Australia, tutta un'altra luce

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Testo

INDICE
• Introduzione…………………………….………………………………………………………………………………….. 1
• Australia, tutta un’altra luce!....................................................................................... 2
• Guarda la vita diversamente…………………………………..………………………........................ 3
• Tocca la vita diversamente………………………………………………………………………………….… 4
• Respira la vita diversamente…………………………………………………………….…………………… 5
• Assapora la vita diversamente……………………..…………………………………………………….… 6
• Ascolta la vita diversamente……………………………………………………………………………….… 6
• Un po’ di storia………………….………………………………………………………………............................8
• Il Northern Territory………………………..………………………………………………………………………10
• Terra e risorse………………………………………………….................................................11
• Clima……………………………………………………………………………………………………………………12
• Turismo………………………………………………………………………………………………………………12
• Gli Aborigeni: una popolazione sottopressione……………………………………………………… 19
• Alle origini del Dreamtime: luoghi mitologici………………………………………….….20
• Arte tradizionale……………………………………………………….………………………………………………..22
• Pittura……………………….……………………………………………………………………………………….23
• Colori…………………….…………………………………………………………………………………………….24
Un viaggio in Australia è da sempre il sogno nel cassetto di molti, mi ha sempre affascinato l’idea di andare “dall’altra parte del mondo” poiché mi immagino isole sperdute, luoghi esotici e gente cordiale.
Cercherò di condurvi con il pensiero in una parte di questo magnifico Paese: il Territorio del Nord (Northern Territory), sulle tracce di un’antichissima civiltà: gli Aborigeni.
Nell’organizzazione di un viaggio in Australia è bene considerare due elementi fondamentali: la grandezza del territorio e di conseguenza le condizioni climatiche. Dunque è un sogno che può essere ripetuto anche per brevi periodi consentendo di completare la visita e approfondire la conoscenza di questo esteso continente.
Oltre ad essere un Paese vasto è anche un Paese molto giovane, vitale e vario, dalle sue città, piccole e grandi, la maggior parte posizionate lungo la costa, alla natura con i suoi spazi sconfinati e ricca di contrasti: il rosso della terra del deserto, l’azzurro dell’oceano e del cielo, il verde della foresta pluviale, colpiscono e lasciano un ricordo indelebile!
Australia, tutta un’altra luce! Stai per scoprire che l’esperienza di una luce diversa che va al di là del visibile… questo non è un posto in cui starai in disparte a guardare. L’Australia ti aspetta a scatenare tutti i tuoi sensi!
Tramonto al nord del Queensland.
GUARDA LA VITA DIVERSAMENTE
Cosa vedrai in Australia?
Un’antica cultura e la sua storia raccontata per via di immagini. Animali visti in nessun altro angolo del mondo, che percorrono distese che potrebbero appartenere ad un altro pianeta. Il verde del bush1, la terra arsa dal sole, il cielo azzurro, la candida neve e le spiagge dorate. Il sole amaranto che tramonta su una roccia rossa, cambiandone il colore in porpora, poi arancio e infine blu come la notte. Il ricordo sincero degli insediamenti dei deportati dall’Europa a Port Arthur. Un passato leggendario di scorrerie nello scenario dei remoti insediamenti coloniali del bush australiano. Per non parlare dell’arte australiana: moderna, contemporanea tradizionale, indigena o di strada.
L’arte della terra
È impossibile paragonare quello che vedrai in Australia con quello che hai visto prima. Quello che è cresciuto sotto un’altra luce; gli animali, le piante, le rocce ed i fiumi si sono sviluppati con una prospettiva diversa da qualsiasi altra parte del mondo. Uluru la roccia che cambia colore. Il canguro l’animale che salta. L’ornitorinco: un mammifero che depone le uova. La più grande varietà al mondo di antiche piante floreali nelle foreste di Daintree, i coccodrilli nel Parco Nazionale del Kakadu ed alcuni tra gli alberi più alti del mondo nel Parco Nazionale di Mount Field, in Tasmania. Delfini, Dugongo2 e Mante sulla barriera corallina di Nigaloo. Proprio non esiste nessun luogo come questo!
L’arte della gente
L’arte è impregnata nei paesaggi australiani e nel suo stile di vita. La si riconosce nell’architettura dell’Opera House di Sydney e durante i numerosi spettacoli che si svolgono sotto i suoi famosi archi. L’arte dei film australiani da “Priscilla la regina del deserto” a “Babe il maialino”. L’arte di fama mondiale delle gallerie australiane; dove sono ospitate collezioni di antica e moderna arte aborigena. L’arte del balletto a Melbourne o visitare il Festival di Adelaide, che racchiude alcuni tra i migliori artisti del mondo. C’è poi la settimana della danza, una settimana globale di celebrazione del ballo in tutte le sue forme.
TOCCA LA VITA DIVERSAMENTE
Gli australiani non vogliono che tu venga qui per stare in disparte. Passeggiando nei giardini botanici si trovano cartelli che ti dicono: e . Prendi una lezione di surf, prova a suonare un didgeridoo3. Accarezza il morbido pelo di un sonnolento koala. Senti la neve fredda lungo la schiena mentre cerchi di imparare lo snowboard. E quando ti capita, ricambia la ferma stretta di mano di un genuino benvenuto all’australiana.
Tocca la più antica cultura del mondo
La cultura aborigena è ancora oggi viva e molto sentita in Australia. Non serve entrare in un museo per ammirarla dentro una teca di vetro. Si possono tuttora ascoltare le canzoni che narrano del Serpente Arcobaleno che apparve durante il Tempo del Sogno per creare le rocce, gli animali, gli esseri umani e le pozze d’acqua dove si sono dissetati e dove ancora oggi ci si può dissetare. Prenderai in mano un boomerang e proverai a centrare il tuo bersaglio. Ballerai le danze tradizionali e cercherai di suonare le tipiche bacchette di legno Aborigene. Ascolterai la storia aborigena in tutta l’Australia, nelle parole degli stessi aborigeni.
Tocca e lasciati toccare
Il legno del remo del tuo Kayak4 lungo le acque del fiume Swan, la morbidezza della seta cinese al mercato di Melbourne. La peluria delicata sulle foglie delle felci più antiche al mondo nelle Fraser Island, la cera sulla tavola da surf mentre corri per la tua lezione a Bells Beach, le scaglie fluorescenti dei pesci della barriera corallina.
RESPIRA LA VITA DIVERSAMENTE
Gli eucalipti dalle montagne, il pesce fresco dei mercati affollati, le salsicce arrostite sul barbecue, la brezza salmastra dalla spiaggia. L’odore della terra rossa che cuoce sotto il calore del sole. La ricchezza d’aroma di un chicco di caffè. Le erbe fresche nel giardino e l’aroma corposo che esplode quando apri una bottiglia di Shiraz.
Che buon profumo…
L’Australia ha la fortuna di ospitare una delle società più multi-culturali al mondo. Passeggiando nelle strade di una qualsiasi città australiana si avvertono gli aromi culinari che attraversano il globo: Italia, Grecia, Turchia, Libano, Tailandia, Vietnam, Cina ed Indonesia. Con questo patrimonio culturale si ha una conseguente diversità di influenze. Miscelando liberamente gli ingredienti della cucina asiatica ed europea nacque quella che è ora conosciuta come la moderna cucina australiana.
C’è qualcosa nell’aria
Attraversando l’Australia, sentirai centinaia di aromi unicamente australiani. Gli eucalipti delle colline di Adelaide, la magica atmosfera sabbiosa e secca di Uluru, il sale portato dalla brezza che soffia dalla spiaggia di Cottesloe. I gelsomini in primavera, il profumo della pioggia portata dai monsoni nel cielo tuonante all’orizzonte di Darwin ed il delizioso aroma che fuoriesce da una classica Meat Pie fumante appena sfornata.
ASSAPORA LA VITA DIVERSAMENTE
Il sapore delicato di un’aragosta. Un fruttato e ricco vino rosso o un leggero e frizzante bianco. Il sapore del sale sulla tua pelle dopo un bagno nell’Oceano Indiano. E che dire di qualche pietanza selvatica del bush: un gustoso e succulente bruco Witchetty, o del miele di bosco, o il sapore freschissimo di un pesce catturato nell’Oceano Pacifico, oppure il sapore di secco e di terriccio che ti riempie la bocca mentre suoni un didgeridoo.
