Materie: | Riassunto |
Categoria: | Diritto |
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Data: | 11.06.2007 |
Numero di pagine: | 14 |
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LA GESTIONE
La gestione è l’insieme di tutte le operazioni, coordinate tra loro, organizzate dall’imprenditore per il raggiungimento del fine aziendale.
Le aziende di produzione e di servizi operano al fine di soddisfare dei bisogni e di ottenere un lucro, il soggetto economico deve progettare il sistema d’azienda, pianificarlo, definire le strategie e iniziare ad operare cercando di raggiungere gli obbiettivi aziendali. Nelle aziende la gestione si attua attraverso quattro diverse operazioni: Raccolta dei mezzi finanziari necessari per avviare l’attività. Il soggetto deve stabilire l’entità del fabbisogno finanziario della società e reperire tali fonti di finanziamento. Acquisto dei fattori produttivi che consiste nel mettere in rapporto l’azienda con altri soggetti economici per l’approvvigionamento sul mercato dei beni necessari. Trasformazione delle materie in prodotti finiti che si effettua con economie interne. Vendita dei beni o servizi, che consiste nella loro immissione sul mercato.
L’acquisto dei fattori produttivi, la vendita dei beni e servizi e le accensioni e le estinzioni di finanziamenti generano fatti esterni di gestione. I fatti esterni di gestione sono le operazioni che collegano l’impresa con altri soggetti economici esterni all’azienda e che originano movimenti reali e monetari chiamati flussi. Essi originano flussi regolari e producono operazioni di investimento, disinvestimento e finanziamento.
La trasformazione delle materie e il loro trasferimento generano fatti interni di gestione. I fatti interni di gestione sono quelle operazioni che si svolgono all’interno dell’azienda e si identificano con i processi di trasformazione economico-tecnica. Essi originano solo flussi reali.
I flussi reali sono entrate di beni e servizi e i flussi monetari sono entrate e uscite di denaro e aumenti o diminuzioni nei crediti o nei debiti. La gestione è caratterizzata dall’unitarietà, perché le operazioni di gestione anche se sono di varia natura devono essere strettamente correlate tra di loro. Si parla di unitarietà nel tempo e nello spazio: l’unitarietà nel tempo è tale quando tutte le operazioni, anche se compiute in momenti diversi sono collegate. L’unitarietà nello spazio è tale in quanto esiste uno stretto collegamento tra alcune operazioni dell’azienda compiute nello stesso tempo ma in luoghi diversi. Un’altra caratteristica della gestione è la continuità, cioè tutte le operazioni dell’azienda si svolgono senza interruzioni per tutta l’esistenza dell’azienda, ma per diverse esigenze viene suddivisa in periodi, le motivazioni sono: giuridico in quanto le aziende hanno l’obbligo di redigere periodicamente dei documenti dai quali sia possibile controllare l’andamento dell’azienda. Economico-aziendale in quanto il soggetto economico deve conoscere l’andamento della gestione e deve poter effettuare dei controlli. Fiscale perché lo Stato preleva periodicamente una parte dei redditi che l’azienda consegue. La gestione viene quindi suddivisa in periodi di tempo predeterminati, chiamati esercizi o periodi amministrativi e hanno durata di 12 mesi. Possiamo dividere le operazioni di gestione in quattro categorie: la gestione caratteristica è costituita da tutte le operazioni specifiche di quello specifico settore di appartenenza. La gestione patrimoniale è costituita da tutte le operazioni che hanno lo scopo di arricchire ulteriormente l’azienda attraverso l’uso di risorse in eccesso, e queste operazioni sono estranee al settore di appartenenza. La gestione finanziaria è costituita da tutte le operazioni relative al reperimento, l’utilizzo e la remunerazione dei mezzi finanziari necessari per lo svolgimento dell’attività aziendale. La gestione fiscale è costituita da tutte le operazioni relative alle imposte sul reddito, cioè quelle collegate all’uso dei