Contabilità generale

Materie:Appunti
Categoria:Economia Aziendale
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Testo

LA FUNZIONE AMMINISTRATIVA E
LA CONTABILITA’ GENERALE
-IL METODO DELLA PARTITA DOPPIA-
In ragioneria si distinguono i conti finanziari e i conti economici, ma la distinzione è abbastanza laboriosa; è preferibile conoscere i conti che confluiscono dopo nello Stato Patrimoniale e distinguerli da quelli che si chiudono nel Conto Economico.
10 Comandamenti del JACK
1. Gli aumenti di attività vanno in DARE.
2. Le diminuzioni di attività vanno in AVERE.
3. Gli aumenti di passività vanno in AVERE.
4. Le diminuzioni di passività vanno in DARE.
5. Gli aumenti di patrimonio netto vanno in AVERE.
6. Le diminuzioni di patrimonio netto vanno in DARE.
7. I costi vanno in DARE.
8. Le ratifiche di costi vanno in AVERE.
9. I ricavi vanno in AVERE.
10. Le ratifiche di ricavi vanno in DARE.
-LE OPERAZIONI D’ESERCIZIO-
LA COSTITUZIONE DELL’AZIENDA
La fase della Costituzione rappresenta il momento della nascita di un’azienda, voluta da un imprenditore.
Egli deve:
-Entro 30 giorni dell’inizio dell’attività richiedere presso la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, l’iscrizione nel REGISTRO DELLE IMPRESE: dove gli sarà attribuito un numero di iscrizione coincidente col codice fiscale e con un numero di partita IVA diverso.
-Per svolgere determinate attività (es. attività bancaria o assicurativa) bisogna ottenere delle autorizzazioni previste dalle leggi;
-All’inizio di ogni attività ci sono una serie di problemi organizzativi da risolvere obbligatoriamente. Ad es. stabilire il patrimonio netto iniziale dell’azienda, scegliere le strategie aziendali, trovare appositi locali per svolgere l’attività, selezionare i dipendenti da assumere, ottenere dei finanziamenti,…
L’INVENTARIO DI COSTITUZIONE
Esso si deve riportare sul libro egli inventari, che è un libro obbligatorio che va numerato e bollettato così come il libro giornale sul quale si riportano le scritture contabili.
Egli è composto dallo Stato Patrimoniale, in quanto il Conto Economico non è stato movimentato dal momento della costituzione.
Pertanto si riportano le attività, le passività e il patrimonio netto nel giorno della Costituzione della ditta. L’inventario va firmato.
Il libro giornale comporta alcuni adempimenti obbligatori:
1. Le pagine del libro giornale devono essere numerate progressivamente con l’anno solare di riferimento (es. 2007/1, 2007/2, 2007/3….). L’anno è quello a cui deve fare riferimento la contabilità.
2. Le operazioni di gestione (fatture ricevute, fatture emesse,…) devono essere registrate entro 60 giorni, la stampa può avvenire al più tardi, entro la presentazione fiscale dei redditi. Deve essere conservato su supporti magnetici (cd, dvd,…) per eventuali controlli.
3. La conservazione del libro giornale può avvenire anche sotto forma di registrazione su supporti d’immagini (sempre che siano ben leggibili).
I COSTI DI IMPIANTO
La costituzione aziendale comporta il sostenimento di alcuni costi che riguardano gli obblighi di registrazione, gli onorari per prestazioni professionali, le indagini di mercato e tutti gli oneri (spese) connessi alla costituzione. Secondo i principi contabili questi oneri presentano utilità pluriennale e, come tali, sono soggetti al procedimento di ammortamento; essi sono contabilizzati nel conto Costi di impianto.
Essi sono documentati da ricevute o da fatture, e possono essere soggetti ad IVA (es. compenso che spetta ad un notaio) oppure esclusi da IVA (es. oneri fiscali).
LA FATTURA DEL PROFESSIONISTA
I professionisti sono lavoratori autonomi, cioè lavoratori che svolgono la propria attività senza essere alle dipendenze di qualcuno, ma prestano i loro servizi professionali in cambio di un compenso. I lavoratori autonomi non sono imprenditori e quindi non sono industriali, artigiani, commercianti o agricoltori.
