GALILEO

Materie:Tesina
Categoria:Filosofia

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Testo

Galileo

1- Sidereus Nuncius=In quest'opera, pubblicata nel marzo del 1610, Galileo descrsse la scoperta di 4 satelliti di Giove al cannocchiale; egli noto' dapprima tre e poi quattro "stelline" vicino al pianeta, che sembrano seguirlo nel suo moto e che si spostano l'una rispetto all'altra.
Dialogo sui due massimi sistemi del mondo=Nel 1623 Maffeo Barberini, che era considerato un patrono di artisti e scienziati, divenne Papa Urbano VIII. Galileo cerco' di riproporre la questione copernicana, ed ottenne dal Papa il permesso di scrivere un dialogo, nel quale esporre i principi della teoria, senza pero' arrivare ad una conclusione sulla sua validita', bensi' trattandola come una semplice ipotesi matematica.
Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attinenti alla meccanica e ai movimenti locali=In quest'opera, scritta tra il 1633 e il 1636, Galileo tratta la resistenza dei materiali e alcuni argomenti di dinamica. L'opera e' articolata, come il "Dialogo", in quattro giornate durante le quali gli stessi personaggi (Salviati, Simplicio e Sagredo) discutono di vari argomenti di fisica.

2- Galileo utilizza un metodo che si può definire deduttivo - induttivo, matematico - sperimentale. Con Galileo si può quindi parlare di dimostrazioni matematiche che si effettuano con la ragione, e di esperienze sensate che si basano sull'analisi e sull'interpretazione critica delle osservazioni. Secondo Galileo la scienza della natura deve rifiutare la subordinazione agli antichi e sottomettersi all'autorità dell'esperienza, l'unica vera "auctoritas" accettabile in campo scientifico. Galileo invece ha in mente l'osservazione condotta attraverso i sensi, ma, al contrario degli scienziati precedenti, che identificavano il mondo con quanto percepivano dalle osservazioni dirette, lo studioso pisano è ben consapevole che i sensi possono "ingannarsi" e dunque, per saggiare la validità di ciò che offrono, non c'è altro modo che sottoporre le osservazioni all'esame della ragione, pervenendo così o all'esperienza sensata, effettuata tramite strumenti come il telescopio, oppure ad una matematizzazione dell'esperienza che tralascia certi aspetti secondari per analizzare più attentamente quelli fondamentali.Dunque il procedimento di Galileo è induttivo in quanto si basa sull'osservazione, intesa sia come esperieza sensata sia come sperimentazione, è deduttivo in quanto effettua una dimostrazione necessaria di tipo matematico, che conduce in modo incontrivertibile a determinate conclusioni partendo da certe premesse.

3- Verso il 1630, Galileo aveva terminato il suo grande lavoro, Dialogo sui due massimi sistemi del mondo . In esso egli valuta tutte le evidenze e gli argomenti a favore e contro i due sistemi, tolemaico e copernicano, prendendo decisamente le parti del copernicanesimo e facendo sì che nel corso dell'opera gli aristotelici ed i tolemaici apparissero nelle vesti dei più sciocchi. Galileo offrì una caricatura della posizione avversaria attraverso il ricorso ad una figura fittizia, l'inetto Simplicio, che trovava la sua filosofia nei libri di Aristotele e non nel libro della natura. Galileo trovò delle difficoltà nell'ottenere il permesso di pubblicazione del Dialogo . Il domenicano Niccolò Riccardi (1585-1647), incaricato di far da censore all'opera, fece buona memoria del decreto contro il copernicanesimo del 1616. Galileo dovette così scrivere una nuova prefazione ed una nota finale, chiarendo che non si reclamava di provare il sistema copernicano, ma solo di assumerlo come una pura ipotesi matematica. Riccardi diede così la sua approvazione al manoscritto rivisto ed esso fu pubblicato a Firenze nel 1632.

4- Galileo stabilì i criteri che stanno alla base del cosiddetto "metodo scientifico". Esso si basa
sul presupposto che ogni affermazione riguardante i fenomeni naturali deve avere un riscontro
oggettivo sperimentale. E' solo attraverso gli esperimenti che le leggi della natura possono essere
conosciute. Ogni esperimento si riduce in definitiva a misure di spazio e di tempo.
Per misurare la posizione di un oggetto nello spazio occorre un sistema di riferimento e per
misurare il tempo che trascorre fra un evento e l'altro occorre un orologio.