fattori pubblici. Gli aspetti della gestione sono le prospettive attraverso le quali essa viene analizzata. È possibile analizzare la gestione sotto tre diversi aspetti: economico, finanziario, tecnico. Essi sono strettamente intrecciati l’uno con l’altro e nella maggior parte delle operazioni di gestione si producono contemporaneamente effetti che riguardano tutti e tre gli aspetti. L’aspetto tecnico nasce dalla combinazione dei fattori per l’ottenimento del prodotto finito e del trasferimento del prodotto nel tempo e nello spazio. L’aspetto finanziario consiste nel sorgere e nell’estinguersi di crediti e debiti, negli aumenti o nella diminuzione dei mezzi liquidi. I movimenti nelle disponibilità liquide danno luogo all’aspetto monetario, quelli nei debiti e crediti esprimono l’aspetto creditizio. L’aspetto economico consiste nel sostenimento di costi e nel conseguimento di ricavi in conseguenza delle attività di gestione. I costi sono gli oneri e i ricavi sono i proventi. Le operazioni esterne di gestione sono anche costituite da debiti e crediti che si sostituiscono temporaneamente ai mezzi monetari. I debiti e i crediti possono essere classificati in: Debiti e crediti di regolamento, che consistono in dilazioni di pagamento degli acquisti e riscossione delle vendite. Debiti e crediti di finanziamento, che sono quei debiti o crediti che sorgono nel momento in cui un finanziatore mette a disposizione di un’azienda i propri capitali al fine di ottenere un lucro. L’aspetto finanziario è il punto di partenza dello studio delle operazioni di gestione: per tale motivo viene definito aspetto originario. L’aspetto economico riguarda i costi, i ricavi e il patrimonio netto, ed è definito aspetto derivato, essendo la sua quantificazione una conseguenza dell’aspetto finanziario. Sono valori finanziari il denaro, i crediti e i debiti. Un aumento o una diminuzione dei valori finanziari originano le variazioni finanziarie. Le variazioni finanziarie attive sono costituite da aumenti di denaro e aumenti di crediti e debiti di funzionamento e di regolamento. Le variazioni finanziarie passive sono costituite da diminuzioni di denaro e diminuzioni di crediti e debiti di funzionamento e regolamento. I valori finanziari misurano i valori economici che sono costi, ricavi e patrimonio netto; una variazione nei valori economici origina le variazioni economiche. Le variazioni economiche positive sono costituite da ricavi e aumenti di patrimonio netto. Le variazioni economiche negative sono costituite da costi e diminuzioni del patrimonio netto. Il patrimonio aziendale è l’insieme dei beni economici e dei mezzi finanziari a disposizione di diritto e di fatto dell’imprenditore in un determinato momento per il conseguimento del fine aziendale. Il patrimonio in senso ampio è il complesso dei beni e delle fonti di finanziamento che permettono lo svolgersi dell’attività aziendale. Tutti gli elementi che compongono il patrimonio aziendale vengono iscritti in un prospetto composto di due sezioni affiancate, che si chiama situazione patrimoniale. Nella sezione di sinistra sono indicati gli investimenti che sono i beni di proprietà dell’azienda e i diritti che essa vanta nei confronti di altri soggetti. Costituiscono gli investimenti le immobilizzazioni e l’attivo circolante. Sono immobilizzazioni gli investimenti destinati all’acquisto di quei beni che sono presenti all’interno dell’azienda. Si dividono in immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie. Sono immobilizzazioni immateriali l’acquisto di beni a lungo ciclo di utilizzo privi di consistenza materiale (marchi, brevetti, ecc). sono immobilizzazioni materiali gli acquisti di beni a lungo ciclo di utilizzo, i beni strumentali. Sono immobilizzazioni finanziarie gli investimenti duraturi in capitale di altre aziende. Costituisce l’attivo circolante l’insieme di tutti quegli elementi del patrimonio in attesa di essere utilizzati: liquidità, crediti a breve termine e investimenti effettuati in fattori produttivi per immetterli