Purgatorio. Parafrasi Canto I

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Testo

La navicella del mio ingegno, per correre migliori acque, si eleva verso nuove frontiere, lasciando dietro di sй l'infernale mare crudele, dove onde malefiche s'intersecano burrascose;

e canterт di quel secondo regno, dove l'umano spirito si purifica e si predispone ad assorbire un migliore influsso energetico, che lo renda degno di accedere nei pianeti paradisiaci.

E qui dove la foschia si sperde nella luce della Conoscenza, io che son dei vostri, divulgatore di Veritа, vi prego, o sante Muse, di illuminare la mia mente, e prego Calliope che si levi in mio aiuto con quel suono di veritiera parola, di cui le misere Piche avvertirono dalla Giustizia Divina un colpo tale, che fece disperar loro di ottenere il Celeste Perdono.
Le Piche, nella Mitologia, furono le Pieridi, figlie del re tassalo Pierio, le quali, abili nel canto, osarono sfidare le Muse, ma furono vinte dalla dea Calliope che le trasformт in gazze dalla vice chioccia.
Questo и il commento letterale, ma ben altro offre al lettore attento il significato di queste parole.

Pareva che il cielo godesse della luce divina delle "quattro stelle", rivelanti l'amore che spinge i Fratelli del Cielo a manifestarsi ai fratelli della Terra.
O povero mondo terreno, lontano dalla Veritа, incapace di riconoscere quelle "Luci Sante", che fanno testimonianza dell'amore immenso dei Fratelli del Cielo che vibra nel Creato.

Distolsi da loro lo sguardo, volgendomi all'altro polo, lа dove il Carro era giа sparito,

vidi accanto a me un vecchio giunto solo (senza mezzo di volo), egli appariva degno di tanta reverenza che di piщ non potrebbe averne per un padre alcun figliuolo.

Aveva lunga barba e capelli brizzolati, che gli scendevano in due bande fino al petto.

I raggi dei "dischi volanti" (che, usciti dall'astronavemadre, lo avevano accompagnato fino ad una certa distanza da noi), illuminavano il suo viso, cosм che io lo vedevo come fosse stato illuminato dal sole.

«Chi siete voi che, in contrasto alla fiumana cieca di Conoscenza, siete fuggiti dalla prigione infernale?», (domandт il vecchio illuminato dalle quattro luci sante).

«Chi vi ha guidati, chi vi illumina la mente cosм tanto da farvi uscire dalla profonda notte che eternamente offusca la valle del pianto?

Sono cosм disarmonizzate le Leggi espiative? o и mutato nel cielo, in un nuovo Consiglio, il processo della Divina Programmazione, fino al punto che voi dannati possiate giungere al riparo della mia dimensione?»

Il mio Duca allora si affrettт, con parole, con mani e con cenni, a farmi inginocchiare e chinare il capo in segno di reverenza.

Poi gli rispose: «Non venni qui di mia iniziativa; fu una donna scesa dal Cielo che mi pregт di accompagnare costui e di guidarlo sul Cammino della Conoscenza.

Ma dal momento che tu vuoi sapere piщ chiaramente la nostra condizione, non posso che ubbidire inchinandomi al tuo volere.

Questi non vice mai la sua ultima ora nell'annullamento del "Gran Rifiuto", per Celeste aiuto, anche se l'ultima sera, per la sua follia, gli fu molto vicina.

Come giа detto, fui mandato a lui, perchй poco tempo aveva per salvarsi ed altra via non c'era oltre che questa.

Ho mostrato a lui i peccatori e le loro colpe ed ora intendo mostrargli le anime che espiano affidate al tuo potere.

Sarebbe lungo dirti come l'ho condotto fino qui. La forza che mi guida a condurlo da te scende dal Cielo. Ho sintonizzato la sua umana lunghezza d'onda visiva e uditiva sulla tua dimensione affinchй lui possa vederti e udirti.

Ora ti piaccia gradir la sua venuta: libertа va cercando, che и sм cara a chi, consapevole della felicitа di Lassщ, la vita umana coscientemente rifiuta, accettando le pene espiative, che portano al felice ritorno.

Tu questo ben sai e pertanto non ti fu amara la morte in Utica, dove lasciasti il tuo corpo mortale, che allora rivestiva la tua anima, la quale nel Gran Giorno sarа piщ risplendente.

Non son gli editti eterni per noi guasti, poichй costui и giа risvegliato ed io non son legato ai regni inferiori, ma appartengo al "cerchio" dove sono gli occhi puri

della tua Marzia, che con il suo aspetto, ancora ti prega, o santa Coscienza, di considerarla sempre nell'abbraccio del tuo cuore: il suo amore, dunque, a noi ti pieghi.
Il vecchio era Catone.

