Karl Marx

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Categoria:Filosofia

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Testo

LA VITA
Karl Marx nasce a Treviri nel 1818 da una famiglia medio borghese di origine ebraica. Studia prima a Bonn e poi a Berlino dove si laurea in filosofia con la tesi Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro (1843) nella quale si può notare una particolare predilezione per il materialismo.
Conosce e frequenta l'ambiente della sinistra Hegeliana. Collabora alla "Gazzetta Renana" e agli "Annali Franco Tedeschi". Si trasferisce a Parigi dove conosce ENGELS con il quale pubblica il Manifesto del Partito Comunista. Engels apparteneva alla ricca borghesia tedesca, un profondo conoscitore dell'economia inglese che seguì affascinato Marx, divenne il suo più grande amico e lo aiutò nella stesura delle opere ed anche quando ebbe problemi economici a Londra.
Marx, intanto, si distacca dalla sinistra hegeliana e dalla filosofia tedesca in generale.
Con i moti del '48 si trasferisce poi a Londra e, aiutato economicamente dall'amico Engels, conduce le ricerche che lo porteranno a terminare la sua colossale opera: Il Capitale.
Fu attivamente impegnato nell'organizzazione del movimento operaio.
Marx muore il 14 Marzo 1883, e fu sepolto nel cimitero di Highgate.

Le sue opere più importanti sono: "Critica della filosofia del diritto di Hegel",
"Miseria della filosofia ", " tesi sulla filosofia di Feuerbach", "la sacra famiglia", "Il manifesto del partito comunista", "il capitale", "critica dell'economia politica" e "critica al programma di gotha".

 CRITICA A HEGEL
Hegel considera lo stato come realizzazione dello spirito e l'istituzione più alta dove si risolvono i conflitti della società civile. Subordina la società civile allo Stato ed inverte soggetto e predicato, crede di descrivere l'essenza dello stato ma in realtà descrive lo stato Prussiano.
Marx, al contrario, considera lo Stato come uno strumento che protegge e difende i cittadini, cioè l'esatto opposto di Hegel la cui dottrina è l'ideologia e ragiona come se le istituzioni esistenti, come per esempio il maggiorascato (legge di ereditarietà del primogenito), derivano dalle necessità razionali.
In breve, per Marx, è l'uomo che da origine allo stato e non viceversa. Solo una rivoluzione può liberare dalle disuguaglianze e gettare le basi per un recupero dell'esistenza sociale umana e per la realizzazione della vera democrazia che consiste nel comunismo.

 CRITICA LA SINISTRA HEGELIANA
Marx partecipa inizialmente alla sinistra Hegeliana e trova esaltazione nelle teorie del Feuerbach. Solo dopo il distacco, attraverso due opere, "La sacra famiglia" e "L'ideologia tedesca", attacca soprattutto Bauer, Stirner e lo stesso Feuerbach.
Secondo Marx la sinistra è incapace di comprendere che le vere catene che imprigionano gli uomini sono il prodotto delle loro idee o condizioni materiali di vita.
Essa cercava di trasformate le idee, ma non sono quelle che devono essere cambiate perché sono il prodotto di situazioni materiali e possono essere modificate solo cambiando radicalmente le situazioni materiali che le determinano: " Non è la coscienza che determina la vita, ma la vita che determina la coscienza".
Ma la critica è puramente ideologica e, per cambiare le condizioni materiali, c'è bisogno dell'azione rivoluzionaria o prassi che agisce per modificare la realtà e non le idee.

 CRITICA AGLI ECONOMISTI CLASSICI
Gli economisti classici, Adam Smith e David Ricardo, avevano elaborato una teoria secondo cui il valore di una merce dipende dal lavoro socialmente utile impiegato per produrla. Marx completa questa teoria valore-lavoro sviluppandola coerentemente: l'errore sta nel riconoscere che il capitalismo è una produzione naturale e immutabile e giustificarlo e quindi ritenere che le leggi sono eterne ed immutabili di natura. Poiché l'economia ci dice che le cose vanno così me non ci spiega il perché, Marx non si pone nemmeno il problema del suo cambiamento. Però essa parte dalla proprietà privata che è un fatto non una legge eterna e di conseguenza, è il prodotto e necessaria conseguenza del lavoro.

