Il manifesto del partito comunista di Marx

Materie:Scheda libro
Categoria:Filosofia

Voto:

1 (2)
Download:1080
Data:18.05.2005
Numero di pagine:8
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
manifesto-partito-comunista-marx_1.zip (Dimensione: 7.71 Kb)
trucheck.it_il-manifesto-del-partito-comunista-di-marx.doc     32 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Relazione su “Il manifesto del partito comunista”

Il manifesto del partito comunista, scritto da Marx e Engels, è un testo divulgativo propagandistico che espone i punti fondamentali della nuova ideologia politica. Il testo si apre con una piccola introduzione sul perché scrivere un manifesto del partito comunista: “Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del comunismo…Il comunismo viene ormai riconosciuto da tutte le potenze europee come una potenza…È gran tempo che i comunisti espongano apertamente a tutto il mondo la loro prospettiva, i loro scopi, le loro tendenze, e oppongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito.” Il primo capitolo, intitolato Borghesi e proletari tratta delle lotte di classe nella storia, della nascita della borghesia, dello sviluppo della stessa, e dei rapporti con il proletariato: “La storia di ogni società è stata finora la storia di lotte di classe...oppressore e oppresso si sono sempre reciprocamente contrapposti, hanno combattuto una battaglia ininterrotta, aperta o nascosta, una battaglia che si è ogni volta conclusa con una trasformazione rivoluzionaria dell'intera società o con il comune tramonto delle classi in conflitto…La nostra epoca, l'epoca della borghesia, si caratterizza però per la semplificazione delle contrapposizioni di classe. L'intera società si divide sempre più in due grandi campi nemici, in due grandi classi che si fronteggiano direttamente: borghesia e proletariato.” ;“Dai servi della gleba del Medioevo sorse il popolo minuto delle prime città; da questo popolo minuto si svilupparono i primi elementi della borghesia…L'attività industriale fino ad allora vincolata a moduli feudali o corporativi non poteva più fronteggiare le crescenti aspettative prodotte dai nuovi mercati. Al suo posto comparve la manifattura. I maestri artigiani vennero soppiantati dal ceto medio industriale…Ma i mercati continuavano a crescere e con essi le aspettative. Anche la manifattura non bastava più…Al posto della manifattura si affermò la grande industria moderna, al posto del ceto medio industriale apparvero gli industriali milionari, i comandanti di intere armate industriali, i moderni borghesi.”. “La grande industria ha creato il mercato mondiale, il cui avvento era stato preparato dalla scoperta dell'America…Ciascuno di questi stadi di sviluppo della borghesia era accompagnato da un corrispondente progresso politico…Il potere statale moderno è solo un comitato che amministra gli affari comuni dell'intera classe borghese.”; “La borghesia ha giocato nella storia un ruolo altamente rivoluzionario…La borghesia ha distrutto i rapporti feudali, patriarcali, idiallici dovunque abbia preso il potere. Essa ha spietatamente stracciato i variopinti lacci feudali che legavano la persona al suo superiore naturale, e non ha salvato nessun altro legame fra le singole persone che non sia il nudo interesse, il crudo "puro rendiconto"…La borghesia non può esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione, dunque i rapporti di produzione, dunque tutti i rapporti sociali.”; “La borghesia ha strutturato in modo cosmopolitico la produzione e il consumo di tutti i paesi grazie allo sfruttamento del mercato mondiale…Antichissime industrie nazionali sono state distrutte e continuano a esserlo ogni giorno. Nuove industrie le soppiantano, industrie la cui nascita diventa una questione vitale per tutte le nazioni civili, industrie che non lavorano più le materie prime di casa ma quelle provenienti dalle regioni più lontane, e i cui prodotti non vengono utilizzati solo nel paese stesso ma, insieme, in tutte le parti del mondo.” “…la borghesia le costringe (le nazioni meno sviluppate) a introdurre esse stesse la cosiddetta civiltà, cioè a diventare borghesi. In una parola, la borghesia si costruisce un mondo a sua immagine e somiglianza.” “La borghesia…Come ha reso dipendente la campagna dalla città, così ha reso dipendenti i paesi barbarici o semibarbarici da quelli civilizzati, i popoli contadini da quelli borghesi, l'Oriente dall'Occidente.”. Conseguenza necessaria, di tutto questo sviluppo, secondo Marx ed Engels, è una “terribile epidemia”: La sovrapproduzione; “la moderna società borghese, che ha come per incantesimo prodotto mezzi di produzione e di scambio tanto potenti, è come l'apprendista stregone incapace di controllare le potenze sotterranee da lui stesso evocate.” . Lo “stregone Borghese” non ha evocato solo la sovrapproduzione, ma ha creato anche la classe che lo porterà alla rovina: il proletariato.