Lasciaci proseguire per i sette regni, alle cui karmiche funzioni sei stato preposto ed io ringrazierт lei per ciт che tu farai per amor suo, se a te и gradito che nel mondo umano ancor ti si ricordi».

«Marzia piacque tanto agli occhi miei, quando io fui sulla Terra», disse egli allora, «che tutto ciт che mi chiese, le accordai.

Ma ora che oltre al mal fiume ella dimora, piщ non puт muovermi per quella legge evolutiva che finм con la mia dipartita.

Ma se una donna del cielo ti guida, come tu dici, non occorrono lusinghe, basta che tu in suo nome chieda il mio aiuto.

Prosegui pure il tuo cammino, affinchй costui venga cinto "d'un giunco schietto", da un alone di purezza e sia la sua mente ripulita dalle deleterie e sciocche credenze umane;

poichй la vista intellettiva offuscata dall'ignoranza non potrebbe presentarsi al cospetto "ch'и di quei di paradiso", del Primo Ministro della Cosmica Dimensione.

Questa isoletta che "ad imo ad imo", intorno all'estremo limite, lм dove и battuta dall'onda, porta dei giunchi sopra il molle limo;

e dove nessuna pianta che germogliasse in fronda o che indurisse in tronco, potrebbe aver vita, "non seconda" non и adatta alle percosse della coltivazione.

Dopo non sia di qua (attraverso cioи un mezzo extraterrestre) il vostro ritorno nei superiori mondi felici; ma il sole della Nuova Era, che sorge per voi piщ luminoso, (in virtщ delle cognizioni acquisite), per piщ lieve salita attraverso meritata evoluzione (vi mostrerа la via evolutiva, in corpo piщ spiritualizzato)».

Cosм dicendo, egli sparм ed io su nello spazio mi levai senza parlare, stringendomi al duca mio e, richiedendo protezione ed aiuto, a lui rivolsi gli occhi.

Virgilio m'incoraggiт dicendo: «Figliuolo, seguimi con fiducia: volgiamoci indietro, poichй questo Piano di Coscienza da qui declina verso gli infimi valori del male terreno».

L'alba vinceva l'ultima ora della notte, tanto splendeva per noi il cielo all'orizzonte, cosм che io, da sopra e da lontano, di una superiore dimensione, ravvisai "il tremolar de la marina", il luccichio tremolante e inconsistente del mare terreno nella sua pochezza.

Noi andavamo per il solitario Piano di Coscienza, come colui che torna sulla strada dimenticata e finchй non ripercorre il cammino giusto, gli sembra di proseguire invano, con l'ansia e l'angoscia di chi si sente perduto.

Quando noi fummo lа dove la rugiada resiste maggiormente al calore del sole, in quella frescura dove, per grazia evolutiva, l'energia radiante consente minor pena anche ai vegetali,

il mio maestro distese le mani sull'erbetta, soavemente irrorandola della sua benefica energia: ed io compresi dal suo gesto la grande arte d'amare tutte le anime bisognevoli d'aiuto,

commosso e riconoscente porsi verso di lui le guancie lacrimose: consapevole piщ che mai dell' "Universale Amore" che unisce Loro a noi in un'unica famiglia e al mio animo apparve perfetto l'Amore nel suo vero "colore", che l'aura fosca dell'inferno mi aveva nascosto.
Secondo i precedenti commenti, Virgilio e Dante, camminando l'uno dietro l'altro, giunsero in un punto di quella strana isoletta, dove nessuna pianta e nessun albero avrebbe potuto aver vita e dove, ancor piщ stranamente, invece, trovarono l'erbetta che aveva germogliato e che era coperta di brina.
И vero quindi che non si puт respingere l'ipotesi che i due, dopo aver proseguito il viaggio sul mezzo spaziale galleggiante, approdarono sulla terraferma e vi trovarono, normalmente, l'erbetta e la rugiada.

Venimmo poi sul lido deserto, che mai non vide uomo passar piщ volte e che, pertanto, sia divenuto esperto di tale strada evolutiva.
Ciт significa che un uomo, reso idoneo di quei superiori lidi, puirtroppo "deserti" poichй l'uomo ci giunge di rado, non potrebbe piщ ricadere nel peccato, per poi tornare a raggiungerli piщ volte e di tale passaggio divenire esperto.

Qui Virgilio mi soffuse di Divina Energia ("giunco schietto") come al Cielo piacque: oh meraviglia! allorchй compresi il grande Amore extraterrestre, che attraverso il mio maestro aveva fatto si che io, quale umile piantina della Creazione, venissi aiutato, similmente alla tenera erbetta carezzata da lui e, cosм rigenerato, mi trovai nel mio piano dimensionale precedente dal quale Virgilio mi aveva divelto con grande amore.

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