Materie: | Appunti |
Categoria: | Biologia |
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Testo
Sotto regno
Tipo
Sotto tipo
Classi
Tallofite
(formate da 1unica cosa, dove non sono distinguibili radice, fusto, fiore e ci sono degli pseudo tessuti)
Crittogame
(nozze nascoste)
non vedo quando si riproducono
Alghe
Cloroficee (verdi)
Feoficee (brune)
Xantoficee (gialle)
Rodoficee (rosse)
Diatomee (producono il 99%del nostro ossigeno e hanno guscio calcareo)
Licheni
(vivono in simbiosi: fungo + alga)
Briofite
Muschi
Sfagni
Epatiche
Cormofite
(formate da 3 parti ben definite: radice, fusto, foglie. Ci sono veri e propri tessuti)
Crittogame
(nozze nascoste)
Pterofite
(piante con ala)
Articolate
(suddivise in porzioni)
Felci
Licopodi
Fenerogame
(nozze evidenti)
riesco a vedere quando si riproducono
Gimnosperme
(seme nudo)
Ginkgoali (piante ornamentali. Il ginkobiloba è una pianta protetta)
Cicadali (piante ornamentali)
Conifere (taxacee, cupressacee, pinacee)
Gnetali
Angiosperme
(provviste di vasi linfatici e frutto)
Dicotiledoni
(foglie con nervature non parallele)
Monocotiledoni
(foglie allungate e nervature parallele)
Radice
La radice è un organo ipogeo (sottoterra) con accrescimento verso il basso (o a geotropismo positivo). Non porta mai gemme e foglie ed è considerato “normale” de deriva dalla radichetta dell’embrione. La radice ha fasci conduttori alterni. Tutti i tipi di radice hanno bisogno di aria in giuste quantità altrimenti si crea un ambiente asfittico che porta la pianta alla morte.
Svolge varie ed importanti funzioni:
1- assorbimento delle sostanze nutritive dalla soluzione circolante nel terreno (H2O, sali minerali, N, P, K)
2- ancoraggio della pianta al terreno
3- produzione di sostanze tossiche che inibiscono l’accrescimento di troppi individui della stessa specie, a discapito della sopravvivenza di tutti. Queste tossine sono prodotte dalla parte terminale della radice detta caliptra o cuffia.
4- Funzione ecologica in quanto la radice imbriglia il terreno evitando frane e smottamenti
5- Immagazzina sostanze di riserva utili alla pianta
Tipi di radici “normali”.
1- radice fascicolata o affastellata: non distinguo la radice primaria dalle secondarie. La parte più vicina al colletto è più spessa a mano a mano che ci si allontana diventa sempre più sottile.
2- radice a fittone: la radice primaria ha dimensioni notevoli mentre quelle secondarie sono più piccole.
Tipi di radici metamorfosate. (non derivano dalla radichetta embrionale)
1- radici avventizie: sono identiche a quelle fascicolate ma vengono prodotte dai nodi del fusto. Sono quelle che ci consentono di fare le talee. Sono presenti anche nell’edera
2- radici aeree: hanno accrescimento a geotropismo negativo e servono per assorbire l’umidità ambientale. Sono ricche di parenchima aerifica. Le troviamo nelle piante tropicali
3- radici acquatiche: le troviamo nelle piante che vivono in acqua e assorbono grosse quantità d’aria
4- radici respiratorie o pneumatofori: le troviamo in piante che vivono in zone paludose o soggette a periodiche inondazioni. Hanno geotropismo negativo e fuoriescono dal terreno sembrando dei coni
5- radici colonnali: partono dai rami e arrivano al suolo per sostengono i rami
6- radici rampicanti a trampolo: le troviamo nel mais nei pressi del colletto. Aumentano la stabilità della pianta.
Assorbimento radicale.
Il principale compito delle radici è quello di assorbire sostanze nutritive dalla soluzione circolante nel terreno. Le radici assorbono solo a livello dei peli radicali. I metodi di assorbimento sono:
1- assorbimento per imbibizione: la radice si impregna di acqua contenente sali minerali ed elementi disciolti.
2- Assorbimento per gradiente di concentrazione: la soluzione circolante è diluita percui viene assorbita molta acqua e pochi sali minerali
3- Assorbimento per osmosi: c’è il passaggio dell’acqua dall’esterno all’interno.
