Blaise Pascal

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Testo

BLAISE PASCAL
• CURVATURA ESISTENZIALE DEL PENSIERO:
Tra coloro che continuano il pensiero di Cartesio c’è Spinoza, Il mentre tra coloro che mettono in discussione Cartesio c’è Pascal.
GLI INTERESSI INIZIALI SCIENTIFICI: Nacque in Francia il 19 giugno 1623.
Si interessò alla matematica e alla fisica.
- A sedici anni compone “TRATTATO DELLE SEZIONI CONICHE”
- A 18 inventa una macchina calcolatrice facendo delle esperienze sul vuoto
Anche dopo la vocazione religiosa continua a interessarsi di scienza si occupò infatti della teoria della roulette, calcolo della probabilità, altre innovazioni.
VOCAZIONE RELIGIOSA: avvenne nel 1654. Fu trovato cucito nel suo vestito dopo la sua morte uno scritto, nonché il documento dell’illuminazione che si fece nel suo spirito.
PORT-ROYAL: Pascal entra a far parte dei solitari di Port-Royal, dove c’era già sua sorella Jacqueline.
L’abazia è una forma di comunità religiosa, senza determinate regole, dove i membri si dedicavano alla meditazione e allo studio.
DOTTRINA DEL GIANSENISMO: Tra i solitari di Port-Royal si affermarono le idee del vescovo CORNELIO GIANSENIO. L’Augustinus di Giansenio è un tentativo di cattolica, che prevedeva un ritorno alle tesi fondamentali di Agostino, ma soprattutto a quella della grazia.
Secondo Giansenio la dottrina agostiniana implica che il peccato originale ha reso l’uomo incapace del bene e inclinato necessariamente al male.
La grazia della salvezza viene concessa da Dio solamente agli eletti che sono molto pochi in tutto il mondo.
Giansenio contrapponeva questa tesi soprattutto a quella gesuitica secondo la quale la salvezza è sempre a portata dell’uomo, il quale possiede una grazia sufficiente in grado di salvarlo; era questa la tesi del gesuita MOLINARI, finalizzata nel conservare il massimo numero possibile di persone nella chiesa, anche quelle persone che avevano poca religiosità.
IL GIANSENISMO PREVEDEVA INVECE UNA SEVERITA’ MORALE E RELIGIOSA
(salvezza veniva raggiunta solo tramite la grazia divina riservata a pochi)
CONDANNA PAPALE: Una bolle di papa INNOCENZO 10 del 1653 condannò le 5 tesi dove vi era riassunta la dottrina dell’AUGUSTUS di Giansenio. La condanna fu accettata dai giansenisti, ma negarono k esse appartenevano a Giansenio e si ritrovavano nella sua opera.
Questa disputa continuò e dopo alcuni anni fu ripresa a Parigi alla facoltà teologica, dove intervenne Pascal.
Lui con lo pseudonimo di LUIGI DI MONTALTO pubblicò la sua prima lettera scritta a un provinciale da uno dei suoi amici intorno alle dispute attuali della Sorbona.
A questa seguirono altre 17 lettere, l’ultima è datata 1657.
LE LETTERE PROVINCIALI: Costituiscono un capolavoro di profondità e umorismo.
Nella Prima lettera Pascal controbatte la dottrina di MOLINARI.
Dalla 5 lettera in poi Pascal critica i gesuiti per i loro modi di fare poiché mettono a posto facilmente la coscienza dei peccatori e vengono incontro alle anime veramente pie con i loro direttori severi.
LA DIFESA GIANSENISTA DELLA TEORIA AGOSTINIANA DELLA GRAZIA: Nell’ultima lettera Pascal ribadisce la dottrina agostiniana della grazia. CALVINO e LUTERO dicevano che noi non collaboriamo x nessun modo alla nostra salvezza.
MOLINA invece non voleva riconoscere che la nostra collaborazione è dovuta alla grazia stessa.
Pascal invece dice che bisogna riconoscere con Agostino che le nostre azioni sono nostre a causa del libero arbitrio che le produce, e che le azioni sono anche di Dio, a causa della sua grazia, che fa si che sono prodotte dal nostro arbitrio. Dio ci fa fare ciò che gli piace facendoci volere ciò che potremmo non volere per nulla.
