Dante trae ispirazione, come già aveva fatto con la vicenda di Polidoro, per scrivere il suo poema, “La divina commedia”. Egli mostra però un Caronte differente da quello di Virgilio.
Innanzi tutto, il Caronte di Dante è il traghettatore solo delle anime dei dannati, perché quelle destinate al Purgatorio o al Paradiso, giungevano in diverso modo ne
Divina Commedia
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poiché non possono navigare; e invece di navigare chi si costruisce una nave nuova e chi chiude con la stoppa le falle apertesi nelle fiancate di quella che ha fatto più viaggi;
chi dà colpi di martello a prua e chi a poppa; altri fabbricano remi ed altri attorcigliano la canapa per farne funi; alcuni rattoppano la vela minore e altri quella maggior
vedendo che il mondo ha mutato in poco tempo aspetto, e prende il suo bastone, e spinge fuori le pecorelle al pascolo.
Nello stesso modo Virgilio mi fece sbigottire quando lo vidi con aspetto così turbato, ed altrettanto rapidamente giunse la medicina al mio spavento,
poiché, non appena giungemmo al ponte franato, la mia guida si rivolse a me co
per rincuorarmi così mi parlò: "Il tuo spavento non ti arrechi danno; infatti, per quanto egli sia potente, non ci impedirà di scendere (dal terzo al quarto cerchio) per questo dirupo.
Quindi, rivolto verso quel tumido volto, disse: "Taci, maledetto demonio: struggiti internamente per la rabbia.
Non senza motivo è la nostra andata nella voragi
Grossi chicchi di grandine, acqua sudicia e neve cadono con violenza attraverso l’aria buia; la terra che accoglie tutto questo emana un fetido odore.
La legge del contrappasso ha qui, per i dannati del terzo cerchio - i golosi - un'applicazione evidente: "Questa sozzura ("fastidio" dice uno degli antichi commentatori) in forma di pioggia è appropr
L’immagine grandiosa di Firenze che batte l’ali - espressione crudamente visiva,che riporta al concreto il metaforico " volare " della fama - richiama quella di Gerione, nella presentazione che ne fa Virgilio all’inizio del canto XVII: che passa i monti, e rompe i muri e l’armi... Non diversamente da Gerione, Firenze è qui veduta, in una raffigurazione
Questa concezione si innesta sulla teoria tolemaica o geocentrica, secondo la quale la terra, priva di qualsiasi forma di movimento, si trovava, immobile, al centro dell'Universo, mentre intorno ad essa ruotavano il sole e gli altri corpi celesti.
Dante riteneva che fosse abitato solo l'emisfero settentrionale, le cui terre avevano come confine il
Giungemmo quindi al confine dove il secondo girone si separa dal terzo, e dove si contempla una spaventosa opera della giustizia.
Per spiegare bene le cose qui vedute per la prima volta, dico che arrivammo presso una pianura che respinge dalla sua superficie ogni forma di vegetazione.
La triste foresta (dei suicidi) la circonda, come il fiume
Introduzione critica
Il problema del comico in Dante, impostato dal De Sanctis nei suoi termini essenziali, è stato variamente studiato dai critici. Alcuni hanno preteso - riallacciandolo al modo in cui il Poeta raffigura se stesso in balìa, in un mondo di mostri e di orrori, della propria paura - di individuare nel comico una tonalità di non t
2. Il paesaggio purgatoriale
Dopo il proemio Dante presenta una descrizione, con riferimenti astronomici secondo il gusto medievale, del paesaggio purgatoriale, caratterizzato da silenzio, serenità e luminosità.
- cielo azzurro, limpido, illuminato da Venere, il pianeta dell’amore, e da 4 stelle che simboleggiano le virtù cardinali (fortezza, gi