4- Assorbimento per pinocitosi: le cellule giovani sono in grado di inglobare goccioline di liquido
5- Assorbimento per trasporto attivo: la cellula decide cosa entra.
L’assorbimento degli elementi chimici avviene in funzione dell’elemento contenuto in minor quantità (legge di Liebig).
Fusto.
È un organo epigeo con accrescimento verso l’alto (geotropismo negativo) e collega le radici alle foglie. È suddiviso in nodi da cui si dipartono le foglie. Le porzioni tra i nodi sono dette internodi. Sul fusto sono inserite le gemme da cui si originano rami, foglie e fiori. È definito “normale” se deriva dall’accrescimento del fusticino embrionale. Ha fasci conduttori collaterali.
Il fusto viene classificato in base a consistenza, portamento e ramificazioni.
Classificazione per consistenza.
1- Fusto erbaceo (è annuale e di colore verde)
Stelo: sostiene foglie e fiori. Lo troviamo nelle piante erbacee.
Scapo: sostiene i fiori e non è ramificato (tulipano)
Culmo: formato da tanti fusti che si dipartono dal colletto. Solitamente è cavo
perché manca il midollo. È pieno solo a livello dei nodi (riso e grano)
2- Fusto legnoso
Arbustivo: in condizioni naturali non supera i 5mt. di altezza
Suffrutice (o cespuglio): ramificato fin dalla base. La parte vecchia è
legnosa mentre quella annuale è erbacea (rosa)
Frutice (o arbusto): ramificato fin dalla base ma è tutto legnoso
(biancospino)
Albero: in condizioni naturali supera i 5mt.
Albero: ramificato verso l’alto
Stipite: ha crescita illimitata, non è ramificato e porta le foglie solo in
cima (palme)
Acaule: il fusto è molto corto e non lo si riconosce (cicadali)
Classificazione per portamento.
1- Portamento eretto: è sensibile al geotropismo negativo (tulipano)
2- Portamento strisciante: la gemma apicale non risente del geotropismo e il fusto corre lungo il
suolo (pomodori, zucche, stolone di fragola)
3- Portamento volubile: si avvolge ad un sostegno con andamento a spirale che può essere
destrorso (verso dx) o sinistrorso (verso sn). Queste piante hanno
organi che li aiutano nel sostegno quali viticci e cirri. (fagiolo,
vilucchio)
4- Portamento rampicante: si appoggia ad un sostegno mediante radici avventizie o cirri (edera,
vite, pisello) oppure con spine (rovo)
Classificazione per ramificazioni.
1- Ramificazione monopodiale (o monopodio): è tipica delle gimnosperme. La gemma apicale è
sempre attiva in modo che il fusto sia sempre più sviluppato rispetto ai rami e l’asse principale si allunga per tutta la vita della pianta. I rami di 1°ordine sono più lunghi di quelli di 2°ordine.
2- Ramificazione simpodiale (o simpodio): la gemma apicale cresce fino ad un certo punto, poi si
atrofizza e si sviluppano le gemme laterali.
3- Ramificazione dicotomica vera: è tipica delle piante meno evolute. La gemma apicale si
atrofizza e scompare, le due gemme laterali si sviluppano per un certo tratto per poi interrompere la crescita a favore delle 2 gemme laterali e così via.(cerastium)
4- Ramificazione dicotomica falsa: identica alla precedente ma la gemma apicale non scompare.
(vischio)
Morfologia del fusto.
1- Rizoma (mughetto): fusto ipogeo strisciante (assomiglia ad una radice). Dai nodi sviluppano, verso l’alto, fusti erbacei, verso il basso le radici fascicolate. Ha il compito di accumulare sostanze di riserva e far sopravvivere la pianta nel periodo invernale
2- Tubero (patata): fusto sotterraneo ingrossato per poter accumulare sostanze di riserva (solitamente amido). Le gemme molto numerose sono chiamate occhi e producono fusto erbaceo verso l’alto e radici verso il basso
3- Bulbo (cipolla, aglio, tulipano): fusto sotterraneo (ipogeo) formato da una zona depressa a forma di clava, chiamata girello, attorno a cui sono disposte molte foglie carnose a strati ricche di sostanza di riserva. Il bulbo porta, verso il basso, le radici e verso l’alto una sola gemma da cui si sviluppa il fusto erbaceo. Il girello è “l’anima della cipolla” ed è ricco di Zolfo.
