La filosofia di Kant

Materie:Riassunto
Categoria:Filosofia
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Testo

KANT
La sua filosofia è detta criticismo. Si pone delle domande sulle critiche:
Critica della ragion pura:cosa posso conoscere? (problema della conoscenza)
Critica della ragion pratica:come devo agire? (problema della morale e giusto comportamento)
Critica del giudizio:che cosa posso sperare? (campo della speranza,sentimento e arte)

Rivoluzione copernicana
Ricorre per rispondere alle domande delle critiche. Anche Locke dopo un incontro tra amici si chiese se fosse possibile parlare e rispondere a tutto. Giunse alla conclusione che la ragione umana ha dei limiti,perciò non si possono conoscere verità assolute. Prima di K. le 2correnti di pensiero erano quella razionalistica di Cartesio(che enfatizza il ruolo del soggetto,e per conoscere la verità si parte dall’oggetto che si conosce) e quella empiristica di Locke(non si può conoscere nulla se non partendo dai sensi,sino ad arrivare alle idee). Hume ha radicalizzato il pensiero di Locke,affermando che quello che ci appare tramite i sensi non porta a una verità assoluta,ma relativa. Infatti distrugge il principio di causalità(causa-effetto);i sensi dicono che c’è prima il gesto,poi il movimento;e questo è un rapporto temporale e non causale. Prima la teoria scientifica era quella geocentrica: Terra al centro di tutto e tutto girava attorno. Con Copernico e Galilei nasce una nuova prospettiva. K. rivoluziona la prospettiva,poiché per osservare meglio un oggetto mi pongo in una posizione attiva rispetto a esso. L’oggetto è passivo,il soggetto è attivo.

CRITICA DELLA RAGION PURA
K. ponendosi la domanda,vuole mettere insieme razionalismo e empirismo e trovare un punto d’incontro tra i due. Per conoscere in modo autentico,l’oggetto da conoscere,che offre la materia,si deve adattare al soggetto,che offre la forma,poiché ognuno di noi ha un suo modo di valutare. L’oggetto è passivo,si affida ai sensi,mentre l’uomo conosce tramite l’elaborazione e le forme mentali dette a priori perché sono innate,precedenti a qualsiasi tipo di esperienza e che appartengono a tutti.
-Le forme a priori sono della sensibilità(che partono dai sensi) e dell’intelletto(che appartengono alla nostra mente). Per K. conoscere vuol dire giudicare,criticare e la prima forma di conoscenza scientifica è il giudizio(conoscere,stabilire il rapporto soggetto-oggetto) sintetico(sintesi tra razion. e empir. e deve agganciarsi alla realtà sensibile) a priori(le condizioni per conoscere sono universali e necessari,cioè a priori,che tutti possiedono).
-Le forme a priori della sensibilità sono 2condizioni di tipo cognitivo:spazio e tempo; quelle dell’intelletto sono 4condizioni soggettive:le categorie,tra cui quantità,qualità,causalità e modalità.
-Il prodotto tra le f. a priori di sensibilità e intelletto è detto giudizio.
-K. si sofferma anche sulla differenza tra fenomeno e noumeno. Il fenomeno che unisce sens. e intell,è tutto ciò che appare e si può conoscere;il noumeno non si può conoscere perché va aldilà dell’esperienza. Può essere solo pensato,perché dei due pilastri(esperienza e mente),possiede solo l’elemento mentale che staccato da quello sensibile è detto idea.
-L’idea è prodotta dalla ragione,siamo nel campo del noumeno dove la materia concreta ci sfugge. Anima,mondo e Dio sono idee della ragione che non producono conoscenza.
-Quindi la metafisica che studia le idee non può essere una scienza,perché vorrebbe superare i limiti del fenomeno e dichiarare come vero anche ciò che non lo è.
-K. introduce anche un altro elemento di conoscenza tramite 2concetti: l’io penso(conoscenza che ha l’io di poter conoscere veramente e legare la sensibilità e l’intelletto) e lo schematismo. Per legare sensibilità e intelletto la mente usa l’immaginazione e quindi degli schemi mentali.

CRITICA DELLA RAGION PRATICA
Disciplina che si occupa del comportamento dell’uomo, dell’azione,della morale. Tutto ciò che non è possibile nel campo della conoscenza,è possibile in quello della morale. Il protagonista della ragion pratica è la volontà che agisce seguendo l’imperativo della conoscenza. Può essere di tipo ipotetico,e cioè utilitaristico e risponde al bisogno di fare in un certo modo per avere determinati risultati; può essere categorico,il cui fine è il dovere per il dovere. È un i. assoluto,libero,non legato a un fine preciso( un famoso esempio riguarda l’uomo che non deve essere trattato come uno strumento ma come un fine,che è la sua dignità,che è assoluta). Qui anima,mondo e Dio sono i postulati di questa critica e la fede in Dio rappresenta la speranza che tutte le azioni degli uomini possono essere finalizzate a una giustizia universale e divina. La morale di K. è una morale della libertà. Di qui scaturiscono le sue posizioni nei confronti della religione,intesa come un fatto interiore e personale;in lui compare il rigorismo morale e si fa sentire anche l’influenza del pietismo,una religione protestante.

CRITICA DEL GIUDIZIO
Il punto di incontro tra l’azione del conoscere e del volere è il sentimento del bello nei confronti della natura. Per K. non è qualcosa da manipolare,ma è il luogo in cui si deve sviluppare il sentimento umano e perciò va ammirata,contemplata e vissuta. Tutto ciò è permesso dal giudizio estetico del bello( sintonizzarci con la natura nel modo migliore) e del sublime( fenomeno eccezionale della natura per cui cresce la nostra ammirazione). K. parla anche del genio artistico,che prendendo il meglio della natura fa cose eccezionali. Il sentimento del bello e sublime è dovuto alla fusione tra esigenza del conoscere e volere.

Esempio