La fisiognomica

Materie:Tesina
Categoria:Anatomia
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Data:13.02.2009
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Testo

LA FISIOGNOMICA
L’arte di dedurre dai lineamenti del volto o dai caratteri somatici in genere le caratteristiche psichiche, morali di una persona.
Gli artisti dopo aver elaborato tecniche adatte a riprodurre in modo realistico figure umane riprese dal vero, ed una volta acquisite queste capacità mimetiche, hanno cercato di conferire alle figure dipinte “il moto e il fiato”, cioè si sono dedicati alla rappresentazione degli aspetti psicologici della personalità umana, meglio conosciuta come “disciplina parascientifica della fisionomica”.
Gli artisti, infatti, si applicarono allo studio dei moti mentali attraverso l’analisi di quelli corporei, e alla conseguente rappresentazione dei primi attraverso espressioni facciali ritenute ad essi corrispondenti.
Leonardo da Vinci, è il primo artista a interessarsi alla rappresentazione dei “moti dell’animo”; la pittura fino a quel momento era stata ritenuta inferiore, perché incapace di esprimere gli aspetti psicologici della personalità umana.
Nel suo trattato sulla pittura, Leonardo consiglia al pittore di osservare “i moti delle parti del volto mediante gli accidenti mentali”. Per rappresentare delle figure in modo realistico occorre quindi osservare anche le espressioni del volto ed i tratti somatici.
Oltre a Leonardo, anche Caravaggio nei suoi dipinti si propose spesso di cogliere l’istante in cui un dolore fisico improvviso si trasmette al volto, come nel Fanciullo morso da un ramarro.
Nel periodo barocco e nel Settecento molti artisti proseguono gli studi nell’ambito della fisionomica.
Nell’Ottocento anche nella pittura si riaccende l’interesse per gli aspetti psicologici della personalità umana, come nel caso di Hayez che nei suoi dipinti di donne trasmetteva quel senso di preoccupazione, che viveva negli stati d’animo della popolazione risorgimentale.
Nel Novecento il ruolo della fisionomica si esaurisce con l’affermarsi della psicoanalisi: nell’arte figurativa si manifesta una perdita di interesse per i particolari fisionomici, e si afferma la rappresentazione dell’espressione della psicologia umana ottenuta attraverso la deformazione dei tratti somatici.
La contrazione o il rilassamento dei muscoli facciali, detti mimici, determina un’alterazione dei lineamenti da cui dipende l’espressione delle emozioni. Il disegnatore dovrebbe tener conto di questo fattore, ma non concentrarsi unicamente su di esso: poiché un’espressione, isolata dal contesto, non risulta immediatamente decifrabile. Infatti, emozioni molto diverse, si manifestano in espressioni del viso molto simili, perché coinvolgono gli stessi muscoli.
Le espressioni di sorpresa, di stupore, di attenzione e di terrore sono abbastanza simili tra loro, per questo è importante considerare anche l’atteggiamento, la posa del corpo, la direzione della testa, l’espressione degli occhi…
Il disporsi dei muscoli mimici è abbastanza controllabile dalla nostra volontà, ma esistono anche manifestazioni di emozioni che tradiscono i sentimenti, anche al di là delle nostre intenzioni: sono fenomeni legati a mutamenti della circolazione del sangue, che aumenta il battito cardiaco; oppure ad uno stato di prostazione che si accompagna ad una diminuzione della circolazione nei vasi cutanei. Nel primo caso, si nota l’avvampare del viso; quando la circolazione invece è rallentata si evidenzia un pallore diffuso.
Perciò, l’osservazione diretta, unita alla conoscenza anatomica della muscolatura mimica, permette di individuare tutte le infinite sfumature esistenti tra le espressioni e all’interno di ogni singola espressione.

Esempio



  


  1. m: carta

    sto cercando appunti per una relazione su le espressioni del volto-