Documenti del fascismo

Materie:Riassunto
Categoria:Filosofia

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Testo

Documenti sul fascismo
“Il popolo d’Italia” del 6 giugno 1919 pubblicò il programma di San Sepolcro, ovvero il manifesto dei fasci di combattimento. Questo documento del 23 marzo 1919 si propone come programma di un movimento italiano, antidogmatico, antidemagogico e antipregiudizievole con degli obiettivi in ambito politico, sociale, militare e finanziario. I punti più forti, a mio giudizio, sono quello sull’instaurazione del suffragio universale, la volontà di abolire il senato, le norme sul lavoro e sulla paga, l’istituzione di una milizia nazionale e la nazionalizzazione delle fabbriche di armi, l’espropriazione parziale delle ricchezze,il sequestro dei beni alle congregazioni religiose.
Neppure sei anni più tardi, Mussolini, in seguito al delitto Matteotti, tenne un discorso alla camera con cui instaurava la dittatura. Comincia questo discorso difendendosi dall’accusa che gli era stata fatto di voler fondare una Ceka, che lui mai avrebbe concepito in quanto contraria ai suoi valori. E scagiona anche altre accuse, secondo le quali sarebbe responsabile di delitti come quelli di Misuri e Forni, cosa per lui inaccettabile calcolando il discorso che aveva pronunciato il 1 giugno, mentre la camera era così accesa di passione politica. Sarebbe stato conto i suoi interessi far commettere un delitto dopo il successo che aveva avuto con il discorso del 7 giugno.
Egli ricorda anche dell’energia da lui dimostrata in diverse azioni, prima di affrontare il discorso sulla pena di morte, che ritiene debba essere introdotta nel codice penale, ma che comunque non potesse essere presa come la rappresaglia di un governo. Mussolini esprime il suo disappunto per la secessione dell’aventino avvenuta dopo che esprime la sua volontà di stabilire la normalità della vita politica italiana. Si ritiene, infatti, ingiustamente infangato dalla campagna giornalistica avvenuta nei mesi successivi alla secessione, quando lui aveva tenuto un comportamento leale cercando di reprimere atti illegali anche fascisti. Si assume poi la colpa di quanto successo, se il fascismo ha prodotto solo male e non anche cose positive, nel momento in cui i cittadini non sentivano più l’autorità del Governo.
In seguito parla dei numerosi omicidi che si sono verificati a scapito di fascisti, dando la colpa di questo alla secessione dell’Aventino, individuando l’unica soluzione alla situazione contemporanea nella forza.
Promette di portare tranquillità e pace in Italia tramite il partito e il governo fascisti.
Lo stesso anno si terrà a marzo un incontro sulla cultura fascista, che culminerà con l’elaborazione del “manifesto degli intellettuali del fascismo”.
Stilato da Gentile, il manifesto inizia spiegando le origini de fascismo che vengono ritrovate nella volontà di combattere la politica demosocialista allora in vigore, che vedeva le conseguenze materiali del dopoguerra e trascurava i sacrifici fatti dagli italiani al fronte. Da ciò deriva una contrapposizione dei privati allo Stato che metteva in discussione anche l’autorità dei suoi rappresentanti con un conseguente degrado. Il fascismo nasce per riportare questi valori. La politica doveva trasmettere all’individuo il valore della patria come ideale e alla quale dedicarsi con spirito di abnegazione. Il cittadino deve acquisire coscienza delle tradizioni da portare avanti come missione. Da qui nasce il carattere religioso del fascismo che spiega anche il suo percorso. Gentile sostiene che poiché il fascismo era in minoranza era avversato dallo Stato liberale, estraneo alla coscienza dei cittadini e lontano dai desideri socialisti. Il fascismo, grazie alla sua idea religiosa di sacrificio, attrasse un numero crescente di giovani che sognavano un cambiamento e che professavano la stessa fede dei combattenti nelle trincee. Si formò lo squadrismo che osteggiò il governo e, infine, marciò su Roma tra il consenso generale. Il popolo vedeva nel fascismo una forza restauratrice basata sulla legge e sulla disciplina.