nel processo di lavorazione. Nella sezione di destra sono indicati i finanziamenti acquisiti e ancora a disposizione del soggetto aziendale in quel dato momento; sono gli obblighi che l’azienda ha assunto nei confronti di altri soggetti. Costituiscono i finanziamenti il capitale proprio e il capitale di terzi. Rientrano nel capitale proprio, o capitale di rischio, i finanziamenti effettuati dai proprietari dell’azienda. Il capitale proprio è composto dai conferimenti iniziali. Questi conferimenti presentano le seguenti caratteristiche: non hanno una scadenza prefissata, non comportano l’obbligo di remunerazione e sono soggetti al rischio d’impresa. Il capitale di terzi è quello ottenuto da soggetti che manifestano fiducia nei confronti dell’azienda e mettono a disposizione delle somme di denaro, con la possibilità di esercitare dei diritti nei confronti dell’azienda in caso di insolvenza. Questi finanziamenti presentano le seguenti caratteristiche: sono soggetti all’obbligo del rimborso alla scadenza prefissata, sono soggetti solo in via secondaria al rischio d’impresa, sono soggetti all’obbligo della remunerazione, indipendentemente dal risultato economico della gestione. I finanziamenti a titolo di capitale di terzi di distinguono per la natura commerciale o finanziaria e per la durata. Quando i finanziamenti ottenuti a titolo di capitale proprio superano quelli ottenuti da terzi l’azienda è capitalizzata; nel caso contrario, si dice che è sottocapitalizzata. Il grado di capitalizzazione di un’azienda dipende dal rapporto tra mezzi propri e mezzi di terzi e dipende dalla fiducia che i soci evidenziano nei confronti dell’impresa. Il grado di capitalizzazione è un’informazione molto importante in quanto è determinante per l’ottenimento dell’equilibrio patrimoniale. Il risultato economico è l’incremento o decremento che subisce il patrimonio iniziale per effetto della gestione nel corso della vita dell’azienda. Tutti gli imprenditori hanno come scopo finale quello di aumentare il capitale proprio iniziale, e affinché ciò si verifichi è necessario che il valore del flusso dei prodotti finiti e servizi immessi sul mercato sia globalmente maggiore di quello dei flussi dei fattori produttivi impiegati. Se riesce e realizzare quanto detto in precedenza, l’azienda ha conseguito un reddito globale positivo, cioè un utile. Nella realtà aziendale, questo calcolo riveste pochissima importanza, infatti i soggetti ricorrono alla determinazione del reddito d’esercizio, cioè si devono individuare i costi e i ricavi riferibili a ciascun periodo. I costi sono tutti gli oneri che un’azienda sostiene per entrare in possesso dei fattori produttivi necessari all’ottenimento del prodotto finito da immettere sul mercato e dalla cui commercializzazione otterrà i ricavi. Si parla di costi pluriennali quando si fa riferimento a oneri sostenuti per l’acquisto di beni a lungo ciclo di utilizzo o a fecondità ripetuta, cioè a beni che mantengono la loro utilità nel processo produttivo per più esercizi. Si parla di costi di esercizio in riferimento a quelli sostenuti per l’acquisto di fattori produttivi a breve ciclo di utilizzo, cioè quei beni che perdono la loro utilità in un breve periodo e sono rinnovati continuamente. Essi sono elencati in un prospetto chiamato situazione economica, nella sezione sinistra. Il legislatore impone la classificazione dei costi per natura nella redazione del conto economico; ciò significa analizzare la causa economica che li ha generati e successivamente classificarli nel seguente modo: costi per materie prime. Costi per servizi: sono i costi sostenuti per ottenere prestazioni da parte di terzi. Costi per godimento di beni di terzi: sono i costi sostenuti per ottenere la disponibilità di beni di terza economia. Costi per personale. Oneri finanziari: sono i costi generati dai finanziamenti ottenuti da parte di terzi soggetti. Oneri straordinari: sono i costi che sono generati da situazioni occasionali. Oneri tributari: sono quei costi dovuti alle