Immanuel Kant

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

Voto:

1 (2)
Download:189
Data:10.09.2001
Numero di pagine:8
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
immanuel-kant_7.zip (Dimensione: 10.91 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_immanuel-kant.doc     50 Kb


Testo

LA VITA
Immanuel Kant nacque a Konigsberg, città della Prussia orientale, nel 1724 da una modesta famiglia di artigiani: il padre era un sellaio e la madre una casalinga.
Importante nella vita dei Kant fu la madre, Regina Reuter, che crebbe il figlio secondo la religione del pietismo (una setta religiosa sorta dopo la riforma luterana secondo cui ogni uomo è interprete della propria vita e che esiste il sacerdozio universale), di conseguenza la sua formazione culturale si basava in questa direzione: si iscrisse al Collegium Federicianum diretto dal pastore Pietista F.A.Schultz.
Imparò molto bene il latino, ma non il greco e quindi poté leggere la filosofia greca solo di “seconda mano”.
Si iscrisse all’università di Konigsberg dove frequentò i corsi di laurea di filosofia, matematica e scienze newtoniane.
Terminò nel 1970 a seguito di un periodo economicamente molto duro tanto che dovette fare il precettore per vivere. Ma nonostante questo studiò moltissimo.
Nel 1975 ebbe la docenza universitaria a Konigsberg in qualità di libero docente (cioè il compenso economico era in funzione della quantità di ore e di alunni che seguivano il suo corso).
Insegnò fino al 1970 come libero docente, finché vinse l’ordinariato con una dissertazione “De Mundi Sensibilis Atque Intelligibilis Forma Et Principis”.
Gli anni fra il 1770 e il 1781 costituiscono un momento decisivo nella formazione del sistema kantiano: dalla lunga meditazione nacque la critica della ragion pura a cui seguirono quella della ragion pratica e del giudizio. Nel 1794 kant fu diffidato dall’insistere sulle idee espresse sulla religione nell’opera “La Religione Nei Limiti Della Semplice Ragione”.
La filosofia Kantiana viene definita filosofia critica o criticismo che costituisce il punto di arrivo del pensiero illuminista: nasceva una nuova consapevolezza culturale chiamata CRITICISMO TRASCENDENTALE che si svolgeva, necessariamente in senso idealistico. Kant lottò per questo, poi si chiuse in un ermetico silenzio.
kant, invecchiando fu colto da un brutto male che lo portò alla cecità e alla perdita della lucidità mentale. Morì nel 1804
LE OPERE
La produzione kantiana si divide in 2 grandi gruppi: quello precritico e quello critico.
La serie degli scritti precritici termina con la dissertatio nel 1770
Scritti precritici
• De igne (1775)
• Sogni di un visionario (1766)
• De Mundi Sensibilis Atque Intelligibilis Forma Et Principis (1770)
Scritti critici
• Critica della ragion pura (1781)
• Fondazione della metafisica dei costumi (1785)
• Critica della ragion pratica (1788)
• Critica del giudizio (1790)
• Per la pace perpetua (1795)
IL PERIODO PRECRITICO (1746-1770)
Nella prima parte della sua produzione filosofica, Kant matura progressivamente il passaggio dalle concezioni filosofiche del razionalismo alla sua originale e nuova filosofia denominata criticismo.
I primi studi del giovane Kant si muovono nell’ambito scientifico e sono influenzati dalla lettura di Leibniz e Newton. Nell’opera Storia Universale E Teoria Del Cielo, Kant annunciala celebre ipotesi sull’origine dell’universo dalla nebulosa originaria soggetta all’azione di forze meccaniche (tale tesi sarà poi ripresa da Laplace) pur non escludendo del tutto Dio come causa dell’universo, prospetta una spiegazione della nascita dell’universo in termini scientifici meccanicistici e introduce una separazione tra piano della fisica e quello teologico e metafisico.
Grazie alla lettura di Hume, Kant fu risvegliato dal “sonno dogmatico”: con la dissertazione De Mundi sensibilis Atque Intellegibilis Forma Et Principiis del 1770 conclude il periodo precritico ed inizia ad affrontare il problema della conoscenza differenziata in quella sensibile e intellettiva dalle forme attraverso le quali il soggetto organizza il contenuto stesso del suo conoscere.
IL PERIODO CRITICO
(LA CRITICA DELLA RAGION PURA (