 CRITICA AL SOCIALISMO UTOPISTICO
Marx ed Engels distinguono il loro socialismo scientifico dal socialismo e comunismo critico utopistico i cui esponenti sono Saint- Simon, Fourier, Proudhon e Owen.
Questi socialisti, pur avendo individuato gli aspetti negativi dello sviluppo dell'industrializzazione, denunciando all'opinione pubblica lo sfruttamento del mondo operaio e i mali della società non hanno prodotto un'analisi scientifica del sistema di produzione capitalistico, non hanno rintracciato le leggi che regolano lo sviluppo del capitalismo e che determinano la necessità del suo superamento.
I socialisti Utopistici pretendono di eliminare gli inconvenienti della società borghese, ponendosi al di sopra della lotta di classe e facendo appello ai buoni sentimenti o ideali di solidarietà.
A questi tipi di socialismo Marx contrappone il socialismo scientifico nel quale stabilisce leggi capaci di regolare lo sviluppo del capitalismo

 CRITICA A PROUDHON
Proudhon figura nel Manifesto del partito comunista come esempio di tipico socialista conservatore o borghese.
La Miseria della Filosofia è il sarcastico rovesciamento del titolo della sua opera: Sistema delle contraddizioni economiche, o filosofia della miseria.
L'errore di Proudhon è stato quello di aver capito che, la concorrenza capitalista, ha conseguenze inevitabili e non si può sostituire con l'atteggiamento moralistico. La realtà non si può cambiare con i desideri e con le lamentele, ma poiché il processo storico ha una propria dinamica determinata dal processo tecnologico esso si può realizzare e difendere solo con lotta di classe

 CRITICA ALLA RELIGIONE
Secondo Marx la religione è l'oppio dei popoli. La condizione per giungere alla felicità è l'abolizione della religione che è una realtà illusoria. "Come non è la religione che crea l'uomo, ma è l'uomo che crea la religione, così non la costituzione crea il popolo ma è il popolo che crea la costituzione".
Nella nuova società umanizzata realizza una rivoluzione attraverso la quale scomparirà la religione perché non esisteranno più le condizioni di infelicità dell'uomo, che la determinano.
 L'ALIENAZIONE DEL LAVORO
Mentre per Hegel la natura era l'alienazione dell'idea e per Feuerbach la religione era una produzione dell'uomo estraniato da se stesso, per Marx l'alienazione si verifica all'interno del processo di produzione del sistema capitalistico.
-Un ragno, compie operazioni che sembrano delle tessiture e l'ape fa vergognare molti architetti delle sue cellette di cera. la differenza è che, queste costruzioni, sono già pensate e formate nella testa dal ragno e dall'ape, mentre negli uomini, nonostante possano trasformare la realtà esterna a loro piacimento, non pensano più e lavorando, eseguono un lavoro non loro che lo porta a sentirsi estraneo.
L'operaio è una merce nelle mani del capitale ed è questa l'alienazione del lavoro. L'uomo per superare questa situazione agisce attraverso la lotta di classe, che eliminerà la proprietà privata che, quindi, è causa di tutto questo.
Quindi l'operaio non realizza se stesso, ma si nega, si aliena. I caratteri di questa alienazione sono:
I. Il prodotto finale del lavoro non appartiene al lavoratore.
II. Il lavoro nella produzione capitalistica è ripetitivo e toglie spazio alla creatività.
III. L'attività lavorativa si svolge in funzione degli interessi del capitale ed è accettata dall'operaio in cambio del salario.

