Materie: | Appunti |
Categoria: | Economia Aziendale |
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Testo
RENDICONTO FINANZIARIO DELLE VARIAZIONI DI LIQUIDITA’ IMMEDIATA NETTA
E’ un importante rendiconto finanziario , utilizzato con funzione di completamento delle informazioni finanziarie di bilancio in misura maggiore rispetto al rendiconto di capitale circolante netto .
Infatti la liquidità immediata netta è considerata una grandezza più rappresentativa della dinamica finanziaria d’impresa, perché calcolabile in modo oggettivo e senza dover ricorrere a valutazioni soggettive. Il capitale circolante netto, invece, viene quantificato con criteri di soggettività, perché esiste un certo margine di incertezza nella individuazione delle attività correnti ( crediti liquidabili entro l’esercizio successivo) e delle passività correnti (debiti esigibili entro l’esercizio successivo),a causa della inevitabile previsione sulla gestione futura su cui si fonda tale individuazione. La liquidità immediata netta verrà d’ora in poi indicata con la sigla LIN e si determina nel seguente modo:
DISPONIBILTA’ LIQUIDE nell’attivo corrente(C)di stato patrimoniale obbligatorio
- BANCHE C/C PASSIVE nei debiti(D) di stato patrimoniale obbligatorio
= LIQUIDITA’ IMMEDIATA NETTA
La variazione grezza subita dalla LIN nell’arco di un esercizio si chiama
CASH FLOW ( flusso di cassa) e , a seconda del segno che assume ,si distingue in :
- CASH INFLOW = se il flusso di cassa è positivo, rappresenta cioè un incremento ;
- CASH OUTFLOW = se il flusso di cassa è negativo,rappresenta cioè un decremento
Dal punto di vista operativo, il procedimento di redazione del rendiconto di LIN differisce da quello di redazione del rendiconto di CCN, a causa di due circostanze:
1)il diverso contenuto dei costi e ricavi non monetari
2)la presenza di flussi di cassa connessi a componenti di reddito iscritti in conti economici di esercizi diversi da quello preso in esame ( precedente o successivo)
1)Con riferimento ai costi e ricavi non monetari si osserva che:
-per il CCN sono quelli iscritti in CE , ma che non hanno fatto variare né le attività né le passività correnti
-per la LIN sono quelli iscritti in CE , ma che non hanno fatto variare né le disponibilità liquide né i conti correnti bancari passivi.
Le attività correnti sono una grandezza più consistente delle disponibilità liquide, perché comprendono anche i crediti a breve scadenza, oltre ai ratei e risconti attivi e alle rimanenze di magazzino e le passività correnti sono più elevate dei conti correnti bancari passivi,perché comprendono anche i debiti a breve scadenza , oltre ai ratei e risconti passivi. Pertanto nell’analisi dei flussi di liquidità immediata netta si verifica un ampliamento dei costi e ricavi non monetari.
Un costo o ricavo monetario per il CCN può non esserlo per la LIN. Quindi:
il numero dei costi e ricavi non monetari per la LIN è maggiore di quello del CCN:
ad esempio i costi d’acquisto e le spese per servizi sono sempre costi monetari per il CCN, perché, anche se non sono stati pagati, hanno originato un incremento dei debiti verso fornitori, quindi delle passività correnti e, quindi,una diminuzione del CCN; al contrario, per la LIN, gli stessi costi sono monetari ,solo se hanno originato un decremento delle disponibilità liquide o un incremento dei conti correnti bancari passivi .Per la LIN è quindi indispensabile distinguere i costi che sono stati pagati , che sono monetari, da quelli che non hanno ancora originato un esborso finanziario, che sono non monetari.
Analogo discorso vale per i ricavi di vendita , che per il CCN sono sempre monetari, mentre per la LIN lo sono solo se sono stati riscossi.
