Materie: | Tema |
Categoria: | Economia Aziendale |
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Numero di pagine: | 2 |
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Testo
Arrotta Andrea 19/02/2007
Tema di economia aziendale
L’acquisizione dei fattori produttivi è strettamente connessa alle possibilità di reperire i mezzi monetari necessari; l’azienda deve quindi definire il proprio fabbisogno finanziario, il quale sostanzialmente è causato dallo sfasamento temporale tra l’impiego di mezzi monetari e il momento in cui questi vengono recuperati.
Gli investimenti originano un fabbisogno finanziario che può essere di breve, media o lunga durata, in funzione del tipo di impieghi.
Nel caso in cui l’investimento sia in elementi dell’attivo immobilizzato, determina un fabbisogno finanziario durevole, mentre un investimento in elementi dell’attivo circolante origina un fabbisogno finanziario temporaneo.
Si ottiene una struttura finanziaria equilibrata se si verifica un correlazione temporale tra la scadenza delle fonti di finanziamento e la durata del fabbisogno finanziario:
- Le fonti di finanziamento a medio e lungo termine soddisfano il fabbisogno finanziario durevole (causato dagli impieghi immobilizzati)
- Le fonti di finanziamento a breve termine soddisfano il fabbisogno finanziario temporaneo (causato dagli impieghi a breve).
La struttura di un’impresa non può invece essere considerata in equilibrio nel momento in cui non si verificano queste correlazioni.
Nelle scelte, l’imprenditore deve prendere in considerazione anche un’importante autonomia finanziaria, la quale ha bisogno di essere tutelata.
Deve quindi esserci una situazione di equilibrio tra capitale proprio e di terzi, i quali posso comunque essere quantitativamente diversi tra loro, a seconda che si parli di impresa industriale o commerciale.
Il capitale di terzi, anche se non soggetto a rischio d’impresa può costituire un peso, poiché è soggetto a remunerazione periodica e deve essere rimborsato alla scadenza; queste caratteristiche, nel caso di presenza di debiti in alta quantità all’interno di una società, possono causare un eccessiva dipendenza economica da parte di altre imprese.
Per quanto riguarda il capitale proprio, l’unico “svantaggio” consiste nella sua denominazione come capitale di rischio; è quindi considerata “pericolosa” un alta quantità di capitale proprio all’interno dell’impresa.
Un esempio di stato patrimoniale equilibrato è il seguente:
IMPIEGHI
FONTI
Immobilizzazioni
Rimanenze
Liquidità differite
Liquidità immediate
48 160 000
18 000 000
19 340 000
500 000
Capitale proprio
Passività correnti
Passività consolidate
49 000 000
20 000 000
17 000 000
TOTALE IMPIEGHI
86 000 000
TOTALE FONTI
86 000 000
Le immobilizzazioni sono completamente coperte dal capitale proprio, le passività correnti sono in grado di coprire nella loro totalità le rimanenze e le liquidità immediate, in fine le passività consolidate coprono quasi completamente le liquidità differite.
Dal punto di vista dell’autonomia finanziaria dell’impresa, questa possiede un capitale proprio maggiore, ma non sproporzionato rispetto al capitale di terzi; gli garantisce quindi una piena autonomia finanziaria.