imposte e alle tasse versate allo Stato. È possibile classificare i costi anche in base alla destinazione: costi di produzioni, sono quelli sostenuti dalle aziende industriali nel momento in cui svolgono l’attività di trasformazione delle materie prime in prodotto finito. Costi di distribuzione: sono quelli sostenuti per commercializzare i prodotti e immetterli sul mercato. Costi di amministrazione. I ricavi sono dei componenti positivi del risultato economico relativo ad un esercizio e sono classificati in base alla loro natura: ricavi ottenuti dalle vendite e dalle prestazioni, sorgono in seguito alla cessione dei beni e delle prestazioni di servizio. Ricavi e proventi diversi, derivano da operazioni al di fuori della normale attività di produzione e vendita dei prodotti finiti. Ricavi derivati dalla cessione di beni strumentali. Proventi finanziari, sono il risultato positivo degli investimenti finanziari. Proventi straordinari, sono quelli che derivano da operazioni al di fuori della normale attività aziendale. Avendo suddiviso la gestione arbitrariamente in periodi amministrativi, sorge il problema della determinazione della competenza economica. I costi e i ricavi sono l’aspetto economico della gestione, ma sono misurati da movimenti finanziari. Il principio di competenza stabilisce che per la corretta determinazione del reddito di esercizio, bisogna far riferimento ai costi e ai ricavi di competenza economica del periodo amministrativo considerato. Si parla di costo di competenza quando il costo sostenuto in un esercizio ha dato la sua utilità, generando così un ricavo, nello stesso periodo amministrativo. Si parla di ricavo di competenza di un esercizio quando il ricavo, conseguito in un esercizio, è correlato ai costi sostenuti nello stesso periodo amministrativo. Si ha l’equilibrio di gestione quando l’azienda riesce a conseguire il fine aziendale creando ricchezza; se ciò avviene, opera in condizioni di equilibrio patrimoniale, economico e monetario. L’azienda è in equilibrio patrimoniale quando il rapporto tra la composizione degli impieghi e delle fonti di finanziamento è corretto. In particolare, si verifica equilibrio patrimoniale se: l’attivo immobilizzato è minore della somma tra capitale proprio e passività consolidate; l’attivo circolante è maggiore delle passività correnti; l’azienda è capitalizzata, cioè il capitale proprio è maggiore del capitale di terzi l’azienda è in equilibrio economico quando esistono le seguenti condizioni: in un determinato periodo di tempo, i ricavi di competenza sono maggiori dei costi di competenza perciò è necessario che vengano remunerate le risorse investite in azienda. Si remunera il capitale investito, che deve fruttare all’imprenditore almeno quanto le forme di investimento alternativo. L’imprenditore è motivato a continuare le attività quando l’utile conseguito in un periodo amministrativo è maggiore della somma tra l’interesse di computo e lo stipendio direzionale, originando in tal modo il profitto. In caso contrario, i rischi a cui va incontro l’imprenditore non sono sufficientemente retribuiti ed è conveniente indirizzare il proprio capitale presso altre forme d’investimento. Non devono essere remunerate solo le ricchezze dell’imprenditore, ma tutti i fattori impiegati nel processo produttivo. Congiuntamente all’equilibrio patrimoniale ed economico, l’azienda deve perseguire l’equilibrio monetario, che si ha quando l’azienda riesce a far fronte in maniera economica e tempestiva alle proprie uscite monetarie. Si ha perciò equilibrio monetario quando giornalmente le somme monetarie a disposizione delle aziende, gli incassi delle vendite, le somme provenienti dai finanziamenti concessi dai terzi o le somme versate dal proprietario sono maggiori o almeno uguali a quelle destinate alle uscite monetarie. L’equilibrio monetario deve essere sempre controllato giornalmente, quello economico e patrimoniale sono invece da verificare per intervalli di tempo più lunghi, generalmente della durata di un anno.
