Evoluzione geologica dell'Italia

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Categoria:Biologia
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EVOLUZIONE GEOLOGICA DELL’ITALIA cap.21

All’inizio del Mesozoico, da 235 milioni a 15 milioni di anni fa, il Pangea era ben strutturato e l’istinto in Laurasia e Godwana parzialmente scissi ad oriente dal mar Tetide. All’inizio dell’era il Pangea cominciò a fratturarsi in zolle che iniziarono la deriva verso le attuali posizioni. Come conseguenza il Tetide si allargò e le coste dei continenti che lo delimitavano (Africa a sud ed Europa a nord) vennero invase dall’acqua e ricoperte dai detriti. Sempre nel Mesozoico, in direzione Est- Ovest, si formò nel Tetide una dorsale di espansione che contribuì ad allargare il protoceano coinvolgendo nel processo di espansione i continenti contrapposti : Europa ed Africa.
La crosta di questi continenti si assottigliò progressivamente accogliendo sulla sua superficie sommersa diverse successioni sedimentarie, che diedero luogo alle rispettive piattaforme continentali dell’Europa e dell’Africa. I sedimenti accumulati su queste piattaforme, per la loro forma geometrica che rappresentano su grande scala, sono definiti “Prismi Sedimentari.” Gli ambienti geologici e climatici presenti nella piattaforma portarono alla formazione di sedimenti coralliferi là dove le acque erano poco profonde, calde e limpide. Le Dolomiti e gli Appennini laziali e campani sono una conseguenza di questa varietà di sentimenti. Negli spazi marini più ampi e profondi si accumulavano invece depositi detritici a granulometria fine (siltiti) con fossili di molluschi pelagici (ammoniti). Questi fossili si ritrovano negli strati sedimentari delle Alpi lombarde e nell’Appennino umbro- marchigiano. Nei settori della Tetide più lontani si depositarono i sedimenti argillosi misti a fossili di animali pelagici. Tracce di queste argille si ritrovano nell’ Appennino tosco- ligure- emiliano.
La fase di espansione dell’oceano Tetide durò dall’inizio del Mesozoico fino a quando, a causa della deriva delle zolle, l’AFRICA cominciò a separarsi dall’America meridionale. L’evento risale a 100 milioni di anni fa. L’apertura dell’Atlantico segnò, infatti, un inversione di rotta del continente africano che, circondato da dorsali a Ovest, Est e Sud, cominciò a muoversi verso l’Europa, mentre sul fondo della Tetide si generò una fossa di subduzione. Esaurito il processo di subduzione, ebbe inizio la collisione tra i prismi sedimentari presenti sulle piattaforme continentali dell’Europa Sud e dell’Africa nord. Nella collisione gli strati sedimentari si sovrapposero verso l’avampaese europeo e quello africano incrementando lo spessore della crosta, oggetto di questo fenomeno. Gli aggiustamenti isostatici indotti dall’ispessimento crostale determinarono un ulteriore sollevamento della crosta e portarono alla formazione di Alpi e Appennini. Tra i prismi sedimentari coinvolti nel processo troviamo ovviamente anche frammenti dell’originaria crosta del Tetide nella veste di Ofioliti e Melanges.

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