Eraclito

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Categoria:Filosofia

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Testo

ERACLITO
Eraclito (nato a Efeso , colonia ateniese sulle coste dell’Asia Minore , verso la metà del VI sec . a . C .) è un FILOSOFO ARISTOCRATICO in un triplice senso :
- di famiglia
- di orientamento politico
- di orientamento filosofico , in quanto considera la maggioranza degli uomini ‘dormienti’ , cioè incapaci di comprendere la realtà , mentre solo pochi , i filosofi , sono ‘svegli’ . Il suo bersaglio polemico sono dunque l’opinione comune (la doxa) e la superficialità . L’orientamento elitario e aristocratico di Eraclito (che in due frammenti dice : “Uno è per me diecimila , se è il migliore” (49) e “i molti non valgono nulla e solo i pochi sono buoni” (104)) emerge anche dal carattere oscuro ed enigmatico della sua filosofia che si esprime in forma oracolare ed aforismatica . (A proposito del frammento 1 , secondo cui “di questo Logos che è sempre gli uomini non hanno intelligenza , sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato” , Aristotele nota che la mancanza di una virgola prima o dopo ‘sempre’ rende il verso ambiguo perché non si sa se collegare l’avverbio con il precedente “che è” o con il successivo “gli uomini”) .
Eraclito - che in un frammento dice “HO INDAGATO ME STESSO” (101) - affronta la ricerca filosofica partendo dall’uomo stesso che la conduce rappresentandone il punto di partenza . Ciò è possibile perché logos interiore e logos universale si corrispondono (logos = “legge universale che governa il mondo naturale e umano” (Cioffi - L . – O’B . – V . –Z . ) .
Questa preziosa indagine interiore dà saggezza (“Ad ogni uomo è concesso conoscere se stesso ed essere saggio” (116) ) , tuttavia “apre all’uomo zone successive di profondità , che non si esauriscono mai : la ragione , la legge ultima dell’io appare continuamente al di là , in una profondità sempre più lontana e nello stesso tempo sempre più intima” (Abbagnano) : “Per quanto tu possa camminare , e neppure percorrendo intera la via , tu potresti mai trovare i confini dell’anima : così profondo è il suo logos” (45) . La ricerca dunque s’impone (“Se non speri , non troverai l’insperato introvabile essendo questo e inaccessibile” (18) ) , ma presenta molte difficoltà in quanto “La natura delle cose ama nascondersi” (123) e “I cercatori d’oro scavano molta terra , ma ne trovano poco” (22) .
La prima constatazione a cui l’uomo giunge indagando se stesso e il mondo che lo circonda è che “il conflitto è padre di tutte le cose” (15) : ai suoi occhi appare cioè subito evidente la grande quantità di contrasti , opposizioni e tensioni che caratterizzano la realtà umana e naturale . Questa continua contraddizione e LOTTA FRA OPPOSTI assume varie forme :
1) lo sdoppiamento oppositivo da un’unica radice : lo stesso evento genera condizioni opposte , ad esempio la guerra rende alcuni uomini liberi e altri schiavi (frammento 15)
2) la presupposizione reciproca : i contrari sono correlativi , si presuppongono a vicenda (come i due poli di un magnete o di un campo elettrico , potremmo dire noi riferendoci ad una scoperta moderna che ovviamente Eraclito non conosceva) , né si può assolutizzare uno dei due termini dell’opposizione (malattia / salute , fama / sazietà , fatica / riposo - fr. 7)
3) compresenza e coincidenza : i contrari appartengono entrambi ad una medesima cosa così come la stessa strada è salita e discesa (fr. 8)
4) relatività : la stessa cosa presenta facce opposte a seconda dei punti di vista (la stessa acqua è vitale per i pesci e imbevibile e mortale per gli uomini – fr. 10)
5) conversione : le cose si trasformano continuamente nel loro opposto (vivente / morto , sveglio / dormiente , giovane / vecchio , caldo / freddo , umido / secco – fr. 17 e 18) .
Secondo questa scoperta eraclitea , che nega il principio di non - contraddizione , i contrari sono in rapporto di connessione e di unità e la loro tensione non può e non deve essere conciliata : “l’armonia non è la sintesi degli opposti , la conciliazione e l’annullamento della loro opposizione , ma è l’unità che soggiace all’opposizione e la rende possibile” (Abbagnano) , mettendo in rapporto fra loro i contrari . Dunque , “secondo Eraclito , gli opposti sono uniti , ma mai conciliati : il loro stato permanente è la guerra” (Abbagnano) , né mai la Discordia deve – come vorrebbe Omero - scomparire dal mondo (“Omero non s’accorge che prega per la distruzione dell’universo ; se la sua preghiera fosse esaudita , tutte le cose perirebbero" – fr. 22) perché il Logos è la legge di armonia dei contrasti che non possono essere soppressi senza annullare la legge stessa (come l’inizio e la fine di un cerchio coincidono , così il Logos è ‘l’armonia segreta’ dei contrari , la loro coincidenza ) . Chi considera la realtà in modo sbrigativo senza scavare sotto la superficie delle cose alla ricerca della verità aderisce alla prospettiva di uno dei contrari negando quella dell’altro e assumendo un punto di vista parziale e frammentario , incapace di cogliere l’armonia risultante dalla loro tensione reciproca (“armonia contrastante , come quella dell’arco e della lira” – fr . 13) .