PENSIERI: Mntr pubblicava le lettere lavorò anche a un APOLOGIA (difesa) DEL CRISTIANESIMO k doveva essere la sua grande opera, ma non riuscì a terminarla perché di salute cagionevole morì il 19 agosto 1662 a 39 anni. I frammenti della sua opera vengono raccolti dai sui amici di Port-Royal e pubblicati come PENSIERI.

• PROBLEMA DEL SENSO DELLA VITA:
INTERROGATIVO SUL SENSO DELLA VITA E SUL MISTERO DEL NOSTRO ESSERE AL MONDO: Secondo Pascal la questione più importante dell’uomo è l’interrogativo sul senso della vita, di cui l’uomo ha una conoscenza tormentosa. Infatti afferma di non sapere ne chi lo abbia messo al mondo e ne che cosa sia il mondo, affermando di essere in un ignoranza spaventosa di tutto.
Pascal reputa mostruoso che gli individui occupati dalle mille faccende del vivere possano rimanere indifferenti a ciò che l’uomo è a se stesso.
Lo studio dell’uomo e quello di Dio e dell’anima secondo Pascal è il solo che sia appropriato all’uomo. Tutto il resto è SVAGO e INUTILE CURIOSITA’.
Secondo Pascal l’enigma della vita e dell’uomo si risolve solamente mediante la fede.
FILOSOFARE PASCALIANO: Viene definita apologetica la tendenza propria del filosofare pascaliano, che si proponeva di mostrare:
1. Il fallimento della scienza e della filosofia di fronte al problema del senso della vita.
2. La capacità invece del cristianesimo nel dare una risposta adeguata a questo problema.
L’interlocutore di questo filosofare è il eretico e il “Libero pensatore” contro quale pascal si sforza di far valere il cristianesimo come risposta al mistero dell’uomo.
• DIVERTISSEMENT, O STORDIMENTO DI SE:
CONCETTO DI DIVETISSIMENT: Con questo termine che deriva dal latino e vuol dire DISTRAZIONE o DIVERTIMENTO Pascal intende l’oblio e lo stordimento di se nella molteplicità delle occupazioni quotidiane e degli intrattenimenti sociali.
Costituisce quindi una fuga da se ottenuta tramite qualsiasi attività lavorativa o ricreativa. Secondo Pascal l’uomo fugge da due cose:
1. Dalla consapevolezza della nostra miseria. (infelicità costitutiva)
2. Dai supremi interrogativi sulla vita e la morte
L’uomo non riesce a stare senza in pieno riposo, senza passioni, senza divertimento e applicazioni, e allora sente il suo vuoto interiore. Dal fondo della sua anima allora usciranno immediatamente l’umore nero, la tristezza ma soprattutto la noia, attraverso la quale vengono rilevate all’uomo la miseria e la sua insufficienza.
LE OCCUPAZIONI HANNO IL COMPITO DI DISTRARRE L’UOMO DALLA SUA CONDIZIONE
L’UOMO NON CERCA LE COSE, MA LA RICERCA DELLE COSE: Da ciò deriva per esempio che il gioco, la guerra, le cariche elevate siano molto ricercate, ma non in vista della felicità bensì perché ci distraggono e ci distolgono dal pensare a quella condizione.
Noi non cerchiamo perciò mai le cose, ma la ricerca delle cose, e
non viviamo mai nel presente ma in attesa del futuro
il divertimento essendo una continua fuga da noi stessi x allontanarsi dal problema del senso della vita (un tentativo illusorio) non genera felicità.
Ma senza il divertimento saremmo nella noia totale e la noia ci spingerebbe a cercare un mezzo più solido per uscirne. Il divertimento però è piacevole e ci fa smarrire e arrivare insensibilmente alla morte.
L’UOMO PERO’ DEVE SAPERE ACCETTARE LA PROPRIA CONDIZIONE E TUTTO CIO CHE ESSA IMPLICA
Non deve chiudere gli occhi di fronte alla miseria.
• LIMITI DEL PENSIERO SCIENTIFICO, SPIRITO DI GEOMETRIA E FINEZZA:
Secondo Pascal la scienza presenza dei limiti strutturali sia in se che in relazione ai problemi dell’uomo.
LIMITE DELL’ESPERIENZA: il primo limite della scienza è l’ESPERIENZA, che frena e circoscrive i poteri della ragione che non sono mai assoluti come credeva Cartesio.