Non sono iscritti alla camera di commercio ma ad un albo professionale, sotto la sorveglianza del ministero della giustizia.
I lavoratori autonomi sono principalmente geometri, ingegneri, architetti che operano nel ramo edile; i notai, gli avvocati, i ragionieri e dottori commercialisti che operano nel ramo commerciale; i medici, i farmacisti, i dentisti che operano nel campo della medicina.
Alcuni lavoratori autonomi non hanno un albo professionale.
La fattura del professionista è diversa dalle altre in quanto bisogna che la ditta che riceve la fattura e la paga, trattenga una somma pari al 20% del compenso e la versi allo Stato entro il giorno 16 del mese successivo al pagamento. Il professionista si trova pertanto a ricevere il 20% in meno, che costituisce un importo di imposte che sono già pagate.
Un’altra complicazione esistente nella fattura è una percentuale del 2%, ma qualche volta del 4% che viene addebitata al cliente dal professionista e che contribuisce al pagamento della pensione del professionista. I notai non addebitano nessuna percentuale.
→ IL PAGAMENTO DELLA RITENUTA
Cioè della somma che deve essere data allo Stato, si effettua compilando un modulo che viene chiamato F24.
Con questo modello F24 si pagano quasi tutte le imposte e anche i contributi INPS e INAIL.
In determinati occasione è anche possibile compensare un debito vero l’erario con un credito verso l’erario: se ho un credito con l’IVA lo posso utilizzare per pagare un debito INPS.
Dal 1 ottobre 2006 il modello F24 deve essere pagato tramite home banking o tramite una procedura che si chiama fisco online, oppure tramite un intermediario.
LE OPERAZIONI DI ACQUISTO
Vengono rilevate :
-Nella contabilità di magazzino, dove si effettuerà il carico e scarico.
-Nella contabilità degli acquisti, dove si registrerà la fattura.
-Nel giornale in partita doppia
-Nel mastro.
-Nella contabilità di cassa e nella contabilità di banche (dove si rileva il pagamento).
I beni che acquistiamo per consumo, per la vendita o per la lavorazione, gli servizi che ci vengono prestati e i beni strumentali comprati hanno obbligatoriamente una fattura di vendita che viene registrata con i seguenti dati:
-Si apre il conto apposito (merci c/acquisti, fabbricato, attrezzature, spese enel, spese telecom, materiale di consumo) e si registra l’imponibile in DARE.
-Si apre il conto IVA NS CREDITO e si registra l’IVA già calcolata sulla fattura in DARE.
-Si apre il conto DEBITI VS FORNITORI e si registra l’importo totale della fattura.
-Ci possono essere dei costi accessori (trasporto, riparazione,…) che possono essere documentati o non documentati.
L e fatture d’acquisto possono essere regolate (pagate) tramite:
-denaro in contante
-assegno bancario
-cambiale
-bonifico bancario
-> Può avvenire in modo anticipato, immediato o differito.
L’ACQUISTO DI BENI STRUMENTALI
L’acquisto di beni strumentali (fabbricati, impianti, attrezzature,…) viene rilevato in DARE nel conto del bene strumentale che si è acquistato.
Infatti, questi beni non vengono registrati come per es. le materie di consumo o la merce acquistata ma vengono contabilizzati a seconda del bene perché sono dei costi che verranno patrimonializzati, cioè subiranno il processo di ammortamento (strumento contabile in cui il costo del bene perde valore, in base a delle quote stabilite).
Se per es. un nostro impianto ha subito alcune riparazione e ora dobbiamo registrarne la fattura, non dobbiamo aprire il conto “spese per impianto” ma direttamente il conto “impianto”.
SPESE DOCUMENTATE E SPESE NON DUCUMENTATE O FORFETTARIE
Le spese non documentate o forfettarie sono un ulteriore costo sostenuto dall’azienda: ciò significa che subiscono l’IVA.