In risposta gli intellettuali antifascisti stilarono un manifesto che ricordava come gli intellettuali hanno il compito, attraverso la critica, di innalzare uomini e partiti alla più alta sfera spirituale e che difendere prepotenze e soprusi è un errore. Essi affermano che il documento sembra un compito mal riuscito in cui si intrecciano errori dottrinali e politici come la necessità di forme di garanzia morale di tipo autoritario.
Anche la storia appare manipolata, così come il concetto di religione che viene associato a odio, rancore, animosità, intolleranza e che nasconde un corteggiamento alla Chiesa. Il manifesto contiene inoltre fa ricorso a concetti nuovi mischiati con quelli vecchi e affermazioni in contrasto fra loro. Gli intellettuali antifascisti riaffermano i valori legati al Risorgimento negati dal manifesto fascista che riduce a una minoranza gli uomini che sostennero valori di alto senso morale e che non possono essere paragonati alla gran parte dei cittadini italiani che resta indifferente ai soprusi fascisti. Il suffragio universale avrebbe dovuto portare nuove energie alla politica mentre nel fascismo vedono solo una totale inerzia. Ritengono che la lotta antifascista mira a rendere consapevole il popolo e sperano che in futuro questa lotta verrà giudicata come necessaria per restituire ai cittadini il senso dell’educazione politica.
Nella dottrina del fascismo Mussolini e Gentile parlano del fascismo come di un movimento che agisce dietro la spinta di forti ideali e affermano che non si può agire spiritualmente sull’uomo senza conoscerlo e senza conoscere le sue leggi. Lo stato va inteso come una concezione organica del mondo. Pertanto il fascismo vede l’uomo non isolato ma con un forte senso di appartenenza alla patria che lo lega agli altri uomini e che lo spinge verso lo spirito di abnegazione agli ideali nazionali.
La concezione spirituale del fascismo chiede all’uomo di impegnarsi in maniera attiva dal punto di vista fisico, morale e intellettuale per conquistare una vita degna di lui. Dal punto di vista etico l’uomo dovrebbe vivere una vita austera e religiosa e priva di comodità. Viene chiamata in causa la religione che vede l’uomo membro di una comunità spirituale sottoposta ad una volontà superiore. Affermano che la felicità non può essere raggiunta sulla terra perché questo toglierebbe anche senso al fluire della vita.
Viene riaffermata l’idea della priorità assoluta dello Stato che annulla l’individualità e dichiara il primato del dominio e della forza.
Pertanto non possono esistere partiti e associazioni che non appartengano allo stato stesso, tutti devono perseguire la stessa volontà che è quella dello stato che diventa anche il creatore della nazione attraverso il diritto. Lo stato deve proporre una volontà e deve assicurarsi che sia condivisa e rispettata.
Mussolini e Gentile giustificano questo totalitarismo affermando che non si tratta di semplice riduzione di libertà, ma dell’insegnamento di una disciplina spirituale.
Nella dottrina politica e sociale viene presentato il fascismo come una risposta ad un bisogno di azione richiesto dal popolo che secondo loro aveva decretato la morte del socialismo. Le azioni iniziali del fascismo non avevano ancora una dottrina che le sosteneva. Solo successivamente il fascismo individuò i problemi dell’uomo e dello stato e attraverso le leggi e gli istituti del regime prese corpo la dottrina politica del fascismo.
Il fascismo non crede alla pace, attribuisce ai pacifisti la rinuncia al sacrificio ed esalta la guerra come espressione di energia e di stoicismo dei combattenti. Il fascista affronta la vita come un dovere. Escludono l’economia come causa di lotte fra i popoli e trasformazioni sociali e negano che ci sia corrispondenza tra benessere e felicità perché questo ridurrebbe gli uomini a vegetali.
La scelta di chi deve governare, secondo loro, non può essere affidata agli uomini che avrebbero l’illusione della sovranità e affermano che la democrazia è un regime con troppi re, a volte peggiori di un solo tiranno e che la storia ci presenta regimi con forti connotazioni politiche e sociali.
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