Un buon bicchierino
I vigneti australiani sono uguali a quelli che si trovano in tutto il mondo, ma l’uva che cresce in questa luce così diversa produce vini con quel tocco particolare in più. Il vino australiano viene ormai riconosciuto e premiato in tutto il mondo e la grande ed ottima varietà dei risultati continua a stupire. Dal clima secco e temperato del sud Australia, del New South Wales e dell’Australia occidentale, fino alle più fredde temperature del Victoria e della Tasmania.
ASCOLTA LA VITA DIVERSAMENTE
Le risate degli uccelli, le onde che si infrangono su una spiaggia baciata dal sole, il frinire delle cicale e le note profonde di un didgeridoo. il suono del nulla di fronte all’infinita distesa dell’outback. Le risate fra amici che si raccontano un’altra barzelletta in un pub rustico della campagna.
Musica della gente
La musica dell’Australia è tanto varia quanto lo è la sua gente. Ci sono numerosi festival in tutto il Paese durante l’anno. Si balla in tutte le città, musica Country a Tamworth, Rock al May Day di Darwin, Jazz tra i vigneti di Margaret River, Folk a Camberra, Blues a Byron Bay. Poi c’è la musica indigena da assorbire nei numerosi centri culturali, dove scoprirai che attraverso di essa viene raccontata la storia aborigena. Di tutto e di più, dal suono sublime della Melbourne Simphony Orchestra alle note stonate di un karaoke in città.
Musica della terra
Girando dall’Australia sentirai cose che non hai mai udito prima. Come un kookaburra5, che passa la sua giornata ridendo di tutti. Questo è il Paese in cui si può sentire la sinfonia dell’Oceano che si infrange sulle rocce, il mormorio del delfini della barriera corallina, il fischio del vento freddo che soffia dalle Cradle Mountains ed il koala che sgranocchia soddisfatto una foglia di eucalipto.
UN PO’ DI STORIA
Scoperta da Tasman nel 1642, l’Australia si inserisce nel contesto delle linee di traffico dell’impero coloniale olandese, volto nei primi decenni del secolo XVII ad ampliare e a consolidare le proprie basi commerciali. Le spedizioni del Wallis, che scopre Tahiti (1767), del Carteret, del Bougainville (1766), e soprattutto i viaggi del Cook (1768-71; 1772-75; 1776-79) permettono agli Europei di toccare gli arcipelaghi del Pacifico e le coste orientali dell’Australia, che viene aperta dal Cook alla colonizzazione inglese. Inoltre, dopo la perdita delle tredici colonie americane, in seguito alla guerra di secessione, l’Australia divenne luogo di deportazione dei condannati inglesi, prima inviati in America. Intorno a Sydney, nel 1787 e nel 1790 furono fondate le prime colonie; gli ufficiali, con il lavoro dei deportati e il monopolio del commercio degli alcolici, godevano di un dominio quasi assoluto che li mise spesso in contrasto con i governatori.
Dalla fine del secolo e nei primi decenni dell’Ottocento, continua l’esplorazione delle coste, mentre si fondavano i primi allevamenti di pecore, tra cui famoso quello di John Mac Arthur, che divenne in breve l’uomo più ricco dell’intero continente; man mano che si diffonde l’industria dell’allevamento e che gli Europei penetrano nell’interno, la politica d’insediamento penale decade. Nel 1833, per l’azione del governatore Th. Brisbane, l’Australia si separava dalla Tasmania che rimaneva unica colonia di deportazione; nel 1834 una legge del parlamento inglese costituiva la prima colonia libera del continente: quella dell’Australia meridionale, dichiarata, però, nel 1841, colonia della corona e posta sotto il diretto dominio dell’Inghilterra. Intanto l’economia pastorizia si era impetuosamente sviluppata e si erano poste le basi di quello che fu chiamato un capitalismo pastorale, basato su grandissime estensioni fondiarie. Tra il 1850 e il 1860 si costituivano le altre colonie della Victoria, della Tasmania, del Queensland, che dopo il 1860 procuravano all’Australia l’autonomia amministrativa e legislativa con un governatore nominato dalla corona, due camere elettive ed un governo da loro espresso. La scoperta dell’oro del New South Wales (1851) fece affluire in Australia una massa di ricercatori che finirono con esplorare tutto il continente; e seguì una rivoluzione economica che oppose un’industria localizzata, ma potente al ceto dei grandi proprietari terrieri e provocò, tra il 1880 e il 1890 una grande crisi economica, da cui prese vigore un partito laburista, che attuò un’illuminata politica di legislazione sociale e riuscì con la riforma agraria, a spezzare almeno in parte l’antico latifondismo, per creare un regime di piccola proprietà. Nell’ultimo decennio venne studiata e approvata tra tutte le colonie una Costituzione federale che, avuta l’approvazione dal governo inglese, rappresentò l’atto di nascita (1901) della Federazione australiana dipendente dall’Inghilterra soltanto formalmente. La Federazione partecipò attivamente, a fianco dell’Intesa, alla prima guerra mondiale e ottenne il riconoscimento della sua indipendenza nazionale nell’ambito del Commonwealth Britannico.
Nel ventennio tra le due guerre, mentre all’interno il protezionismo economico, la chiusura dell’immigrazione straniera e la ripresa del commercio garantivano un elevato tenore di vita nel centro operaio, l’Australia si opponeva in maniera sempre più evidente all’azione imperialistica del Giappone nel Pacifico, e partecipava alla seconda guerra mondiale fornendo il massimo sforzo nella difesa della Guinea prima, e nella riconquista delle Filippine e delle altre isole del Pacifico, poi. Nel dicembre del 1949, il governo laburista, che aveva mantenuto il potere per un decennio, lo cedeva a una coalizione costituita da liberali e Country-party sotto la guida di Menzies, coalizione che affermava anche nelle successive consultazioni elettorali; l’Australia, che aveva intanto raggiunto una completa indipendenza all’interno del Commonwealht, poteva svolgere nel Pacifico una politica autonoma e, nel settembre del 1954, costituiva con gli USA, la Gran Bretagna, la Francia, le Filippine, la Nuova Zelanda il Pakistan, il Siam, la SEATO (South East Asia Treaty Organization), organismo di difesa comune nella zona del Pacifico meridionale.
THE NORTHERN TERRITORY
Il Golfo di Carpentaria forma la sponda orientale del Northern Territory. A est lo stato del Queensland; sul lato ovest lo Stato del Western Australia (capitale Perth), a Sud lo Stato del South Australia (capitale Sydney).
Il Northern Territory costituisce la terza maggiore divisione terriera in Australia dopo il Western Australia e il Queensland. La sua area è pari a 1.346.200 kmq, ed è equivalente a 17,5% dell’area totale dell’Australia.
La linea costiera si estende per 6.200 km e include le adiacenti isole tra la 129° longitudine e il 130° a est. La capitale è Darwin situata sulla costa nord-ovest.
TERRA E RISORSE
Il Northern Territory è formato principalmente da un tavoliere che sale gradualmente dalla costa raggiungendo un’altezza media di circa 700 metri. La terra di Arnhem, il Paese del golfo, le isole in mare aperto e il tavoliere nord di Barkly costituiscono la parte bassa della zona costiera settentrionale. La zona centrale semi-arida ospita la distesa del tavoliere di Barkly, la catena di montagne centrale e il deserto di Tanami. Il tutto include una grande area di buona pastorizia. Olgas, Ayers Rock (Uluru), la catena montuosa di Mac Donnel e parte del deserto di Simpson sono le principali configurazioni della zona meridionale.
Quest’ultima è generalmente sabbiosa e con poche precipitazioni ma con corsi d’acqua sotterranei sfruttati tramite pozzi. Mont Ziel (1510 metri) nella catena montuosa di Mac Donnel è il monte più alto del Northern Territory.
Da su a nord il territorio comprende il “Centro Rosso” (Red Centre) focalizzato intorno ad Alice Spring ed il “Top End” sulla costa settentrionale: due zone che evocano fortemente l’immagine dell’Australia. Marsupiali, coccodrilli, serpenti e uccelli tropicali sono comuni. Le principali forme di vegetazione sono erbe, mangrovie, acacie e alberi di eucalipto.
CLIMA
Il clima è un fattore critico nel Northern Territory e le attività umane devono adattarsi a varie azioni climatiche estreme.