2) Con riferimento alla presenza di flussi di cassa connessi a costi e ricavi iscritti in conti economici di esercizi diversi da quello esaminato, notiamo che:
è necessario distinguere gli impieghi di LIN, che consistono nei flussi in uscita originati dal pagamento di costi maturati economicamente in esercizi precedenti (pagamento di debiti sorti in esercizi precedenti) o successivi ( pagamento anticipato di costi che , non essendo di competenza dell’esercizio, vengono sospesi mediante la tecnica dei risconti), da quelli originati dal pagamento di costi sorti nell’esercizio.
Analogamente , le fonti di LIN, che consistono in flussi in entrata , vanno distinti a seconda che rappresentino la riscossione di ricavi di esercizi precedenti o successivi o di ricavi sorti nell’esercizio.
In altre parole i flussi di LIN connessi alla gestione reddituale non si esauriscono ai componenti di reddito iscritti nel conto economico, che hanno originato movimenti finanziari, ma comprendono anche i costi e ricavi iscritti in conti economici di esercizi diversi da quello esaminato ( esercizio precedente o successivo)e regolati finanziariamente nell’esercizio preso in considerazione.
La ricostruzione dettagliata dei flussi di liquidità immediata netta originati dalle caratteristiche operazioni d’esercizio, in connessione alla gestione reddituale, risulta estremamente laboriosa e attuabile solo attingendo alle informazioni provenienti dalla contabilità.
Allo scopo di semplificare la procedura di calcolo del cash flow connesso alle caratteristiche operazioni d’esercizio per l’analista interno e rendere possibile tale calcolo all’analista esterno, viene adottata un’ipotesi semplificatrice ,che non richiede alcuna indagine contabile.
Il rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità immediata netta , basato su tale ipotesi semplificatrice, si dice RENDICONTO FINANZIARIO DELLE VARIAZIONI DI LIQUIDITA’ IMMEDIATA NETTA IN FORMA SINTETICA e fornisce informazioni attendibili , perché il procedimento sintetico di determinazione del cash flow connesso alla gestione reddituale non altera la significatività dei risultati che si otterrebbero con il procedimento analitico, basato sulle informazioni dettagliate fornite dalla contabilità.
Il rendiconto finanziario di liquidità immediata netta individua e distingue due flussi :
-IL FLUSSO DI LIQUIDITA’ DELLA GESTIONE REDDITUALE
in quanto originato dalle caratteristiche operazioni d’esercizio, si chiama:
CASH FLOW OPERAZIONALE
-IL FLUSSO DI LIQUIDITA’ DELLA GESTIONE PATRIMONIALE
in quanto originato dai movimenti nelle immobilizzazioni, nel capitale netto e nei debiti a medio lungo termine,si chiama:
CASH FLOW EXTRAOPERAZIONALE
Il cash flow extraoperazionale di liquidità immediata netta coincide con il flusso di capitale circolante netto originato dalla gestione patrimoniale, perché viene ricostruito analizzando le variazioni finanziarie nelle voci patrimoniali delle immobilizzazioni, del capitale netto e dei debiti a medio-lungo termine.
Il cash flow operazionale viene quantificato , analogamente al flusso di CCN della gestione reddituale, con procedimento indiretto, cioè partendo dall’utile risultante dal conto economico .
Tuttavia, i costi ed i ricavi non monetari ,che devono essere eliminati dall’utile, sono più numerosi di quelli già visti per il capitale circolante netto.
Per evitare complesse e laboriose indagini contabili, inaccessibili all’analista esterno,viene adottata un’ ipotesi semplificatrice, che raggiunge due obiettivi:
-depura l’utile dei costi e ricavi che, pur essendo stati iscritti nel conto economico, non hanno originato alcun movimento nelle disponibilità liquide e nei conti correnti bancari passivi
- prende in considerazione nel cash flow operazionale anche i flussi di cassa derivanti da componenti di reddito , che pur non avendo partecipato alla determinazione dell’utile nell’esercizio in esame, perché sono stati rilevati in conti economici di esercizi precedenti o saranno rilevati in conti economici di esercizi successivi, hanno movimentato nell’esercizio in esame le disponibilità liquide e i conti correnti bancari passivi.
