale).
Marx, negli anni ’43-’44, a Parigi passò un periodo importante ai fini della sua formazione; infatti matura la sua visione filosofica e politica (studia e legge Feuerbach), conosce Blanc(Francia di Luigi Filippo, c’era il socialismo e Proudon), e scrive sugli “annuali franco-tedeschi”, che ha fondato l’amico Rougal, dove pubblica l’introduzione( scritta nel ’43), Introduzione alla critica della filosofia del diritto di Hegel. Nel ’44 scrive I manoscritti economico-filosofici e inizia l’amicizia con Engels.
‘44-’45 va a Bruxelles e scrive insieme a Engels e a Hesse, L’ideologia tedesca;………..*
Marx/Hegel → rapporto importante: la sua formazione è sulle impronte di Hegel. La dialettica hegeliana ritorna in Marx; l’interesse per la storia → Hegel: realizzazione dello Spirito; Marx: realtà, processo e movimento continuo anche per Marx).
Hegel: tesi-antitesi-sintesi; Marx: economia.
Diverso è il concetto di alienazione e vi è una continuità nella contrapposizione: modo posto di guardare la stessa realtà.
“La critica della filosofia..di Hegel”, Marx critica di Hegel, la sua visione della Stato, per Hegel lo Stato è un assoluto e ci dice essere universale rispetto alla società, per Marx questa è una affermazione misticante, è una forma di misticismo logico, per Marx lo Stato è l’espressione di quelle classi che nella società civile sono al potere, lo Stato è l’istituzione di chi è al potere, e anche se si sostengono valori universali come , in verità non lo sono è solo apparenza.
La società moderna a differenza di quella antica (Hegel/Marx valorizzare il mondo classico), dove c’era un’unità sostanziale, l’individuo sentiva di fare tutt’uno con la società, invece nella moderna si è verificata una scissione tra società e Stato, tra coloro che hanno in mano nessi di proprietà e chi no. Questa disuguaglianza effettiva vuole essere mascherata definendola come universale, quando invece non lo è, è solo apparente.
Marx ci dice la prospettiva, la possibilità di superare questa scissione → democrazia sostanziale che trova espressione nel comunismo, società di effettiva unità e uguaglianza, perché in questo progetto non ci sarà più divisione.
Opera del ’44→ Marx riconosce l’importanza delle teorie economiche (rimane sempre legato agli economisti classici, Ricardo), cominciando a vederla come economia borghese e nonostante i loro meriti (l’aver individuato il valore lavoro, cioè perché il lavoro è un valore, una merce che produce di per sé un lavoro: lavoro=attività=produrre, agire per) e avevano cominciato a riflettere sul valore del capitalismo, della proprietà (Smith), ma non pensarono a mettere in discussione il capitalismo, capitalismo=assoluto; sottolineano l’eternità del capitalismo, ma non colgono la storicità ( per es: lo si vede nell’analizzare le leggi del capitalismo: il profitto→ legge di natura; la proprietà privata→dato di fatto, non lo mettono in discussione) non prendono in considerazione la funzione storica del proletariato, non colgono la conflittualità tra capitalista e operaio.
Non c’e coscienza di questo conflitto, infatti è proprio riflettendo su questa conflittualità che Marx riflette sull’alienazione.
Marx dice che il lavoro, l’attività, soddisfare i suoi bisogni fa si ce l’uomo si riconosca dall’animale.
Il lavoro per Hegel era l’oggettivazione dell’uomo, una forma di alienazione, nell’essere in altro.
Oggettivazione del lavoro: da una pare è negativa perché è l’essere in altro, dall’altra è positiva perché superando l’alienazione è la riaffermazione.
Marx si confronta con il concetto di alienazione di Hegel; in Marx l’alienazione è esclusivamente negazione, dicendoci che nella società capitalistica è alienazione rispetto al prodotto perché produce un oggetto che poi gli verrà espropriato, è alienazione rispetto anche al datore di lavoro in quanto questo si serve del lavoratore come strumento → individuo=strumento=oggetto, l’operaio che lavora non ha un lavoro creativo, ma ha un lavoro forzato, monotono, ripetitivo che nega la persona.
Per Feuerbach l’alienazione è religiosa, alienazione in Dio, alienazione naturale, spontaneità da parte dell’uomo, nell’alienazione di Marx non è un qualcosa spontaneo o dialettico e per andare oltre dobbiamo andare oltre, dobbiamo trovare le cause: divisione del lavoro, proprietà privata.