Le spese documentate generalmente sono delle spese che il venditore ha anticipato in nome e per conto del cliente: esse non subiscono la variazione IVA. Infatti spesso succedere che un venditore debba sostenere per es. dei costi di trasporto per portare la merce al proprio cliente e il trasportatore farà una fattura del servizio trasposto effettuato. Nella fattura che il venditore darà al cliente, può succedere (a seconda degli accordi prestabiliti), saranno conteggiati anche i costi di trasporto già complessivi d’IVA e l’importo verrà scritto nell’apposita casella “Spese Documentate”.
I COSTI ACCESSORI
Le operazioni di acquisto danno spesso origine al sostenimento di costi (di trasporto, di assicurazione,..) il cui ammontare può essere a carico del venditore o del compratore, a seconda delle clausole del contratto:
-franco destino: i costi accessori sono a carico del venditore;
-franco partenza: i costi accessori sono a carico del compratore.
Quindi, quando acquistiamo della merce ci può essere il FRANCO DESTINO, e possono esserci 3 casi per questa determinata clausola:
1. I costi sono sostenuti direttamente dal compratore: in questo caso il compratore riceve sia la fattura di acquisto merci sia la fattura su cui sono addebitati i costi del servizio svolto, e devono essere registrati separatamente.
2. I costi sono anticipati dal venditore in nome e per conto del compratore: in questo caso il compratore riceve due fatture: quella dove sono addebitate le spese del servizio e quella relativa alle merci, dove è riportato l’importo DOCUMENTATO della prima fattura. Infatti il venditore ci ha gia pagato la prima fattura relativa al servizio e ci addebita nella seconda il costo di tale servizio. Quindi dobbiamo registrare entrambe le fatture, ma dobbiamo tener conto che nella seconda dobbiamo rimborsare il venditore che ha già sostenuto il costo accessorio.
3. I costi sono sostenuti direttamente dal venditore: in questo caso i costi accessori vengono addebitati dal venditore sulla fattura relativa alle merci in modo forfettario, e quindi dovremmo registrare solamente un'unica fattura.
NOTA DI ACCREDITO RICEVUTA
Può succedere che contestiamo la qualità o la quantità della merce che abbiamo acquistato al nostro fornitore. Noi da clienti possiamo richiedere una nota di accredito che può consistere in uno sconto (abbuono attivo o ribasso attivo) oppure possiamo riconsegnargli la merce difettata (resi su acquisti). Il fornitore è obbligato ad emettere la nota di accredito per legge.
Quando riceviamo la nota di accredito dobbiamo aprire il conto abbuono attivo o resi su acquisto e mettere l’importo senza iva in AVERE, aprire il conto IVA NS CREDITO (sulla nota di accredito viene specificato se il reso o l’abbuono subisce l’IVA o meno) e mettere l’IVA in AVERE, e aprire il conto DEBITI VS FORNITORI e mettere il totale in DARE.
GLI ACCONTI A FORNITORI
Può succedere che il fornitore, specie quando deve fornire merce per importi elevati, richieda un anticipo di denari prima della consegna della merce.
La legge IVA stabilisce che quando si riceve un acconto prima della consegna della merce, questo acconto DEVE essere fatturato.
Quindi dovremmo prima registrare l’uscita dei soldi dalla banca complessivi di IVA, poi quando ci arriva la fattura dell’acconto registrarla e infine quando arriverà la fattura relativa alle merci bisognerà tener conto dei soldi già dati nell’acconto e infine pagare il fornitore tenendo conto dell’importo nuovo (Il costo relativo alle merci complessivo di IVA meno l’acconto senza IVA).
IL PAGAMENTO TRAMITE CAMBIALI
La cambiale è uno strumento di pagamento che si utilizza molto raramente. Quando si paga una fattura tramite l’emissione di un pagherò o l’accettazione di una tratta si utilizza il conto cambiali passive. Si adopera il conto cambiali attive, nel caso ancora più raro, che si giri una cambiale in nostro possesso.
GLI INTERESSI
Si distinguono in INTERESSI PER DILAZIONE DI PAGAMENTO, che sono concordati fra le parti e
INTERESSI DI MORA, che sono invece applicati quando la parte debitrice non paga alla scadenza stabilita.
LE OPERAZIONI DI VENDITA
Vengono rilevate :
-Nella contabilità di magazzino, dove si effettuerà il carico e scarico.
