Relazioni varie

Materie:Appunti
Categoria:Chimica

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Testo

RELAZIONE DI LABORATORIO
Elver Bassani 2°C 17/10/00
Gruppo: Franzoni Luca, Peroni Andrea e Testa Roberto
Riconoscimento anioni e cationi
Obiettivo: Identificare gli anioni e i cationi
Materiale occorrente: Nitrato di argento
Acido solforico
Idrossido di bario
Acido cloridrico
Cloruro di bario
Un miscuglio di 2 sali
Bunsen
Provetta
Procedimento: Per sapere quale è uno dei due anioni che bisogna indovinare, abbiamo messo il miscuglio dei sali nella provetta con dell’acqua distillata e abbiamo mescolato.
Successivamente abbiamo messo nella provetta delle gocce di Nitrato di argento ed abbiamo visto dei granelli scendere nella provetta, facendo diventare la reazione bianca.
ABBIAMO TROVATO IL CLORURO, dopo aver fatto filtrare il contenuto della provetta.
Per trovare l’altro anione, abbiamo aggiunto nella provetta, oltre al miscuglio e all’acqua distillata, l’acido solforico e poi l’idrossido di bario, ottenendo così un precipitato a fiocchi, perciò l’anione è il CARBONATO.
Per indovinare i cationi, abbiamo bruciato il miscuglio di sali con il bunsen, potendo capire dal colore e dalla persistenza di quest’ultimo di che cationi si trattasse.
I cationi che abbiamo trovato sono il potassio e il calcio
Conclusione: Concludendo i due anioni sono il cloruro e il carbonato, mentre i cationi sono il potassio e il calcio

Obiettivo: Dimostrare tramite esperimenti la corrente elettrica e l’elettricità statica.