INDIMOSTRABILITA’ DEI PRINCIPI PRIMI: questo è il secondo limite della scienza poiché le nozioni che stanno alla base del ragionamento scientifico sfuggono al ragionamento stesso, NON E’ POSSIBILE REGREDIRE ALL’INFINITO x quanto riguarda i concetti.
La scienza incontra dunque dei limiti nello stesso dominio che le è proprio.
CUORE: il terzo limite è l’impotenza di fronte ai poteri esistenziali. Pascal contrappone alla ragione scientifica il cuore (comprensione istintiva) visto come un organo capace di captare gli aspetti più problematici dell’esistere.
IL CUORE HA LE SUE RAGIONI, CHE LA RAGIONE NON CONOSCE
ESPRIT DE GEOMETRIE ED ESPRIT DE FINESSE: la contrapposizione tra ragione e cuore viene espresso con il binomio “spirito di geometria” e “spirito di finezza”.
- SPIRITO DI GEOMETRIA: è la ragione scientifica che ha come oggetto le realtà fisiche e gli enti astratti della matematica. PROCEDE DIMOSTRATIVAMENTE.
- SPIRITO DI FINEZZA: ha per oggetto l’uomo e si fonda sul cuore, sul sentimento e l’intuito.
Le cose di finezza si sentono più che vedersi ma non si possono dimostrare completamente perché non si hanno i loro principi come si posseggono quelli di geometria.
Lo spirito di finezza non ha bisogno del RAGIONAMENTO DISCORSIVO perché l’oggetto è individuato al primo colpo.
LO SPIRITO DI GEOMETRIA RAGIONA INTELLETTIVAMENTE
LO SPIRITO DI FINEZZA COMPRENDE INTUITIVAMENTE
Sebbene lo spirito di finezza sia indispensabile anche per cogliere i primi principi delle scienze (si intuisce che i numeri sono infiniti) , il suo ambito specifico è il MONDO UMANO e le REALTA’ ETICO-RELIGIOSE
mentre dello spirito di geometria l’ambito specifico è IL MONDO DELLA NATURA e le FIGURE IDEALI.
- ELOQUENZA, MORALE, FILOSOFIA sono fondate sullo spirito di finezza perché solo giudizio sentimento e cuore realizzano un eloquenza PERSUASIVA, morale AUTENTICA, vera FILOSOFIA.
IMPOTENZA DELLA SCIENZA DI FRONTE PROBLEMI ESISTENZIALI: La scienza di fronte agli interrogativi umani è impotente ed estranea per questo in relazione ai destini dell’individuo risulta vana (illusoria/ingannevole).
Perciò la cosa più preziosa x l’uomo non è la scienza, ma la CONOSCENZA DELL’UOMO STESSO.
Bisogna conoscere se stessi
- DIVERTISSEMENT, O STORDIMENTO DI SE:
I FILOSOFI E IL PROBLEMA DI DIO
A differenza della scienza la filosofia si pone i problemi esistenziali e metafisici, però non li risolve.
Vediamo che i filosofia hanno indagato vanamente intorno all’uomo e hanno cercato inutilmente di dimostrare l’esistenza di Dio.
ESISTENZA DI DIO NON E’ RAZIONALMENTE DIMOSTRABILE: la pretesa dei metafisici di dimostrare l’esistenza di Dio a partire dalla natura è falsa poiché le MERAVIGLIE DEL CREATO COME IL CIELO O GLI UCCELLI
NON PROVANO DI PER SE L’ESISTENZA DI DIO.
Convincono solo chi già crede in DIO
Solo x chi crede interpreta ciò come opera divina, ma x chi nn crede ciò può essere interpretato anche senza Dio
Per Pascal l’esistenza di un creatore non è ne chiara e ne certa, ma è oscura quanto la sua inesistenza.
PROVARE L’ESISTENZA DI DIO E’ INUTILE: Le prove metafisiche dell’esistenza di Dio giungono a una divinità puramente astratta cioè a un DIO DEI FILOSOFI E DEGLI SCIENZIATI che appare inutile e lontano rispetto all’uomo
Dio visto come freddo ente di ragione e non un dio di amore e consolazione, Come il dio dei cristiani.