“Nella stessa misura in cui si sviluppa la borghesia, cioè il capitale, si sviluppa anche il proletariato, la moderna classe dei lavoratori, i quali vivono solo fin quando trovano lavoro e trovano lavoro solo in quanto il loro lavoro accresce il capitale.”, “Come soldati semplici dell'industria essi vengono sottoposti alla vigilanza di una gerarchia completa di sottufficiali e ufficiali. I lavoratori non sono solo schiavi della classe borghese, dello Stato borghese, ogni giorno e ogni ora essi sono asserviti dalla macchina, dal sorvegliante e soprattutto dallo stesso singolo fabbricante borghese. Tale dispotismo è tanto più gretto, odioso, amaro, quanto più apertamente erige il profitto a suo ultimo scopo.”, “Ma con lo sviluppo dell'industria il proletariato non solo cresce di numero; esso si coagula in grandi masse, diventa più forte e più consapevole della sua forza. Gli interessi, le condizioni di vita dei proletari diventano sempre più simili, poiché le macchine annientano le differenze nel lavoro e precipitano il salario quasi dappertutto verso una stessa modesta soglia. La crescente concorrenza tra borghesi e le crisi commerciali che ne derivano rendono il salario dei lavoratori sempre più labile; l'evoluzione delle macchine, in continuo sempre più rapido sviluppo, ne rende l'esistenza sempre più insicura; gli scontri tra il singolo lavoratore e il singolo borghese acquistano sempre più il carattere di scontro fra due classi. I lavoratori cominciano a formare coalizioni contro il borghese; si uniscono per difendere il salario. Fino a costituire associazioni permanenti, in modo da prepararsi per queste periodiche battaglie. In qualche caso la lotta si muta in rivolta.Qualche volta i lavoratori riescono a vincere, ma solo provvisoriamente. Il vero risultato delle loro lotte non è il successo immediato, ma il rafforzamento dell'unità dei lavoratori.” “La borghesia forgia così gli strumenti dello sviluppo del proletariato, produce cioè le armi con cui sarà combattuta.”. “Tutti i movimenti sono stati finora movimenti di minoranze o nell'interesse di minoranze. Il movimento proletario è il movimento autonomo della stragrande maggioranza nell'interesse della stragrande maggioranza. Il proletariato, ceto infimo dell'attuale società, non si può sollevare, non può elevarsi, senza far saltare in aria l'intera costruzione dei ceti che formano la società ufficiale.”. Il capitolo termina con una considerazione sulla borghesia, “Essa produce soprattutto i suoi propri becchini. Il suo tramonto e la vittoria del proletariato sono ugualmente inevitabili.”
Il Manifesto prosegue con il secondo capitolo, intitolato “Proletari e Comunisti”, che tratta del rapporto tra proletari e comunisti, e degli interessi del partito comunista. “I comunisti si distinguono dai restanti partiti proletari solo perché, d'un lato, nelle diverse lotte nazionali dei proletari essi pongono in evidenza e affermano gli interessi comuni di tutto il proletariato, indipendentemente dalla nazionalità; dall'altro, perché essi esprimono sempre l'interesse complessivo del movimento nelle diverse fasi in cui si sviluppa la lotta fra proletariato e borghesia.”. Caposaldo del comunismo, ci dicono Marx ed Engels, è l’eliminazione della proprietà borghese in quanto è “l'ultima e più compiuta espressione della creazione e dell'appropriazione dei prodotti fondata su contrapposizioni di classe, sullo sfruttamento degli uni da parte degli altri”. L’unico modo, quindi, per far perdere al capitale il suo carattere di classe, è di metterlo in comune: “Il capitale è un prodotto collettivo e può essere messo in moto solo grazie a una comune attività di molti, anzi in ultima istanza di tutti i membri della società. Il capitale non è quindi un potere solo personale, è un potere sociale. Se allora il capitale viene trasformato in proprietà collettiva, che appartiene a tutti i membri della società, in tal modo non si muta una proprietà privata in una proprietà collettiva. Cambia solo il carattere sociale della proprietà.”. Una accusa che viene rivolta al comunismo è quella di voler abolire la famiglia, e Marx ed Engels dicono : “Su che cosa poggia la famiglia attuale, la famiglia borghese? Sul capitale, sul reddito privato. In senso pieno essa esiste solo per la borghesia; ma essa trova il suo completamento nell'imposizione ai proletari di non avere una famiglia e nella prostituzione pubblica. La famiglia del borghese decade naturalmente con l'eliminazione di questo suo proprio completamento ed entrambi scompaiono con la scomparsa del capitale.”