La contabilità aziendale è l’insieme di tutti i documenti e registri che comprovano i fatti di gestione o che ne rilevano il verificarsi; essa permette alle aziende di essere sempre al corrente di come si svolge la loro attività economica. Gli insiemi delle annotazioni viene definita rilevazione, i documenti contabili si chiamano scritture. Analizziamo ora le tipologie di scritture previste dalla prassi contabile e gli obblighi stabiliti dal legislatore. Le scritture possono essere classificate nel seguente modo: scritture cronologiche. Scritture sistematiche. Scritture contabili, sono quelle che vengono eseguite utilizzando appositi prospetti chiamati conti. Scritture extra contabili, sono quelle che utilizzano prospetti diversi dai conti (statistiche, tabelle, indici). Scritture obbligatorie, sono tali il libro giornale e il libro degli inventari che insieme al libro mastro costituiscono la CO.GE. scritture facoltative. Scritture di magazzino, sono composte dal giornale di magazzino che verifica e documenta tutte le operazioni di carico e di scarico delle scorte, e delle schede di magazzino. Scritture del personale, sono composte da tre registri: il libro matricola nel quale sono rilevate le generalità e i dati personali dei lavoratori dipendenti. Il libro paga che contiene i dati relativi al calcolo delle buste paga e dei contributi sociali. Il registro degli infortuni sul lavoro. Il libro dei cespiti ammortizzabili, contiene le informazioni relative ai beni strumentali presenti in azienda. Un primo gruppo di articoli del codice civile stabilisce le regole di tenuta delle scritture e i tempi di conservazione delle stesse (regole di tenuta e conservazione delle scritture). Un altro gruppo di articoli stabilisce quali sono i libri obbligatori (libro giornale, libro dei soci, libro delle obbligazioni, ecc.). I libri IVA sono documenti previsti dal legislatore fiscale e sono composti dal registro delle fatture emesse, dal registro delle fatture d’acquisto e dal registro dei corrispettivi per i commercianti al minuto. Si parla di contabilità ordinaria per tutte le società di capitali, le società di persone e le società individuali. Si parla di contabilità semplificata per le società di persone e particolari imprese individuali. La rilevazione delle operazioni aziendali inizia dai documenti originari, che vengono emessi quando nasce un fattore di gestione e si distinguono in: documenti i prova, che servono a comprovare l’operazione avvenuta. Documenti di autorizzazione, che hanno il compito di autorizzare un certo soggetto ad eseguire una certa operazione. I documenti originari sono alla base della compilazione delle scritture elementari, che sono costituite da: prima nota, contabilità elementare nella quale sono registrate tutte le operazioni che vengono eseguite sulla base di dati provenienti dai documenti originari. Partitari clienti e fornitori, prospetti relativi a clienti e fornitori nei quali è possibile verificare in ogni momento l’ammontare a credito o a debito maturato dal susseguirsi dei rapporti commerciali con ognuno di loro. Scadenziari, registri nei quali vengono rilevate le scadenze di pagamento delle fatture di acquisto e di vendita. La contabilità generale è costituita da tutte le scritture che raccolgono i dati relativi alle operazioni svolte dall’azienda con i terzi al fine di determinare risultati di sintesi della gestione. La contabilità generale è un sistema di scritture complesso; essa riguarda l’intera attività aziendale e rileva i fatti di gestione analizzandone gli aspetti finanziario ed economico; il suo scopo finale è quello di determinare il reddito d’esercizio e il patrimonio di funzionamento. Consente un controllo interno tramite le informazioni che vengono raccolte e annotate sui registri obbligatori. Comunica ai terzi i risultati finali della gestione attraverso la determinazione del reddito d’esercizio e del patrimonio di funzionamento tramite la registrazione dei valori generati dalle operazioni aziendali. L’insieme