I FILOSOFI E LA CONDIZIONE UMANA
La filosofia non è solo incapace a risolvere la questione di Dio, ma anche a spiegare la CONDIZIONE DELL’UOMO DEL MONDO e IL NODO DI GRANDEZZA E MISERIA CHE LA COSTITUISCE.
POSIZIONE MEDIANA DEL’UOMO NELL’ORIDINE DELLE COSE: Nell’ordine delle cose secondo Pascal l’uomo è in una “Posizione mediana” cioè tra il grande e il piccolo, tra il tutto e il niente, tra la sapienza e l’ignoranza.
UN MISTO DI ESSERE E NON ESSERE
Questa medietà tra massimo e minimo trova riscontro anche nell’ORDINE PRATICO E DELLA CONOSCENZA.
POSIZIONE MEDIANA DELL’UOMO NELL’ORDINE DELLA CONOSCENZA: Nella scala del conoscere l’intelletto occupa lo stesso posto del corpo nella natura perché se in relazione all’essere si può dire che:
L’UOMO SIA E NON SIA INQUANTO E’ E’ IN MEZZO TRA IL TUTTO E IL NULLA
Così in relazione al sapere si può dire che:
EGLI CONOSCA E NON CONOSCA
L’uomo non si trova ne in una totale insipienza ne in una totale sapienza ma
In una via di mezzo tra l’ignoranza assoluta e la scienza assoluta
Non così ignorante da non sapere nulla e ne così dotto da sapere tutto.
L’UOMO ANCHE SE HA UN ILLIMITATO DESIDERIO DI CONOSCERE NON RIESCE A COGLIERE
IL FINE E IL PRINCIPIO DELLE COSE
Perciò deve accontentarsi di apprendere solo in parte qualcosa nell’universo, come succede per la scienza.
Tutte le nostre capacità sono limitate da due estremi, aldilà di quelli le cose ci sfuggono, questo perché i nostri sensi non percepiscono le cose estreme
(troppa giovinezza o poca vecchiaia e troppa o poca istruzione rendono impedito lo spirito).
Le cose estreme sono x noi come se non ci fossero, e anche noi siamo nei loro confronti come se non ci fossimo.
ESSE SFUGGONO A NOI E NOI A LORO
POSIZIONE MEDIANA DELL’UOMO NELL’ORDINE PRATICO: La stessa medietà che caratterizza l’uomo nell’ordine dell’essere e in quello del conoscere lo qualifica in relazione al bene e alla felicità.
L’UOMO SI PROPONE IL BENE E INSEGUE LA FELICITA’ TOTALE ma contemporaneamente risulta
incapace a realizzare effettivamente il bene, ottenendo la felicità.
L’UOMO COME DESIDERIO FRUSTRATO: Questa situazione mediana fa diventare l’uomo, un “desiderio frustrato” poiché desidera la verità e la felicità, ma si trova esistenzialmente impossibilitato a raggiungerle.
UOMO PRESO DA VOLERE E NON POTERE, DISSIDIO CON SE MEDESIMO, CHE HA QUALCOSA DI TRAGICO.
Da ciò deriva la sua miseria costruttiva
MISERIA E GRANDEZZA DELL’UOMO: nella condizione “paradossale” dell’uomo s’intrecciano miseria e grandezza, infatti se nell’uomo c’è una vocazione naturale verso un ordine superiore di essere e di valore, vuol dire che sono presenti in lui grandezza e nobiltà, che lo rendono grande nonostante la miseria.
• Anche la stessa coscienza della propria miseria è simbolo di grandezza, perché un verme x esempio non si riconosce misero, come lo è la presenza del pensiero in generale.
L’ESSENZA DELL’UOMO STA NELL’AMBIGUA COMPRESENZA DI MISERIA E DI GRANDEZZA che ne fa di lui un mostro incomprensibile un paradosso di fronte a se stesso, qualcosa di unico al mondo.
UOMO E’ UNA CANNA PENSANTE
(Molto soggetto per la lunghezza (esile) ai venti, esposto a varie direzioni)
ERRORE DELLA FILOSOFIA: Lo sbaglio della filosofia fu quello di aver OSCILLATO tra la:
- CELEBRAZIONE DELLA GRANDEZZA DELL’UOMO (x i dogmatici)
- E LA PUNTUALIZZAZIONE DELLA SUA MISERIA (x gli scettici)
Quella tra dogmatismo e scetticismo è l’alternativa prospettata dalla filosofia.
