Bill of rights

Materie:Appunti
Categoria:Diritto

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Testo

BILL OF RIGHTS (1689)
CONTESTO
Con il 1660, in seguito alla morte di Cromwell (1659) viene restaurata la monarchia e nominato re Carlo II, figlio di Carlo I, alla sua morte gli è successore il cattolico Giacomo II Stuart, la nascita di un figlio maschio di Giacomo, e quindi la paura dell’instaurazione di una monarchia cattolica, spinge l’opposizione ad offrire la corona al protestante Guglielmo III d’Orange, Stadnouder d’Olanda, marito di Maria Stuart (sorella di Giacomo II) nel novembre dello stesso anno (1688) Guglielmo sbarca in Inghilterra. Giacomo, isolato, fugge in Francia. Nel febbraio del 1689 Guglielmo III e Maria Stuart vengono proclamanti dal Parlamento sovrani d’Inghilterra, dopo aver giurato di rispettare il Bill of Rights.
MITTENTE DESTINATARIO
“I lords spirituali e temporali e i il re d’Inghilterra
Comuni, oggi riuniti in virtù delle nel caso specifico, Gugliemo III
Loro lettere ed elezioni, costituendo d’Orange e Maria Stuart
Insieme la rappresentanza piena e
Libera della Nazione…”
MESSAGGIO
Il Bill of rights stabilisce che:
- il potere legislativo spetta in comune al re e al Parlamento;
- il diritto di imporre tasse e di costituire un esercito in tempo di guerra spetta al Parlamento
- il re ha il dovere di rispettare le libertà dei cittadini (libertà religiosa, di stampo, garanzie giudiziarie, la proprietà)
Subito dal primo art. si può intuire quale sia la finalità della dichiarazione, cioè l’impossibilità del re di prendere decisioni autonome, senza cioè la supervisione del Parlamento e la sua autorizzazione: “il preteso potere dell'autorità reale di sospendere le leggi o l'esecuzione delle leggi, senza il consenso del Parlamento, è illegale” art. 1, altrettanto significativo l’ultimo art., il 13: “Che infine, per rimediare a tutti i torti, e per il miglioramento, il rafforzamento, la difesa delle leggi, il Parlamento dovrà essere frequentemente riunito.
” allo stesso scopo sono dedicati gli art. 2, 3, 4. sempre allo stesso fine, bisogna registrare l’art. 8 che si occupa delle elezioni: “le elezioni dei membri del Parlamento devono essere libere”.
Ed ecco che vi è una nuova importante aggiunta, nella Petition of rights, si domandava al re di sciogliere gli eserciti in tempo di pace, ora è un dovere: “la leva o il mantenimento di un'armata nel regno, in tempo di pace, senza il consenso del Parlamento, è contrario alla legge” art. 6
Altro punto, molto importante riguarda alla religione, non vi è più l’estremismo che aveva caratterizzato la Great Remostrance bensì “i sudditi protestanti possono avere per loro difesa delle armi conformi alla loro condizione e permesse dalla legge” art. 7.
Viene quindi toccato l’argomento della libertà di parola e di essere giudicati in modo corretto negli art. 5, 9, 10, 11, 12.
Le ultime righe riprendono quelle della Petition of rights, affermando che: “Ed essi richiedono e reclamano con insistenza tutte le cose suddette come loro diritti e libertà incontestabili; ed anche che nessuna dichiarazione, giudizio, atto o procedura avendo nociuto al popolo in uno dei punti suddetti, possa in nessuna maniera servire, in avvenire, da precedente o da esempio”.

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