delle scritture di contabilità generale è un sistema contabile. Lo strumento fondamentale e necessario per redigere le scritture di contabilità generale è il conto. A secondo della loro forma i conti si possono classificare in: conti analitici, riferiti ad un solo oggetto. Conti sintetici che sono conti che raggruppano più oggetti della stessa specie. Conti descrittivi che descrivono analiticamente tutti i dati relativi ad ogni operazione. Conti sinottici, che definiscono solitamente il valore dell’operazione. Conti a una sezione che contengono solo una colonna per rilevare il valore e una per indicare il segno dell’operazione. Conti a due sezioni che contengono due colonne per rilevare il valore dell’operazione. Le scritture principali della contabilità generale sono: il libro giornale, è un registro nel quale vengono annotate le operazioni di gestione in ordine cronologico. Il libro mastro, è il registro contenente l’insieme dei conti utilizzati dall’azienda con i valori in essi registrati. Il libro degli inventari, è il registro nel quale vengono rilevati gli inventari aziendali allo scopo di determinare il patrimonio di funzionamento. Il bilancio d’esercizio è il documento che riepiloga le operazioni di gestione di un periodo amministrativo ed evidenzia la situazione economica, patrimoniale e finanziaria al termine di esso. Il bilancio d’esercizio è un documento di fondamentale importanza nella contabilità aziendale, il cui scopo è quello di far conoscere i risultati finali della gestione: il risultato economico e il patrimonio di funzionamento. Le funzioni del bilancio sono essenzialmente due: funzione informativa il cui compito è quello di informare sui risultati conseguiti tutti i soggetti interessati all’andamento dell’azienda. Funzione di controllo: consente alla direzione generale di analizzare le politiche di gestione poste in essere e l’influenza che hanno avuto sui risultati di gestione. Il bilancio si compone in tre parti complementari e strettamente collegate: lo stato patrimoniale, che evidenzia la situazione finanziaria e il patrimonio al termine dell’esercizio; il conto economico, che consente di determinare il risultato economico dell’esercizio; la nota integrativa, che ha il compito di chiarire e completare le informazioni qualitative e quantitative dirette a spiegare e approfondire alcuni dati inseriti nei precedenti due prospetti. Il sistema informativo di bilancio non viene svolto solo dai tre documenti che lo compongono, ma si completa con la stesura di tre relazioni che costituiscono i documenti accompagnatori del bilancio stesso. Essi sono: la relazione sulla gestione, che viene compilata dagli amministratori e contiene le informazioni relative all’andamento della gestione, ai costi, ai ricavi, e agli investimenti. La relazione dei sindaci che è un documento attraverso il quale l’organo di controllo può verificare l’operato degli amministratori in merito all’osservanza della clausola generale e dei principi della redazione. La relazione di certificazione che viene compilata dalle società di revisione, attesta anch’essa l’attendibilità del bilancio in merito all’osservanza della normativa civilistica. Una volta compilato dagli amministratori e controllato dai sindaci il bilancio deve essere approvato dall’assemblea ordinaria e i tempi di approvazione si possono sintetizzare nel seguente modo: il bilancio d’esercizio deve essere presentato al collegio sindacale per il controllo almeno 30 giorni prima della data di convocazione dell’assemblea. Il bilancio deve essere depositato in sede sociale affinché i soci possano prenderne visione nei 15 giorni che precedono l’assemblea. Entro 30 giorni dall’approvazione deve essere depositato presso l’ufficio del registro delle imprese. Qualora sia necessaria o richiesta la certificazione, le società di revisione hanno diritto di riceverlo 45 prima della data di convocazione dell’assemblea
sto cercando gli appunti sulla gestione di un bar sostengo l' esame dell istituto alberghiero