 IL MATERIALISMO DIALETTICO
Marx ed Engels trasportano sul piano della materia quello che Hegel aveva impostato sull'idea: accettando i fondamentali principi dell'ideologia moderna e del Darwinismo con l'evoluzione, vuole dimostrare che anche la materia si evolve dialetticamente ed ha una vera storia così vengono formulate tre leggi:
-IL PASSAGGIO DALLA QUANTITA' ALLA QUALITA'
-LA COMPENETRAZIONE DEGLI OPPOSTI
-LA NEGAZIONE DELLA NEGAZIONE
Anche l'uomo è materia e quindi è in evoluzione

 IL MATERIALISMO STORICO
Questa dialettica si prolunga nel mondo degli umani secondo le medesime leggi. L'uomo, infatti, deve soddisfare i propri bisogni vitali che trae dalla natura con cui entra in lotta tramite il lavoro, ed entra ,così, in rapporto con gli altri uomini.
L'inizio della storia, coincide con la produzione dei mezzi di sussistenza da parte degli uomini, ciò implica un lavoro in determinati rapporti sociali e varie forme di proprietà. La prima forma è la proprietà tribale cui segue quella della comunità antica ed infine quella della proprietà feudale da cui si è sviluppata la proprietà privata ad opera della classe borghese.
Le forze antagoniste della borghesia e proletariato giungono al momento risolutivo nella lotta di classe che si realizza attraverso la prassi rivoluzionaria.
Le idee sono il prodotto dell'attività pratica, conseguenze della vita materiale.
Subentra così il concetto di struttura e sovrastruttura.

 STRUTTURA E SOVRASTRUTTURA
La struttura fondamentale della società è costituita dalle sue componenti economiche e sociali dalle quali dipendono tutti i fenomeni culturali e spirituali che formano la cosiddetta sovrastruttura. Esse sono la morale, la filosofia, la religione, la politica in quanto non hanno autonomia o storia, ma dipendono dalla struttura principale che è quella economica.
La STRUTTURA è data dai mezzi di produzione, dall'ambiente sociale-economico, dagli strumenti, e dalla divisione sociale fra gli uomini.
La SOVRASTRUTTURA è il modo di pensare che porta alle leggi, letteratura, arte e filosofia che dipendono direttamente dalla struttura.
Da ciò deriva il fatto che un uomo che deriva da un certo ambiente, pensa come tale.

 LA LOTTA DI CLASSE
Dunque la società si realizza in un ciclo continuo d'oppressi ed oppressori. Nel periodo medievale erano rispettivamente i servi della gleba e i feudatari, poi i primi sono passati in borghesia grazie alla situazione del tempo, che a loro volta aveva come secondi il proletariato e così di seguito.
Gli OPPRESSI sono coloro che non hanno i mezzi, ma solo la forza lavoro.
Gli OPPRESSORI, invece sono coloro che possiedono i mezzi ed i capitali e che regolano la forza lavoro, cioè gli oppressi.

 TEORIA DEL VALORE
L'analisi del Capitale inizia con una differenza tra lavoro d'uso (utilità del prodotto) e valore di scambio (capacità di essere scambiate con altre merci). Ogni merce deve avere un comune denominatore con le altre per essere scambiata, per questo, si prende in considerazione la quantità di lavoro socialmente utile per produrlo.
Anche il lavoro dell'operaio diventa, dal punto di vista economico una merce che Marx definisce forza lavoro, una merce che l'operaio vende in cambio del salario, al capitalista, e non soltanto è un valore ma produce altri valori.
Ma il lavoro dell'operaio, incorporato nel prodotto, produce valore in più rispetto al salario, questo è il plusvalore vale a dire, lavoro elargito non retribuito dal capitalista. Questo viene intascato dal capitalista e rende possibile l'accumulazione e l'accrescimento del capitale.

 LA SOCIETA' SENZA CLASSI
Marx prospetta due fasi della realizzazione della società comunista.
La prima è caratterizzata dalla dittatura del proletariato, per quanto riguarda il ramo politico, e la proprietà collettiva, per quanto riguarda il ramo economico.
La seconda fase, invece, è caratterizzata da una nuova società nella quale non esiste la proprietà privata.
in tale situazione, Marx, concepisce la realizzazione della libertà come sviluppo delle facoltà umane.
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