“tesi su Feuerbach”: prende le distanze da Feuerbach, ma riconosce il lui il merito di aver posto l’accento sull’uomo concreto; con Feuerbach si ha il passaggio dall’idealismo al materialismo, un materialismo ingenuo, statico, in cui resta il dualismo tra soggetto e oggetto, manca di attiviamo (causa per cui l’idealismo ha la meglio sul materialismo). Feuerbach non tiene conto della prassi, intesa come agire concreto guidato da una teoria, ha il limite di rimanere sul piano delle idee.
Per Feuerbach l’uomo è prodotto dell’ambiente nella sua naturalità, per Marx l’ambiente sociale è un prodotto dell’uomo.
Feuerbach risolve il mondo religioso sulla base mondana, ma doveva vedere la religione di come l’uomo vive nella società. Feuerbach ritiene che la filosofia debba interpretare il mondo, Marx pensa che la filosofia debba cambiare il mondo.
1) “la sacra famiglia”→ critica gli esponenti della sinistra hegeliana che affrontando la religione cadono nello stesse banalità di Hegel.
2)“L’ideologia tedesca”→ intende fare i conti con la sua coscienza filosofica; cerca di guardare dentro di sé, riconosce la sua vicinanza agli esponenti della sinistra hegeliana, criticandoli: dice che questi filosofi sono in realtà degli ideologi, dando un significato negativo: l’intellettuale che metteva al servizio della società le proprie idee, ma non hanno tradotto in pratica la loro critica→astrattezza; criticano l’idealismo, commettendo gli stessi errori, perpetuando la società borghese che loro intendevano criticare. Marx li demolisce scrivendo:
non è la conoscenza che determina la vita, ma la vita che determina la conoscenza; cioè per gli hegeliaiani le idee vengono prima della realtà, della concretezza dell’esistenza; Marx dice che è in base a come uno vive che poi le idee vengono influenzate . realtà della storia = mondo reale.
Marx ci offre la prima volta ella concezione materialistica della storia; guardare alla società vuol dire guardare alla sua struttura, da questo punto di vista la storia è fatta da forze produttive e da rapporti di produzione. Le forze produttive cioè gli uomini, i mezzi, le macchine, le materie prime, le conoscenze tecnologiche, hanno dei rapporti di produzione tra di loro.
La storia procede con rapporti di forze e di produzione, questo è il materialismo della storia (via via che le forze sono mutate hanno dato origine a prodotti diversi → un continuo divenire. Si passa da materialismo-storico a materialismo-storico-dialettico attraverso la lotta di classe.
Marx individua struttura e sovrastruttura:
struttura→ forze e rapporti, realtà e economia.
Sovrastruttura→ tutto quello che non è economia: l’arte, l’esercito, tutte le forme di pensiero(un rivestimento ideologico della struttura).e’ una espressione della struttura, è collegata alla struttura e dipende da essa. Ogni società ha la sua struttura e sovrastruttura.
Altussu(filosofo marxista) dice che a volte le idee sembrano arrivare più velocemente della struttura che dovrà venire. La sovrastruttura sembra a volte anticipare i cambiamenti della struttura→ come è possibile?per Altussu questo è il valore della sovrastruttura, per Marx invece ci dice che anche questa anticipazione è apparenza, cioè anche quando la sovrastruttura sembra anticipare la struttura, la sovrastruttura non fa altro che cogliere un mutamento della struttura che è già in atto; è un percepire prima un cambiamento che sta già avvenendo nella struttura e che gli altri non riescono a percepire.
MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA:
il motto “proletari di tutto il mondo unitevi” è quello adottato dalla prima Internazionale (1864 Londra). Marx descrive la concezione materialistica della storia. Storia come movimento dialettico, caratterizzata dalla lotta di classe.
In ogni società in cui è avvenuta la divisione del lavoro, tra dominanti e dominati (questa è una costante per Marx nella storia). Egli descrive tutte le fasi, storiche in cui si è sempre presentata la lotta di classe. Però secondo lui c’è un movimento in cui alla società borghese, seguirà una società comunista dove gli antagonisti della classe sono finiti perché è scomparsa la divisione del lavoro. Dopo la società comunista non ne seguiranno altre.
Fase transitoria→ in cui lo stato borghese viene via via smantellato; si arriva ad una società comunista in cui lo Stato non c’è.
Lo Stato è quella istituzione che esprime gli interessi delle classi dominanti.
Marx nega l’assoluta astrattezza dello Stato (come Hegel, Schelling).
Egli critica il socialismo utopistico. Marx e Engels chiamano la sua teoria socialismo scientifico. Il socialismo utopistico è un socialismo astratto, irrealizzabile, coloro che non hanno colto la verità della storia perché hanno peccato di astrattezza o di ingenuità. Il socialismo reazionario di Sant-Simon, ci dice Marx è quello di coloro che si sono avvicinati al proletariato sperando di fermare l’ascesa della borghesia. Proudhon pensa che il proletariato non abbia una funzione storica. L’errore per Marx è stato proprio questo,l’altro errore è quello di pensare di migliorare la società mantenendo quello che di buono ha prodotto la società.