-Nella contabilità degli acquisti, dove si registrerà la fattura.
-Nel giornale in partita doppia
-Nel mastro.
-Nella contabilità di cassa e nella contabilità di banche (dove si rileva il pagamento).
Si possono vendere (obbligatoriamente con fattura) merci e prodotti finiti, servizi accessori sulle vendite e beni strumentali che vengono poi registrati in questo modo:
-si apre il conto apposito (merci c/vendite, fabbricato, macchinario…) e si registra l’imponibile in AVERE.
-si apre il conto IVA NS DEBITO e si registra l’IVA in AVERE.
-si apre il conto CREDITI VS CLIENTI e si registra l’importo complessivo della fattura in DARE.
-ci possono essere dei costi accessori (di trasporto, assicurazione..) che possono essere documentati o non documentati.
I COSTI ACCESSORI
Possono essere di due tipi, a seconda della clausola specificata in fattura:
-franco destino: i costi si aggravano sulla ditta venditrice.
-franco partenza: i costi si aggravano sulla ditta che compra, che possono essere di tre tipi:
1. Sostenuti dal venditore, a suo carico: in questo caso il venditore si assume il costo accessorio. Quindi, registrerà la fattura ricevuta di tale costo (per es. di trasporto) e emetterà la fattura per le merci o il servizio venduto.
2. Anticipati dal venditore, a carico del cliente: in questo caso il venditore anticiperà i soldi al servizio accessorio del fornitore, ma addebiterà nella fattura l’importo che ha speso nella casella spese documentate.
3. Il venditore addebita forfettariamente il costo accessorio: in questo caso nella fattura emessa si sommerà all’imponibile anche le spese accessorie escluse da IVA (perché si calcolerà successivamente, sono dette spese non documentate).
LE VENDITE AL DETTAGLIO
I dettaglianti sono i commercianti che vendono al consumatore finale (parrucchiera, estetista, giornalaio, edicolante,…). Normalmente non emettono fattura ma scontrino o ricevuta fiscale. I totale degli scontrini e delle ricevute è giornalmente registrato sul registro dei corrispettivi. I corrispettivi registrati corrispondono ai soldi presenti in cassa, se tutti i clienti hanno pagato regolarmente.
Se il cliente esce senza aver pagato, lo scontrino o la ricevuta deve essere comunque emesso. Il corrispettivo è un importo comprensivo d’IVA e si deve quindi procedere all’operazione di scorporo.
Lo scorporo si effettua praticamente dividendo il corrispettivo per 1,2 (IVA 20%); 1,1 (IVA 10%); 1,04 (IVA 4%).
Si registra come una fattura di vendita, ma al posto di CREDITI VS CLIENTI si usa il conto CASSA.
NOTA DI ACCREDDITO EMESSA
Può succedere che il nostro cliente contesti la qualità o la quantità della merce (o il servizio) che abbiamo venduto e ci chieda uno sconto (abbuono passivo) oppure che ci riconsegni la merce difettata (resi su vendite).
E quindi, dobbiamo emettere una nota di accredito obbligatoriamente dove sia stabilito il reso o l’abbuono.
Gli abbuoni e i resi passivi rappresentano una diminuzione di ricavo, e quindi vanno registrati col conto Resi/abbuoni passivi in DARE(l’importo prestabilito con il nostro cliente senza IVA), IVA ns debito in DARE e CREDITI VS CLIENTI in AVERE (totale del reso/abbuono più l’IVA).
LA VENDITA DI BENI STRUMENTALI
I beni strumentali sono quei beni che servono per produrre beni e servizi.
Questi beni sono inseriti fra le attività dello Stato patrimoniale e sono sottoposti annualmente ad un processo di ammortamento. L’ammortamento è un costo dell’esercizio, mentre le quote di ammortamento accantonate negli anni vanno a sommare un fondo ammortamento che costituisce una passività dello Stato patrimoniale.
Il valore di un certo bene ammortizzabile in un certo anno è dato dal costo storico sostenuto meno i valore del fondo.
La vendita di beni strumentali è un’operazione non rincorrente, che si fa solo quando l’azienda decide di eliminare o sostituire un determinato bene.
