reazioni endotermiche e esotermiche

Materie:Altro
Categoria:Chimica

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Testo

Relazione di Chimica
Confronto tra reazioni che scambiano calore con l’ambiente
Mercoledì 09/11/05, presso il laboratorio di fisica della scuola Federico II di Apricena, abbiamo effettuato un esperimento per osservare e confrontare due reazioni che scambiano calore con l’ambiente circostante, assorbendolo o liberandolo.
REAZIONE ENDOTERMICA
Obiettivo: osservare una reazione endotermica
Strumenti e materiali: base con asta metallica, 2 morsetti, 2 pinze, provetta, becher da 600ml, una lastra di vetro, treppiede, pipetta con aspira pipetta, termometro(da un minimo di -10°C ad un massimo di 300°C), bacchetta di vetro, cucchiaio, spruzzetta, nitrato di ammonio(NH4NO3), acqua distillata(H2O).
Per questo esperimento abbiamo preparato, con gli strumenti a nostra disposizione, una sorta di calorimetro, strumento che serve a misurare con precisione la quantità di calore assorbita o ceduta all’ambiente circostante dai reagenti e dai prodotti durante una reazione, sistemando il termometro all’interno della provetta insieme a 5ml di H2O versati con la pipetta e, tramite i morsetti e le pinze, collegati questi alla base con asta metallica. Dopo aver preparato il nostro calorimetro, abbiamo appoggiato sul treppiede la lastra di vetro e su di questa il becher e con la spruzzetta vi abbiamo versato 300ml di H2O. In seguito abbiamo immerso la provetta con il termometro all’interno del becher e abbiamo registrato la temperatura iniziale dell’acqua che era pari a 19°C. Successivamente abbiamo steso un velo di acqua tra il becher e la lastra di vetro e aggiunto poco per volta 12 cucchiai di NH4NO3(un sale che si ottiene per sostituzione nell’acido nitrico HNO3 di uno ione H+ con lo ione ammonio NH4+) ai 300ml di H2O e agitando con la bacchetta di vetro, ottenendo cosi una reazione endotermica , reazione in cui i reagenti hanno una quantità di entalpia (che in termodinamica esprime la quantità di energia, in questo caso di energia termica, che un sistema può scambiare con l'ambiente nel corso di una trasformazione isobara, cioè durante un processo che avviene a pressione costante) minore dei prodotti e quindi si ha un assorbimento di calore da parte di questi ultimi nei confronti dell’ambiente circostante. A conferma del fatto che si trattasse di una reazione endotermica, oltre al fatto che, toccandolo, il becher si presentasse più freddo rispetto a come si presentava inizialmente, rilevando nuovamente il valore del termometro, abbiamo potuto constatare che questo indicava 15°C, 4°C in meno del valore iniziale. A differenza di quanto ci aspettavamo, l’acqua interposta tra la lastra di vetro e il becher non è gelata, abbiamo allora ipotizzato che ciò fosse dovuto alla quantità di reagenti impiegati e abbiamo quindi ripetuto l’esperimento utilizzando 50ml di H2O e 4 cucchiai di NH4NO3. A trasformazione ultimata abbiamo notato che, anche se l’acqua non era gelata neanche al secondo tentativo, dalla temperatura iniziale di 19°C eravamo passati ad una temperatura di 13°C, con una diminuzione di 6°C. Quindi grazie a questo esperimento siamo potuti giungere alla conclusione che le quantità di reagenti della reazione influiscono sulla quantità di calore assorbito o ceduto durante lo svolgimento della stessa. Va infine precisato che durante questo esperimento non si è avuto una trasformazione chimica ma una trasformazione fisica, infatti si è avuto il solo passaggio del NH4NO3 dallo stato solido ad una soluzione acquosa secondo l’equazione seguente:
NH4NO3(s) H2O NH4NO3(aq)

REAZIONE ESOTERMICA
Obiettivo: osservare una reazione esotermica
Strumenti e materiali: base con asta metallica, 2 morsetti, 2 pinze, provetta, becher da 800ml, una lastra di vetro, treppiede, pipetta con aspira pipetta, termometro(da un minimo di -10°C ad un massimo di 300°C), bacchetta di vetro, cucchiaio, spruzzetta, ossido di calcio(CaO, comunemente chiamato calce viva), acqua distillata(H2O), un uovo.
Per questo secondo esperimento abbiamo utilizzato gli stessi strumenti di quello precedente, quindi, dopo aver preparato il nostro calorimetro, abbiamo inserito nel becher il CaO fino ad arrivare quasi ai tre quarti del volume dello stesso e, inserendo il termometro, abbiamo registrato la temperatura iniziale che, come in precedenza, era 19°C. Dopo aver inserito l’uovo, abbiamo cominciato a versare un po’ per volta l’H2O nel becher, in modo da non far risultare la reazione CaO+H2O→Ca(OH)2, secondo cui l’ossido di calcio reagendo con l’acqua si trasforma in idrossido di calcio(o acqua di calce), una reazione troppo violenta, e abbiamo potuto notare che dal becher cominciava ad uscire del vapore acqueo e che la temperatura è cominciata ad aumentare fino ad arrivare a 95°C, temperatura a cui la nostra lastra di vetro è andata in frantumi dopo una leggerissima pressione effettuata dal tecnico di laboratorio con la bacchetta di vetro, nell’intento di agitare il composto per favorire la reazione. Fortunatamente il becher appoggiato sulla lastra di vetro è caduto in modo verticale senza conseguenze ne per i presenti ne per lo svolgimento dell’esperimento. Dopo un po’ di tempo, abbiamo estratto l’uovo e abbiamo potuto constatare che l’uovo si era quasi rassodato del tutto, segno, insieme alla lastra di vetro rotta, della grande quantità di calore liberata. La quantità di calore liberata può essere calcolata conoscendo la massa m e il calore specifico C dell’acqua contenuta nella provetta e l’intervallo ∆T di temperatura che si è avuto durante lo svolgimento della reazione, utilizzando la formula della legge della termodinamica: Q = C . m . ∆T.

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