I filosofi poiché non furono capaci di spiegare la dualità insita nella nostra specie hanno cercato di annullarla eliminando l’uno o l’altro dei due termini.
Pascal sostiene che la paradossalità dell’uomo non va negata come hanno fatto i filosofi, ma bensì difesa, infatti Pascal sostiene che è pericoloso mostrare all’uomo la sua grandezza senza la sua miseria o viceversa.
I FILOSOFI E I PRINCIPI PRATICI
Secondo Pascal il fallimento della ragione filosofica avviene anche nel settore dei principi pratici e politici.
Gli uomini sulla base della ragione non sono stati in grado di stabilire le regole del vivere e del comportamento non riuscendo a rielaborare inoltre un’etica universale.
SU TUTTO CIO CHE SI RIFERISCE AL BENE REGNA DA SEMPRE LA MAX CONFUSIONE
- Per gli uomini comuni il bene sta nelle ricchezze e nel divertimento.
- X il filosofi il sommo bene è presente:
- X alcuni nella virtù o nel piacere o nella ragione oppure nella natura
- X altri non si può trovare o risiede proprio nella rinuncia a cercarlo.
Non appena si riflette su qualunque norma etica, si profilano dinanzi alla mente DUBBI INSOLLUBILI.
PRINCIPI ETICI DIPENDONO DA FATTORI EXTRA-ETICI: i principi universali del comportamento che gli uomini comuni considerano certi sono solo frutto di convenzione, abitudine, storia, interesse, forza o arbitrio.
RELATIVISMO E PASCAL: L a dialettica pasca liana volta a svelare l’inganno x cui nella mente degli uomini tutto ciò che è storico diventa naturale e ciò che è convenzione legge, si ispira ala pensiero scettico e a Montaigne.
Però per loro il relativismo è vista come un’arma filosofica x Pascal è solo uno strumento x mostrare come da sola la ragione non risulta in grado di fondare solide norme comportamentali.
Lui vuole umiliare la ragione per far posto alla fede, poiché senza il Vangelo l’uomo è destinato ad approvare allo scetticismo.
• META-FILOSOFIA E RAGIONEVOLEZZA DEL CRISTIANESIMO
A differenza della scienza la filosofia si pone i massimi problemi, però non li risolve.
I suoi limiti coincidono con i limiti stessi della ragione.
Secondo Pascal perciò l’unica vera filosofia è la META-FILOSOFIA consapevole dei limiti della filosofia.
“beffarsi della filosofia, filosofando davvero”
CRISTIANESIMO RISOLVE I NODI IRRISOLUTI DELLA RAGIONE: La meta-filosofia rappresenta per Pascal la cerniera che unisce RAGIONE e RELIGIONE, perciò è a servizio della fede, e
VEDE IL CRISTIANESIMO COME MESSAGGIO SOVRARAZIONALE perché risolve i nodi che la ragione non riesce a sciogliere da sola.
La filosofia di Pascal anche essendo sterile è fondamentale perché, lasciando insoluti i max problemi da stimoli a cercare le risorse altrove, PRECISAMENTE NELLA FEDE.
L’UOMO E’ UN PROBLEMA LA CUI SOLUZIONE SI TROVA SOLTANTO IN DIO
IL PECCATO ORIGINALE SPIEGA LA GRANDEZZA E LA MISERIA DELL’UOMO: Tra tutte le religioni, l’unica vera è quella cristiana poiché è l’unica in grado di fornire una risposta ai problemi dell’uomo.
(una religione è vera quando ha conosciuto la grandezza e la miseria e le rispettive cause)
Solo il CRISTIANESIMO e la dottrina biblica del peccato originale riescono a spiegare, parlando di caduta della nostra specie da una situazione paradisiaca, la condizione esistenziale dell’uomo.
Il fatto che un UNICO SOGGETTO accolga in se 2 OPPOSTI COME LA GRANDEZZA e la MISERIA
È un’assurdità oppure è
Il segno che l’uomo non è come dovrebbe essere, e che risulta privo di qualcosa che un giorno possedeva.
- Questo è come un sovrano decaduto che in esilio conserva il ricordo dello splendore e non può adattarsi all’idea di non possederli più, ed è così che è tormentato dalla nostalgia.