Nel 1781 viene pubblicata l’opera della critica della ragion pura. Il problema centrale è quello della conoscenza. Kant esamina i due tradizionali indirizzi filosofici dell’empirismo e del razionalismo
La conoscenza è ottenuta dalla combinazione di più concetti e giudizi.
Il giudizio più semplice è formato da soggetto e predicato.
Nella filosofia, il giudizio si divide in:
• GIUDIZIO ANALITICO (razionalisti (Cartesio)
Il predicato è un concetto che predica qualcosa dell’oggetto ed è analitico perché nel soggetto ritroviamo lo stesso predicato.
Quindi il predicato non aggiunge niente al soggetto, questo risulta un limite, mentre le sue proprietà sono l’universalità del giudizio e il giudizio a priori, cioè che vale prima di essere entrati in contato con lo stesso oggetto. (Es: Il corpo è esteso)
• GIUDIZIO SINTETICO (empiristi
La proprietà di questo giudizio è quella del giudizio a posteriori, ma non è universale sebbene allarga il sapere. (Es: Il corpo è caldo)
Dunque alle basi della scienza c’è il GIUDIZIO SINTETICO A PRIORI che ha la capacità dell’universale ed è sintetico perché il predicato aggiunge conoscenze al soggetto.
(ES: Cinque più sette è uguale a dodici)
La critica della ragion Pura è divisa in due parti: Estetica trascendentale e Logica trascendentale che a sua volta è divisa in analitica trascendentale e dialettica trascendentale.
 L’ESTETICA TRASCENDENTALE
Nell’estetica trascendentale Kant espone la dottrina della conoscenza sensibile cioè quella che deriva dalla sensazione data dal contatto con la realtà, e la conoscenza intellettiva cioè quella che rielabora le sensazioni.
La conoscenza è data dall’unione di dato e forma: nella conoscenza sensibile il dato è l’elemento della realtà esterna, i dati si dispongono ordinatamente nelle forme a priori dello spazio e del tempo.
Mentre alcuni filosofi hanno dato oggettività a questi elementi, altri li considerano oggettivi; Kant ritiene entrambe come FORME A PRIORI o INTUIZIONI cioè strutture trascendentali in quanto al di fuori dell’esperienza.
 ANALITICA TRASCENDENTALE
Anche nella conoscenza analitica o concettuale abbiamo una sintesi tra dati (sensazioni) e forme (categorie).
Mentre per Aristotele le categorie erano 10, per Kant i giudizi sono 12, divisi in 3 categorie: leggi degli enti che poi, intuiti, diventano leggi della mente, sono quindi forme a priori della conoscenza intellettiva.
1. Quantità (universale, particolare, singolare(
2. Qualità (affermativi, negativi, infiniti(
3. Relazione (categorici, ipotetici, disgiuntivi(
4. Modalità (Problematici, Assertori, Apodittici(
Questi elementi hanno la funzione di darci concetti riferibili a tutti gli oggetti analoghi.
Le sensazioni senza le categorie sono cieche, le categorie senza le sensazioni sono vuote, La categoria somma è l’IO PENSO perché tutte le categorie si rifanno all’IO, cioè al principio unitario, io della coscienza.
L’IO PENSO definito da Kant appercezione trascendentale, non è l’anima ne lo spirito, ma attività originaria presente in ogni uomo. Pertanto permette la universalità e necessità dei giudizi sintetici a priori.
L’analitica trascendentale si conclude con il riconoscimento della fisica galileiana e newtoniana che si basa su queste leggi.
 LA DIALETTICA TRASCENDENTALE
Artefice della conoscenza diviene, quindi, il soggetto per cui kant applica un altro dualismo: fenomeno (come ci appare) e noumeno (come essa è).
Tutte le scienze sono vere perché in esse coesiste il dato e la forma, opera della conoscenza intellettiva. Pertanto, Kant utilizza una terza facoltà cioè la RAGIONE(preceduta dalla sensibilità e dall’intelletto), ma mentre l’intelletto produce conoscenze oggettive, la ragione oltrepassa il limite della conoscenza per arrivare a comprendere le cose in sé, cioè il noumeno.
Le idee della Ragione
La ragione tende a considerare qualcosa di assoluto e per questo costruisce le 3 leggi di 1.unità dell’Io 2.del mondo 3.di Dio. che sono alla base delle 3 scienze: psicologia razionale, cosmologia razionale e teologia razionale.
Psicologia Razionale
