Bacone: profeta della tecnica

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Testo

BACONE
Bacone è passato alla storia della filosofia come il profeta della tecnica, infatti la sua opera più importante ”Novum organum” traccia le linee essenziali del nuovo mondo di intendere la scienza vista come attiva e operante al servizio dell’uomo perché l’uomo perché l’uomo avesse così il dominio di ogni parte della natura. Bacone nasce nel 1561 a Londra, il padre era guardia sigilli della regina Elisabetta. Studiò a Cambrige e viaggiò per arricchire la sua cultura. Tornato in Inghilterra, si diede alla carriera politica sotto il regno di Giacomo I Stuart. Fu ritenuto colpevole di corruzione ed ebbe l’esclusione da tutte le cariche politiche. Trascorse gli ultimi anni della sua vita tra gli studi e morì nel 1626. l’immagine di Bacone è quella di un uomo abile e senza scrupoli ma comunque dedito alla scienza e ad elaborare un progetto scientifico che portasse il metodo sperimentale in tutti i campi della realtà. Sulla falsa riga di Thomas Moor vagheggiò una città perfetta, un vero e proprio paradiso della tecnica. L’opera dal titolo “Nuova Atlantide” rimase incompiuta. Il suo più grande sogno era quello di un progetto di un enciclopedia delle scienza, capace di rinnovare completamente la ricerca su base sperimentale. Galileo vide un limite nel metodo baconiano, che parlava di un’organizzazione delle scienze. Tale metodo era tecnico-sperimentale ma privo dell’inserimento della matematica, basilare in un progetto scientifico. Infatti alla base di tutte le scienze c’è la matematica. Il punto di partenza della sua opera è la fiducia nell’uomo visto come protagonista della scienza e della tecnica. L’uomo deve però avere piena conoscenza della natura. L’uomo deve osservare la scienza che sta alla base di ogni rinnovamento e progresso futuro. Per Bacone l’uomo deve saper sfruttare la capacità degli uomini e per far ciò deve partire da un presupposto: Sapere è Potere. L’uomo che sa, che possiede un sua cultura può agire. Lo stesso Protagora aveva affermato che l’uomo è misura di tutte le cose, anche Anassagora aveva parlato della capacità dell’uomo ovvero il possesso delle mani. Con Bacone ridiamo dunque la dignità all’uomo come protagonista del sapere. Bacone dice che per essere protagonisti in modo positivo del progresso bisogna partire dal presupposto che la verità è figlia del tempo non dell’autorità. Questa è una chiara allusione agli aristotelici criticati dai naturalisti e dunque anche da Bacone.
Bacone nel “ Novun organum” parla di un metodo tecnico-sperimentale diviso in due parti: Pars Destruens, e Pars Costruens. La prima vuole togliere tutti quelli che sono considerati errori chiamati ”idola” da Bacone. Gli idola sono di quattro specie:
➢ Idola della Tribù: errori dovuti alla natura umana in generale;
➢ Idola della Caverna: errori dovuti alla natura pecularia di ciascun individuo;
➢ Idola del Mercato: errori dovuti alle reciproche relazioni del genere umano per mezzo del linguaggio;
➢ Idola del Teatro: errori dovuti alle teorie dei filosofi o alle cattive regole delle dimostrazioni.
Pars Destuens = eliminazione degli ostacoli che si contrappongono durante il metodo tecnico-scientifico.
Se noi diciamo Sapere è Potere dobbiamo capire quelli che sono gli errori fatti e li possiamo eliminare dicendo che la “verità è figlia del tempo non dell’autorità”, dobbiamo dire che tutti gli errori fatti ci fanno capire che quest’autorità non va più bene. Dobbiamo dunque creare un nuovo metodo che nella prima parte deve eliminare gli errori del passato, perchè si pensavano di poterne sostituire solo alcuni e così non va bene perchè è come quando le fondamenta di un edificio non sono solide, e quindi l’edificio crolla. Gli errori Bacone li chiama “IDOLA”.
➢ IDOLA SPECUS: “errori della caverna” dipendono dall’educazione, dalle abitudini e dai casi fortuiti in cui ciascuno viene a trovarsi; quasi come se ogni uomo avesse nel suo interno una spelonca o una caverna che distorce il lume della natura.
➢ IDOLA TRIBUS: Sono comuni a tutti gli uomini mentre gli idola specus sono propri di ciascun individuo. Gli idola tribus non sono altro che disposizioni naturali e finiscono per pretendere dalla natura un armonia maggiore di quella che c’è dando più importanza a dei concetti piuttosto che ad altri. Si è sempre come impazienti di procedere oltre quello che ci è dato pretendendo che la natura si adatti alle nostre esigenze respingendo ciò che di essa non ci conviene. Gli idola tribus e gli idola specus sono presenti perchè radicati nella natura. Oltre a queste due specie di idola, considerati naturali, ci sono quelli “avventizi” (che vengono da fuori) e sono di due specie: “Idola Fori” e “Idola Theatri”.
➢ IDOLA FORI: derivano dal linguaggio perchè nascono Da dispute verbali lunghe e insolubili, attraverso le quali gli uomini credono di imporre le proprie ragioni con le parole; il più delle volte nascono da false teorie. Sono così detti perchè generati da convenzioni umane rese necessarie dai rapporti tra uomo e uomo. L’ultimo genere di pregiudizi e quello degli idola Theatri.
➢ IDOLA THEATRI: Derivano dalle dottrine filosofiche del passato e da dimostrazioni errate. Bacone li chiama così perchè paragona i sistemi filosofici del passato a favole che sono o mondi fittizi o scene di teatro. Fra le cause che impediscono agli uomini di liberarsi dagli idola, Bacone pone in primo luogo la riverenza per la sapienza antica. Ma, sostiene Bacone, una cosa è la riverenza e il rispetto e una cosa è arricchire la nostra conoscenza nel corso del tempo. La verità, sostiene Bacone, è figlia del tempo non dell’autorità. Il metodo Baconiano si basa sull’induzione ma la sua induzione è diversa da quella aristotelica. L’induzione per Bacone si fonda e sull’eliminazione di casi particolari, perchè solo così si giungerà alla determinazione della vera natura e della vera legge del fenomeno. Questa induzione procede senza salti per gradi: risale gradualmente dai forti particolare ed assiomi generalissimi.

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