Nello stesso modo l’uomo pur avendo perduto dopo Adamo la VERITA, il BENE e la FELICITA’ avverte la loro mancanza.
..SIA LA SUA PERENNE INQUIETUDINE: La religione cristiana spiega anche la perenne inquietudine dell’uomo, che, nato per l’infinito cerca in vano nel finito la soddisfazione del proprio desiderio di felicità, dimenticando che il vuoto abissale dentro di se può essere colmato solo da Dio.
RAGIONEVOLEZZA DEL CRISTIANESIMO: il cristianesimo pur essendo un sistema “razionale”, cioè un corpo dimostrato di verità a cui si accede tramite l’intelletto è anche “ragionevole” cioè conforme alla ragione.
Anche se il cristianesimo è una fede e non una filosofia, aderisce alla ragione e riesce a chiarire ciò che essa non chiarisce, sollecitando dall’intelletto una sottomissione.
Perciò secondo Pascal la fede non è irrazionale poiché consiste nel credere in qualcosa che, pur essendo superiore alla ragione (meta-razionale) risulta l’unico modo x spiegare ciò che la ragione non spiega.
Solo la teoria cristiana della caduta giustifica la sa condizione di essere particolare che, essendo stato in rapporto con la verità, il bene e la felicità ne sente la mancanza e la nostalgia.
• “SCOMMESSA SU DIO”
Per mostrare la ragionevolezza della fede Pascal elabora il celebre argomento della scommessa, dove afferma che l’uomo deve scegliere tra il vivere come se dio ci fosse e il vivere come se dio non ci fosse (non può sottrarsi a questa scelta perché non scegliere, sarebbe una scelta negativa).
Poiché non si può provare che Dio esista o meno Pascal afferma che conviene scommettere sull’esistenza di Dio.
È un gioco dove bisogna considerare la POSTA e LA PERDITA/LA VINCITA.
- Chi scommette sull’esistenza di Dio se guadagna, guadagna tutto, se perde non perde nulla.
L’uomo deve scommettere su DIO perché in caso di perdita perderà solo beni finiti (piaceri mondani) e in caso di vincita, guadagnerà Dio, la beatitudine eterna.
La scommessa è molto vantaggiosa e conveniente perché la vincita è infinita e superiore alla posta.
Ogni giocatore AZZARDA CON CERTEZZA X GUADAGNARE CON INCERTEZZA.
Azzarda il finito x guadagnare incertamente il finito
A maggior ragione deve essere disposto l’uomo a rischiare la certezza del finito per l’incertezza dell’infinito.
(in un gioco dove ci sono uguali probabilità di vincere o di perdere)
- Questa dottrina non trovò molta accoglienza nell’ambito della filosofia moderna, perché poco chiara.
IMPEGNARSI NELLA FEDE CON TUTTO IL NOSTRO ESSERE: Pascal afferma che bisogna sforzarsi di entrare nel meccanismo della fede, facendo tutto come se si credesse (prendere l’acqua santa,, far dire messe..)
VOUS ABETIRA = vi instupidirà, vi abbruttirà
(Non bisogna convincersi aumentando le prove dell’esistenza di Dio, ma bensì diminuendo le passioni k ostacolano la fede)
Ciò farà tacere i dubbi indicendo l’abitudine alla fede.
Secondo Pascal l’uomo non può impegnarsi nella fede con la sola ragione, ma bensì con tutto se stesso anche in base alle sue abitudini e alle sue azioni.
(fede non deve investire soltanto lo spirito dell’uomo)
• DALLA RAGIONE ALLA FEDE, IL “CUORE” E DIO
Il cristianesimo è conforme alla ragione, ma non significa, secondo Pascal che esso:
1) Sia completamente riportabile alla ragione e giustificabile completamente grazie ad essa
2) Si fondi sulla ragione
1) CRISTIANESIMO NON E’DEL TUTTO RICONDUCIBILE ALLA RAGIONE: e per quanto riguarda il peccato originale Pascal dichiara le difficoltà e le offese alla ragione che vi sono implicite, pur ribadendo che solo l’accettazione di tale mistero rende comprensibile il mistero dell’uomo.
