Una lite tra gli dei

Materie:Appunti
Categoria:Epica

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Testo

UNA LITE TRA GLI DEI

Teti disse così e Zeus non le rispose; la ninfa si gettò ai piedi del dio e ripeté la supplica: “ Dammi un segno veritiero oppure rifiuta – non devi aver paura- affinché sappia quanto sono la disprezzata tra tutte le dee”.
Allora le disse seccato Zeus: “ Ah! Che situazione terribile! Con queste parole ingiuriose m’indurrai a litigio con era. Senza motivo ella lotta sempre con me, sostenendo che aiuto i troiani in battaglia. Ma ora allontanati, così che Era non se ne accorga: esaudirò la tua preghiera. Ecco: farò con il capo il cenno da parte mia che per gli immortali è il massimo segno; quello che io ho promesso non lo disdico, non può ingannare, non resta incompiuto”.
Disse così e con le nere sopracciglia Zeus accennò, le chiome divine del re si scompigliarono: scosse tutto l’Olimpo. I due si lasciarono: ed ella si tuffò nel mare dall’olimpo, Zeus andò alla sua casa: tutti gli dei si alzarono; nessuno osò attendere che giungesse, ma tutti lo ricevettero in piedi.
Il dio si sedette sul trono; ma era vide e comprese che Teti aveva tramato con lui. Si volse subito a Zeus con modo pungenti: “ Chi degli dei ha tramato con te? Ti è sempre caro stare in disparte e decidere complottando in segreto; mai ancora mi hai detto quello che pensi con animo aperto!”.
Le disse allora il dio: “ Era, non sperare di sapere tutti i miei piani. Non puoi capire anche se sei mia sposa. Quello che è conveniente sapere lo saprai prima degli altri dei e degli uomini, quello che voglio meditare, non stare ad indagare”.
Lo ricambiò era: “ Tremendo figlio di Crono, cosa stai dicendo? Anche troppo non ho indagato, non puoi certo dire che non mediti in pace. Temo però in cuore che Teti ti abbia incantato. All’alba ti si è seduta vicino, ti ha supplicato. A lei – sospetto- hai promesso che onorerai Achille, perderai molti Achei!”.
Ricambiandola parlò Zeus: “ Oh sciagurata, sempre sospetti, in nulla ti sfuggo; eppure non potrai nulla, anzi sarai sempre più lontano dal mio cuore. Se anche ho deciso così tu non potrai metterlo in discussione. Siedi senza parlare, obbedisci al mio ordine;: non ti saranno d’aiuto gli altri dei quando ti avvento le mani invincibili.”
Efesto si mise a parlare tra loro, rasserenando sua madre. “ Maledetta sarà la faccenda se voi due contenderete così per dei mortali, nemmeno il banchetto darà più gioia. A mia madre, benché già aggia, darò un consiglio: porta dolcezza al caro padre perché mai più si irriti e turbi il banchetto. Perché altrimenti Zeus, essendo il più forte, potrebbe gettarla giù dal seggio. Ma tu rivolgiti a lui con dolci parole: allora sereno e buono sarà con noi Zeus”. Egli parlava così e zoppicando porse alla madre la duplice coppa e diceva: “ Abbi pazienza, o madre, sopporta, benché arrabbiata, perché io no debba vederti picchiata: allora non potrò proteggerti: difficile è Zeus da combattere! Già un’altra volta, mentre volevo difenderti, mi prese per un piede e mi gettò dalla soglia sacra; caddi per tutto un giorno, al tramonto atterrai in Lemmo ed ero vivo per miracolo. Là appena caduto mi raccolsero i Sinti”.
Disse così: ed Era rise e prese di mano al figlio la coppa; ed anche agli altri dei versava il nettare, attingendolo dal grande vaso. Tutti gli dei risero quando videro Efesto affannarsi per la sala! Banchettarono tutto il giorno godendosi la beatitudine della vita immortale, ascoltando la musica di Apollo e il canto armonioso della Muse.
Quando il sole tramontò, ciascuno andò alla sua dimora, fabbricata ad ognuno da Efesto. Zeus andò al suo letto, là dove il sonno lo prende. E qui si distese vicino era.

Esempio



  


  1. Antonella

    Un breve riassunto sulla lite coniugale tra gli dei