Se la conoscenza è la sintesi del dato e della forma non possiamo avere la conoscenza dell’Io perché esso è solo una categoria e solo se ad esso aggiungiamo un’altra forma o categoria possiamo ottenere la sintesi di 2 forme o 2 categorie: cadiamo così in un paralogismo o ragionamento formalmente errato. Per ciò la Psicologia Razionale non ha carattere di scienza.
Cosmologia Razionale
La ragione pensa che tutto ciò che esiste nella realtà sia uno, che chiama mondo, di cui non si ha la piena conoscenza: si cade in antinomie in cui tesi e antitesi possono essere ugualmente dimostrate come vere. Dunque anche la Cosmologia Razionale non ha carattere di scienza.
Teologia Razionale
Fonda se stessa sulle prove tradizionali dell’esistenza di Dio (quella cosmologica , fisico-teologica, e ontologica) che si possono ricondurre alla prova ontologica (dall’idea di Dio deriva come conseguenza logica, l’esistenza di Dio). Anche se essa è contraddittoria o impossibile in quanto l’esistenza di Dio non può derivare da un processo intellettivo, quindi anche la Teologia Razionale non può definirsi scienza.
Anche se Anima, Mondo e Dio sono idee apparenti e illusioni quando pretendono di essere materia scientifica, hanno comunque funzione di conoscenza e spingono l’uomo alla ricerca ulteriore.
(LA CRITICA DELLA RAGION PRATICA (
Nella Critica della ragion Pratica, Kant affronta il problema morale e usa il metodo critico per fondare su base razionale le norme di comportamento dell’uomo.
Essa quindi è l’attività alla conoscenza e guida all’attività pratica.
E’ la ragione a influire sulla VOLONTÀ.
L’azione della ragione avviene secondo 2 principi pratici: le massime e gli imperativi.
Le massime riguardano i comandi del soggetto mentre l’imperativo è un comando valido per tutti .
A loro volta si dividono in categorici e ipotetici a seconda che sia per ottenere un fine o perché sia fine a se stesso.
Un’azione, per essere morale non deve avere fini ma unicamente servire a se stessa (dovere per il dovere, necessità per la necessità).
L’azione morale dipende, quindi, più dalla forma che dal contenuto, cioè dall’intenzione.
Di qui la distinzione tra azione morale cristiana che risulta eteronoma, e quella che Kant considera autonoma, cioè al di fuori di comandamenti prestabiliti se non dall’IO.
Solo il criterio dell’imperativo categorico è autenticamente morale e si esprime in 3 formule:
 Agisci in modo che la tua azione di bene e possa valere per tutti e per sempre;
 Agisci in modo da considerare gli altri come figli;
 Agisci in modo che la tua volontà possa essere legislativa universalmente.
Queste formule no ci danno i contenuti delle nostre azioni, ma solo la forma, la modalità universale del comportamento.
La legge morale si basa quindi sui postulati della libertà, immortalità dell’anima e sull’esistenza di Dio, sommo giudice.
(LA CRITICA DEL GIUDIZIO (
Nella critica del giudizio, Kant si ripropone di superare il dualismo che aveva dato luogo alle prime due opere rivalutando la terza facoltà del giudizio che corrisponde al campo del sentimento.
Kant individua un nuovo tipo di giudizio che definisce riflettente (mentre nelle due opere precedenti i giudizi sono determinanti, cioè determinano nuove conoscenze).in quanto parte da oggetti già conosciuti per cercare in essi una corrispondenza con le esigenze di finalità e armonia del soggetto conoscente.
I giudizi riflettenti non sono validi dal punto di vista scientifico o morale in quanto dipendono da una necessità umana e delle interiorità più profonde.
Il giudizio riflettente si divide in estetico e teologico.
Il giudizio estetico è quello del bello, che nasce dall’armonia tra l’essere umano e l’oggetto, cioè ciò che piace in maniera disinteressata.
Il sublime è un piacere estetico, ma nasce di fronte a qualcosa a cui non si può arrivare con la ragione. Il sublime è matematico (di fronte alla grandezza della montagna) e dinamico (di fronte al terremoto). Nel sublime, così, troviamo paura e piacere, attrazione e repulsione.
Nel giudizio riflettente teologico vi cogliamo una finalità: se riusciamo a cogliere il tutto cogliamo la finalità.
Il sentimento ha la funzione di essere universale cioè presente in tutti gli uomini mentre il giudizio estetico e il sublime sono interni a noi e il giudizio teologico è esterno.

Esempio