Critica del Giudizio, di Kant

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Testo

CRITICA DEL GIUDIZIO

Kant si propone di mediare fra il mondo nuoumenico e fenomenico; il fondamento è un intermediario tra l’intelletto (facoltà conoscitiva) e la ragione (facoltà pratica) che lui chiama Giudizio, una facoltà collegata al sentimento puro.

GIUDIZIO DETERMINANTE E RIFLETTENTE
Il giudizio è la capacità di pensare il particolare come contenuto nell’universale; si distinguono:
I GIUDIZIO DETERMINANTE, quando vengono dati sia l’universale che il particolare; l’oggetto viene determinato conoscitivamente
i GIUDIZIO RIFLETTENTE, quando viene dato il particolare, e il giudizio deve trovare la legge universale a cui riferirlo.
Il giudizio riflettente riflette sulle rappresentazioni degli oggetti per trovare l’accordo tra di loro e con il soggetto. L’universale proprio del giudizio riflettente è corrispondente alle Idee della ragione e al loro uso regolativi; nei singoli giudizi riflettenti per poter salire dal particolare all’universale che è da trovare ci serve un principio guida a priori, che è l’ipotesi della finalità della natura (=nella considerazione di tutto ciò che in essa è stato lasciato indeterminato dal nostro intelletto secondo un’unità quale avrebbe potuto stabilire un intelletto divino).

Possiamo trovare questo finalismo della natura in due modi differenti da cui derivano due tipi di giudizio riflettente:
GIUDIZIO ESTETICO, riflette sulla bellezza
GIUDIZIO TELEOLOGICO, riflette sull’ordinamento della natura

IL GIUDIZIO ESTETICO
Di fronte alla sua esistenza si pongono due problemi, stabilire che cosa sia il bello e quale sia il suo fondamento.
Cos’è il bello?
C bello è ciò che piace universalmente e senza concetto, cioè vale per ogni soggetto
la bellezza è la forma della finalità di un oggetto percepito senza la rappresentazione di uno scopo
d il bello è ciò che è riconosciuto, senza concetto, come oggetto di un piacere necessario, cioè è qualcosa che si impone agli uomini
Qual è il suo fondamento?
E’ il libero gioco armonico che l’oggetto produce nella nostre facoltà spirituali; è l’armonia prodotta dall’oggetto fra la fantasia e l’intelletto.

IL SUBLIME
Il sublime è affine al bello perché piace anch’esso “per se stesso”; ma mentre il bello riguarda la forma dell’oggetto, il sublime riguarda anche ciò che è informe e che implica la rappresentazione dell’illimitato, ed è un piacere negativo perché l’animo è alternativamente attratto e respinto dall’oggetto.
Il sublime non è nelle cose, ma è nell’uomo, che in questo sentimento tende ad abbandonare la sensibilità e a occuparsi delle Idee che contengono una finalità superiore.
Il sublime è di due tipi:
MATEMATICO, dato dall’infinitamente grande
DINAMICO, dato dall’infinitamente potente

IL GIUDIZIO TELEOLOGICO
Il giudizio teleologico considera la finalità della natura; come sia in sé, cioè noumenicamente, non possiamo saperlo poiché la conosciamo solo fenomenicamente. Però non possiamo fare a meno di pensarla finalisticamente organizzata, dato che in noi c’è una tendenza irrefrenabile a considerarla in questo modo.
Inoltre secondo i principi della ragione possiamo pensare l’uomo come scopo ultimo della natura sulla terra e tutte le altre cose naturali come un sistema finalizzato all’uomo.

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