L’elettricità statica si verifica quando ci sono fenomeni di elettrizzazione senza lo scambio di elettroni tra due corpi. Ciò può essere dimostrato elettrizzando per strofinio una bacchetta di plastica ed avvicinandola a un filo d’acqua che scende da un rubinetto. Si può notare che l’acqua devia verso la bacchetta di plastica.
L’elettricità statica può essere dimostrata anche attraverso l’uso di un elettroscopio a foglie d’oro e tramite il generatore di elettricità statica.
Elettroscopio a foglie d’oro
L’elettroscopio a foglie d’oro è costituito da una beuta isolata dall’esterno contenente due sottilissime foglie d’oro che sono messe a contatto con l’esterno mediante un tubo metallico. Quando si mette a contatto la bacchetta elettrizzata per strofinio con il tubo metallico, le due foglie si allontanano, mentre quando la bacchetta viene levata dal tubo, esse si riavvicinano lentamente.
Generatore di elettricità statica
Questo strumento è formato da due dischi che ruotano in senso opposto e che sono a contatto tra di loro durante la rotazione per mezzo di alcuni spazzolini che conducono elettricità e la mandano a due condensatori (uno per le cariche negative uno per quelle positive) con una ddp di 2000V. I condensatori sono collegati a due tubi che hanno all’estremità due sfere sello stesso materiale. Quando le due sfere raggiungono un’alta ddp si mandano una scarica elettrica.
La corrente elettrica è un flusso di elettroni che attraversa un conduttore sotto l’azione di una differenza di potenziale. IL circuito elettrico è un dispositivo che fa circolare la corrente mediante dei conduttori. Questo è formato da conduttori metallici, da un generatore di tensione elettrica, da un voltametro che misura la ddp del circuito stesso, da un amperometro che misura l’intensità della corrente elettrica, da una resistenza, che non è altro che l’utilizzatore di corrente, e da un interruttore che apre e chiude il circuito.
Per cui il circuito si presenta in questo modo:
G = generatore
V = voltametro ( non devia il flusso
+ degli elettroni perché ha un’alta
R resistenza)
A = amperometro
R = resistenza
-
La 1° legge di OHM
La 1° legge di Ohm dice che se la temperatura si mantiene costante, l’intensità di corrente che percorre un conduttore è direttamente proporzionale alla tensione applicata. Per ciò si ha:
I
R = ___
ΔV
X dimostrare questa legge, abbiamo fatto un’ esperimento utilizzando la variazione del ddp con una resistenza di una lampadina, ottenendo così i seguenti risultati:
ΔV (V)
I (A)
2,5
0,25
5
0,5
7,5
0,75
10
1
ΔV
(V)
(A)
Collegamenti in serie e in parallelo
In un circuito in serie come questo, la resistenza totale è data dalla somma delle resistenze messe in serie: Rtot = R1 + R2 +R3
In un circuito in parallelo come quello sottostante, la ddpp non cambia, ma l’intensità totale è: Itot= I1+ I2 + I3
La 2° legge di OHM
La 2° legge di OHM dice che la resistenza elettrica in un conduttore, a temperatura costante, è direttamente proporzionale all sua lunghezza e inversamente proporzionale all’area della sua sezione. Per ciò si ha:
p x 1
R =____
S
Per dimostrare la 2° legge di OHM, abbiamo preso 2 fili di 1 metro di lunghezza e di 1 mm2 di sezione di nichel cromo ed il primo l’abbiamo collegato all’alimentatore ed abbiamo prodotto 10V, ottenendo così 0,8 A e una resistenza di 12,5 , successivamente abbiamo attaccato al 1° filo il secondo, ottenendo 2 m di lunghezza e producendo ancora 10 V, abbiamo ottenuto 0,4 A, cioè 25 .
Questo dimostra che aumentando la lunghezza aumenta la resistenza.
Successivamente abbiamo unito i due fili, avendo così una sezione di 2 mm2 ed abbiamo prodotto 10 V ottenendo 1,2 A cioè 8,3 .
Questo dimostra che aumentando la sezione di intuisce la resistenza.
RELAZIONE DI LABORATORIO
Elver Bassani 2°C 01/10/00
Gruppo: Franzoni Luca, Peroni Andrea e Testa Roberto
Ricavare la massa molare del sale incognito
Obiettivo: ricavare la massa molare di un sale incognito, utilizzando la seguente proporzione:
X g (massa molare sale): 44 g (massa molecolare CO2) = x g (massa sale prelevata) : x g (massa CO2 ricavata)
Materiale occorrente: Per questo esperimento abbiamo bisogno di una spatola, una bilancia, una beuta contenete 20 ml di HCL e un sale incognito avente una massa compresa tra 1 g e 1,5 g.
Procedimento: Per mezzo della spatola e della bilancia, abbiamo prelevato 1,06 g di sale ed abbiamo pesato la beuta con l’acido cloridrico ottenendo una massa di 164,62 g.
La massa totale della beuta con l’acido cloridrico e il sale prelevato è di 165,68 g.
Abbiamo introdotto il sale incognito nella beuta, facendo attenzione a non far rimanere dei residui di sale intorno al collo della beuta, evitando così un aumento di percentuale di errore.
Dopo aver agitato la beuta per 2 minuti, l’abbiamo ripesata ottenendo una massa di 165,46 g , ciò significa che si è creato 0,22 g di anidride carbonica.
Dopo un altro minuto di agitazione, la massa della beuta è di 165,43 g, cioè 0,25 g di CO2
Dopo altri due minuti di agitazione, la massa della beuta è di 165,41 g, cioè 0,27 g di CO2
Abbiamo agitato la beuta per altri 2 minuti e la massa della beuta è di 165,40 g, cioè 0,28 g di CO2
Conclusione: Considerando l’ultima massa dell’anidride carbonica ottenuta, abbiamo calcolato la massa molare del sale con la seguente proporzione:
X : 44 g = 1,06 g : 0,28 g
X = 44 g * 1,06 g = 166,57 g
0,28 g
Il mio gruppo ha commesso un errore del 20% perchè abbiamo agitato la beuta troppo poco tempo, non facendo completare totalmente la reazione.

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