. Dall’accusa di voler mettere in comune le mogli il comunista si difende dicendo: “Il borghese vede in sua moglie un puro strumento di produzione. Egli sente dire che gli strumenti di produzione devono essere sfruttati in comune e non può naturalmente fare a meno di pensare che il destino della comunanza toccherà anche alle donne(…)il matrimonio borghese è la comunanza delle mogli. Al massimo, si potrebbe rimproverare ai comunisti di voler sostituire una comunanza delle mogli ufficiale, aperta, a una comunanza ipocritamente nascosta.”. Finito di elencare le “accuse” al comunismo, il secondo capitolo si conclude dicendo quali saranno i “passi” da fare per la realizzazione di una società comunista: “Il proletariato userà il suo potere politico per strappare progressivamente alla borghesia tutti i suoi capitali, per centralizzare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dello Stato, dunque del proletariato organizzato in classe dominante, e per moltiplicare il più rapidamente possibile la massa delle forze produttive. In un primo momento ciò può accadere solo per mezzo di interventi dispotici sul diritto di proprietà”.
“Letteratura Socialista e Comunista”, ovvero il terzo capitolo, tratta dei vari tipi di socialismo. Il primo che ci viene esposto è il socialismo feudale, nato dall’aristocrazia timorosa di perdere il proprio dominio e il proprio potere con l’avvento della borghesia, quindi, “Questi aristocratici sventolavano la proletaria bisaccia da mendicante come fosse la loro bandiera”. Il loro socialismo è così poco reazionario, come ci dicono Marx ed Engels che “la loro accusa principale contro la borghesia è che sotto il suo regime si sviluppa una classe che farà saltare in aria tutto il vecchio ordine sociale (…) essi accusano la borghesia di produrre un proletariato rivoluzionario, non un proletariato tout court.”
Il secondo socialismo che ci viene descritto è il socialismo piccolo-borghese, del quale fanno parte tutti i piccoli proprietari che sono rimasti schiacciati dalla concorrenza borghese. Il mezzo d’ espressione di questo socialismo, nato in Francia, è la scrittura. Questo socialismo, secondo Marx ed Engels, ha avuto dei meriti (“ha scandagliato con somma acribia le contraddizioni dei rapporti di produzione moderni. Ha smascherato gli ipocriti abbellimenti degli economisti.”), anche se propone di superare le difficoltà del periodo con il ritorno ai vecchi mezzi produzione.
Il socialismo tedesco, o “vero” socialismo, è un tipo di socialismo nato grazie agli scritti Francesi, che molti “Filosofi tedeschi, mezzi filosofi e anime belle” portarono nella loro patria. Ma, il significato che gli scritti avevano in Francia (per ragioni sociali), fu spogliato di tutto il valore pratico, e in Germania assunse un aspetto del tutto letterario. “La letteratura francese socialista e comunista fu così perfettamente evirata (…) poiché in mano tedesca essa cessava di esprimere la lotta di una classe contro l'altra…”.
Il socialismo borghese vuole porre rimedio alle ingiustizie sociali, con l’unico fine di garantire l’esistenza della società borghese. Il socialista borghese “non fa che pretendere dal proletariato di restare confitto nella società attuale rinunciando però alle odiose idee che se ne è fatto…” e il suo motto è “i borghesi sono borghesi nell'interesse della classe operaia.”.
Il socialismo utopico è riuscito a cogliere la contrapposizione fra borghesia e proletariato, ma non è riuscito a cogliere l’autonomo ruolo storico del proletariato, e la possibilità di formare un partito politico, “il proletariato esiste per essi soltanto da questo punto di vista della classe che più soffre”. E per porre rimedio alla situazione attuale, “respingono qualsiasi azione politica, e specialmente ogni azione rivoluzionaria”, e vogliono “raggiungere la loro meta per vie pacifiche e tentano di aprire la strada al nuovo vangelo sociale con piccoli esperimenti che naturalmente falliscono”.
Il quarto ed ultimo capitolo del Manifesto del partito Comunista, dal titolo “Posizione dei Comunisti nei confronti dei diversi partiti di opposizione”, tratta della situazione attuale dei vari rappresentanti del comunismo in Europa. La più importante di quelle che vengono descritte, è la Germania, perché “la Germania è alla vigilia di una rivoluzione borghese, e perché essa porta a compimento questo rivolgimento nel contesto di una civiltà europea più progredita e con un proletariato molto più evoluto che non l'Inghilterra nel XVII e la Francia nel XVIII secolo. La rivoluzione borghese tedesca può dunque essere solo l'immediato preludio di una rivoluzione proletaria.” . “Che le classi dominanti tremino al pensiero di una rivoluzione comunista. I proletari non hanno da perdervi altro che le proprie catene. Da guadagnare hanno un mondo.”. Il manifesto si conclude con la celeberrima frase “Proletari di tutti i paesi, unitevi!”

Esempio