La filosofia del positivismo

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Testo

IL POSITIVISMO

Il positivismo: esaltazione, celebrazione della scienza.
Nasce in Francia nella prima metà dell’800.
Termine “positivo”: ciò che è reale, effettivo, sperimentale, in opposizione a ciò che è astratto. Ciò che appare fecondo, pratico, efficace, in opposizione a ciò che è inutile ed ozioso.
la scienza è l’unica conoscenza possibile ed il metodo della scienza è l’unico valido;
la filosofia tende a coincidere con la totalità del sapere positivo, la sua funzione consiste nel riunire e coordinare i risultati delle singole scienze in una conoscenza unificata e generalissima;
il metodo della scienza va esteso a tutti i campi;
il progresso della scienza rappresenta la base del progresso umano.
Consapevolezza di una profonda crisi storica.
Mentre all’inizio il Positivismo, con Comte, si pone soprattutto come proposta di superamento di una crisi socio-politica e culturale, nella seconda metà del secolo il Positivismo si presenta come riflesso e stimolo di un progresso in atto. Mentre il pensiero di Comte tenta di uscire dalla crisi mediante un modello politico organicistico ed anti-liberale, il Positivismo posteriore identifica il progresso con il trionfo del liberalismo.

Quadro europeo:
espansione coloniale in Africa e Asia;
ambito economico: balzo in avanti nel capitalismo;
ambito sociale: profondo mutamento delle strutture e dei modi di vita delle città;
settore scientifico: importanti scoperte;
ambito tecnico: le applicazioni del vapore e dell’elettricità danno inizio ad un’era nuova;
ambito culturale: maggiore diffusione del sapere.

Clima generale di fiducia entusiastica nelle forze dell’uomo e nelle potenzialità della scienza e della tecnica. Culto per il pensiero scientifico e tecnico. Il Positivismo esalta lo scienziato, di cui è incarnazione massima Darwin.
Il Positivismo nella seconda metà del secolo appare come la filosofia della moderna società industriale e tecnico-scientifica. Si sviluppa principalmente nelle nazioni all’avanguardia del progresso industriale e tecnico-scientifico (Inghilterra, Francia, Germania).
Il Positivismo della seconda metà dell’‘800 appare anche come l’ideologia tipica della borghesia liberale dell’Occidente.
Il Positivismo condivide la mentalità ottimistica della borghesia, circa la moderna società industriale e la tendenza politica riformistica, nemica del conservatorismo, ma anche ostile al rivoluzionarismo marxista.
Per certi versi il Positivismo si configura come una ripresa originale del programma illuministico all’interno della nuova situazione storico-sociale post-rivoluzionaria.
Positivismo e Illuminismo presentano degli schemi generali di pensiero simili:
la fiducia nella ragione e nel sapere;
l’esaltazione della scienza a scapito della metafisica;
la visione tendenzialmente laica.
Ma differiscono per alcuni atteggiamenti di fondo:
gli illuministi hanno combattuto contro forze culturali e sociali ancora dominanti, i positivisti agiscono in una mutata situazione intellettuale e sociale. I positivisti presentano una minor carica polemica. L’Illuminismo si configurava tendenzialmente come un riformismo rivoluzionario, il Positivismo, come un riformismo consapevolmente anti-rivoluzionario.
Differente maniera di intendere il compito della filosofia nei confronti della scienza:
gli illuministi appaiono indirizzati, sulla scia degli empiristi, ad una fondazione gnoseologica e critica della scienza, i positivisti ritengono che il compito della filosofia sia quello di ordinare il quadro complessivo delle scienze.
Diverso modo di rapportarsi alla scienza stessa:
negli illuministi il sapere sperimentale funge prevalentemente da dissoluzione delle antiche credenze, nei positivisti il richiamo alla scienza concretizza una riedificazione di certezze assolute; l’Illuminismo appare lontano da una dogmatizzazione dei poteri della scienza, il Positivismo si nutre invece di un’esplicita assolutizzazione della scienza.
Positivismo e Romanticismo:
il Romanticismo nasce in Germania e si sviluppa in relazione ai problemi suscitati dal pensiero kantiano, il Positivismo nasce in Francia e si riconnette all’eredità illuministica. L’uno parla in termini di filosofia speculativa, l’altro in termini di scienza, di Umanità e di progresso.
Il Positivismo si rivela sostanzialmente come il “romanticismo della scienza”, ossia come l’esaltazione del sapere positivo.
I positivisti tendono ad interpretare il loro oggetto di studio a guisa di un processo ascensionale e cumulativo, nel quale ogni evento è il risultato di un progresso rispetto al passato e la condizione di un miglioramento futuro.
Il filosofo positivista tende a farsi “profeta” di una situazione futura, inscritta nelle cose stesse e garantita dal corso del mondo.

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