Democrito

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Testo

Democrito

Democrito diede una spiegazione scientifica e può essere considerato “il” vero scienziato.
Fu il primo ad anticipare il rapporto tra conoscenza sensibile e conoscenza razionale, una problematica affrontata già da Eraclito e da Parmenide.
Mentre per Eraclito il problema fu quello che la conoscenza fosse una conoscenza sostanzialmente sensibile, cioè nel riuscire a vedere la realtà nel suo continuo divenire, Parmenide ritenne che il divenire era un qualcosa di apparente perché era soltanto il modo in cui la realtà si manifestava; se noi riflettessimo sulla realtà ci accorgeremmo che essa non è fatta da tanti modi di essere ma è costituita da un principio unico che è il fatto di esistere, affermazione che si ci arriva soltanto attraverso il pensiero e la razionalità.
Democrito con la sua mente da scienziato cercò di conciliare queste due concezioni cercando di non metterle l’una contro l’altra.
Sostenne che la conoscenza sensibile era essenziale perché rappresenta il primo contatto con la realtà; perciò non si può formulare pensiero se prima non si un contenuto su cui pensare o riflettere.
I contenuti infatti vengono assimilati attraverso i sensi, i quali mettono in contatto con la realtà su cui operare un’attività razionale.
Quindi il concetto razionale e il concetto della sensibilità sono complementari.
Se ad esempio dobbiamo parlare del concetto di uomo, noi non parliamo dei singoli nomi di persone ma lo consideriamo come animale razionale e si ci arriva per mezzo dell’opera del pensiero, ma la ragione per essere in grado di elaborare pensiero era necessario che prima abbia avuto qualche esperienza e abbia conosciuto gli uomini attraverso i sensi.
Succede lo stesso con il computer che non “lavora” senza l’immissione dei dati.
Esempio anche dello scienziato che arriva alla legge attraverso l’osservazione e quindi dell’elaborazione attraverso il pensiero.
Perciò non possiamo formulare pensiero se prima non non si riferisce alla realtà per mezzo dei sensi.
Sulla base di questo principio che non possiamo elaborare pensiero senza l’osservazione Democrito si accorse che tutti gli enti occupavano un determinato posto. Ciò significa che ogni corpo per occupare dello spazio dovevano essere di materia e siccome fatte di materia potevano essere soggetti alla divisibilità.
Si accorse che però questa divisione poteva continuare fino a un certo punto arrivando a una particella con la proprietà di essere indivisibile; chiamò questa particella ATOMO (ciò che non è divisibile).
Arrivò all’atomo per pura e assoluta sperimentazione.
Certamente non avendo altri mezzi o basi scientifiche su cui basarsi si fermò a questo punto e individuò l’archè comune di ogni cosa nell’Atomo.
Ma come si mettono insieme gli atomi?
Democrito usò una spiegazione scientifica: all’interno di ciascun atomo c’era una forza centripeta (Forza Aggregatrice, intrinseca nell’atomo) la quale li attrae, ma non si attraggono sempre nello stesso modo e formano le diverse forme degli enti.
Quando invece un ente non c’è più avviene una forza uguale e contraria chiamata forza di Disgregazione.
Perciò c’è sempre un processo di Attrazione e di Repulsione, di Aggregazione e di Disgregazione.
Sono diversi anche in quantità gli atomi?
Democrito dice che il numero è sempre lo stesso e ciò che cambia è il modo in cui si aggregano e si disgregano. Anticipa così il principio di Levasiuer: nullo si crea o si ditrugge, ma tutto si trasforma.
Perciò tutto è retto da una causa (Aggregazione o Disgregazione) e da un effetto (Disgregazione o Aggregazione).
Tutto questo ciclo è ordinato poiché regolato da regole meccanicistiche (non c’è causa senza effetto o effetto senza causa o viceversa).
Ci fu una concezione del mondo materialistica e anche l’anima si considerò formata da materia; anche la conoscenza divenne materiale perché è elaborata dal cervello, ma per elaborare, i nostri occhi devono essere colpiti da un oggetto materiale.

Esempio