L’ipotesi semplificatrice consiste nel considerare pagati tutti i costi e riscossi tutti i ricavi iscritti nel conto economico e che hanno fatto variare le attività correnti e le passività correnti ( quindi monetari per il CCN ) ,in modo da ricostruire i costi e ricavi non monetari per la LIN e i flussi di cassa connessi a costi e ricavi di competenza economica di esercizi precedenti o successivi tramite LE VARIAZIONI GREZZE VERIFICATESI NELL’ESERCIZIO NELLE VOCI CHE FANNO PARTE DEL CCN, MA NON DELLA LIN.
Tali voci sono :
1) per le attività correnti : i crediti a breve scadenza , compresi i crediti verso i clienti,i ratei attivi, i risconti attivi e le rimanenze finali di magazzino
2) Per le passività correnti : i debiti a breve scadenza, compresi i debiti verso fornitori, i ratei passivi e i risconti passivi.
I crediti verso clienti,le cambiali attive ed in generale tutti i crediti a breve possono essere aumentati o diminuiti :
a)il loro incremento rispetto alla fine dell’esercizio precedente per semplicità si ipotizza coincidere con l’ammontare di ricavi iscritti in CE nell’esercizio in esame, ma non ancora riscossi, quindi non monetari per la LIN. Per tale motivo l’incremento dei crediti a breve viene tolto dall’utile in occasione del calcolo del cash flow operazionale con procedimento indiretto .
b)Il loro decremento rispetto alla fine dell’esercizio precedente per semplicità si ipotizza coincidere con l’ammontare delle riscossioni avvenute nell’esercizio di ricavi iscritti in conti economici di esercizi precedenti, che, pertanto, rappresenta una fonte di liquidità immediata netta. Per tale motivo il decremento dei crediti a breve viene aggiunto all’utile.
I ratei attivi rappresentano crediti per ricavi che sono maturati economicamente , ma che verranno riscossi finanziariamente nell’esercizio successivo:
a)il loro incremento rispetto alla fine dell’esercizio precedente si considera coincidere con ricavi iscritti in CE ma non ancora riscossi e ,quindi, non monetari per la LIN. L’incremento del ratei attivi , pertanto , si toglie dall’utile.
b)Il loro decremento si considera coincidere con ricavi iscritti in CE dell’esercizio precedente e riscossi in quello preso in esame. Pertanto rappresenta una fonte di LIN e deve deve essere aggiunto all’utile.
I risconti attivi rappresentano costi che sono stati pagati nell’esercizio, ma che non sono di competenza dell’esercizio:
a) il loro incremento si considera coincidere con l’ammontare di costi pagati ma non iscritti nel conto economico e rappresenta un impiego di liquidità immediata netta. Pertanto si toglie dall’utile.
b) Il loro decremento all’opposto si aggiunge all’utile, perché rappresenta un costo iscritto ma non pagato (essendo stato pagato nell’esercizio precedente)e, quindi è un costo non monetario.
Le rimanenze finali di magazzino possono essere aumentate o diminuite rispetto alla fine dell’esercizio precedente o , che è lo stesso, all’inizio dell’esercizio preso in esame:
a) il loro incremento ( Rimanenze finali – Rimanenze iniziali) evidenzia il componente positivo di reddito netto iscritto in CE per effetto delle rimanenze di magazzino, che sono un ricavo solo contabile , perché non ha provocato un incremento delle disponibilità liquide e , quindi, non monetario: Pertanto si toglie dall’utile.
b) Il loro decremento ( Rimanenze iniziali – Rimanenze finali) evidenzia il componente negativo di reddito netto iscritto in CE per effetto delle rimanenze di magazzino, ma non monetario, perché non è stato pagato.
Pertanto si aggiunge all’utile.
I debiti a breve scadenza,compresi i debiti verso fornitori e le cambiali passive
Sono aumentati o diminuiti rispetto alla fine dell’esercizio precedente:
a) il loro incremento per semplicità si ipotizza coincidere con i costi iscritti nel conto economico dell’esercizio in esame, ma non ancora pagati alla fine dell’esercizio. Pertanto l’incremento dei debiti a breve si considera un costo non monetario e si aggiunge all’utile.
b) Il loro decremento si ipotizza coincidere con l’ammontare dei costi iscritti in conti economici di esercizi precedenti , ma pagati nell’esercizio in esame. Rappresenta, quindi un impiego di liquidità immediata netta e deve essere tolto dall’utile.
