Materie: | Appunti |
Categoria: | Filosofia |
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Data: | 20.04.2009 |
Numero di pagine: | 2 |
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LEIBNIZ
Nasce a Lipsia dove si laurea in diritto e appena 20enne, come autodidatta studia matematica e fisica, riuscendo molto bene in tutti i campi in cui si applica. Le sue opere più importanti, sono: hypotesi phisica nova, le meditazioni sulla conoscenza, la mente e le idee e il discorso di metafisica.
A differenza di Spinoza, secondo Leibniz, non esiste una sola sostanza ma una pluralità di sostanze, chiamate monadi. La monade è una sostanza semplice. Sono infinite di numero e diverse qualitativamente. Esse sono create da Dio che è la monade suprema. Come ogni cosa creata anche questa è soggetta a mutamenti, ma in quanto sostanza semplice, non può essere cambiata dall’esterno quindi il loro mutamento deriva da un processo interno. La monade inoltre può essere percepita in vari modi che rappresentano la sua identità irriducibile alle altre. Secondo Leibniz, ogni monade rappresenta la realtà; dentro di essa è presente tutto il mondo.
Secondo Leibniz, esistono due verità sulle quali si base la sostanza: la verità di ragione e la verità di fatto. Le verità di fatto si basano sull’esperienza dell’uomo. Possono essere contraddette e non identiche (infatti una cosa può essere vera per me ma non per qualcun altro). Esse si basano sul principio di ragione sufficiente, il, quale afferma che ci dev’essere un esperienza in grado di testare una verità; le verità di ragione, sono verità con un senso logico e si basano sui principi di identità e non contraddizione. (Il principio di identità afferma che ogni cosa è uguale a se stessa; il principio di non contraddizione afferma che una cosa non può essere in due modi diversi nello stesso momento) .
In questo periodo ci si interroga sull’origine della conoscenza. Leibniz studia il pensiero dei filosofi passati che però non lo convincono e inizia a percepire che la conoscenza derivi dall’esperienza. In modo più corretto, possiamo dire che per lui, una partesi conoscenza deriva dall’esperienza e una parte è innata. Secondo lui, infatti, esistono delle verità innate, che non possono essere percepite dall’esperienza che incita solo a percepirle. Esse sono afferrabili solo tramite l’intelletto. Nella mente umana esiste una sfera dell’autoconoscenza che da percezioni chiare di cui siamo consapevoli, ed una sfera in cui operano piccole percezioni che la conoscenza non avverte a meno che non siano intese. Noi siamo consapevoli solo in parte di esse, anche se influiscono molto sulla nostra formazione determinandone l’atteggiamento, il gusto, ecc.. sono incoscienti ma lasciano in noi tracce visibili, non cancellabili.