Nel Top end ci sono due periodi ben distinti (anche se gli Aborigeni ne riconoscono sei): la stagione asciutta, da giugno a settembre, calda, secca e soleggiata.
In maggio e giugno l’umidità accumulatasi nei mesi precedenti evapora a poco a poco, le cascate hanno ancora molta acqua, la maggior parte delle piste sono aperte, ed il numero di turisti è minore. Luglio, agosto e settembre sono i mesi con il clima più piacevole, gli animali ed in particolare gli uccelli si radunano in gran numero sulle rive dei Billabong e dei corsi d’acqua quasi asciutti, ed i turisti accorrono a frotte.
La stagione delle piogge, da ottobre ad aprile. In ottobre l’umidità comincia a farsi intensa, la temperatura supera i 35° C, ed il numero di zanzare raggiunge proporzioni bibliche. È questo il periodo, con gli inizi di novembre in cui si verificano impressionanti scariche di fulmini, ma la pioggia è ancora ridotta. In novembre iniziano i temporali e le tempeste, i Billabong si gonfiano d’acqua e gli uccelli si disperdono. Dicembre e gennaio possono avere piogge abbondanti o essere anche relativamente asciutte. In febbraio e marzo le piogge raggiungono il culmine, con violente tempeste ed una temperatura e umidità elevatissime. In aprile i temporali continuano, ma si fanno meno intensi e frequenti, mentre i venti sono alquanto forti. Spettacolari tramonti. Spettacolare anche il verde delle foreste visitabili in barca.
Nel Red Centre il clima è solitamente secco con sole splendente e notti fredde. L’unico problema può essere il caldo intenso dei mesi estivi, da dicembre a febbraio quando si superano i 40° C, mentre le notti sono relativamente fresche.
Da maggio ad agosto, i mesi più freddi, la temperatura diurna scende tra i 15° e i 20° C, con possibili brinate notturne. Certe volte la neve cade sulla cima di Ayers Rock, ma si scioglie al primo contatto col terreno.
TURISMO
La maggior parte dei turisti che visitano il Northern Territory sono australiani, si tratta soprattutto di famiglie che vogliono fare una pausa dai rigori invernali del sud della nazione. Moltissimi viaggiano in jeep e roulotte a seguito o con camper fuoristrada o semplicemente con la tenda; il campeggio è sempre di gran moda ed in molti luoghi (anche nei parchi nazionali) è possibile campeggiare liberamente e talvolta fare un bel barbecue.
Il Northern Territory: l’autentico Outback australiano. Può sembrare difficile da spiegare a parole, ma quando lo vedrete, lo riconoscerete al primo sguardo. Non è solo deserto ma è la vera Australia del mito: deserto rosso, strade vuote e lunghissime, flora e fauna assolutamente uniche, storie incredibili. Il vero outback è tutto quanto il Northern Territory, con i suoi spazi spettacolari ed i suoi orizzonti illimitati; sarete infatti sbalorditi dall’immensità del cielo, dalla varietà e dall’abbondanza di piante ed animali e dai colori incredibili della natura. Regno della natura selvaggia e territorio Aborigeno. Un’area tra le più belle e selvagge del Paese, con micro-variazioni climatiche ed ecosistemi che vanno dal deserto alla foresta sub-tropicale. Al nord la regione del Top End verde e umida: più a sud quella del Red Centre, rossa e desertica.
I due punti d’ingresso principali per il Northern Territory sono Darwin e Alice Spring.
Partendo da Darwin, avamposto tropicale affacciato sull’Asia meridionale, città-ponte caratterizzata dalla grande presenza di Aborigeni e dalla miscela di razze soprattutto asiatiche, si raggiunge: il Kakadu National Park, tra le maggiori riserve faunistiche del mondo e luogo ideale per birdwatcher, al cui interno si trovano importanti testimonianze del passato: gli splendidi graffiti Aborigeni di Nourlangie Rock e Obiri Rock, le pitture rupestri meglio conservate del Paese; il parco nazionale di Katherine Gorge (Nitmiluk in lingua aborigena); il parco nazionale di Litchfield; l’Arnhem Land, una vasta area, terra di numerose comunità Aborigene, che può essere visitata solo con un permesso o con i tour organizzati; la Penisola di Cobourg, meta ideale per gli amanti della natura.
Alice Spring, nata come stazione del telegrafo e poi sede del Flying Doctor, è il punto di partenza per tutte le escursioni nell’Outback, il “Cuore Rosso” (centro dell’Australia), da Kings Canyon ad Ayers Rock, dai Monti Olgas a Palm Valley, dalle catene Mac Donnel ai Devils Marbles.
L’immenso territorio è un mosaico incredibile, caratterizzato da fattorie dedite all’allevamento del bestiame, da paesaggi meravigliosi, da piccoli centri abitati e da più di 100 tra parchi nazionali e riserve naturali.
Di seguito sono elencate e descritte le aree naturalistiche più conosciute e frequentate del Northern Territory.
Kakadu National Park
È il parco più grande dell’Australia. Ha una superficie di circa 20.000 kmq, che sono parte dell’Arnhem land: la spettacolare terra degli Aborigeni. È una vasta area umida, a cavallo del fiume Crocodile e dei suoi affluenti. Il nome Kakadu deriva da una delle lingue aborigene locali, chiamata Gagudju. Vera meraviglia naturale, rappresenta un mondo a parte: il parco conserva oltre 1000 specie di piante, un quarto di tutti i pesci d’acqua dolce che si trovano in Australia e oltre un terzo di tutte le specie di uccelli.
È stato dichiarato patrimonio dell’umanità non solo per l’habitat tropicale assolutamente incontaminato, ma per le valenze culturali del territorio che ospita una delle collezioni più ricche e pregevoli di arte rupestre del mondo: pitture e graffiti lasciati proprio dagli Aborigeni sulle pareti e sulle volte delle rocce sporgenti.
Il South Crocodile River è un po’ la spina dorsale della regione. Lo popolano gli alligatori d’acqua dolce più piccoli e dal muso sottile, e gli enormi estaurine crocodiles, dal muso più ampio e tozzo: i coccodrilli di estuario che amano sia l’acqua salata che quella dolce. Nella vegetazione troviamo mangrovie ed eucalipti, piante capaci di vivere sia dentro che fuori dall’acqua.
Le Yellow Waters così chiamate poiché qui insieme ai coccodrilli, ai canguri e alle moltitudini di uccelli (aquile bianche di mare, pellicani, aironi, ibis, gazze) convivono i bufali selvatici i quali smuovendo le acque con le zampe e la massa dei loro corpi, sollevano il fondo fangoso, colorando l’acqua.
Parco nazionale di Katherine gorge (Nitmiluk in lingua aborigena)
Si estende per 2.920 kmq. Situato a 30 km ad est di Katherine lo spettacolare Gorge è caratterizzato da ben 13 gole scavate dal fiume e fiancheggiate da alte pareti rocciose. Gli Aborigeni locali, i Jawoyn, sono ancora culturalmente attivi nel parco, e in esso sono conservati molti siti artistici, alcuni dei quali hanno oltre 7000 anni.
Il modo migliore per visitare il Gorge è quello di partecipare ad una visita guidata in barca, anche se si possono noleggiare canoe ed esplorare le gole secondo i propri tempi.
Altra località degna di visita a Nitmiluk è Leliyn (Edith Falls). Raggiungibile dalla Stuart Highway, a 42 km a nord di Katherine questa fantastica piscina naturale è lambita da una vegetazione lussureggiante ed alimentata da una belle cascata.
Il Nitmiluk National Park offre buone opportunità di campeggio ed oltre 100 km di sentieri per effettuare camminate nel bush.
Litchfield National Park
Situato ad appena un’ora e mezza di auto da Darwin, questo parco di 1500 chilometri quadrati è il luogo d’origine degli aborigeni Wagait.
Il parco ospita imponenti massicci rocciosi che formano spettacolari cascate (cascate di Florence e Wangi, Tolmer Falls, Tjaynera Falls) circondate da foreste tropicali. Le piscine naturali d’acqua cristallina in cui potrete fare il bagno, insieme alle piacevoli passeggiate, fanno di questo posto uno dei luoghi preferiti dai visitatori.
Il fenomeno naturale più insolito di tutto il parco è il “Magnet Termite Mounds”, altissimi termitai.
