Capitalismo

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Capitalismo

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Il termine capitalismo o economia di mercato si riferisce in genere a:
• una combinazione di pratiche economiche, che venne istituzionalizzata in Europa, tra il XVI e il XIX secolo, che coinvolge in particolar modo il diritto da parte di individui e gruppi di individui che agiscono come "persone giuridiche" (o società) di comprare e vendere beni capitali (compresi la terra e il lavoro; vedi anche fattori della produzione) in un libero mercato (libero dal controllo statale).
• un insieme di teorie intese a giustificare la proprietà privata del capitale, a spiegare il funzionamento di tali mercati, e a dirigere l'applicazione o l'eliminazione della regolamentazione governativa di proprietà e mercati
• Regime economico e di produzione che nelle società avanzate viene a svilupparsi in periodi di crescita, riconducibile a pratiche di monopolio, di speculazione e di potenza.

I significati di "capitalismo"
La parola "capitalismo" è usata con molti significati differenti, talvolta opposti. In ogni caso, la maggior parte sono varianti della definizione "sistema economico in cui i beni capitali appartengono a privati individui". Come molti termini di uso comune, e come la maggior parte dei termini con implicazioni ideologiche, "capitalismo" ha molti significati, e molta confusione deriva dal suo utilizzo, se abbia un significato particolare, o non sia un semplice slogan o insulto usato senza particolari significati (o peggio, con l'intento di generare confusione). Il "capitalismo" come fenomeno (cioè, il sistema della proprietà privata del capitale) è certamente diverso dal "capitalismo" come ideologia (la promozione filosofica di tale sistema) -- una nozione completamente diversa. Gli oppositori del capitalismo talvolta negano che queste rappresentino cose sostanzialmente diverse, o dicono che vanno di pari passo. Anche se si può discutere se due significati della parola "capitalismo" dello stesso tipo siano o meno in qualche modo "equivalenti" in base ad una particolare nozione soggettiva di "equivalenza", per evitare di saltare di palo in frasca travisando le posizioni altrui quando si accusa qualcuno di essere un "sostenitore del capitalismo", questi concetti diversi vanno chiaramente distinti. Per il socialismo scientifico il capitalismo è un sistema economico-sociale basato sul privilegio di classe e sullo sfruttamento. I mezzi per produrre la ricchezza - i mezzi con i quali la società sopravvive - sono monopolizzati da una piccolissima minoranza della popolazione, o in modo personale o indirettamente attraverso lo Stato, col risultato che tutti gli altri devono vendere le proprie capacità lavorative a quella minoranza per una retribuzione, per un salario o stipendio che non può mai essere pari al valore di quello che si produce - in altre circostanze non ci sarebbe alcun profitto. Ed è il profitto che procura a quella minoranza il suo reddito privilegiato e che è lo scopo incurante della produzione sotto il capitalismo. La lotta di competizione per i profitti nel capitalismo porta ad aumentare i ritmi di produzione, stress e insicurezza al lavoro, a danneggiare l'ambiente, a guerre e spreco per preparativi di guerra che le spese per armi rappresentano.