Questa operazione non viene registrata in nuovi conti, ma sui conti storici del beni strumentali.
E’ necessario conoscere il valore contabile del bene per poterlo vendere, il suo valore è dato dalla differenza del costo del bene iniziale meno il totale degli ammortamenti).
Quando si vende tale bene bisogna capire se ne abbiamo ricevuto un ricavo o un costo. Se non abbiamo ottenuto nessuno dei due non ci sono problemi, se c’è un ricavo bisogna registrare la plus valenza, se è minore bisogna rilevare il costo che viene chiamato minus valenza.
RICEVIMENTO DI UN ANTICIPO DA CLIENTE
Alcune volte il venditore della merce si fa anticipare da parte del cliente un po’ di soldi. Normalmente ciò avviene alla data dell’ordine. Ad es. se acquisto una cucina Scavolini e vale 10.000€ +IVA al momento dell’ordine il venditore i chiede un anticipo pari normalmente al 10/20%. Se i soldi consegnati rappresentano una caparra (non viene ridata in caso di mancato acquisto) allora non va fatta fattura e non si addebbita l’IVA.
Se invece i soldi consegnati sono un acconto allora, il venditore nel momento in cui li riceve DEVE fare la fattura comprensiva di IVA.
La caparra è quando la somma depositata rappresenta un risarcimento nel caso il cliente non ritiri la merce o non usufruisca del servizio che ha richiesto.
L’acconto è solamente un anticipo di denaro che viene chiesto al fine di finanziare chi vende, che a sua volta deve sostenere dei costi.
Come noto, se ricevo un acconto di 1200€ devo fare una fattura il cui l’importo complessivo è 1200€ e NON 1200€ + IVA; la fattura, pertanto, è di 1000€ + 200€ di IVA.
L’acconto ricevuto deve essere fatturato perché così stabilisce la legge, la fattura va emessa quando si consegna la merce o anche prima (quando si sono ricevuti i soldi).
LE INSOVENZE E LE DIFFICOLTA’ DI RISCOSSIONE DEI CREDITI
Purtroppo succede spesso che il cliente non paghi alla scadenza stabilita e alcune volte capita che non paghi proprio.
E’ opportuno per l’azienda conoscere beni i propri clienti e concedere credito solo a quelli che sono notoriamente persone oneste, per i clienti più difficili è invece opportuno farsi pagare alla consegna.
Quando il cliente non paga alla scadenza è opportuno che in contabilità si rilevi il mancato pagamento, chiudendo il conto CREDITI VS CLIENTI e aprendo il conto CREDITI VS CLIENTI INSOLUTI.
Una volta che il cliente non ha pagato alla scadenza bisogna contattarlo per capire il motivo del mancato pagamento e nel caso non intenda onorare il suo debito è meglio rivolgersi ad un legale. Se il cliente non paga è probabile che fallisca e cioè viene privato dei suoi beni che vengono venduti per soddisfare i creditori; la maggior parte della volte i creditori ricevono dopo anni solo una piccola percentuale dei soldi.
Quando il credito è sicuramente perso bisogna toglierlo dalle attività dello Stato patrimoniale e in questo caso si registra un costo perché il mancato incasso della nostra fattura, va a ratificare il ricavo della stessa fattura.
Alcune volte noi prevediamo che il cliente non pagherà in tutto o in parte la nostra fattura, anche se non siamo assolutamente certi, e allora in questi casi dovremo svalutare il credito per la parte che pensiamo non sarà incassata.
LE OPERAZIONI CON LE BANCHE
Il rapporto con le banche è per l’azienda sostanzialmente obbligato in quanto è quasi impossibile non intrattenere un rapporto di conto corrente.
Normalmente le aziende e anche le famiglie danno incarico alla banca di pagare le bollette (gas, luce, telefono,…);
In banca si versano gli assegni ricevuti dai clienti e si pagano le ricevute bancarie emesse dai fornitori. Allo stato attuale molte operazioni possono anche essere svolte senza recarsi alla banca e, soprattutto, per farsi dare dei soldi, cioè chiedere dei prestiti.

