I vaccini

Materie:Tesina
Categoria:Biologia
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Testo

Applicazione delle biotecnologie: i vaccini
Storia del vaccino
L'idea della vaccinazione come prevenzione di malattie specifiche ha origine nel 1796 medico inglese Edward Jenner. Egli da giovane aveva sentito una contadina dire che non avrebbe contratto la malattia perché aveva già preso il vaiolo vaccino: era questa, infatti, la voce che girava per le campagne. L'occasione di mettere in pratica le sue teorie, Jenner, la colse quando una mungitrice si infettò con il vaiolo delle mucche e sviluppò delle pustole sulle mani. Egli prelevò dalle lesioni del materiale e lo inoculò nel braccio di un ragazzo sano di circa otto anni. Dopo una settimana questi cominciò a star male, lamentava dolori alle ascelle, poi sensazioni di freddo e mal di testa, ma dopo qualche giorno tutti i disturbi scomparvero. Per vedere se il ragazzo si era effettivamente immunizzato, Jenner, un mese e mezzo dopo, inoculò del materiale preso da una pustola di una persona malata di vaiolo: il piccolo non si ammalò. La prova fu ripetuta successivamente, sempre con lo stesso risultato. Lo scienziato compì molti altri esperimenti simili e ne dedusse che un individuo infettato con la malattia delle mucche viene preservato dal più temibile vaiolo umano. Ovviamente Jenner, con le conoscenze del tempo, non poteva sapere che il successo del suo esperimento era dovuto al fatto che il virus dei bovini e quello dell'uomo hanno in comune alcune sostanze (antigeni), capaci di suscitare nel nostro organismo le reazioni difensive: gli anticorpi prodotti in seguito all'inoculazione del vaiolo vaccino proteggono, dunque, anche da un'eventuale infezione dell'altro virus. Se Jenner è stato il primo ad aver fatto una vaccinazione interpretandola con rigore scientifico, solo un secolo dopo, Louis Pasteur riuscì a capire che tale pratica si poteva generalizzare per prevenire vari tipi di malattie, mediante l'inoculazione di germi opportunamente attenuati.
Cosa sono

I vaccini sono sostanze contenenti quantità indebolite di germi patogeni della malattia che si vuole scongiurare che, iniettate nel nostro organismo, producono una risposta immunitaria contro determinati antigeni permettendo al nostro sistema immunitario di riconoscerli nel tempo.
Ogni vaccino prima di essere somministrato alla popolazione deve soddisfare determinati requisiti.

Requisiti

Per essere utilizzato un vaccino deve rispondere a precisi requisiti:
• di sicurezza: è piuttosto improbabile che un vaccino sia efficace nel 100% dei casi, esso però deve garantire l'immunità alla stragrande maggioranza dei vaccinati, con la minima percentuale di effetti collaterali che possono essere tollerati in base alla gravità della malattia.
• di immunogenicità: il vaccino deve essere in grado di produrre una valida risposta immunitaria verso quel microrganismo. Solitamente i vaccini sono formate da sostanze antigeniche provenienti dal microrganismo stesso.
Tipi di vaccini

Esistono diversi tipi di vaccini, a seconda della modalità con le quali vengono preparati

____Vaccini inattivati
Tali vaccini vengono prodotti uccidendo il microrganismo responsabile della malattia,
mediante agenti chimici o fisici come il calore, ed inoculandolo nell'organismo. Questi vaccini
sono stabili e sicuri poiché una volta ucciso il microrganismo non può tornare alla sua forma
patogena, solitamente non è necessario conservarli a bassa temperatura e per ciò sono idonei
ad essere utilizzati nel terzo mondo. Tuttavia la maggior parte dei vaccini inattivati fornisce
una protezione immunitaria relativamente debole e devono essere utilizzati mediante più
richiami.
Sono inattivati vaccini come quello antinfluenzale e per l'epatite A.

____Vaccini attenuati
I vaccini attenuati vengono preparati coltivando il microrganismo in causa in condizioni
particolari per fare in modo che perda la sua virulenza e la sua patogenicità (la capacità di
provocare la malattia), ma provochi comunque la risposta immunitaria desiderata.
Tali vaccini richiedono particolari condizioni di conservazione, ma hanno il vantaggio di
fornire una buona risposta immunitaria che si ottiene in genere con un'unica somministrazione
o al massimo con una seconda dose di richiamo.
Poiché esiste la possibilità seppur esigua che la forma attenuata del microrganismo possa
tornare alla forma patogena è sconsigliabile somministrare tali vaccini a pazienti che assumono
farmaci immunorepressori o sono affetti da HIV.
Generalmente questi vaccini vengono somministrati per via iniettiva, fanno parte di questa
categoria i vaccini contro la febbre gialla, il morbillo, la rosolia e la parotite.

____Vaccini sintetici
Alcuni batteri utilizzano delle tossine per provocare la malattia, ad esempio il Clostridium
tetani, responsabile del tetano, provoca la malattia mediante la produzione della tossina
tetanica. In questi casi è più comodo ed utile produrre un vaccino che fornisca
l'immunizzazione contro la tossina in questione.
Tale risultato si raggiunge producendo in laboratorio un'anatossina, cioè una forma attenuata, e
quindi non patogena, della tossina in questione.

____Vaccini di 2° generazione
Attualmente sono disponibili nuove tecnologie per produrre vaccini o migliorare quelli
tradizionali, tali vaccini vengono preparati tramite l'ingegneria genetica e la tecnologia del
DNA ricombinante.
__Vaccini coniugati A Alcuni batteri, come lo Pneumococco, hanno una particolare struttura cellulare caratterizzata d da un rivestimento esterno in grado di mascherare la struttura antigenica del microrganismo f facendo sì che il sistema immunitario non riesca a riconoscerli, specialmente nei più g i in giovani.
In un vaccino coniugato parte del rivestimento esterno del batterio viene "attaccato" ad un s secondo microrganismo ben riconoscibile al sistema immunitario, in tale maniera si riesce a s stimolare una valida risposta immunitaria anche nei confronti del microrganismo patogeno.
__Vaccini composti da subunità
In alcuni casi vaccini preparati con frammenti antigenici sono in grado di provocare una
valida risposta immunitaria con meno effetti collaterali rispetto a quelli preparati con l'intero
microrganismo. Tali vaccini si possono preparare isolando la proteine antigenica specifica di
quel microrganismo e, conoscendone la sequenza di amminoacidi, ricostruire in laboratorio
il DNA che codifica per tale proteina ed inserirlo nel corredo genetico di un batterio che, a
questo punto, produce l'antigene.
Oppure inserendo il filamento di DNA che codifica per tale antigene ed inserendo tale DNA
nel corredo genetico di una pianta. In questo modo si ottengono semi o frutti che contengono
tale antigene e che ingeriti producono una risposta immunitaria efficace. Un esempio di
questo tipo di vaccini è quello per l'epatite B.

__Vaccini con vettori ricombinanti
Molti studi sono indirizzati alla produzione di quest'ultimo tipo di vaccini.
L'idea è quella di inserire la sequenza di DNA che codifica per un dato antigene in un
vettore che inserito nel nostro organismo (ad es. nel tessuto muscolare) trasmetta tale
sequenza ad alcune cellule, le quali produrranno l'antigene in questione e faranno produrre
all'organismo una risposta immunitaria. Per ora questi vaccini sono solamente in via di
sperimentazione.

Esempio