Capitalismo e ideologie politiche
Vi sono molte ideologie politiche differenti, e talvolta opposte, che valutano positivamente il capitalismo:
• libertarismo (o liberalismo classico): difende una forma "pura" di economia di mercato con interventi statali ridotti al minimo.
• conservatorismo: le posizioni specifiche sono variabili a seconda dei diversi Paesi, ma nei Paesi occidentali, solitamente difende qualcosa di non dissimile dallo status quo delle pratiche capitaliste attuali (vedi: conservatorismo politico).
• mercantilismo: difende l'intervento statale a protezione di industrie e commercio interno contro la concorrenza estera (vedi protezionismo).
Molte ideologie differenti, e spesso politicamente contrapposte, si oppongono al capitalismo in favore di diverse forme di economia di mercato pianificata (talora indicate come collettivismo), tra cui:
• socialismo: in alcune delle sue espressioni, promuove un esteso controllo statale dell'economia, anche se con aree piccole e tollerate di capitalismo.
• fascismo: promuove un esteso controllo statale dell'economia, delegandone i poteri a capitalisti compiacenti.
• socialismo libertario: sostiene il controllo collettivo dell'economia senza bisogno di uno Stato.
Altre ideologie politiche propongono forme diverse di economie capitalistiche controllate, unendo diversi aspetti del socialismo e delle teorie liberiste:
• socialdemocrazia: promuove una estesa regolamentazione statale e un parziale intervento in un contesto capitalistico (vedi: stato sociale, liberalismo politico, liberaldemocrazia, nuovo liberalismo).
• capitalismo naturale: sottolinea il ruolo dell'impresa privata nel promuovere l'efficienza energetica e di materiali, ed il ruolo del governo nel rendere difficile o costoso ridurre la biodiversità o inquinare i beni comuni.
Infine, il comunismo sostiene la necessità del superamento della società capitalistica, per una società senza classi, con il controllo diretto dei mezzi di produzione da parte dei produttori.
Argomentazioni pro e contro il capitalismo
Poiché esistono così tante ideologie divergenti che promuovono o si oppongono al capitalismo, sembra difficile accordarsi su una lista di argomentazioni pro o contro. Ciascuna delle ideologie sopra elencate fa affermazioni molto diverse sul capitalismo. Alcuni si rifiutano di utilizzare questo termine. Tuttavia, sembra possibile individuare quattro questioni separate e distinte sul capitalismo che sono chiaramente sopravvissute al XX secolo e sono ancora oggi discusse. Alcuni analisti sostengono o hanno sostenuto di possedere risposte semplici a queste domande, ma le scienze politiche le vedono in generale come diverse sfumature di grigio:
• Il capitalismo è morale? Incoraggia realmente tratti che troviamo utili o desiderabili negli esseri umani?
o Sì: Ayn Rand, Robin Hanson
o No: John McMurty, Karl Marx
• Il capitalismo è etico? Le sue regole, contratti e sistemi di applicazione possono essere resi totalmente obiettivi di coloro che li amministrano, ad un livello superiore rispetto ad altri sistemi?
o Sì: Buckminster Fuller, John McMurty, Friedrich Hayek
o No: Karl Marx, Pëtr Kropotkin
• Il capitalismo è efficiente? Dati gli scopi morali o gli standard etici che potrebbe servire, qualunque essi siano, si può dire che esso distribuisca l'energia, le risorse naturali, la creatività umana, meglio di qualsiasi alternativa?
o Sì: Paul Hawken, Joseph Schumpeter
o No: Pëtr Kropotkin
• Il capitalismo è sostenibile? Può persistere come mezzo di organizzazione degli affari umani, sotto qualunque insieme di riforme concepibile in base a quanto sopra?
o Sì: Buckminster Fuller, Paul Hawken
o No: Joseph Schumpeter, Karl Marx
Perché nessuno concorda su cosa sia il capitalismo?
È difficile dare una risposta obiettiva. In apparenza, non c'è mai stato un accordo chiaro sulle implicazioni linguistiche, economiche, etiche e morali, cioè, sull'"economia politica" del capitalismo stesso.
Un po' come un partito politico che tutti cercano di controllare, a prescindere dall'ideologia, la definizione di "capitalismo" in un dato momento tende a riflettere i conflitti contemporanei tra gruppi di interesse.
Alcune combinazioni tutt'altro che ovvie dimostrano la complessità del dibattito. Ad esempio, Joseph Schumpeter sostenne nel 1942 che il capitalismo era più efficiente di qualsiasi alternativa, ma condannato dalla sua giustificazione complessa ed astratta che il comune cittadino alla fine non avrebbe difeso.