I ratei passivi sono debiti per costi iscritti nel CE dell’esercizio in esame, ma non ancora pagati :
a) il loro incremento si considera coincidere con costi iscritti ma non pagati e ,quindi, non monetari per la liquidità immediata netta. Pertanto si aggiunge all’utile.
b) Il loro decremento si considera coincidere con l’ammontare dei costi pagati ,ma non iscritti in CE , perché di competenza di esercizi precedenti. E’, quindi, un impiego di LIN , che deve essere tolto dall’utile.
I risconti passivi sono ricavi riscossi finanziariamente , ma non iscritti nel conto economico dell’esercizio in esame:
a) il loro incremento si considera ricavo riscosso ma non iscritto e pertanto si aggiunge all’utile, perché rappresenta una fonte di liquidità immediata netta.
b) Il loro decremento all’opposto viene tolto dall’utile, perché rappresenta un ricavo iscritto ma non riscosso( essendo stato riscosso nell’esercizio precedente) e ,quindi, un ricavo non monetario.In sintesi:
DESCRIZIONE
INCREMENTO
DECREMENTO
Crediti a breve
Si toglie dall’utile
Si aggiunge all’utile
Ratei attivi
Si toglie dall’utile
Si aggiunge all’utile
Risconti attivi
Si toglie dall’utile
Si aggiunge all’utile
Rimanenze magazzino
Si toglie dall’utile
Si aggiunge all’utile
Debiti a breve
Si aggiunge all’utile
Si toglie dall’utile
Ratei passivi
Si aggiunge all’utile
Si toglie dall’utile
Risconti passivi
Si aggiunge all’utile
Si toglie dall’utile
Il cash flow operazionale di liquidità immediata netta si ottiene , con procedimento indiretto, depurando l’utile dei componenti di reddito non monetari ed inserendo nel cash flow operazionale anche i pagamenti e le riscossioni derivanti da componenti di reddito iscritti in conti economici di esercizi diversi da quello esaminato ( esercizio precedente per il decremento dei crediti , dei debiti a breve , dei ratei attivi e passivi; esercizio successivo per l’incremento dei risconti passivi e attivi)
UTILE D’ESERCIZIO
+COSTI NON MONETARI : + costi non monetari per il CCN
+ incremento dei debiti a breve
+ incremento ratei passivi
+ decremento risconti attivi
+ decremento rimanenze di magazzino
- RICAVI NON MONETARI :- ricavi non monetari per il CCN
- incremento nei crediti a breve
-incremento ratei attivi
- decremento risconti passivi
- incremento rimanenze di magazzino
+ FONTI originate da riscossioni di ricavi iscritti in CE di esercizi diversi :
+ decremento dei crediti a breve (risc. ricavi es.prec)
+ decremento dei ratei attivi (risc. ricavi es. prec)
+ incremento dei risconti passivi (risc. ricavi es. succ)
- IMPIEGHI originati da pagamenti di costi iscritti in CE di esercizi diversi:
- decremento dei debiti a breve ( pagam.costi es. prec)
- decremento dei ratei passivi (pagam. costi es. prec)
- incremento dei risconti attivi (pagam. costi es. succ)
= CASH FLOW OPERAZIONALE
Nel rendiconto finanziario bisogna, tuttavia, evidenziare separatamente le fonti e gli impieghi di liquidità :
FONTI di liquidità
Cash inflow operazionale
+
fonti della gestione patrimoniale:
- aumento debiti a medio lungo
- aumento capitale netto
- diminuzione immobilizzazioni
=
Totale fonti di liquidità
IMPIEGHI di liquidità
Eventuale cash outflow operazionale
+
impieghi della gestione patrimoniale :
- aumento di immobilizzazioni
- diminuzione debiti a medio lungo
- diminuzione capitale netto
=
Totale impieghi di liquidità
Fonti – impieghi = cash inflow
Impieghi – fonti = cash outflow