L’OPERAZIONE DI MUTUO
Il mutuo è un contratto mediante il quale la banca da una certa somma al cliente s’impegna a restituirla con delle rate periodiche che possono essere mensili, trimestrali, semestrali e annuali.
Il prestito è concesso per un periodo che normalmente è di più anni; il mutuo viene normalmente utilizzato per acquistare terreni, fabbricati e macchinari di grosse dimensioni. Il vantaggio del mutuo consiste nel fatto che il rimborso avviene in rate e che quindi si può pagare in un tempo abbastanza lungo. Se si paga la rata non ci sono problemi che invece emergono quando non si rispettano i termini di pagamento; la banca si tutela iscrivendo un’ipoteca sul bene immobile o un pegno sul bene mobile, ciò significa che se non vengono pagate le rate, la banca ha il diritto di vendere il bene e di tenersi i soldi che avanza. Normalmente le rate sono costanti, cioè dello stesso importo per tutta la durata del prestito; la rata però è composta da una quota d’interessi e da una quota di restituzione del capitale; queste quote variano all’interno della rata, per cui le prime rate contengono tanti interessi mentre le ultime contengono meno interessi e una maggiore quota di restituzione del capitale.
Il mutuo passivo si registra: MUTUO PASSIVO in AVERE, e BANCA C/C in DARE.
Il pagamento della rata si registra: il totale della rata da pagare su BANCA in AVERE, gli INTERESSI PASSIVI in DARE e la quota di capitale da restituire (senza gli interessi) su MUTUI PASSIVI in DARE.
L’ANTICIPO DI RICEVUTE BANCARIE SALVO BUON FINE
L’ingrosso dei pagamenti e degli incassi di un’azienda si effettua tramite ricevute bancarie. La ricevuta bancaria è un documento emesso dalla banca su richiesta del cliente che attesta il pagamento della somma dovuta. Il cliente che deve pagare, riceve pochi giorni prima della scadenza un avviso che gli ricorda la scadenza stessa; egli deve riportare questo avviso in banca firmato, la quale provvederà automaticamente a pagare l’importo scritto nell’avviso al fornitore della merce; a pagamento avvenuto rimane la ricevuta del medesimo.
Attraverso l’emissione di ricevute bancarie per i clienti, la banca viene a conoscere i clienti dei propri clienti e quindi anche le scadenze degli incassi. Se la banca sa per certo che dovrò incassare 20.000€ al 31 gennaio e 15.000€ al 28 febbraio e sa che ho bisogno di soldi adesso può propormi di anticipare ora i soldi che dovrò incassare a fine gennaio e a fine febbraio.
La banca, in pratica, mi anticipa del denaro sapendo che i miei clienti pagheranno tra qualche mese.
Per la banca l’operazione frutta interessi ed è abbastanza sicura perché il tempo per cui mi anticipa è breve.
La banca, invece, non presta volentieri denaro ai propri clienti quando non sa che cosa i clienti fanno con il denaro prestato.
LE COMMISSIONI BANCARIE
Quando si ha un conto corrente si sostengono delle spese per il servizio che la banca offre. Il conto corrente è regolato da un contratto e quindi il correntista deve sapere le condizioni contrattuali.
Tutte le banche hanno preso il vizio di cambiare il contratto a loro favore anche dopo poco tempo dalla stipula. Per non rimanere raggirati è importante controllare spesso le modifiche contrattuali che la banca apporta e cercare di tenere un atteggiamento duro nei suoi confronti.
LA RILEVAZIONE DEGLI INTERESSI
La banca trimestralmente addebita gli interessi passivi e accredita gli interessi attivi; è ovvio che gli interessi attivi sono d’importo modesto e hanno un tasso che oscilla attualmente dallo 0.05% al 3% per i conti
on-line.
Gli interessi passivi sono normalmente gravati da un tasso che va dallo 6.5% al 10%, ma in alcuni casi si arriva a tassi superiori che sono quasi tassi-usurai.