Arnhem Land e Penisola di Cobourg
È una riserva aborigena dal 1931. Una terra immensa (94.000 kmq) all’estremità nord orientale dell’Australia, la zona più ricca di siti archeologici dell’intera Oceania: a Umorrduk i dipinti rupestri risalgono a 20000 anni fa e rappresentano scene di caccia, favolosi serpenti arcobaleno, pipistrelli così grandi da essere soprannominati volpi volanti.
Secondo la tradizione aborigena, infatti, gli antenati crearono questo mondo dal fascino preistorico nel Tempo del Sogno, cantando il nome delle cose in cui si imbattevano lungo le cosiddette “Vie dei canti”.
I miti prendono corpo quando si atterra sulla airstrip, le strisce di terra rossa tra le savane di eucalipti, e si scopre questo mosaico di terre rocciose, colline nascoste dalla vegetazione, tappeti di fiori selvatici sbocciati chissà come sulla polvere rossa.
Scoprire i tesori naturali dell’Arnhem land significa incamminarsi con le guide Aborigene sul monte Borradaile, la cui cima spunta tra acquitrini smeraldo e dove sbocciano orchidee e ninfee. E dove i terribili Coccodrilli Freshie, lunghi 4 metri fanno capolino all’improvviso. Al tramonto il sole rosso sangue si scioglie nel fiume.
La natura in Australia regala emozioni forti anche sulla Penisola di Cobourg: qui, nel 1838, sbarcarono gli inglesi giunti dopo che i primi viaggiatori olandesi nel 1600 avevano esplorato la costa senza accorgersi delle meraviglie dell’interno. Forse erano semplicemente rimasti colpiti da Cape Arnhem e da tutto il merletto di dune e spiagge del golfo di Carpentaria, sulla costa orientale dell’Arnhem Land. Dove, immergendosi tra dugonghi e tartarughe, si fa snorkeling per ammirare i fondali intorno a Gove. Che sono la vetrina Tiffany del mare: coralli rossi a forma di arpa, pasci pappagallo, stelle di mare.
Uluru (Ayers Rock) e Kata Tjuta
Le enormi formazioni rocciose di Uluru (Ayers Rock) e Kata Tjuta (Monti Olgas) sono uno straordinario fenomeno geologico in netto contrasto con il deserto relativamente pianeggiante che le circonda.
Ayers Rock è un gigantesco monolito di arenaria rossa, con una circonferenza alla base di 9,4 km ed un’altezza massima di 386 metri sul deserto circostante. Le pitture rupestri nelle grotte alla base di Uluru sono testimonianza delle tradizioni aborigene Anangu tuttora vive.
Circa 32 km ad ovest di Uluru si trovano le 38 cupole di Kata Tjuta (Monti Olgas). I monti coprono un’area di 3.500 ettari e la cima più alta è Mount Olga, 500 metri di altezza sulla pianura circostante.
Il paesaggio prevalentemente desertico è dominato dai cespugli spinosi di spinifex e da bassi arbusti di dune sabbiose punteggiate da querce del deserto.
Ci sono oltre 150 specie di uccelli e molti rettili, anfibi, invertebrati adatti all’ambiente arido, oltre ad un certo numero di rari marsupiali come il dunnart, insettivoro e il peloso e tozzo mulgara. Tra i rettili, il perentie è una grossa lucertola che può raggiungere una lunghezza di 2,5 metri.
Uluru e Kata Tjuta sono parte di un importante paesaggio culturale e hanno un significato particolare per il popolo Aborigeno degli Anangu. Le caratteristiche di queste rocce sono testimonianza concreta delle azioni, dei manufatti, dei corpi degli eroi ancestrali che attraversarono la terra al tempo della creazione. I viaggi di questi eroi ancestrali sono celebrati nella religione e nella cultura Anangu ai giorni nostri.
Gli Aborigeni, in questa zona, hanno imparato a bruciare il territorio a scacchiera, con piccoli fuochi, lasciando tracce che segnano tuttora il terreno come un mosaico e questo sistema viene oggi utilizzato dalla direzione del parco per combattere gli incendi grandi e devastanti che sorgono spontaneamente.
Il parco è oggi gestito da un Consiglio di Amministrazione che include una maggioranza Anangu.
Kings Canyon
Il Watarrka National Park è conosciuto universalmente con il nome di Kings Canyon, una possente gola rocciosa che fende la terra con una profondità di 270 metri. La roccia rossa frontale, perpendicolare al terreno, svetta per oltre 100 metri sopra palmizi lussureggianti, proteggendoli dall’aridità del deserto circostante. Il parco è un’importante zona di tutela del patrimonio ambientale e le fenditure nella roccia permettono ad oltre 600 specie di piante e a molti animali del luogo di trovare riparo.
I Luritja hanno vissuto in questa zona per oltre 20.000 anni, mentre gli europei l’hanno scoperta di recente.
Si può raggiungere Watarrka lungo i 280 chilometri di strada asfaltata da Uluru o i 170 chilometri da Alice Spring; oppure attraverso i West Mac Donnell Ranges/Mereenie Loop (obbligatorio veicolo 4x4).
Barkly e Tennant Creek
Barkly è la regione tra Katherine ed Alice Spring ed è caratterizzata da immense pianure erbose e formazioni rocciose spettacolari. Le sue terre ospitano fattorie dedite all’allevamento del bestiame, le dimensioni delle quali sono letteralmente enormi.
Di particolare interesse sono: I Devils Marbles, che si ritiene abbiano oltre un milione di anni, si tratta di un gruppo di massi tondeggianti, in equilibrio sul deserto circostante, che si stagliano contro il paesaggio; il lago Woods, un’ampia formazione di acque perenni, situato a pochi chilometri da Elliott, ospita una grande varietà di uccelli; il Davenport Ranges National Park, un’area di particolare fascino collocata ad ovest dei Devils Marbles che ospita disseminate qua e là una buon numero di piscine naturali che attirano moltissimi uccelli acquatici; la località di Newcastle Waters, una cittadina abbandonata ma oggi ben conservata che fungeva da stazione di servizio per i primi grandi carri bestiame agli albori dell’età industriale; Wycliffe Well, una bizzarra stazione di ristoro (non lontana dai Devils Marbles) i cui proprietari credono fermamente negli extra terrestri.
Tennant Creek è la località più importante della regione di Barkly dove si incrociano l’Explorer’s Way e l’Overlander Way. Tennant Creek è stata teatro dell’ultima corsa all’oro in Australia negli anni ’20 e ’30. Tutt’oggi si registra ancora una piccola attività di estrazione aurifera, ma in effetti la cittadina deve la sua origine all’Overland Telegraph (la linea telegrafica) che un tempo collegava Melbourne a Londra. Costruita negli anni ’70 del XIX secolo, la linea del telegrafo tracciò quel corridoio nel mezzo del continente australiano che oggi viene attraversato dall’Explorer’s Way e dal Ghan.
GLI ABORIGENI:
UNA POPOLAZIONE SOTTOPRESSIONE
Secondo i libri di testo la storia dell’Australia inizia con l’approdo del capitano Cook e il primo contatto con gli Europei, tra il 1770 e il 1780. Per gli Aborigeni australiani è quasi la fine della loro storia, è la fine dell’Epoca dei Sogni, è l’inizio dell’ultimo triste capitolo che ha stravolto la loro storia e la loro vita.
Dai ritrovamenti di cultura materiale oggi si ritiene che vi siano in Australia testimonianze della presenza dell’uomo a partire da oltre 50.000 anni fa. Fino a 12.000 anni fa la topografia era diversa da quella di oggi, il livello del mare era da 120 a 130 metri più basso, la Nuova Guinea al nord e la Tasmania al sud erano collegate via terra all’Australia. Varie isole della Malesia e dell’Indonesia erano legate al continente asiatico. Il passaggio dall’Asia all’Australia era possibile attraversando piccoli stretti tra una terra e l’altra, ma senza i lembi di mare dove non si vedesse all’orizzonte la terra da raggiungere.
Alle fine del Pleistocene6 avvenne un cambiamento climatico, connesso con il disgelo dei grandi ghiacciai artici dell’era Quaternaria; il livello marino si innalzò, separando terre che erano unite, trasformando zone collinose in arcipelaghi, rendendo più difficile il contatto tra le varie popolazioni.
Più tardi vi furono altri arrivi, via mare. Dei gruppi arrivarono da Timor, altri da isole più lontane dell’Indonesia, altri da Papua e anche da altre zone. Le capacità di navigazione degli uomini dell’età della Pietra erano considerevoli.