La seconda scoperta a cui l’uomo giunge indagando se stesso e il mondo che lo circonda è l’incessante divenire di tutte le cose : il mondo è un flusso perenne , tutto scorre (PANTA REI) , sicché non è possibile bagnarsi due volte nell’acqua dello stesso fiume . (“Non è possibile discendere due volte nello stesso fiume né toccare due volte una sostanza mortale nello stesso stato ; per la velocità del movimento , tutto si disperde e si ricompone di nuovo, tutto viene e va” – fr. 91) . Come si evince dai frammenti 17 e 18 , sono i contrari a dare origine al perenne divenire di tutte le cose (giovane / vecchio , sveglio / dormiente , ecc…) e , al tempo stesso , è il divenire che fa emergere gli opposti . Tuttavia , pur incessantemente trasformandosi , tutto è uno , e questa unità esige la lotta , la discordia , l’opposizione e la tensione .
La concezione della realtà come fluire incessante e come conflitto si concretizza nella tesi secondo cui il principio delle cose è il FUOCO , elemento mobile e distruttore per eccellenza . Aristotele sostiene che per Eraclito il fuoco è l’arché , ma in realtà noi non sappiamo se il richiamo eracliteo al fuoco abbia soltanto un valore simbolico o se invece stia alla base di una concezione ciclica della natura fondata su un’epirosi (distruzione mediante il fuoco) e una palingenesi (rinascita dopo la combustione) .
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PARMENIDE di Elea ( VI – V sec. a . C . ) 12
Parmenide di Elea (colonia della Magna Grecia situata nella Campania meridionale a sud di Napoli e di Paestum) scrive un evocativo , suggestivo ed enigmatico POEMA FILOSOFICO in esametri , cosa rara nella storia della filosofia che generalmente predilige l’esposizione in prosa .
All’inizio del poema Parmenide immagina di compiere un viaggio su di un carro guidato dalle figlie del sole , delle fanciulle divine che lo conducono dinnanzi ad una porta che separa la via del Giorno da quella della Notte e che è custodita da Dike , la dea della Giustizia . Accogliendolo benevolmente , Dike indica a Parmenide le vie della ricerca :
1) la prima , che dice che l’essere è , è la via dell’essere e della verità (il sentiero del giorno e della luce)
2) la seconda , che dice che il non-essere è , è la via del nulla e dell’errore e , in realtà , è un sentiero chiuso : inindagabile e impossibile da percorrere
3) la terza via , secondo cui sia l’essere che il non- essere sono , è la via dell’opinione e dell’apparenza , solitamente percorsa dagli uomini che si fidano della conoscenza sensibile .
La dea della Giustizia (la cui presenza garantisce l’esistenza di una generale legalità che governa il mondo dell’essere) mostra a Parmenide entrambe le vie percorribili , la prima e la terza (a cui sono dedicate le due parti del poema) , affinché possa comprendere la verità (gli dice infatti la dea : “bisogna che tutto tu sappia e il cuore che non trema della ben rotonda verità e le opinioni dei mortali in cui non c’è vera certezza”) .
Lungo la via dell’opinione , che gli uomini comunemente percorrono , si dà credito alla conoscenza sensibile che pretende di testimoniare il nascere , il mutare e il perire delle cose , cioè insieme il loro essere e il loro non-essere . In questo caso è come se GLI UOMINI fossero BICEFALI e percepissero contemporaneamente con una testa l’essere e con l’altra il non-essere . Sulla base di questa contraddittoria e superficiale opinione non solo gli uomini bicefali vivono comunemente , ma anche molti filosofi elaborano le loro teorie che Parmenide in questa parte del poema espone facendo riferimento ad un complesso di dottrine di ispirazione ionica e pitagorica .
Lungo la via della verità , invece , mettendo da parte la conoscenza sensibile si coglie la realtà sulla base della sola conoscenza razionale e si scoprono tre verità fondamentali :
- scavando sotto l’apparenza sensibile si scopre che “le cose non sono come i sensi le manifestano ma come la ragione le pensa secondo una logica rigorosa” (Abbagnano-Fornero) basata sui principi di identità e di non-contraddizione .
- Ragionando a fondo si scopre che il mondo non è acqua o fuoco o aria o lotta di cose contrastanti , ma prima di tutto esso è .L’ESSERE E’ cioè IL CARATTERE COSTITUTIVO DELL’UNIVERSO . In questo modo la ricerca filosofica assume i connotati di un’indagine ontologica e Parmenide diventa il padre dell’ONTOLOGIA ( = scienza dell’essere) .
- Se l’essere , come principio costitutivo dell’universo , è , il suo contrario , il non-essere non è e non può essere pensato né detto : pensare a nulla e non esprimere nulla sono cose impossibili che significano infatti non-pensare e non-dire . Viceversa il pensiero e la parola rispecchiano l’essere : l’equazione essere = pensiero = parola è dunque triplice . “In base al principio di non-contraddizione è quindi impossibile , per il pensiero , mantenere insieme l’essere e il non-essere” (Perone-Ferretti-Ciancio)