5- Quando Galileo puntò il cannocchiale, posto sul campanile di San Marco a Venezia, verso il cielo, si aprì un mondo nuovo per l'astronomia: la Luna possedeva montagnee crateri, attorno a Giove ruotavano quattro satelliti che con il loro moto simile a quello della Luna attorno alla Terra confermavano la teoria dell'astronomo polacco Copernico. Il movimento dei corpi celesti aveva quindi per centro un astro che non era la Terra, ma era il Sole. Galileo divulgò le sue nuove conoscenze astronomiche in un trattato che venne letto in tutta Italia, e che presto varcò le Alpi.

6- Le sue scoperte scientifiche in meccanica e astronomia, e soprattutto il metodo sperimentale-matematico usato per le sue ricerche, fanno di lui il fondatore della scienza moderna e una delle figure più grandi e affascinanti dell'umanità.

7- Galileo comincia a studiare il moto di caduta dei corpi all’inizio della sua carriera, quando fra il 1589 e il 1592 tiene a Pisa la cattedra di matematica, e perfeziona la sua spiegazione del fenomeno durante il resto della sua vita, fino agli ultimi anni trascorsi in isolamento. L’episodio di Galileo che sperimenta le sue ipotesi lasciando cadere corpi diversi dalla cima della Torre di Pisa è riportato dal suo allievo Vincenzo Viviani, ma gli storici mettono in dubbio che sia realmente accaduto, anche perché avrebbe probabilmente mostrato conclusioni opposte a quelle che Galileo voleva. Da Aristotele in poi si riteneva che la velocità di caduta di un corpo dipendesse dal suo peso. In pratica che, lasciando cadere una biglia di piombo e una uguale di sughero, la prima sarebbe arrivata a terra più presto. Galileo però si era accorto che nella realtà è determinante il mezzo in cui cadono i corpi, cioè che ad esempio in acqua il distacco fra le due biglie è maggiore che nell’aria. Nei Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze concluderà che: “(...) se si levasse totalmente la resistenza del mezzo, tutte le materie discenderebbero con eguali velocità”. In effetti Galileo non ha modo di verificare direttamente la sua ipotesi perché non può realizzare una situazione in cui l’attrito dell’aria sia trascurabile. Dimostra però con un ragionamento per assurdo che la teoria aristotelica è contraddittoria e studia invece la parte iniziale del moto, in cui si passa dalla velocità nulla a quella di regime, mettendo in evidenza il ruolo dell’accelerazione, fino ad allora completamente trascurato.

8- Galileo si proclamò sempre cristiano credente, e si può anche credere che tale sua professione di fede fosse sincera, benchè la fede non abbia mai costituito per lui un esauriente motivo di vita. Va pure ricordato che due sue figlie divvennero, in verità proprio per suo interessamento e non del tutto liberamente (Vanni Rovighi), suore e una di queste raccolse, come ultima parola pronunnciata dal morente Galileo, l'8 gennaio 1642, "Gesù". A lui che anche dopo la condanna del 1633 era stato ben trattato e benvoluto da vescovi ed ecclesiastici, il papa aveva concesso una indulgenza plenaria e una particolare benedizione (Messori, p. 386).
Egli volle perciò tentare di "liberare" la scienza dalla dipendenza non solo da Aristotele, ma anche dalla Sacra Scrittura. Lo fece proponendo non solo una distinzione tra la sfera della ragione e quella della fede che ne lasciasse sussistere, come nella tradizione patristica e medioevale, un ambito di fecondo reciproco rapporto (si veda ad esempio la teoria scolastica dei preambula fidei), ma una vera e propria separazione: fede e ragione, Rivelazione e scienza sono da intendersi ormai come due sfere separate, e senza rapporti, se non quello di una generica impossibilità di contraddizione reciproca.
Il fine della Scrittura/rivelazione, infatti, è di insegnare "come si vadia al cielo, e non come vadia il cielo", mentre appunto quest'ultimo è il fine della scienza. Così, parallelamente esistono due diversi oggetti che vengono consideratio dalla fede e dalla scienza: il Libro della Scrittura, oggetto della fede, e il libro della natura, oggetto della scienza, scritto in un linguaggio matematico, e perciò solo matematicamente leggibile.

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