Differenze tra idealismo estetico ed etico

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Categoria:Filosofia

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Testo

Le principali linee di tendenza, somiglianze e differenze tra l’idealismo etico e quello estetico.
Per idealismo etico s’intende la filosofia di Fichte in quanto la libertà è il dovere dell’IO, il quale si pone continuamente un limite, cioè il NON-IO, da superare nella sua infinita attività creatrice.
Nell’idealismo fichtiano si evidenziano tre principi :
1. Secondo la filosofia aristotelica il principio incondizionato della scienza è quello di non-contraddizione; secondo Kant era il principio di identità,che origina quello aristotelico; secondo Fichte il principio originario è l’IO stesso in quanto pensando il legame di identità (A = A), pone il principio d’identità logica.
L’IO pone, quindi, assolutamente se stesso; l’IO è libera, originaria e infinità attività, è autocreazione assoluta grazie alla sua immaginazione produttiva. Bisogna specificare che questo IO e questa Intelligenza non sono del singolo uomo empirico, ma sono l’IO Assoluto.
Questo è il primo principio della tesi o della posizione.
2. Il secondo principio è l’antitesi o opposizione del primo. Fichte dice infatti che l’IO contrappone a sé stesso un NON-IO Infatti, la posizione dell’IO, suppone la posizione di qualcosa da lui diverso, cioè il NON-IO; quindi l’IO oppone all’IO il NON-IO.
La supposizione di questo principio viene, per questo, chiamata necessità.
3. Il terzo principio, cioè la sintesi a priori, implica che la determinazione del NON-IO comporta a sua volta la determinazione di un IO determinato; quest’ultimo è però ben differente dall’IO Assoluto.
Quindi nell’IO Assoluto, l’IO limitato e il NON-IO limitato si oppongono limitandosi reciprocamente.
Questi tre principi non solo spiegano le tre categorie della qualità, affermazione, negazione e limitazione, ma anche l’attività conoscitiva e quella morale : la prima si fonda sull’aspetto per il quale l’IO viene determinato in conseguenza alla determinazione del NON-IO, che essendo la materia del conoscere, è il limite necessario della conoscenza; mentre la seconda si fonda sull’aspetto per il quale l’IO determina il NON-IO, perché l’IO, affinché si realizzi come libertà, deve superare i limiti posti dal NON-IO.
In questo senso, la ragion pratica risulta superiore alla ragion pura.
Secondo Fichte la legge morale è il legame che ci stringe al mondo intellegibile, mentre l’azione reale è l’essere nel mondo sensibile; la libertà unisce i due mondi perché ha il potere assoluto di determinare il mondo sensibile attraverso l’intellegibile.
E’ il NON-IO che stimola l’IO ad agire, per questo il peggiore dei mali è l’inerzia o l’inattività. Qui subentra il ruolo del dotto, il quale deve non solo impegnarsi a far progredire il saper, ma deve essere il migliore e con la sua attività essere d’esempio per tutti.
L’idealismo fichtiano è “etico” perché la legge morale e la libertà spiegano le scelte che l’uomo fa anche sulla filosofia; l’idealismo è infatti scelto da chi è spiritualmente libero, mentre il dogmatismo, da chi non lo è.
La filosofia di Schelling viene invece definita come idealismo estetico a causa della preminenza che vi viene accordata all’arte come attività per mezzo della quale è possibile cogliere l’Assoluto.
L’Assoluto è considerato come l’unità indifferenziata di Spirito e Natura, di IO e NON-IO. Il sistema della Natura è insieme il sistema dello Spirito; è la produzione di un’intelligenza inconscia, un’unica e identica forza, che opera dall’interno e si sviluppa gradualmente in senso teologico da gradi più bassi fino ad arrivare all’uomo; in lui si accende così la coscienza, e l’intelligenza raggiunge la consapevolezza. Questo ultimo stadio è il fine ultimo e il più alto livello della Natura, perché è nell’uomo che si desta lo Spirito. La Natura è lo Spirito visibile, mentre lo Spirito è la Natura invisibile. C’è dunque assoluta unità tra lo Spirito in noi , e tra la Natura fuori di noi.
L’attività conscia - inconscia dello Spirito e della Natura è l’attività estetica: il mondo oggettivo è la poesia dello spirito, e il mezzo universale della filosofia è l’arte della filosofia.
La filosofia trascendentale mostra l’identità dell’attività estetica; secondo Schelling, l’idealismo trascendentale è l’esame della filosofia della coscienza.
Due fondamentali attività si possono distinguere in questo :
1. L’attività reale è quella che produce all’infinito, produttrice e originaria dell’IO.
2. L’attività ideale è quella che, scontrandosi con il limite, prende coscienza.
Secondo Schelling l’Assoluto è l’identità originaria di IO e NON-IO, cioè di soggetto e oggetto, Spirito e Natura. E’ identità in quanto è infinita e comprende tutto ciò che è, quindi è l’UNO-TUTTO.
La genesi di tutte le cose è dovuta al distacco da Dio: in Dio c’è l’oscuro e il cieco, cioè la volontà irrazionale, e un principio positivo, la volontà razionale. Dio è la rappresentazione della vittoria del positivo sul negativo.
Per questo Schelling distingue la filosofia positiva da quella negativa:
la prima è una speculazione fondata sulla ragione, sulla religione e sulla rivelazione; è in relazione con la reale esistenza delle cose e implica la filosofia negativa. Quest’ultima è la speculazione fondata sulla ragione e verte sull’essenza delle cose.
I sensi attestano la molteplicità mentre richiamano all’unità della realtà assoluta; sia Fichte che Schelling cercano di superare questo molteplicità. Secondo Schelling, Fichte non realizza compiutamente il suo proposito; infatti egli afferma che grazie all’attività artistica, attività superiore, si può cogliere l’unità di Spirito e Natura sopra enunciata.

Elaborato da
Francesca de Tora

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