Le successioni biologiche

Materie:Appunti
Categoria:Biologia

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SUCCESSIONI BIOLOGICHE

1. Introduzione
Successione ecologica Serie di comunità di specie viventi che si susseguono in un ecosistema nel corso del suo sviluppo; questo in genere parte da una condizione iniziale di abbandono o degrado e termina con uno stadio definitivo di equilibrio, rappresentato da una comunità stabile detta climax. A seconda che la successione si origini su un terreno completamente inospitale o su un terreno già occupato da un ecosistema, improvvisamente impoverito da un qualunque tipo di perturbazione, si parla rispettivamente di successione primaria o secondaria. Una successione primaria può interessare una porzione di terreno scoperta in seguito al ritiro di un ghiacciaio o all’erosione dello stato roccioso superficiale; una successione secondaria può seguire invece perturbazioni quali l?incendio di una parte di bosco o la caduta di una frana, che eliminano le specie dominanti della comunità climax preesistente.

2. Dinamiche di una successione
Le diverse comunità si succedono a un ritmo variabile, determinato da svariati fattori, tra cui la capacità competitiva delle specie coinvolte, la tolleranza alle nuove condizioni ambientali e l’interazione con gli altri organismi, vegetali e animali. Una volta raggiunto il climax, l’ecosistema è dominato da specie longeve, molto competitive, e subisce cambiamenti di piccola entità. Passando da uno stadio all’altro, ciascuna comunità tende ad assumere forme più complesse e progressivamente più stratificate, consentendo, così, a un maggior numero di specie animali di insediarsi nell’area. Con il tempo, le popolazioni animali tipiche degli stadi finali della successione finiscono con il rimpiazzare totalmente quelle caratteristiche degli stati iniziali.

3. Successione primaria
Un tipico esempio di successione primaria è quello che interessa una superficie rocciosa di una zona della fascia temperata. I primi colonizzatori sono i licheni, organismi autotrofi particolarmente resistenti e adattabili, detti per questo pionieri; il loro ruolo è duplice: da una parte contribuiscono a sgretolare la roccia, formando un primo strato di detriti inorganici, dall’altra lo arricchiscono dei primi residui organici. Seguono in genere i muschi, e poi le prime piante erbacee. Ogni volta che una pianta o un altro organismo della giovane comunità muore, i suoi resti vanno ad arricchire il terreno, rendendolo più adatto a ospitare specie sempre più complesse. Dopo le piante erbacee crescono i primi arbusti. Nel frattempo, l’ecosistema si popola di animali sempre più numerosi e complessi: dopo i primi invertebrati terricoli, tra cui i rotiferi, i nematodi e i lombrichi, giungono gli insetti, che contribuiscono anche all’impollinazione e quindi alla diffusione delle piante. Una delle ultime fasi della successione è quella dei pini e delle querce, che via via sostituiscono gli arbusti. Essi non contribuiscono, tuttavia, la comunità climax; questa, nelle regioni temperate, è in genere un bosco di aceri e faggi, abitato, oltre che da svariati microrganismi e invertebrati, da numerose specie di animali superiori, quali mammiferi e uccelli.

4. Successione secondaria
Un esempio di successione secondaria è quello che interessa un campo agricolo in abbandono nelle regioni temperate: le prime piante che vi crescono sono specie erbacee annuali, perlopiù graminacee infestanti, che arricchiscono il suolo di detriti organici. Anche qui segue la colonizzazione da parte di qualche varietà arbustiva, che a poco a poco scalza le piante erbacee pioniere, sottraendo loro luce e nutrienti. In questo modo il suolo si arricchisce ulteriormente e si ispessisce tanto da poter raccogliere le prime specie arboree, che in genere sono conifere. Infine si insinuano nella comunità piante caducifoglie dicotiledoni, in particolare faggi e aceri, che anche in questo caso rappresentano le specie dominanti della comunità climax. Le caratteristiche e la quantità di biomassa di quest’ultima dipendono in genere dal clima della regione e dalle caratteristiche del terreno, quali la pendenza e l’esposizione al sole.

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