SALTO TRA RAGIONE E FEDE: X Pascal tra ragione e fede non c’è solo un passaggio, ma anche una rottura e un salto, dato che la logica della fede è x natura meta razionale.
CUORE COME ORGANO DELLA FEDE: L’organo della fede non è la ragione, ma il cuore, poiché la fede nonostante la sua ragionevolezza di base è qualcosa di extra-razionale.
Anche se il cuore definito da Pascal non è puramente sentimentale ed emotivo, sia che è inteso come specifica facoltà dell’infinito, sia come fiamma d’amore verso dio, è sempre qualcosa di diverso dalla ragione.
2) SI FONDE SULLA RAGIONE: la fede secondo pascal non è fondata sulla ragione, in quanto:
LA FEDE E’ UN DONO DI DIO E NON DEL RAGIONAMENTO
Tutto ciò rimanda alla visione giansenistica dei rapporti tra uomo e dio.
• RICERCA UMANA E GRAZIA DIVINA
L’impostazione giansenistica fa si che nell’opera di pascal alberghi un’ambiguità di fondo.
Da un lato da mlt importanza alla persuasione razionale degli intelletti e alla scelta della fede, delineando un’apologia del cristianesimo.
Dall’altro proclama che la fede è solo un dono di Dio e non una conquista dell’uomo e della mente, mettendo in forse il valore stesso dell’impegno apologetico.
Ciò è collegato alla sua ambigua concezione della grazia.
Pascal infatti afferma che le azioni dell’uomo:
- Da un lato sono sue mediante il libero arbitrio che le produce
- Dall’altro sono anche di Dio che in virtù della grazia fa si che la nostra volontà le generi.
LA VISIONE GIANSENISTA DELLA FEDE E LA TEORIA DEL DEUS ABSCONDITUS: La posizione di Pascal sulla grazia rimane sostanzialmente giansenista, cioè più vicina alle tesi protestanti.
Ciò spiega perché egli nonostante valorizzi la ricerca umana di fatto l’annulli, come dimostra la dottrina del DEUS ABSCONDITUS (dio nascosto) cioè che: DIO SI MANIFESTA E SI NASCONDE AL TEMPO STESSO risultando per gli uomini né evidente da non poter essere negato e ne occulto da non poter essere affermato.
Questa teoria sottolineando la problematicità di Dio nel manifestarsi nel mondo, sembra fatta apposta x attribuire all’uomo il merito o il demerito della fede.
Pascal lascia intendere che i segni attraverso cui Dio si manifesta acquistano la loro effettiva rilevanza solo x gli animi che, avendo già in se la grazia sono predisposti a raccoglierli.
E’ DIO CHE CI DA LA SENSIBILITA’ X CAPTARE LE SUE MANIFESTAZIONI
Scegliendo pochi eletti e lasciando nella grande massa dei dannati tutti gli altri
LA NEGAZIONE DELL’INIZIATIVA UMANA E LA PERDITA DI SENSO DELL’APOLOGETICA: L’ombra del mistero della predestinazione (Dio prevede e prepara le grazie a suo giudizio solo per alcuni, lasciando gli altri nella massa della perdizione) è così fitta da abolire ogni libera iniziativa da parte dell’uomo.
La stessa apologia del cristianesimo volta a persuadere lo scettico sulla ragionevolezza del cristianesimo, predisponendolo ad esso risulta essere priva di senso.
A meno di ammettere che l’apologia conservi il suo valore anche in una prospettiva giansenista, poiché potrebbe rientrare nei piani divini che qualcuno ottenga la fede tramite delle prove.
RISCHIO DEL MISTICISMO FIDEISTICO: Quest’ultima supposizione costituisce nient’altro che un ipotesi di salvataggio che accentua l’equivocità della posizione di Pascal che in virtù del suo giansenismo rischia di pervenire a un misticismo fideistico dove il problema dell’uomo sparisce come tale e il Pascal teologo mette a tacere il Pascal filosofo.
SINGOLARITA’ DEL PENSIERO DI PASCAL: Pascal occupa un posto rilevante nella filosofia e nella cultura dei moderni. Nonostante la curvatura religiosa della sua opera egli nella parte più propriamente filosofica del suo pensiero appare uno spirito universale.
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Esempio



  


  1. Jonnie

    You mean I don't have to pay for expert aivdce like this anymore?!