Le banche calcolano anche la COMMISSIONE DI MASSIMO SCOPERTO detta CMS, che è normalmente oscillante fra lo 0.5 e l’1%. La CMS si calcola sull’importo massimo dato in prestito nel periodo considerato; ad esempio se nel trimestre ho sempre avuto il conto ATTIVO ma per qualche giorno sono andato in rosso per 4000€, la banca mi calcola la CMS su 4000€; supponendo che sia dello 0.75%, cioè 30€.
Nel calcolo degli interessi la banca considera la valuta dell’operazione, cioè la data dalla quale l’operazione produce interessi passivi o attivi; se deposito oggi un assegno, ad esempio, questo risulta incassato oggi ma la banca gli da valuta anche 10 giorni dopo.
Es. il mio conto corrente è a 0, oggi vado in banca e deposito un assegno di 5000€ per cui il saldo del conto è 5000€. Pensando di avere 5000€ in conto prelevo 3000€ in contanti. Siccome il prelievo ha valuta dal giorno stesso e invece l’assegno viene accreditato con valuta 10 giorni dopo, succede che per 10 giorni pago interessi passivi su 3000€ e anche la CMS.
La CMS è considerata un interesse passivo un interesse passivo e quindi si contabilizza assieme a quest’ultimo. La scrittura prevedere in DARE il conto interessi passivi e in AVERE il conto banca.
Gli interessi attivi subiscono una ritenuta fiscale del 27% e che scenderà al 20% nel 2007. La scrittura in questione è la seguente: INTERESSI ATTIVI in AVERE (ad es. 100€), BANCA in DARE (ad es. 73€) e ERARIO C/RITENUTE FISCALI in DARE (ad es. 27€).
I SERVIZI DI RISCOSSIONE AL DOPO INCASSO
Quando l’azienda non ha bisogno di anticipare le ricevute bancarie, può attendere tranquillamente che il cliente paghi alla scadenza. In questo caso la banca non anticipa denaro ma svolge solamente il servizio d’incasso.
Questo servizio, comunque, costa in quanto la banca deve emettere la ricevuta , spedire l’avviso di pagamento al debito e poi incassare l’importo. Normalmente tale costo si aggira sui 3/4€ per ogni ricevuta.
ALTRE OPERAZIONI DI GESTIONE

LA LIQUIDAZIONE IVA
Come noto, l’IVA è un’imposta che l’azienda ha l’obbligo di versare allo Stato, l’IVA però non è per l’azienda né un costo né un ricavo, ma un credito o un debito.
L’IVA A DEVBITO è quella che risulta dal registro delle fatture di vendita e dal registro dei corrispettivi (dove bisogna scorporare gli importi).
L’IVA A CREDITO è quella che risulta dal registro degli acquisti.
Liquidare l’IVA significa calcolare l’importo che si ottiene sottraendo l’IVA A CREDITO dall’IVA A DEBITO. Se l’importo è positivo si deve versare l’IVA allo Stato.
Se l’importo della liquidazione IVA è negativo significa che abbiamo l’IVA A CREDITO maggiore dell’IVA A DEBITO e quindi non dobbiamo versare nulla allo STATO.
Alcune volte l’importo del credito può essere utilizzato per pagare altri tributi o la stessa IVA del mese successivo.
Ad esempio un’azienda che vende molto all’estero non ha IVA A DEBITO, perché le sue fatture sono non imponibili (all’estero non si calcola l’IVA).
L’IVA si dovrebbe versare mensilmente e solamente le ditte di piccole dimensione possono fare il versamento ogni 3 mesi, lo stato in quest’ultimo caso vuole un interesse del 1%.
L’ACCONTO IVA
Il 27 dicembre di ogni anno lo Stato pretende che gli venga versato un acconto IVA relativo all’ultimo mese o all’ultimo trimestre dell’anno, che può essere calcolato in 3 diversi metodi:
1. METODO STORICO, si versa l’88% di quanto dovuto nel mese o trimestre dell’anno scorso.
2. METODO PREVISIONALE, si versa l’88% di quanto si prevede di versare nel periodo considerato.
3. METODO DELLE OPERAZIONI EFFETTUATE, si versa il 100% dell’IVA dovuta per le operazioni fatte fino al 20 dicembre.
L’acconto IVA è un credito e quindi va in DARE, mentre in AVERE va il conto banca c/c in quanto i soldi escono.
