Freud

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FREUD

Sigmund Freud 1856-1939

Nato a Freiberg in Moravia da genitori ebrei. Laureatosi in medicina, intraprende studi anatomia. La psicanalisi, sicuramente legata al suo nome è stata una delle scuole della psicologia ad influenzare la cultura novecentesca. Nel 1889 in virtù di ricerche successive sull’isteria condotte in collaborazione con Josef Breuer, perviene alla scoperta dell’inconscio e quindi alla fondazione della teoria psicanalitica; infatti mentre la cultura medica ufficiale cercava di interpretare tutti i disturbi della personalità in chiave somatica, Freud studiò quegli stati psiconevrotici, in cui non fossero rintracciabili lesioni organiche corrispondenti. Al tempo di Freud l’isteria aveva gia attirato l’attenzione di un gruppo di medici tra i quali J.-M. Charcot e J. Breuer. Il primo era giunto ad usare l’ipnosi come metodo terapeutico cercando di controllare i sintomi nevrotici mediante la suggestione; Breuer invece usava l’ipnosi come mezzo per richiamare alla memoria avvenimenti dimenticati, avendo notato che il superamento attraverso l’ipnosi delle amnesie circa fatti spiacevoli della propria vita personale consentiva una liquidazione delle cariche emotive connesse ai fatti stessi.
In seguito Breuer e Feud mettono a punto il cosiddetto metodo catartico consistente appunto nel tentativo di provocare una scarica emotiva capace di liberare il malato dai suoi disturbi. Freud ponendosi il problema dell’eziologia ovvero delle ragioni dell’isteria, arriva alla scoperta che la causa delle psiconevrosi è da ricercarsi in un conflitto tra forze psichiche inconsce, operaqnti al di là della sfera di consapevolezza del soggetto, in cui i sintomi risultano psicogeni, non derivanti da disturbi organici. La scoperta dell’inconscio segna l’atto di nascita della psicanalisi, che si configura, infatti, come psicologia abissale o del profondo.

Prima di Freud si riteneva che la psiche s’identificasse con la coscienza e che il limite inferiore del conscio, ma la realtà abissale principale di cui il conscio è solo la manifestazione visibile. Secondo la psicanalisi, l’inconscio è il punto di vista migliore da cui osservare l’uomo.
Freud divide l’inconscio in due zone, la prima zona, comprende l’insieme dei ricordi che, pur essendo momentaneamente inconsci, possono, in virtù di uno sforzo dell’attenzione, divenire consci. Tale è il preconscio.
La seconda zona comprende quegli elementi psichici costantemente inconsci che sono mantenuti tali da una forza specifica la rimozione, che può essere superata solo in virtù di tecniche apposite.
Se l’inconscio, in senso stretto, coincide con il rimosso quali sono le vie per superare questa resistenza? Visti gli scarsi risultati ottenuti usando l’ipnosi, viene messo a punto da Freud un nuovo metodo quello delle ‘’associazioni libere’’ che consiste nel mettere il paziente in grado di abbandonarsi al corso dei propri pensieri facendo si che fra le varie parole da lui pronunciate si instaurino delle catene associative. Questo metodo pur avendo la capacità di aggirare più facilmente censure e rimozioni, presenta tuttavia, nella concretezza dell’analisi, notevoli difficoltà, che solo lo sforzo solidale del paziente e dello psicoterapeuta sono in grado di superare.
Freud afferma che la psiche è un’unità complessa costituita da un certo numero di sistemi, dotati di funzioni diverse e disposti in un certo ordine gli uni rispetto agli altri. Esistono tre sistemi il conscio, il preconscio, l’inconscio, questa è anche conosciuta come la prima topica di Freud, la seconda invece si riferisce alle tre istanze l’Es, l’Io, il Super-Io.
L’Es è il polo della pulsione della personalità, forza impersonale e caotica costituisce la matrice originaria della nostra psiche. L’Es non conosce né il bene, né il male, né la moralità, obbedisce solo all’impulso del piacere ed esiste al di là delle forze spazio-temporali. Ignora le leggi della logica e il principio di non contraddizione.
Il Super-Io è ciò che comunemente si chiama coscienza morale, l’insieme delle proibizioni che sono state instillate nell’uomo nei primi anni di vita e poi lo accompagnano sempre anche in forma inconsapevole.
L’Io è la parte organizzata della personalità, che si trova a dover fare i conti con le altre tre parti ovvero l’Es, il Super-Io, il mondo esterno. L’Io è la parte che si trova a dover equilibrare tramite opportuni compromessi le altre due parti ovvero l’Es e il Super-Io, l’Io quindi deve cercare di stabilire un’armonia tra le forze e gli impulsi che agiscono in lui e su di lui.

