Bergson - pensiero ed opere

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Testo

BERGSON
VITA E SCRITTI
Bergson rappresenta la massima espressione dello spiritualismo francese ,anche se nella sua filosofia si trovano tratti dell’evoluzionismo spiritualistico.
Bergson analizza la coscienza, che considera come un’energia finita, condizionata e limitata dalle varie situazioni. In questo risiede la sua originalità rispetto allo spiritualismo, che invece considera la coscienza come un'’nergia infinita e illimitatamente creatrice.
Lo spiritualismo non ha tenuto conto della scienza, isolanbdo lòa cosicenza dalla fisicitò. Bergson invece tiene presente l’esistenza del corpo che comporta un’esistenza complessa e problematica per la coscienza.
Nacque a Parigi nel 1859 e morì nel 1941. Egli si dedica allo studio ,abbiamo detto, della cosicenza, in particolare cerc adi liberare dalle strutture intellettuali la vita della coscienza, studia i rapporti tra corpo e spirito: l’essenza dello spiritio è nella memoria, mentre il coirpo limita e sceglie i ricordi.
La sua opera prinicipale è l’Evoluzione creatrice, in cui illustra la natura della coscienza: è uno slancio vitale che si insinua nella materia e la domina rimandendone però condizionato.
TEMPO, DURATA E LIBERTA’
Una delle teorie più originali di Bergson è la distinzione tra tempo della scienza e tempo della vita.
Il tempo della scienza è fatto di istanti differenti solo quantitativamente, mnetre il tenpo vissuto è diuverso anche qualitativamente. Il tempo della fisica può essere reversibile, perché un esperimento può essere ripetuto un unmero indefinito di volte, mentre il tempo della vita è fatto di momenti irripetibili. Il tempo della scienza è fatto di momenti distinti l’uno dall’altro, mentre il tempo dell’esistenza è costituito da momenti che si compenetrano uno nell’altro.
Praticamente, il tempo della scienza è qualcosa di astratto, mentr equello della vita è concreto: il primo è una collana di perle sempre ugugale, il secondo una valanga. Il tempo della vita è una creazione continua, perché vivere vuol dire mutare, mutare vuoil dire maturare e maturare vuol dire creare indefinitivamente sé stesso.
La vita spirituale è libertà: coloro che ritengono che ogni azione spirituale sia necessariamente determinata dalle sue cause sbaglia, perché considera causa e azione come due fatti distinti, mentre alla luce della cosicenza tutto è presentato come un processo unico e continuativo. Non si può dire che l’anima è determinata da un sentimento particolare, perché tutti i sentimenti si compenetrano e ognuno di essi rappresetna tutta l’anima. Allora l’anima sarà determinata sì da uno di essi, ma poiché anche uno solo rappresenta tutto, allora si dice che l’anima si determina da sé e dunque è libera.
La libertà ammette dei gradi. Ad esempio, sentimenti e idee che vengono da una cattiva educazione formano l’io parassitario che si sovrappone all’io fondamentale limitandone la libertà. Per questo molti vivono senza conoscere la libertà.
SPIRITO E CORPO: MATERIA E MEMORIA
Bergson ritiene che la dottrina dell’evoluzionismo spiritualistico sia identica a quella dell’evoluzio-nismo materialistico. Contro l’equivalenza di psichico e fisico è diretta l’opera Materia e memoria.
Innazitutto respingesia il realismo che l’idealismo per quanto riguarda la realtà della materia: dal realismo riprende la teoria che l’oggetto esiste indipendentemente dsalla coscienza, dall’ideali-smo che l’oggetto è identico al dato sensibile.
Proprio così, come abbiamo sempre pensato tutti: l’oggetto è un’immagine esistente.
Il nostro corpo è un’immagine speciale, l’unica che può agire, attraverso la percezione sulle altre.
Ciò stabilisce un’immediata differenza tra percezione e ricordo: in genre si pensa che la differenza sia di grado, ossia che il ricordo sia una percezione sbiadita. Invece la differenza è di natura: la percezione è la potenza d’azione ed è sempre attuale, il ricordo guida la percezione, ma diventa attuale solo nell’atto della percezione stessa (tre momenti: ricordo puro, ricordo immagine, percezione). La funzione del corpo è quella di conduttore fra gli oggetti che agiscono su di esso e quelli su cui agisce.
Il ricordo, in quanto è continuamente attratto dalla percezione, non ha un punto in cui si fissa, perciò è una spiritualità indipendente.
Al dualismo di copro e spirito, dunque, Bergson ha sostituito quello di percezione e memoria (che si identifica con la durata).
LO SLANCIO VITALE
Per risolvere questo dualismo, Bergson dimostra che il mondo della percezione, in quanto mondo di immagini spaziali e quindi oggetto di scienza, si foma in virtù del processo temporale.
Innazitutto riporta la vita biologica alla vita reale: la vita è sempre creazione, imprevedibilità e conservazione del passato, sia per l’uomo che per la natura. Ma mentre noi abbiamo dovuto scegliere le vie della nostra ecoluzione perché possiamo vivere una sola vita, la natura si è potuta evolvere in tutte le vie che si sono presentate senza bisogno di scelta, anche se alcune di queste vie si sono poi dovute bloccare.
L’unità della vita non significa che fra le biforcazioni possibili c’è un’unità logica, perché si tratta di biforcazioni imprevedibili e libere. L’unità si realizza mano a mano che si cresce, è l’unità dello slancio vitale. Lo slancio vitale determina tutti i cambiamenti della vita, anche quelli che si trasmettono per via ereditaria. Lo slancio vitale si suddivide cioè in specie e individui e orgasni che lo compongono.
Lo slancio vitale è paragonato all’azione di una mano all’interno della limatura di ferro: la mano penetra nella limatura di ferro e ad un certo punto si ferma. Supponiamo che la mano sia invisibile: i meccanicisti direbbero che la forma
assunta deriva da un’azione delle picocle parti di limatura di ferro una sull’altra; i finalisti direbbero che un piano d’insieme ha poertato alla disposizione di ogni limatura. La verità è che si tratta di un’azione nidivisibile, quella della mano nella limatura. Studiare il dettaglio dei grani non serve. Così per lo slancio vitale, che si suddivide in tutte le branche possibili che devono essere studiate assieme ad esso.
La presenza dello slancio vitale spiega perché a volte l’evoluzione ha portato alla formazione di organi complicatissimi anche per delle semplici funzioni: l’evoluzione non è solo determinata da cause meccaniche (che seguirebbero la legge del minimo sforzo).
La prima biforcazione dello slancio vitale è stata quella tra animale e pianta: il vegetale fabbirca sostanze organiche da quelle inorganiche, mentre gli animali sono obbligati a cercare le sostanze organiche ed hanno perciò sviluppato delle caratteristiche dioverse, come la locomozione e una coscienza più sveglia. Lo stesso slancio che ha dato i centri nervosi all’animale ha dato la funzione clorofilliana alla pianta.
L’evoluzione dei Vertebrati verso l’uomo, però, è stata guidata dall’intelligenza e non dall’istinto.
ISTINTO E INTELLIGENZA
Istinto e intelligenza sono due tendenze diverse ma strettamente connesse.
L’intelligenza è la facoltà di fabbricare strumenti artificiali, l’istinto è la facoltà di utilizzare o costruire strumenti organizzati.
L’uomo deve inanzitutto costruirsi degli strumenti per colmare le sue deficienze. L’intelligenza umana è perciò finalizzata alla costruzione di strumenti inorganici, perciò si trova a proprio agio sono quando ha a che fare con materiale inorganico. Per questo comprende solo ciò che è solido, discontinuo e immobile, mentre non comprende il movimento, il divenire e la vita.
Per bergson il funzionamento dell’intelligenza umana è come un meccanismo cinematografico:

essa scatta delle istantanee del divenire e lo studia nei suoi movimenti immobili. Naturalmente sbaglia e non coglie il senso della vita, che non può essere studiata in istanti singoli.
Tuttavia l’intelligenza non si separa mai completamente dall’istinto. Il ritorno all’istinto è l’intuizione. L’intuizione è un istinto consapevole di sé stesso.
Che sia possibile la presenza dell’intuizione èp dimostrato dall’arte. Però l’arte rigurda soltanto alcune parti dela vita. Si può concepire una ricerca orientata nello stesso senso dell’arte e che abbia per oggetto la vita in generale: la metafisica.

SOCIETÀ, MORALE E RELIGIONE
Anche i lmondo sociale deriva dall’evoluzione, per cui si ripropongono le ambiguità che hanno contrassegnato la vita biologica: la scelta tra immobilità e slancio vitale.
Esistono infatti società chiuse nelle quali l’individuo agisce come part edel tutto ed ha un piccolissimo margine di libertà, e società aperte, nelle quali si manifesta lo sforzo creatore della vita. Nel primo tipo di società domina la morale dell’obbligazione fondata sulle abitudini del corpo sociale e tendente alla conservazione, mentre nelle società aperte domina la morale assoluta, come quella dei santi o dei sapienti, che guarda a tutta l’umanità e tende al progresso.
A queste due diverse morali corrispondono due tipi di religione: la religione statica che mediante miti e superstizione cerca di proteggere l’uomo dalla paura, è una reazione difensiva dell’intelligenza contro la natura; e la religioen dinamica (o misticismo).
Una religione di tal genere è posseduta solo da uomini geniali, ma cerca di comunicare con tutti gli uomini. Si tratta di una presa di contatto con la vita e di ocnseguenza con lo sforzo creatore: Dio. Attraverso il misticismo, cioè, l’uomo si inserisce nello slancio creatore della vita e lo continua lui stesso.
L’uinca prova dell’esistenza di Dio è la sua presenza in ogni religine mistica. I mistici cristiani sono comunquie superiori agl ialtri mistici perché insistono sull’amore. L’amore spiega la molteplicità degli esseri viventi che sono diversi appunto perché possono ritrovaris e amarsi nell’unità dello slancio creatore.
Per correggere la società Bergson spera nell’avvento di una qualche presenza mistica. Infatti la tecnica moderna, estendendo la sfera d’azione dell’uomo sull antura, ne ha in un certo senso esteso il corpo. Ora c’è bisogno di un supplemento d’anima, possibile solo con il mistico.

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