Il fenomeno dell’espansione dell’uomo sul pianeta trova in Australia delle testimonianze appassionanti. Si presume che i gruppi umani si muovessero in piccoli clan familiari, con donne, vecchi e bambini, come ancora oggi avviene con gli Aborigeni.
Gli europei nel XIX secolo allontanarono dalle loro terre, uccisero e decimarono a causa delle malattie e dell’alcol diffusi, gli Aborigeni, che ormai si stavano avviando all’estinzione. Questo processo si è fermato nel secolo scorso, quando sono state prese misure per la tutela. È stato loro riconosciuto il diritto alla proprietà della terra e, dal 1993, una legge (Native Title Act) stabilisce l’obbligo di negoziare con gli Aborigeni il permesso di sfruttare il suolo e il sottosuolo su cui essi vantano diritti di proprietà. Tuttavia gli Aborigeni, esclusi dalla società del benessere dei bianchi, vivono ancora in uno stato di emarginazione, confinati in riserve o lavorando come braccianti agricoli al servizio dei bianchi nelle regioni più aride e sfavorite del Paese.
Pochi di essi sono riusciti a inserirsi in modo soddisfacente nella società australiana, anche perché sono ancora molto diffusi forti pregiudizi nei loro confronti.
ALLE ORIGINI DEL DREAMTIME: LUOGHI MITOLOGICI
Alle origini del tempo la terra era piatta e arida solo una sterminata pianura disabitata che si estendeva da ogni parte fino all’orizzonte, immersa nell’oscurità e nel silenzio.
Poi, in qualche remoto momento del lontano passato, conosciuto come il “Tempo del Sogno” (Dreamtime, momento della creazione), grandi esseri sorsero dalla crosta arida della terra dove avevano dormito per innumerevoli anni. Il sole si alzò in cielo e per la prima volta la terra fu illuminata. Questi esseri simili nell’aspetto a piante o animali, iniziarono a vagare senza scopo per il territorio comportandosi nella stessa maniera degli Aborigeni di oggi: conquistavano il cibo, scavavano per trovare l’acqua, adempievano a cerimonie, riti e così via. Fu dalle diverse azioni che compirono che si delinearono i contorni della terra: i paesaggi e le molteplici manifestazioni naturali. Le “creature sognanti” furono i capostipiti di tutti gli uomini, le donne e le specie animali che avrebbero in seguito popolato il mondo.
Mentre vagavano da un territorio all’altro le creature ancestrali “crearono” l’ambiente, accompagnando ogni loro gesto con dei canti che avrebbero poi lasciato in eredità ai loro discendenti insieme agli insegnamenti da seguire e alle regole per vivere tra le meraviglie che essi stavano plasmando per loro. Scrissero nel territorio le loro leggi imprimendo in esso gli effetti delle loro azioni: un lago dove avevano scavato per trovare l’acqua, una spaccatura dove qualcuno di loro aveva scagliato una lancia combattendo o cacciando. Ogni volta che accadeva qualcosa, la forma di quella parte della terra cambiava: si sollevavano delle colline, crescevano delle piante, scorrevano dei fiumi dove si abbeveravano nuovi animali.
E fu così che, secondo la leggenda, uno dei progenitori ancestrali più ricorrenti nella mitologia aborigena, il Serpente Arcobaleno, creò Kata Tjuta. I racconti narrano le gesta di un serpente gigante che viveva nella profondità delle pozze d’acqua permanenti e che si rendeva visibile solamente sotto forma di arcobaleno. In una delle sue apparizione lasciò dei segni visibili, prima di scomparire di nuovo nelle profondità della terra depose delle uova. Queste uova sono ora e per sempre visibili, sono le particolari formazioni rocciose delle Kata Tjuta (le Olgas) nel centro dell’Australia.
Un altro gran numero di miti è correlato ad Ayers Rock, che ha sempre posseduto una importanza fondamentale come centro totemico per le popolazioni che vivono nelle vicinanze, tra questi vi è quello dei due progenitori ancestrali bambini che per divertimento scavarono una buca sul terreno. La depressione originata dalla loro azione è visibile come allevamento a pochi chilometri dal monolite, mentre lo stesso Uluru viene descritto come il mucchio di terra accumulato dal loro operato. L’evidenza di questo sta nella forma della parete del “sasso” che presenta le impronte dello scavo delle dita dei due ragazzini.
Queste leggende vengono tuttora fatte rivivere dagli Aborigeni attraverso i vari rituali e le pitture.
Poi misteriosamente il “Tempo del Sogno” volse al termine e gli antenati, avendo realizzato il loro compito, sprofondarono nella terra, volarono nel cielo o forse si trasformarono in rocce e montagne, lasciando agli esseri viventi l’immenso tesoro della loro creazione.
I componenti dei vari clan Aborigeni si considerano i diretti discendenti di queste creature ancestrali. Come tali sono suddivisi a seconda dell’essere totemico a cui appartengono: canguro, emù, tacchino selvatico, lucertola, possum7 e altri, ognuno ha personalità e attributi propri. Gli uomini sentono una speciale affinità con la loro relativa specie animale ed è generalmente vietato uccidere o mangiare i propri animali-totem. Ogni clan ha la sua leggenda, il suo ciclo di canti, il suo proprio sito sacro: il luogo in cui il rispettivo progenitore compì qualcosa di memorabile ed eroico. Solo gli iniziati8 possono vedere questi luoghi, a loro è affidato il compito di custodirli e difenderli.
Ogni clan ha dunque il suo sogno da celebrare periodicamente attraverso riti ripetuti da millenni.
Da sempre gli Aborigeni rivendicano con orgoglio la loro diretta discendenza da questi esseri mitologici del “Tempo del Sogno”, ogni persona è loro figlia e vive nella terra da loro creata; ne consegue che ogni uomo, donna e bambino è intimamente unita dal mito e dalle relazioni tribali con le rocce, i corsi d’acqua e qualsiasi altra cosa esista nella sua terra tribale. Questi sono suoi, frutto del lavoro dei suoi antenati nell’indistinto e religioso passato.
Si spiega così il forte senso di appartenenza e di rispetto degli Aborigeni verso la terra e gli elementi naturali, che è alla base della loro vita spirituale.
La cultura aborigena si basa dunque sul Dreamtime. La terra è l’origine di tutto. L’Aborigeno raccoglie una manciata di terra e dice:
La terra ha tanti significati diversi: per un agricoltore, la terra è suo guadagno, e modo di vivere, per un meditatore la terra si vende per profitto, per gli Aborigeni non si può essere proprietari della terra perché essa ha un valore strettamente spirituale.
Quello che tutti gli Aborigeni sanno, è che devono morire vicino al proprio luogo di nascita ossia vicino al luogo dove sono stati creati. Se questo luogo è l'Uluru o il Kata Tjuta, ogni Aborigeno lì ritornerà, dove risiedono i loro antenati spirituali, anche se deve viaggiare per migliaia di miglia. In morte, tutti sanno che diverranno di nuovo un Unico con la pietra, uccello, insetto e montagna. Un Aborigeno sa che emerge da un tempo mistico, dove tutte le cose sono unite in un'armonia perfetta: il Dreamtime.
ARTE TRADIZIONALE
Il tema che sta alla base di gran parte dell’arte tradizionale, specialmente quella che doveva essere permanente, era sacro e rituale, il sogno e le cerimonie a cui esso diede origine furono una linea-guida per le attività di molti gruppi, inclusa l’arte.
Per gli Aborigeni fu un’espressione visiva dei loro credo. Gli artisti disegnavano le loro pitture sulla sabbia, le dipingevano sulle cortecce, sugli alberi, sugli utensili e sulla superficie della roccia. Le riproducevano in aree muschiose e le scolpivano nel legno e nell’arenaria. Oltre a pitture e incisioni la cultura aborigena presenta una moltitudine di decorazioni su ciotole di legno, boomerang, lance, lanciadardi, churinga9 (si legge ciuringa) ed altri strumenti di uso quotidiano, su panieri ed altri contenitori fatti con intrecci di vimini, su cippi funerari ed altre espressioni dell’arte plastica monumentale, disegni su sabbia, pitture e tatuaggi sul corpo umano. Creavano anche dei collages, aggiungendovi piume, pelliccia ed altre eleganti decorazioni e dipingevano i propri corpi in intricati e coloratissimi disegni.