La normalità e la nevrosi saranno quindi dovuti all’attività dell’Io. La normalità di un individuo si ha quando l’Io riesce abbastanza a tenere le due forze in armonia, agendo sulla realtà, fornisce parziali soddisfazioni all’Es senza violare le proibizioni che provengono dal Super-Io. Ma se le esigenze dell’Es sono eccessive, o se il Super-Io è troppo debole , o invece troppo rigido le soluzioni pacifiche non sono possibili e si possono registrare casi di comportamenti asociali o nevrotici. Bisogna poi sottolineare che se l’Es si identifica con l’inconscio, l’Io e il Super-Io non coincidono totalmente con il conscio, ma partecipano anch’essi, per certi aspetti , nel sistema inconscio.
Freud vede nei fenomeni onirici (nei sogni) la via che porta all’inconscio. Freud ritiene che i sogni siano, l’appagamento camuffato di un desiderio. Freud distingue all’interno dei sogni, un contenuto manifesto e un contenuto latente. Freud spiega che i sogni sono dei desideri non accettabili dal soggetto che cadono quindi sotto l’azione della censura. In altri termini il contenuto dei sogni è la forma elaborata e travestita in cui si presentano i desideri latenti. Se ogni sogno è realizzazione di un desiderio, la psicanalisi dei sogni consiste nel ripercorrere a ritroso il processo di traslazione del contenuto latente in quello manifesto, al fine di cogliere i messaggi segreti dell’Es.
Secondo il principio del determinismo psichico, nulla avviene nella nostra mente in modo fortuito. Freud scopre come anche lapsus, dimenticanze, errori, abbiano un ben preciso significato. Egli scorge in loro un’ennesima manifestazione camuffata dell’inconscio, una sorta di compromesso fra l’intenzione cosciente del soggetto e determinati pensieri inconsci. Per esempio noi tendiamo a dimenticare determinati nomi numeri di telefono. Per quanto concerne i sintomi nevrotici Freud fa un discorso analogo a quello dei sogni ovvero che il sintomo, rappresenta un punto d’incontro fra una o più tendenze represse e quelle forze della personalità che si oppongono all’ingresso di tali tendenze nel sistema del conscio. Freud scoprì che i sintomi, che si trovano alla base dei sintomi psiconevrotici, sono sempre di natura sessuale.
Nella sua teoria della sessualità Freud fu condotto ad ampliare il concetto di sessualità, sino a vedervi un’energia di dirigersi verso le mete più diverse e in grado di investire le gli oggetti più disparati. Freud denominò questa energia libido, pensò che fosse un flusso migratorio localizzato di volta in volta, in corrispondenza dello sviluppo fisico, su alcune parti del corpo, dette zone erogene. Parallelamente a questa rifondazione del concetto di sessualità, Freud elaborò un’originale dottrina della sessualità infantile. Demolì quindi la concezione secondo la quale la sessualità apparterrebbe solo al mondo adulto. Definì quindi il bambino come un ‘’essere perverso e polimorfo’’ capace di perseguire il piacere indipendentemente da scopi riproduttivi e mediante i più svariati organi corporei. Freud sostiene che lo sviluppo psicosessuale del soggetto avviene attraverso tre fasi, ognuna delle quali appare caratterizzata da una specifica zona erogena: fase orale, anale, genitale.
1. La fase orale, caratterizza i primi mesi di vita e dura sino ad un anno e mezzo, ha come zona erogena la bocca, che è connessa a quella che in questo periodo è la principale attività del bambino ovvero il poppare.
2. La fase anale che va da un anno e mezzo a circa tre anni, ha invece come zona erogena l’ano ed è collegata alle funzioni escrementizie, che per il bambino sono oggetto di particolare piacere.
3. La fase genitale che ha come zona erogena i genitali comincia al terzo anno. Essa si articola in due sottofasi la fase fallica e quella genitale in senso stretto.
1. La fase fallica è così chiamata perché:
• La scoperta del pene costituisce oggetto di attrazione sia per il bambino sia per la bambina, che soffrono entrambi di un complesso di castrazione (il primo perché vive sotto la minaccia di una possibile evirazione la seconda perché si sente di fatto evirata).
• Perché l’organo di eccitamento sessuale è il pene o quel suo equivalente femminile che è la clitoride.
2. La fase genitale in senso stretto che segue quella fallica dopo un periodo di latenza è caratterizzata dall’organizzazione delle pulsioni sessuali sotto il primato delle zone genitali.

Connessa alla sessualità infantile è anche connessa una delle più note dottrine freudiane il complesso di Edipo. Ciò consiste in un attaccamento ‘’libidico’’ verso il genitore di sesso opposto e in un atteggiamento ambivalente verso il genitore di egual sesso. Tale complesso si sviluppa tra i tre e i cinque anni, ossia durante la fase fallica, e a seconda della sua risoluzione o meno determina la futura strutturazione della personalità.
Per quanto riguarda le rappresentazioni religiose Freud ritiene che esse non siano precipitati dell’esperienza o risultati finali del pensiero ma illusioni appagamenti dei desideri più antichi e forti dell’umanità ovvero quello di sentirsi protetti. Quindi la figura di Dio padre ultraterreno amato e temuto, sarebbe nient’altro che la proiezione dei rapporti psichici ambivalenti con il padre terreno. Per quanto riguarda la civiltà Freud

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