Bronchite

Materie:Tesina
Categoria:Anatomia

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Testo

Roba Antonella IV Biologico
Santero Alberto
Ricerca di anatomia:
I BRONCHI
I bronchi sono due tubi, nei quali la trachea si è biforcata, che si dirigono verso l’ilo dei polmoni, ove penetrano e si ramificano progressivamente. Si distinguono i tronchi bronchiali principali, che sono quelli iniziali, posti fuori dall’ilo polmonare, e i bronchi interpolmonari, che comprendono tutte le diramazioni derivanti dal tronco principale.
I tronchi bronchiali principali sono detti anche grossi bronchi.
Si possono distinguere due bronchi principali: uno di destra e uno di sinistra. Quest’ultimo è più ristretto rispetto al primo e ciò spiega il fatto che il polmone sinistro è di solito più piccolo del destro.
Ramificazione
Il tronco bronchiale principale, penetrando nel polmone, emette delle diramazioni collaterali che variano un po’ tra i due lati, questo perché il polmone destro è formato da tre lobi, mentre il sinistro ne possiede solamente due.
Le varie diramazioni che si originano dai tronchi bronchiali principali assumono dimensioni sempre minori fino a raggiungere il calibro di 1 mm, penetrano nei lobuli polmonari, diventando intralobulari; questi si ramificano, ulteriormente, fino a dare i bronchioli terminali o minimi, dai quali si originano i bronchioli respiratori, che presentano delle diramazioni emisferiche isolate: gli alveoli.
Riguardo alla posizione dei bronchi, rispetto ai rami dell’arteria polmonare, occorre tener presente che, dopo esser penetrato nell’ilo polmonare, il bronco principaleè incrociato, anteriormente, dal ramo corrispondente dell’arteria polmonare; questo lo circonda per metà e gli si pone, prima sulla parte esterna, e poi su quella posteriore.
Ne risulta che i bronchi possono anche dividersi in epiarteriosi e ipoarteriosi a seconda che si trovino, sopra, o sotto, l’arteria polmonare. Le diramazioni bronchiali sono tutte ipoarteriose ad eccezione di una (bronco lobare superiore destro).
Struttura
I bronchi principali sono costituiti, esattamente come la trachea, da una tonaca esterna fibrocartilaginea e da una tonaca interna mucosa, uguali a quelle tracheali.
Nel tronco bronchiale intrapolmonare e nella sua successiva diramazione, la struttura si modifica progressivamente, sia nella tonaca fibrocartilaginea che in quella mucosa.
Nei bronchi extralobulari, o interlobulari, le cartilagini non sono più ad anello, ma risultano spezzettate in varie lamelle cartilaginee, che sono più o meno allungate; progredendo la suddivisione, le lamelle si riducono a piccoli pezzi, le placche cartilaginee, sempre contenute nello spessore della tonaca connettivale.
Vascolarizzazione e innervazione
I bronchi sono irrorati dalle arterie bronchiali, che originano dall’aorta toracica, si portano sui grossi bronchi e si ramificano nello stesso modo dell’albero bronchiale, fino al lobulo polmonare.
Dai capillari peribronchiali originano le piccole vene bronchiali, che seguono anch’esse, ma a ritroso, le diramazioni bronchiali e si raccolgono all’ilo polmonare nelle vene bronchiali principali, che si versno nel sistema delle vene azigos e delle emiazigos.
I vasi linfatici di tutti i bronchi confluiscono nei linfonodi ilari.
I nervi provengono dal plesso bronchiale alla cui costituzione prendono parte, sia il vago, che l’ortosimpatico toracico.
LA BRONCHITE
Per bronchite si intende ogni forma di infiammazione, sia acuta sia cronica, della mucosa dell’ albero bronchiale. Mentre nelle forme acute la causa più frequente è rappresentata dalle infezioni virali delle prime vie respiratorie o da infezioni batteriche (spesso conseguenti a quelle virali), nelle forme croniche entrano in gioco fattori quali il fumo di tabacco, l’inquinamento atmosferico, l’esposizione lavorativa a gas irritanti e l’umidità ambientale, affezioni congenite o acquisite, condizioni costituzionali,…