L’arte aborigena fu molto importante di quanto si possa credere e si erge come un tributo alla loro fede e alla loro creatività. Sebbene molta arte aborigena sia accettata in quanto sacra, è assai probabile invece che parte di essa sia stata creata come forma di narrazione ed insegnamento.
Durante il periodo “tradizionale” la creazione di opere d’arte, fossero esse dipinte o intagliate, fu privilegio degli uomini soltanto. La capacità artistica delle donne si esprimeva invece nella creazione di svariati manufatti e nelle decorazioni del corpo. Oggi tuttavia vi sono molte donne artista: alcune seguono lo stile tradizionale, altre creano nuove forme d’arte.
Tutta l’arte degli Aborigeni ha due stili principali: uno geometrico e l’altro naturalistico, quest’ultimo con tendenza alla stilizzazione.
Tra gli Aborigeni non vi sono artisti di professione: ciascuno può essere artista dal momento che dispone di modelli ideali nei racconti mitici associati ai rituali e di modelli formali ricavati da quanto è stato prodotto precedentemente.
L’arte aborigena è originaria e originale, cioè è nata sul continente e vi si è sviluppata autonomamente, salvo rare eccezioni.
Ancora oggi gli Aborigeni appaiono creatori di un’arte originale soltanto quando possono vivere secondo i canoni della loro millenaria tradizione.
PITTURA
Per tirare le linee sottili si ricorreva ad un bastoncino e per quelle più larghe o per fare il fondo si utilizzavano strisce di corteccia d’albero sfilacciate all’estremità.
A volte utilizzavano anche peli o piume, legati o incollati ad una impugnatura. Talvolta l’artista stendeva con le dita una macchia di colore sulla superficie ed usava pezzi di carbone, ardesia o argilla indurita come se fossero matita.
COLORI
I colori vengono preparati con l’acqua. Per renderli resistenti al tempo e agli agenti atmosferici vengono utilizzati come fissativi dei grassi di origine vegetale, oppure miele selvatico o uova di tartaruga a seconda degli ambienti.
Nelle pitture tradizionali si usava un numero limitato di colori. In alcune regioni alcuni colori furono più dominanti di altri.
Complessivamente i colori principali erano: il rosso, il marrone, il giallo, il bianco, il nero ed il grigio.
Rosso, giallo e marrone avevano una base d’ocra. L’ocra è un miscuglio di ferro, calce ed argilla. Il bianco proveniva dalla calce, da speciali pipe di creta o, in alcuni casi, da gesso frantumato. In alcune aree si trovarono depositi di ocra bianca, ma furono rarissimi, il nero proveniva dal carbone ed il grigio-blu era un insieme di cenere e sostanze liquide, in aggiunta alla gomma che agiva come collante.
Per gli Aborigeni l’arte ed i colori occorrenti furono tanto significativi che le aree di produzione delle ocre si svilupparono ampiamente. La gente percorreva lunghe distanze dalle proprie zone per ottenere ciò di cui necessitava.
Nel XX secolo parecchi artisti Aborigeni, sia uomini che donne, divennero famosi in tutto il continente e tenuti in grande considerazione. Alcuni artisti contemporanei hanno mantenuto uno stile tradizionale, ma altri si sono volti ad ampliare i concetti originari.
Durante gli ultimi decenni forme artistiche non tradizionali quali il batik, la pittura su pannelli, oggetti in cuoio e ceramiche sono state prodotte professionalmente.
Arte a “raggi x”
L’arte in stile “raggi x” fu originariamente trovata solo nell’area di Arnhemland, ma è ora la forma d’arte più facilmente riconosciuta fra tutte. Essa rivela l’aspetto esterno delle creature ritratte, oltre agli organi e allo scheletro. Indica una conoscenza profonda dell’anatomia.
Questo tipo di pittura sta alla base del gusto e della volontà di non rappresentare ciò che si vede con gli occhi, ma di dare consistenza ad una presenza invisibile e soprannaturale. Tutta la natura è, per gli Aborigeni, una realtà viva con la quale comunicano.
In Arnhemland troviamo enormi pitture rupestri, alcune di più di 200 metri, che mostrano mammiferi, pesci, uccelli, dipinti secondo questo stile. Ogni figura è estremamente dettagliata. Le pitture sono realizzate sulle rocce.
Arte mimi
La forma mimi dell’arte aborigena è forse la più elegante fra tutte, è così chiamata in quanto si pensava fosse stata realizzata da esseri soprannaturali, specie di spiritelli malvagi, ma anche timidi, per i quali gli Aborigeni hanno un po’ paura. Si crede che essi escano dai loro rifugi posti negli anfratti delle rocce soltanto quando non c’è vento, che li spezzerebbe, data la loro conformazione esilissima.
Le figure monocrome dei mimi hanno forme umane filiformi, e sono rappresentate in movimento, con le caratteristiche proprie di ciascun sesso fortemente evidenziate. Ognuna delle figure è dedita ad una chiara occupazione.
Le pitture con queste caratteristiche sono state trovate in Arnhemland, nel Kimberley e nelle regioni orientali dell’Australia, inclusa Cobar NSW. Questa forma d’arte rassomiglia vagamente a quella individuata in varie isole del Pacifico ed in altri luoghi lontanissimi, come la Spagna ed il Sud Africa.
Stencilling
Esistono tuttora molte pitture che furono prodotte mediante la tecnica dello stencil (ricalco) durante il periodo tradizionale: questa forma d’arte può essere trovata da un capo all’altro dell’Australia, ma non è più diffusa nell’area Mootwingle, nella parte occidentale del NSW. La riproduzione a stencil delle mani fu la più comune, ma sono state scoperte decorazioni chiaramente stencil di piedi, armi varie, piccoli animali, rettili e persino l’intero corpo umano.
La pittura stencil era di solito di colore rosso o bianco, il significato di questi colori non è stato ancora chiarito.
Arte simbolica
Gran parte dell’arte simbolica è sopravvissuta e giunta fino a noi.
Oggi, tuttavia molta non è facilmente interpretabile. È comunque risaputo che ogni linea, forma o cambiamento di direzione possiede un particolare significato per l’artista e per coloro i quali fu originariamente dipinta: i disegni simbolici rappresentano linee diagonali, parallele o concentriche. Alcuni furono realizzati sulla superficie di rocce lisce, altri furono dipinti o intagliati su utensili.
Parecchi disegni furono scolpiti nel tronco di alberi vivi, od altri che furono lasciati ad indicare tombe. Molte delle pitture corporali che si realizzavano prima di particolari cerimonie erano pure simboliche. Nonostante sia oggi considerata solo come una riproduzione di modelli-base, questa antica forma d’arte è di grande effetto per il suo ritmo e costruzione.
Fino ad un certo punto alcuni stili simbolici di pittura possono essere capiti ed interpretati. Ad esempio il ricorrere di piccoli trattini con una linea diritta nel centro indica l’orma di un canguro che si trascina la coda, ed un cerchio con molteplici U che lo circondano è un odo simbolico di rappresentare un gruppo di uomini seduti attorno ad un fuoco.
L’arte simbolica nei suoi stili più vari si manifestò in molti modi, incluse alcune rare e misteriose forme che rappresentano visi privi di bocca o figure circondate da linee simili ad aureole.
Arte libera
Con il nome “free art” (arte libera) si indica la chiara rappresentazione di aspetti naturali quali alberi, rocce, animali ed esseri umani apparentemente intenti alle proprie occupazioni quotidiane. Alcuni di questi dipinti sono coloratissimi ed in alcune aree ricoprono sezioni di roccia molto vaste. Ogni esempio fornisce una gran quantità di dettagli.
Senza dubbio queste pitture dovevano in origine riassumere eventi veramente speciali.
Un aspetto ingannatore di questa arte è quello rivelato dalle pitture di Peak Hill, NSW, che mutano a seconda della posizione del sole.
Stranamente, esse mostrano molti più dettagli e colori se viste ad una luce debole piuttosto che nella luce piena del sole. Si stanno conducendo studi per comprendere la ragione di questo fenomeno.
Scultura ed incisioni
L’incisione nel legno è predominante in tutte le zone e ne esistono tuttora molti esempi su utensili, strati di corteccia ed alberi viventi. La forma d’arte manifestata in questo modo era solitamente simbolica.