R.Orwell→socialista utopista. Marx dice che ha commesso l’errore di pensare di cambiare il mondo grazie alla collocazione di tutte le persone disponibili di tutte le classi sono convinti che i capitalisti buoni li aiuteranno per cambiare la società. Loro non condividono la lotta di classe.
Marx contrappone a tutto ciò la sua concezione materialistica della società. Socialismo scientifico o oggettivo→ esso ci mostra l’inevitabilità del comunismo di una società senza classi. Marx è consapevole della necessità di una rivoluzione. L’azione rivoluzionaria deve essere articolata, guidata. Azione regolata da una teoria(concetto di prassi).
Alla fine del 1849 Marx se ne va in Inghilterra. Egli scrive varie opere di economia, tra cui “il capitale”: opera in tre libri. Il primo libro nel 1877, gli altri pubblicati da Engels. Marx fa un’analisi oggettiva della realtà. Analizza scientificamente la società capitalista.
Merce→denaro→società pre-industriale,pre-capitalista(merce).tipico di un’economia di sussistenza
Denaro→merce→denaro+profitto(d).tipica di un’economia di mercato.
Nella prima società la merce è al primo posto; il denaro è un intermediario. In questa società si mira al soddisfacimento dei bisogni e non del guadagno.
Nella seconda società il denaro, ossia il capitale = soldi + mezzi di produzione.
Il denaro investito che si cerca di far fruttare, diviene capitale.
Marx ci dice che non c’è nulla che giustifichi il fatto che c’è da una parte, colui che ha il capitale (in virtù di un’accumulazione originaria) e dall’altra l’operaio privo di esso. Per Marx si può solo vedere che l’operaio è libero venditore di forza lavoro, libero perché è stato liberato dal possesso dei mezzi di produzione e perciò schiavo. Si chiama l’operaio libero per dire che in realtà libero non è.
ddguadagno del capitalista nel vendere la merce prodotta. La quota significativa di questo piccolo “d”, è il lavoro operaio non retribuito. Esso è un’appropriazione indebita.
Per la teoria liberale questo “d” è la giusta ricompensa per il capitalista per i rischi che egli ha corso nell’investire il proprio capitale.
Nella società capitalista si produce per vendere.
La regola del mercato è la legge della domanda e l’offerta (ciò che viene prodotto per soddisfare i bisogni).
Se la domanda è maggiore dell’offerta i prezzi sono alti; l’offerta si deve adeguare alla domande. Se invece l’offerta è maggiore della domanda, i prezzi scendono. A questo punto bisogna 6trovare nuovi mercati in ci vendere il prodotto.
Se c’è un mercato, c’è anche la merce, che è tutto ciò che viene prodotto per essere venduto.
La merce ha:
un valore d’uso che è la possibilità della merce di soddisfare un bisogno.
Il valore di scambio è dato dal tempo di lavoro necessario per produrre una data merce.
Anche il lavoro è una merce diversa da tutte le altre merci perché produce valore, per il capitalista la forza-lavoro è una merce che acqusta sul mercato. Il venditore di forza-lavoro è l’operaio, che in cambio riceve un salario, che è il prezzo che il capitalista paga per l’acquisto della forza-lavoro. Il capitalista divide il captale che ha in capitale costante, che sono le macchine, le materie prime; il capitale variabile è la parte di capitale che acquista nell’acquisto di forza-lavoro. Quindi il capitalista tende a pagare la forza lavoro meno possibile. Il capitalista tende costantemente a pagare all’operaio un salario che gli permetta di riprodurre, di soddisfare i bisogni fondamentali. Comprando forza-lavoro, il capitalista riceve però da essa molto più di quella che la paga. Il capitalista può aumentare il proprio profitto o aumentando le ore di lavoro o introducendo le macchine. Queste cose portano alla concorrenza, che è qualcosa di intrinseco al sistema. Il capitalismo, animato dalla concorrenza, provoca le crisi di sovrapproduzione, che per Marx sono intrinseche al capitalismo stesso.
Inoltre Marx parla della caduta essenziale del saggio del profitto, cioè più il capitalismo progredisce, meno il capitalista guadagna. A questo il capitalista cercherà di evitare questa caduta.
Plus-valore(gran parte del profitto “d”)→guadagno nella produzione.
Il saggodel plus-valore=plus-valore/capitale variabile
Il saggio del profitto=plus-valore/capitale costante+capitale variabile.
Andamento a forbice= dislivello(sempre maggiore) che si viene ad avere tra capitalista ed operaio, cioè tra coloro che sono sempre più ricchi e coloro che sono sempre più poveri.

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