Bronchite acuta e bronchite cronica
La bronchite acuta è caratterizzata, all’inizio, da sintomi modesti (febbre e dolori muscolari) preceduti da raffreddore e faringite; in un secondo tempo, da tosse, prima secca poi catarrale con abbondante escreato mucoso o mucopurulento, costrizione toracica e bruciore retrosternale. Il trattamento comprende riposo a letto, farmaci antipiretici e mucolitici; nel caso si sospetti l’esistenza di un focolaio di broncopolmonite si ricorrerà ai sulfamidici e agli antibiotici. Si definisce bronchite cronica un’affezione morbosa delle vie respiratorie con abnorme produzione di catarro e di secrezioni bronchiali che si protragga per almeno tre mesi all’anno per due anni consecutivi. È caratterizzata da tosse insistente soprattutto al mattino, con emissione di escreato scarso o abbondante e, col persistere della malattia, dai segni dell’insufficienza respiratoria ostruttiva per l’ enfisema che progressivamente si instaura. Nella bronchite cronica è spesso presente una componente "funzionale", cioè un'ostruzione reversibile di tipo asmatico, che può beneficiare in parte della terapia con broncodilatatori e steroidi inalatori. Ma, a differenza dall' asma, nella bronchite cronica la capacità respiratoria diminuisce progressivamente nonostante le cure, a causa dei danni persistenti a carico del tessuto polmonare. Il bronchitico cronico va spesso incontro a riacutizzazioni con aumento della tosse e dell'espettorato: questi sintomi possono presentarsi spontaneamente o in rapporto a determinati stimoli (modificazioni di temperatura e umidità ambientali, esposizione a fattori irritanti, superinfezioni accidentali). La bronchite cronica può, come si è accennato, essere favorita o determinata da protratta esposizione a gas, fumi e polveri, dotati di potere irritante o inalati in quantità tale da vincere la resistenza dei meccanismi di depurazione bronchiale (inquinamento atmosferico o fattori irritativi legati agli ambienti di lavoro) e inoltre da processi infettivi cronici polmonari e delle vie respiratorie superiori, da prolungato ristagno di secrezioni, dalla malattia asmatica, da alcuni disturbi di circolo con stasi polmonare nei cardiopatici, e soprattutto da fumo. È generalmente assodato che il fumo di tabacco, il clima freddo-umido e l’inquinamento atmosferico sono i maggiori fattori responsabili delle lesioni delle bronchiti croniche.

Le terapie
Una drastica riduzione dell’incidenza di bronchite cronica si ottiene con la sospensione del fumo e una adeguata protezione nell’ambiente lavorativo (prevenzione primaria). Anche in casi già avanzati la prevenzione primaria è di notevole beneficio. La terapia di supporto è costituita da mucolitici, broncodilatatori e steroidi inalatori, antiossidanti ed, eventualmente, bechici (tenendo sempre presente che la tosse è un importante meccanismo difensivo per eliminare le secrezioni bronchiali, da non sopprimere se non in casi particolari). Talvolta, sotto stretto controllo medico, si può praticare antibioticoterapia. Utili si dimostrano anche la vaccinazione antinfluenzale e quella antipneumococcica. Per la Bronchite cronica invece si userà durante tutti i mesi invernali una miscela di manganese 10 ml, Cobalto 10 ml, Zinco 10 ml, Rame 20 ml e Pidobase 10 ml di cui prendere 1 cucchiaino da 2,5 ml al mattino e alla sera. Ma è comunque importantissimo attuare anche una corretta umidificazione dell' ambiente, sapendo che un solo umidificatore in una stanza non è certo sufficiente. È necessario mettere degli asciugamani bagnati sui termosifoni e porre a bollire sul fuoco dei pentoloni da minestrone ripieni di acqua, lasciando continuamente in corso l'evaporazione. È utile inoltre fare dei suffumigi, ad esempio con foglie e fiori di Malva, da mettere in una pentola con acqua che sta bollendo, e fare delle profonde inspirazioni stando sopra ai vapori che ne fuoriescono.
Forme particolari di bronchite
Alcune forme particolari di bronchite sono:
bronchite asmatiforme, in cui prevale la componente broncospastica nella genesi della quale partecipa un fattore allergico; la bronchite asmatica, che coincide praticamente con le manifestazioni dell’asma bronchiale; bronchite caseosa, che accompagna alcuni casi di tubercolosi polmonare, caratterizzata dal fatto che le cellule dell’essudazione negli alveoli subiscono degenerazione caseosa; bronchite capillare, lo stesso che bronchiolite; bronchite di Castellani, lo stesso che broncosprochetosi o bronchite emorragica, bronchite fetida, con espettorato abbondante e fetido per la presenza di flora batterica anaerobica, tessuti nacrotici in disfacimento, ulcerazioni croniche specifiche dell’albero tracheobronchiale, stenosi neoplastiche.
Broncopolmonite Processo infiammatorio acuto su base infettiva di bronchi e polmoni, costituito da multipli focolai infiammatori nel tessuto polmonare. Generalmente rappresenta l’estensione di una precedente bronchite o bronchiolite. È estremamente comune, e colpisce particolarmente bambini e anziani, per le minori resistenze immunitarie che caratterizzano l’infanzia e la vecchiaia, e stati patologici come diabete e alcolismo. Altre condizioni predisponenti sono costituite da congestione ed edema polmonare; da perdita o soppressione del riflesso della tosse; da diminuita motilità delle ciglia dell’epitelio bronchiale, che si verifica nei forti fumatori e nei soggetti esposti a gas corrosivi. I focolai, generalmente bilaterali, si distribuiscono preferenzialmente nei segmenti basali dei polmoni, data la tendenza dei secreti a gravitare nei lobi inferiori. Gli agenti batterici più comunemente responsabili sono lo pneumococco, gli stafilococchi, l'Haemophilus influentiae, il mycoplasma, la clamidie, la legionella e lo Pseudomonas aeruginosa. Sempre più frequenti sono le broncopolmoniti da infezioni ospedaliere dovute a batteri comuni, che possono aver acquisito in ambiente ospedaliero particolari caratteristiche di antibiotico-resistenza ed essere introdotti nel paziente tramite manovre terapeutiche invasive (per esempio, cateterizzazioni). La sintomatologia è rappresentata da febbre elevata, tosse, espettorato e dispnea. La prognosi varia grandemente a seconda dell’agente batterico in causa. La terapia è a base di antibiotici e antipiretici.
Bronchite cronica
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