Probabilmente l’incisione nella roccia era molto più diffusa di quanto dimostrino le testimonianze in nostro possesso, peraltro relativamente scarse. Fra le pitture rupestri di roccia meritano un ulteriore cenno i cosiddetti wondjina, figure di esseri mitici rappresentati in forma umana. Alcune di queste figure hanno dimensioni che raggiungono anche i cinque metri. Solitamente la rappresentazione dei wondjina era limitata soltanto alle parti superiori del corpo e raramente anche a quelle inferiori. Il centro focale di ogni figura è la testa su fondo bianco, simbolo dell’acqua. I visi spiccano con occhi talvolta a forma di ferro di cavallo e il naso: manca del tutto la bocca ed il mento scompare nei tratti del collo piantato su una massiccia base delle spalle: intorno alla testa quasi sempre corre una specie di aureola. Si tratta di figure dall’aspetto terribilmente statico. Esse vengono considerate dagli Aborigeni come dipinte al “Tempo del Sogno” dagli stessi mitici raffigurati.
Il ritrovamento più significativo di scultura nella roccia è quello di Castlereag, NSW. Le incisioni trovate laggiù furono realizzate nell’arenaria. Sono incisioni di forma umana e sono uniche in quanto sono le sole (scoperte finora in Australia) di dimensioni maggiori dei modelli reali. Purtroppo vi sono poche notizie disponibili circa gli Aborigeni che un tempo abitarono quest’area e gli storici nutrono molte perplessità in riferimento al vero significato e allo scopo della loro arte. Si pensa che si trattò di un tentativo sacro e formale di dimostrare che lo spirito di tutti i membri di quel clan sarebbe rimasto nell’area, nonostante le persone fisiche fossero allontanate da là.
Più numerose e con contenuto più vario sono le pitture e i disegni su corteccia. Gli Aborigeni staccano da un albero di eucalipto un pezzo di corteccia della dimensione desiderata; separano la parte esterna da quella interna, gettano via la prima e preparano la seconda tenendola costantemente bagnata e battendola con un sasso in modo da renderla sottile e al tempo stesso resistente: seccata al sole, la corteccia, così preparata è pronta per l’uso.
Una parte della grande produzione delle pitture su corteccia serve per la celebrazione dei rituali, un’altra parte rappresenta scene di vita quotidiana e, più frequentemente oggetti, animali e persone.
Le sculture in legno sono invece rare: si trovano soltanto fra le tribù delle regioni settentrionali del continente. Nella Terra di Arnhem e nella Penisola di Capo York esse rappresentano figure umane e figure di animali, simboli di esseri mitici. Fra questi è frequente la figura del Serpente Arcobaleno. Quelle dei Tiwi delle isole di Melville e Bathurst sono invece monumenti funerari. L’area di diffusione della scultura fa pensare che si tratti d’una forma di arte legata ad influenze forestiere.
Artigianato ed altre espressioni d’arte
La creazione e la decorazione di attrezzi ed utensili ebbe sovente significato totemico e spirituale, fu inoltre espressione di una creatività individuale e di gruppo e conseguentemente motivo di grande orgoglio.
Gli oggetti di legno d’uso rituale con incisioni sono rappresentati principalmente da tjurunga10 e dai rombi ronzanti. Le decorazioni su tali oggetti sacri sono di stile geometrico, con disegni a cerchi, a greche, a linee dritte o spezzate.
Di particolare interesse sono grandi conchiglie di madreperla incise nella parte interna lucida della valva. Queste conchiglie hanno un gran valore poiché sono oggetto di scambio tra le tribù della costa che le inviano alle tribù del centro, dove vengono preparate e di nuovo scambiate con le tribù della costa.
Le copiose decorazioni corporali, specialmente gli elaborati copricapo di ciascun gruppo, furono altresì espressione di creatività e fierezza.
La pittura del corpo fu sempre realizzata secondo un certo ordine ed era simbolica, tuttavia gli ornamenti supplementari quali piume, fiori, conchiglie o pelliccia variarono a seconda del gusto dei singoli o delle loro famiglie. Più la cerimonia era sacra, più elaborate erano le decorazioni e molta cura ed attenzione venivano messe in ogni creazione.
Alcune forme di arte aborigena non rientrano in alcuna delle categorie citate. Ad esempio, quelle figure incavate nella roccia vicino a Cobar, NSW, mostrano qualcosa che non è manifestato in nessun’altra area. Esse indicano mote piccole figure dipinte direttamente una sulla sommità dell’altra. I primi Aborigeni insediatisi nel distretto del Lago di Eyre crearono una altresì non comune forma artistica nel loro dipingere vari pali-segnavia in vivaci colori per indicare le piste che i loro antenati totemici avevano seguito.
Una forma d’arte aborigena intrigante ma ben poco conosciuta e tuttora oggetto di studi è l’arte della pittura delle pietre (picture stone art). Apparentemente questa forma artistica era usata come strumento di comunicazione e per la registrazione dei fatti. Era dipinta sulle pietre di fiume di bordi levigati. Tali pietre riproducevano minute ma complete descrizioni di soggetti quali uomini bianchi e le loro navi, tanto quanto scene d vita aborigena. Alcune pitture sono troppo piccole per poter essere viste ad occhio nudo.
Altre sono state trovate tra lastre di una pietra non dipinta, cementate con una resina speciale e molto efficace per una duratura protezione.
DISCOVER AUSTRALIA
WITH A TOUR IN THE DREAMTIME
EXCITING HIGHLIGHTS:

• 3 nights Perth
• 3 nights Adelaide
• 4 nights Sydney
• 2 nights Ayers Rock
• 1 night Alice Spring
• 4 nights Port Douglas
• 1 night Kakadu National Park
• 4 nights Darwin
DAY BY DAY ITINERARY 25th DAYS
1st DAY: LONDON/PERTH
Fly from London Heathrow to Perth with a scheduled flight Qantas Airways through Francfourt.
2nd DAY: PERTH
On arrival in Perth at night, transfer to the hotel after the meeting of the English speaking tourist local guide. Overnight stay at Mercure Hotel.
3rd DAY: PERTH
A free morning to take time out in Perth. In the afternoon visit the town with the English guide. During the tour admire the architecture of the town with historical buildings and modern skyscrapers, Kings Park offering a panoramic view of the skyline and of the landscape throughout the Swan River, the Parliament and St. Mary cathedral. Pause at Fremantle, historic port situated at the mouth of the river Swan, with its stalls, colourful shops and its port. Overnight stay at Mercure Hotel.
4th DAY: PERTH (lunch)
Whole day dedicated to the excursion at Pinnacles Desert. Departure towards north for the Yanchep National Park to see koalas. Then go on with off-road vehicle until Nambung National Park. The pinnacles are calcereous formations, in other words remains of ancient forests even 4 metres high.
5th DAY: PERTH/ADELAIDE
Free part of the day, then transfer to the airport at the terminal for flights to Adelaide. On arrival meeting with the guide and transfer to the hotel for the accommodation, and the overnight stay.
6th DAY: ADELAIDE/KANGAROO ISLAND (lunch and dinner)
Early in the morning transfer to Kangaroo Island. Arrival after about 30 minutes, meeting with the guide and start of the tour of the island with 4x4 vehicles. Lunch during the excursion.
The third bigger in Australia, Kangaroo Island is 150 km long and 30 km large, with one third of the territory assigned for natural reserve. It’s a real earthly paradise for koalas, duckbills, and emus (the Australian ostrich), as well as kangaroos and wallabies and others species more. Dinner and overnight stay at Crown Promenade Lodge.
7th DAY KANGAROO ISLAND/ADELAIDE (breakfast)
After breakfast transfer to the airport and flight for Adelaide of the length of about 30 minutes. Meeting with English guide and transfer to the hotel. In the afternoon departure for visiting the town with stop at the panoramic point Colonel Light’s to admire the town and the surroundings.
8th DAY ADELAIDE/SYDNEY
Late in the morning transfer with English guide to the airport and flight to Sydney. At the arrival transfer with the guide to the hotel. Free part of the afternoon. Overnight stay at Rydges Jamison Hotel.
9th DAY: SYDNEY (lunch)
Free morning. In the late morning, at 12.15, signing on for a cruise that performs the tour of the bay with lunch on board. End of cruise at 2.00 pm, then departure for visiting the city with English guide: the historic neighbourhood of the Rocks, the Opera House, the Harbour Bridge and also the famous beaches of Sydney. Return to the hotel for the overnight stay.