Inoltre, le varie asserzioni si sovrappongono parzialmente, confondendo la maggior parte dei partecipanti al dibattito. Ayn Rand fece una difesa originale del capitalismo come codice morale, ma le sue argomentazioni in merito all'efficienza non erano originali, ed erano scelte per sostenere le sue asserzioni in tema di morale. Karl Marx sosteneva che il capitalismo fosse efficiente, ma iniquo nell'amministrazione di uno scopo immorale, e pertanto in definitiva insostenibile. John McMurty, un commentatore corrente del movimento no-global, crede che sia divenuto sempre più equo nell'amministrazione di tale scopo immorale. Robin Hanson, un altro commentatore attuale, si chiede se l'adattezza e l'equità e la moralità possano essere realmente separate da mezzi che non siano politici/elettorali.
Nell'interesse di chi è il capitalismo?
Infine, le argomentazioni si appellano fortemente a gruppi di interesse diversi, sostenendo spesso le loro posizioni come "diritti".
I proprietari attualmente riconosciuti - soprattutto azionisti di società e detentori di atti di proprietà terriera o diritti di sfruttamento del capitale naturale, sono generalmente riconosciuti come sostenitori di diritti di proprietà estremamente forti.
In ogni caso, la definizione di "capitale" si è ampliata in tempi recenti per comprendere le motivazioni di altri gruppi di interesse importanti: artisti o altri creatori che si affidano alle leggi di "diritto d'autore"; detentori di marchi e brevetti che migliorano il cosiddetto "capitale intellettuale"; operai che esercitano per lo più il loro mestiere guidati da un corpus imitativo e condiviso di capitale istruttivo - i mestieri stessi - hanno tutti motivo di preferire lo status quo delle le leggi di proprietà attuali rispetto a qualunque insieme di possibili riforme.
Persino giudici, mediatori o amministratori incaricati dell'esecuzione equa di qualche codice etico e del mantenimento di qualche relazione tra capitale umano e capitale finanziario all'interno di una democrazia rappresentativa capitalistica, tendono ad avere interesse personale a sostenere l'una o l'altra posizione - tipicamente, quella che assegna loro un ruolo significativo nell'economia capitalista.
Secondo Karl Marx, questo ruolo ha una reale influenza sulla loro cognizione, e li conduce inesorabilmente verso punti di vista inconciliabili, cioè, nessun accordo è possibile mediante la "collaborazione di classe" tra gruppi di interesse opposti, ed è piuttosto la "lotta di classe" a definire il capitalismo. Questa posizione fu promossa da molti movimenti rivoluzionari del XX secolo, ma fu spesso abbandonata in pratica poiché sembrava condurre alla "guerra di classe", una violenza infinita tra i diversi punti di vista.
Oggi, anche quei partiti tradizionalmente contrari al capitalismo, p.es. il Partito Comunista Cinese di Mao Tse Tung, ne vedono un ruolo nello sviluppo della loro società. Il dibattito è concentrato sui sistemi di incentivi, non sulla chiarezza etica o sulla struttura morale complessiva del "capitalismo".
Critiche al capitalismo
Un'argomentazione moderna importante è che il capitalismo semplicemente non è un sistema, ma soltanto un insieme di domande, problematiche e asserzioni riguardanti il comportamento umano. Simile alla biologia o all'ecologia ed alla sua relazione al comportamento animale, complicato dal linguaggio dalla cultura e dalle idee umane. Jane Jacobs e George Lakoff hanno argomentato separatamente l'esistenza di un'etica del guardiano fondamentalmente legata alla cura ed alla protezione della vita, e di un'etica del commerciante più legata alla pratica, esclusiva fra i primati, del commercio. Jacobs pensava che le due fossero sempre state separate nella storia, e che qualsiasi collaborazione fra di esse fosse corruzione, cioè qualsiasi sistema unificante che pretendesse di fare asserzioni riguardanti entrambi, sarebbe semplicemente al servizio di sé stesso.
Altre dottrine si concentrano sull'applicazione di mezzi capitalisti al capitale naturale (Paul Hawken) o al capitale individuale (Ayn Rand) - dando per scontata una struttura morale e legale più generale che scoraggi l'applicazione di questi stessi meccanismi ad esseri non viventi in modo coercitivo, p. es. la "contabilità creativa" che combina la creatività individuale con il complesso fondamento istruttivo della contabilità stessa.
A parte argomentazioni molto ristrette che avanzano meccanismi specifici, è alquanto difficile o privo di senso distinguere le critiche del capitalismo dalle critiche della civiltà europea occidentale, del colonialismo o dell'imperialismo. Queste argomentazioni spesso ricorrono intercambiabilmente nel contesto dell'estremamente complesso movimento no-global, che è spesso (ma non universalmente) descritto come "anti-capitalista".

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