Da questa rigorosa logica razionale emerge che :
1) L’ESSERE E’ E NON PUO’ NON ESSERE
4) IL NON-ESSERE NON E’ E NON PUO’ ESSERE

Da questi presupposti derivano le 8 caratteristiche dell’essere così individuate da Parmenide “partendo dal presupposto che bisogna rifiutare tutto ciò che comporta il non-essere” (Abbagnano-Fornero) :
1- l’essere è INGENERATO
2- e IMMORTALE , cioè eterno (al di là del tempo)
perché se nascesse verrebbe dal non-essere (e non dall’essere perché in tal caso sarebbe già essere e non avrebbe bisogno di nascere) e se morisse si dissolverebbe nel non-essere ; “di conseguenza l’essere è eterno , poiché se fosse nel tempo implicherebbe il non essere del passato (che è ciò che non è più) o il non essere del futuro (che è ciò che non è ancora)” (Abbagnano-Fornero)
3- è IMMUTABILE
4- e IMMOBILE
“perché se mutasse o si muovesse implicherebbe di nuovo il non- essere , in quanto si troverebbe in una serie di stati o di situazioni in cui prima non era” (Abbagnano-Fornero)
5- è UNICO perché affermare il molteplice significa sostenere l’esistenza di innumerevoli realtà di cui l’una non-è l’altra : e il non-essere non è
6 - è OMOGENEO perché se non lo fosse implicherebbe degli intervalli di non-essere
7 - è FINITO , cioè compiuto e perfetto come una sfera
8 - infine , l’essere è NECESSARIO perché non può non essere .
Il limite principale della filosofia di Parmenide è il fatto di negare ogni validità all’esperienza sensibile (ridotta ad una serie di nomi vani) , per questo i filosofi successivi tenteranno di conciliare la logica razionale di Parmenide con l’esperienza comune dei sensi : la via della verità intrapresa grazie alla forza del pensiero razionale “rischia di rendere evanescente il mondo sensibile” (Perone-Ferretti-Ciancio) e ciò sembra ai più inaccettabile . “Tutti nomi saranno quelli che hanno posto i mortali , credendo che fossero veri : nascere e perire , essere e non essere , cambiare luogo e mutare luminoso colore” (Parmenide , frammento 8) .

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