4- Stolone (fragola): fusto strisciante epigeo che mette, a livello dei nodi, fusto erbaceo, o solamente le foglie, verso l’alto e radici verso il basso. È utile per la propagazione vegetativa, infatti se lo taglio in 2 parti avrò 2 piante.
5- Viticci (o cirri) (vite): sono rami trasformati in organi di sostegno, tipici delle piante rampicanti
6- Spine (agrumi e rose): possono derivare da varie parti (epidermide, foglie, rami) a seconda della pianta. Nel caso di molti agrumi derivano dai rami, nel caso delle rose dall’epidermide
7- Cladodi (fico d’India): sono fusti o rami appiattiti con l’aspetto di foglia e di colore verde. Le foglie vere e proprie sono trasformate in spine, quindi la fotosintesi viene fatta dal fusto. Portano fiori e frutti non all’apice ma nella porzione centrale.
8- Fillocladi (pungitopo): sono rami appiattiti, laminari e verdi, percui fotosintetici. Portano fiori e frutti non all’apice ma nella porzione centrale.
9- Colonnari (o succulenti) (cactus): hanno forma colonnare o sferica, perché ricchi di parenchima acquifero, come adattamento al clima arido per immagazzinare grandi quantità di acqua. Le foglie sono trasformate in spine per ridurre la perdita d’acqua.
I fusti metamorfosati hanno tutti il compito di trasportare la linfa grezza dalla radice alle foglie e distribuire quella elaborata al cormo (←radice- fusto- foglie).
La linfa grezza sale alle foglie, scorrendo nei vasi conduttori, per:
1) Pressione radicale: fenomeno passivo. Dato che la radice deve assorbire enormi quantità d’acqua perché i sali sono diluiti, man mano che entra acqua quella già presente viene sospinta verso l’alto
2) Capillarità: fenomeno passivo. I liquidi salgono nei tubi di diametro minore ad un livello superiore rispetto al livello dei liquidi circostanti
3) Forza aspirante della chioma: fenomeno passivo. Le foglie eliminano acqua in eccesso “succhiandola” dalla radici che ne assorbono altra
4) Forza di coesione tra le molecole: fenomeno passivo. Le molecole d’acqua sono attaccate insieme percui se la prima sale si tira dietro tutte le altre. Se nel vaso linfatico si forma una bolla d’aria da quel vaso non salirà più linfa (vedi allettamento del riso)
5) Trasporto attivo: fenomeno attivo. Abbiamo delle cellule vive dette cellule perixinematiche e succhiano la linfa dal tubo, in basso, e la riversano nello stesso in alto. Così viene consentita la risalita della linfa in tutto il fusto.
Foglia.
Le foglie hanno fasci conduttori collaterali. Abbiamo il floema verso la pagina inferiore e lo xilema verso quella superiore. La foglia è “normale” quando deriva dalla piumetta dall’embrione e viene prodotta dalle gemme del fusto.
La foglia presenta un apice(n°2), il lembo, o lamina(n°1), le nervature(n°3), il margine(n°4), la base(n°5) sempre. Ci sono anche foglie in cui possiamo trovare 2 foglioline alla base del picciolo chiamate stipole(n°7), la guaina(n°8) e il picciolo(n°6)
Per classificare le foglie si osservano solitamente 6 cose:
1- semplice/ composta
2- pagina superiore/ inferiore
3- picciolo
4- nervature
5- lembo
6- margine
1a)Foglie semplici.
Si dicono foglie semplici quelle in cui, in autunno, si stacca il picciolo e cade tutta la foglia.
1b)foglie composte.
Si dicono foglie composte quelle in cui, in autunno, cadono lamina e picciolo separati. Possono essere di due tipi:
- paripennata: n° di elementi (attaccati al rametto) pari. (acacie)
- imparipennata: n° di elementi dispari (x la presenza di una fogliolina “apicale”). (mimosa)
Ad esempio la rosa ha le foglie semplici: sono 5 ma ne cadono 3 in blocco.
2)Pagina superiore/inferiore.
Se le due pagine sono diverse la foglia è bifacciale (nelle dicotiledoni). Se sono uguali la foglia è isofacciale (nelle monocotiledoni).