10th/11th DAYS: SYDNEY
Free days for optional excursions and visits. Overnight stay.
12th DAY: SYDNEY/AYERS ROCK (dinner)
Transfer to the airport with English guide. Flight to Ayers Rock. At the arrival transfer with guide to the hotel. About 45 minutes before sunset transfer to the equipped camp in the desert for the charming dinner Sound of Silence. Admire the sunset sipping a glass of champagne, accompanied by the sound of the didgeridoo, a long empty piece of wood uttering a strange soft and melodious sound. After dinner the lights of the camp are turn off and a powerful reflector will show you stars and constellations of this incredible sky. There is also a telescope available. Return to the hotel for the overnight stay.
13th DAY: AYERS ROCK/KATA TJUTA (Olga)
Early in the morning excursion to the basement of the Uluru monolith, with English guide for admiring Aboriginal art present on the rock, then return to the hotel. Entrance fees included, afternoon consecrated for the visit to Olga Mount (characterized by 36 enormous cupules polished by the wind, what, according to the aboriginal mythology, evoke shape of stunning giants, Kata Tjuta, stroll of 2/3 hours leading to admire the sunset is expected. The possibility of dinner with barbecue outdoor the Resort is optional. Overnight stay.
14th DAY AYERS ROCK/KINGS CANYON/ALICE SPRING
Depart early to Kings Canyon. Excursion to the canyon keeping surprising landscapes, about three hours on foot, time at disposal for the lunch. In the evening departure to Alice spring during the trip magnificent scenery will catch your attention. Arrival at about 19.00. Overnight stay at Sheraton Hotel.
15th DAY ALICE SPRING/PORT DOUGLAS
In the morning short visit of the town of Alice Spring. In the streets of this town you can find interesting studios of Aboriginal handicraft, where you can admire multicoloured paintings result of a particular unique technique, an elaborate sequence of stained points of circular shape. Transfer to the airport in the afternoon and departure to Cairns. At the arrival transfer to Port Douglas with English guide. Overnight stay at Rydges Reef Resort.
16th DAY: PORT DOUGLAS (lunch)
Today we dedicate the whole day to the excursion to the fabulous National Park of Cape Tribulation with English guide. Departure in the direction of north towards Mossman Gorge. Free time for a stroll in the forest or for a swim. Cross the river Daintree, in search of crocodiles, return to the hotel in the evening. Overnight stay.
17th DAY: PORT DOUGLAS (lunch)
Enjoy an excursion to the Great Barrier Reef with English guide. Embarkation on the catamaran quicksilver 45 meters long and arrival after one hour and half of navigation to Agincourt reef where you get down on a fixation platform. The available activities are: swimming, snorkelling, admiring corals with excursions on half-submersible starting every 15 minutes, or from underwater observatory. There is also the possibility to make immersion (also at first time) and panoramic tours by helicopter by payment. Return to the hotel and overnight stay.
18th DAY: PORT DOUGLAS
Day at disposal for optional excursions or for relaxing. Overnight stay.
19th DAY: PORT DOUGLAS/DARWIN (breakfast)
Transfer to the airport of Cairns with English guide. During the way stop to view the Hartley’s Park Crocodile Farm. Cruise on the lagoon to see crocodiles. After breakfast departure to the airport and flight to Darwin. At the arrival transfer with English guide to the hotel. Overnight stay at Holiday Inn.
20th DAY: DARWIN/KAKADU NATIONAL PARK (lunch)
Early depart to the Kakadu National Park with English guide that will accompany you during this tour of two days. On route stop at Fogg Dam, a park where you can admire a great variety of plants and birds populating the area. Arrival at Kakadu and overnight stay at Gagudju Crocodile.
21st DAY: KAKADU NATIONAL PARK/DARWIN (lunch)
An early start to view crocodiles along the yellow waters of Cooinda of the duration of two hours. Continue on to Nourlangie Rock o Ubirr Rock for admiring Aboriginal art and listen to the legends connected to this pictures. Picnic lunch, then return to Darwin at 5.30 pm. Overnight stay at Holiday Inn.
22nd DAY: LITCHFIELD NATIONAL PARK/DARWIN (lunch)
We pass the day en route to Litchfield National Park. Drive along the rocky Tabletop Range and view Florence Falls and Tolmer Falls. Visit Wangi Falls, where there is time for swimming. Return to Darwin at approximately 6.00 pm.
23rd DAY: KATHERINE GORGE/DARWIN (lunch)
Leaving Darwin we travel south through the tropical country en route to Adelaide River. We make a short stop at the Adelaide River War Cemetery, a site dedicated to those killed in the air raids in Darwin in the 1940s. Continue to Edith Falls, where there is time for a refreshing swim in the waterhole beneath the falls. After lunch, we join a two-hour scenic cruise to Katherine Gorge in Nitmiluk National Park, with a chance to see fresh water crocodiles sunning themselves on the banks of the river and many interesting species of bird life. Enjoy a brief tour of Katherine, the third largest town in the Territory. Travel via Pine Creek where we see old Chinese diggings and historical buildings before an evening stop in made at Adelaide River where you may purchase dinner. You may like to sample the famous “Barra and Chips”, before returning to Darwin.
24th DAY: DARWIN/LONDON
Transfer to the airport with English guide and flight to London through Singapore.
25th DAY: LONDON
Arrive in London Heathrow in the morning.
Hotels:
Perth Mercure Hotel
Adelaide Crown Promenade Lodge
Sydney Rydges Jamison Hotel
Ayers Rock Outback Pioneer
Alice Spring Sheraton Hotel
Port Douglas Rydges Reeg Resort
Darwin Holiday Inn
Kakadu Gagudju Crocodile
Included in tour price:

• All transportation from and to the airports, hotels and highlights
• 23rd nights hotel accommodation
• Ubir and Nourlangie Aboriginal Art sites
• Kings Canyon hike
• Kata Tjuta hike (The Olgas)
• Pinnacle Desert hike
• Kangaroo Island hike
• Sydney harbour lunch cruise
• Dinner Sound of Silence at Ayers rock
• Entrance fees to National Park of Cape Tribulation
• Great Barrier Reef Cruise
• Entrance fees to Fogg Dam Park
• Entrance fees to Litchfield National Park
• Entrance fees to Kakadu World Heritage park
• Entrance fees to Katherine gorge
• Cruise on the lagoon of Hartley’s Park Crocodile Farm

CONCLUSIONE E
BIBLIOGRAFIA
L’Australia è il continente nuovissimo, ancora un mondo poco conosciuto agli occhi degli Europei. L’Australia è “dall’altra parte del mondo”, poche notizie ci giungono da lì attraverso i canali tradizionali di informazione. Chi è interessato all’argomento può trovare numerose fonti di approfondimento soprattutto attraverso Internet. Forse solo un settore “tradizionale” è veramente all’avanguardia nella conoscenza dell’Australia, quello turistico; diversi sono i tour operator che offrono destinazioni per questo immenso continente, ma gli alti prezzi richiesti sono causa di un approccio “elitario”. Per la maggior parte delle persone, l’Australia, con le sue innumerevoli isole, rimane dunque una terra misteriosa.

• Internet
• Cataloghi dei tour operator (Viaggidea, Hotelplan, Rallo)
• Enciclopedia “Universo”
• Libro “popoli nel mondo: Australia e Melanesia”
1 Vegetazione tipica dell’outback australiano, simile a quella della savana.
2 Mammifero marino minacciato dallo sviluppo e dallo sfruttamento del mare e dell’ambiente da parte dell’uomo.
3 Antico strumento a fiato degli Aborigeni. Ha la forma di un tubo leggermente conico di lunghezza variabile.
4 Tipo di canoa di origine eschimese.
5 Nome volgare di quattro specie di uccelli diffuse in Australia e in Nuova Guinea e appartenenti alla stessa famiglia del martin pescatore.
6 Primo periodo dell’Era Quaternaria, nel quale sono comprese le glaciazioni e compare l’uomo.
7 Piccolo marsupiale che vive principalmente in Tasmania.
8 Chi ha ricevuto i primi insegnamenti di una dottrina religiosa e ne possiede un’ampia e approfondita conoscenza.
9 Amuleto sacro per gli Aborigeni.
10 Oggetti di culto che, secondo la tradizione, vennero affidati agli Aborigeni dagli uomini-lucertola (che avevano come totem l’iguana)
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Lucia Cecchi 5^ C
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Esempio