I VALORI BOLLATI
Sono costituite da francobolli e da marche da bollo. Quando si acquistano non si sostiene un costo , ma sono sostanzialmente un’ATTIVITA’ che vanno nel conto VALORI BOLLATI.
Quando si utilizzano i francobolli o le marche da bollo si ha il sostenimento di un costo (spese postali e oneri fiscali diversi).
Quando si acquistano si mette VALORI BOLLATI in DARE, e CASSA in AVERE.
Quando si usano si mette VALORI BOLLATI in AVERE e ONERI FISCALI DIVERSI in DARE.
LE LOCAZIONI
Esse consistono in un contratto d’affitto e possiamo avere sia affitti attivi che passivi.
Normalmente quando si inizia un contratto di locazione è richiesta una caparra, che serve sia nei casi di danneggiamento, che nei casi di mancato pagamento.
Le cauzioni non sono soggette ad IVA, per chi le paga sono un credito, mentre per chi le incassa sono un debito.
Gli affitti invece, almeno per gli immobili commerciali, sono operazioni con IVA, ma possono essere anche operazioni esenti da IVA. Se è un privato che affitta, egli non rilascia fattura ma una semplice ricevuta.
I CANONI DI LEASING
Il leasing è un contratto che non è previsto dal codice civile italiano, ed è stato derivato dalla tradizione anglosassone. Il contratto di leasing prevede il pagamento periodico di un canone per l’uso di un certo bene mobile o immobile. Al termine del periodo stabilito, è previsto la possibilità di acquistare il bene ad un prezzo prestabilito generalmente non molto alto, in quanto il bene in prestato è già stato pagato in parte attraverso i canoni durante il periodo d’uso.
Il locatario può anche rifiutarsi di acquistare il bene e quindi lo restituisce alla società di leasing.
Nel contratto di leasing, normalmente, intervengono tre soggetti: l’acquirente, che vuole prendere in leasing il bene, il venditore, e la società di leasing.
Es. se voglio acquistare in leasing una fiat punto vado in concessionaria fiat. La concessionaria fiat vende la macchina, non al soggetto che lo adopera, ma alla società di leasing che poi provvederà ad emettere le fatture per i canoni nei confronti dell’acquirente. La concessionaria fiat è pagata dalla società di leasing.
I contratti di leasing sono normalmente abbastanza cari perché su di essi incidono gli interessi che sono già compresi nel canne.
In contabilità, la fattura di leasing si registra come qualsiasi altra normale fattura.
SALARI E STIPENDI
Per fare bene la scrittura dei salari bisogna conoscere la struttura del costo del lavoro e la struttura della busta paga.
Un dipendente percepisce un compenso che è circa del 50% del costo; se una persona prende uno stipendi di 1500€ al suo datore di lavoro costa circa 3000€.
La differenza del costo del lavoro e stipendio in busta paga viene detta anche CUNEO FISCALE. Il cuneo fiscale è costituto dai contributi sociali che sono per la gran parte a carico della ditta e per una parte al carico del dipendete. I contributi sociali vengono versati all’inps e servono per pagare le pensione, le indennità di malattia, la maternità, la cassa integrazione,…
Al lavoratore è trattenuta una certa somma che serve a pagare le imposte ai redditi: quest’ultime servono perché lo Stato che deve finanziare i servizi ai cittadini (un alunno costa in media 5-6000 € all’anno)
Le scritture sono piuttosto complesse e vanno divise in tre parti:
1. Si devono registrare i contributi a carico della ditta da versare all’inps.
2. Bisogna registrare la busta paga.
La busta paga contiene lo stipendio lordo da cui vengono trattenute le spettanze da dare all’inps e l’erario per le tasse. Dopo aver tolto questi importi, si arriva al netto in busta da dare ai dipendenti.
3. Bisogna pagare i dipendenti, gli istituti previdenziali e l’erario.
I dipendenti vengono di solito pagati verso il 10-12 del mense, mentre per legge i debiti verso l’inps e l’erario entro il giorno 16 del mese.
Se il pagamento avviene dopo, si paga una multa.
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Esempio