3)Picciolo.
Può essere o meno presente. Se non c’è la foglia si dice sessile.
4)Nervature.
Hanno funzione di trasporto della linfa e di sostegno. Dentro ad esse troviamo i fasci conduttori. Abbiamo 4 tipi di nervature (3+1):
- penninervie (a forma di penna o lisca di pesce)c
- palminervie (a forma di mano) nelle dicotiledoni
- peltinervie (come raggi di ruota)
- parallelinervie (nervature parallele- tipo riso) nelle monocotiledoni
5)Lembo.
Dati i lembi posso avere una foglia di dicotiledone:
- ovata (ovale; tipo magnolia o bosso)
- ellittica (più arrotondata della precedente; tipo pero)
- cuoriforme (a forma di picche; tipo tiglio o violetta)
- rotonda (forma circolare; tipo tropeolo, ninfea e geranio)
- filiforme (forma di filo; tipo asparago e carota)
- aghiforme (forma di ago; tipo pino)
- palmate (con nervature palminervie; tipo vite, fico, platano, acero e ippocastano)
- flabellata (a forma di ventaglio; tipo ginkobiloba)
Nelle monocotiledoni invece abbiamo:
- lineari (lunghe e strette; tipo riso)
- lanceolata (lunghe e strette ma più arrotondate; tipo mughetto e iris)
6)Margini.
I margini semplici sono:
- intero (tipo magnolia o bosso)
- seghettato (le punte dei dentelli sono rivolte verso l‘apice fogliare; rosa)
- dentato (le punte dei dentelli sono rivolte verso l’esterno, ossia perpendicolari all’asse fogliare; alliaria o agrifoglio)
- lobato (solo se il margine arriva a metà del lembo; quercia)
- partito (solo se il margine arriva a del lembo; fico)
- setto (solo se il margine arriva fino al picciolo in modo da sembrare più foglioline; ipotalamo o trifoglio)
- sinuoso (insalata)
- crenato (edera)
Metamorfosi della foglia.
1) Antofilli: foglie metamorfosate che formano i fiori.
2) Bratee: foglie con funzione di protezione(avvolgono la spiga del mais) e vessillare (attirare l’attenzione- sembrano petali ma non lo sono)
3) Bulbilli: piante in miniatura che si formano sui bordi delle foglie di alcune piante succulente (sembrano foglie con radici)
4) Carpelli: (corpo→ frutto) sono un’insieme di foglie metamorfosate che costituiscono l’ovario dei fiori.
5) Catafilli: foglie metamorfosate con funzione di riserva (foglie carnose del bulbo)
6) Cirri- viticci: organi di sostegno per le rampicanti
7) Cotiledoni: sono foglie metamorfosate presenti nel seme in numero di 1(monocotiledoni) o 2(dicotiledoni). Hanno il compito di immagazzinare sostanze di riserva. Quando il seme germina si trasformano in foglioline basali con forma diversa dalle foglie normali.
8) Perule: foglie di protezione dell’apice vegetativo (gema). Hanno solo funzione protettiva.
9) Squame: formano gli strobili delle gimnosperme (pigna)
10) Sporofilli: foglie delle piante inferiori (briofite, pterofite)
11) Foglie di piante carnivore: modificate per attirare e catturare gli insetti da cui ricavano azoto, scarso nell’ambiente in cui vivono.
Eterofillia
Le foglie di una stessa pianta sono generalmente tutte simili tra loro. Esistono però casi in cui si trovano foglie di forma diversa ma appartenenti allo stesso individuo. È abbastanza frequente che le foglie giovani di una pianta abbiano forma diversa da quelle adulte o per l’assenza del picciolo o per la forma del margine.
Fillotassi
Perché le foglie siano il più esposto possibile alla luce solare non sono distribuite a caso ma seguendo una precisa disposizione. Si parla percui di foglie sparse (quando se ne trova una per nodo), opposte (quando se ne trovano 2) e vacillate (se sono raggruppate in numero vario su uno stesso nodo).
Il caso delle foglie sparse è il più frequente ed è possibile individuare una disposizione a spirale che segue una legge ben definita (ad es. 1/3=1 giro, 3foglie; 1/5= 1giro, 5foglie;).
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