Sigmund freud

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Testo

La vita
Sigismund Schlomo Freud nacque a Freiberg in Moravia, allora territorio dell'impero austriaco ora Pribor nella Repubblica Ceca). Nel 1877 abbreviò il suo nome in Sigmund Freud (Schlomo in ebraico significa "il saggio").
Sigmund era figlio di Jacob Freud e della sua terza moglie Amalie Nathanson (1835-1930). Jacob, ebreo proveniente dalla Galizia e commerciante di lana, si trasferì a Vienna nel 1860, a causa di sconvolgimenti politico-economici. Dal padre non ricevette una educazione tradizionalista, eppure già in giovanissima età si appassionò alla cultura e alle scritture ebraiche, in particolare allo studio della Bibbia. Questi primi interessi lasciarono evidenti tracce nella sua opera.
Nella Vienna di quel periodo erano presenti forti componenti antisemitiche e ciò costituì per lui un ostacolo, ma non riuscì a limitare la sua libertà di pensiero. Dalla madre e quindi dal padre ricevette i primi rudimenti. Poi fu inscritto in una scuola privata, e dall'età di nove anni frequentò con grande profitto per otto anni l'Istituto Superiore "Sperl Gimnasyum". Sino alla maturità, conseguita a 17 anni, dimostrò grandi capacità intellettuali tanto da ricevere una menzione d'onore.
Durante il corso di laurea maturò una crescente avversione per gli insegnanti che considerava non all'altezza; l'insoddisfazione lo spinse a sviluppare un senso critico che, di fatto, ritardò l'ottenimento della sua laurea in medicina (marzo 1881).
Dopo la laurea si recò in Inghilterra e, successivamente, lavorò in un laboratorio di zoologia diretto da Carl Claus a Vienna. Fu qui che prese contatto con il darwinismo. Il lavoro di ricerca però, non lo soddisfece e dopo due anni cambiò lavoro e conobbe Ernst Wilhelm von Brücke, nell'Istituto di Fisiologia, dove condusse importanti ricerche nel campo della neuro-istologia. Freud lasciò l'istituto dopo sei anni di permanenza, anche se le ricerche effettuate gli assicuravano una sicura carriera nel settore, perché era animato da grande ambizione e valutò troppo lenti i successi conseguibili in quel campo ristretto. Freud fu enormemente colpito dal Brücke, tanto che nella sua autobiografia viene citato come colui che maggiormente influì sulla sua personalità.
L'aspirazione all'indipendenza economica lo spinse a dedicarsi alla pratica clinica, lavorando per tre anni presso l’Ospedale Generale di Vienna con pazienti affetti da turbe neurologiche. Questa disciplina, essendo molto più remunerativa, gli avrebbe permesso di sposare la sua futura moglie, Martha Bernays.
Fu proprio mentre lavorava in questo ospedale, nel 1884, che Freud cominciò gli studi sulla cocaina, sostanza allora sconosciuta. Scoperto che la cocaina era utilizzata dai nativi americani come analgesico la sperimentò anche su sé stesso osservandone gli effetti stimolanti e privi, a suo dire, di effetti collaterali rilevanti. La utilizzò in alternativa alla morfina per curare un suo amico che soffriva di una infezione, ma la conseguente instaurazione della dipendenza da essa (più perniciosa rispetto a quella da morfina), fece scoppiare un caso che costituì una macchia nella sua carriera, anche in considerazione del fatto che un altro ricercatore, utilizzando i suoi studi, sperimentò la cocaina quale analgesico oftalmico, ricavandone rilevanti riconoscimenti nell’ambito medico internazionale. Rinunciò pertanto alle forti aspettative di ricavare successo da queste ricerche.
L'unico risultato fu che ne divenne, notoriamenete, assiduo consumatore e dipendente.
Nel 1885 ottenne la libera docenza e ciò gli assicurò facilitazioni nell’esercizio della professione medica. La notorietà e la stima dei colleghi gli permise una facile carriera accademica, sino ad ottenere la cattedra di professore ordinario. È sempre di quest'anno la notizia della distruzione delle sue carte personali, avvenimento che si ripeté nel 1907. Successivamente, le sue carte furono attentamente custodite negli "Archivi di Sigmund Freud" e gestite da Ernest Jones, suo biografo ufficiale e da alcuni membri del circolo psicoanalitico. Il lavoro di Jeffrey Moussaieff Masson portò alcuni chiarimenti sulla natura del materiale soppresso.
Nel biennio 1885/1886 iniziò anche gli studi sull’isteria e con una borsa di studio si recò a Parigi, dove era attivo Jean-Martin Charcot. Questi suscitò notevole impressione sull’ancora giovane Freud, sia per i suoi metodi sia per la sua forte personalità. Le modalità di cura dell’isteria attraverso l’ipnosi, insegnatagli da Charcot, furono applicate da Freud dopo il suo rientro a Vienna, ma i risultati furono deludenti, tanto da attirarsi addosso le critiche di numerosi colleghi.
Il matrimonio con Martha Bernays era stato più volte rimandato a causa di difficoltà che apparivano a Freud insuperabili e quando, il 13 maggio 1886, riuscì finalmente a sposarsi, visse l’avvenimento come una grossa conquista. Appena un anno dopo (1887) nacque la prima figlia, Mathilde seguita da altri cinque figli di cui l’ultima, Anna, diventò un’importante psicoanalista.
Nel 1886 iniziò l’attività privata aprendo uno studio a Vienna; utilizzò le tecniche allora in uso, quali l’elettroterapia e l’idroterapia, ma non rilevò risultati apprezzabili. Utilizzò allora la tecnica dell’ipnosi e, per migliorare la stessa, compì un altro viaggio in Francia, a Nancy, ma non ottenne i risultati che si aspettava.
Una delle chiavi di volta nel processo evolutivo delle teorie di Freud è sicuramente il famoso caso clinico di Anna O. Bertha Pappenheim (1859 - 1936), anche perché la stessa era paziente di Josef Breuer, importante fisiologo che aveva più volte aiutato Freud sia dal punto di vista finanziario che da quello psicologico. Breuer curava l’isteria della paziente attraverso l’ipnosi e grazie a questa tecnica riuscì a guarirla dalle crisi di idrofobia. Sono di questo periodo le prime intuizioni sui ricordi traumatici. Il metodo, definito catartico - che fu pubblicato nel 1895 in Studi sull’isteria di Breuer ed Altri - venne successivamente utilizzato in modo sistematico da Freud.
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La nascita della psicoanalisi
Il suo celebre divano, ora al Freud Museum di Londra
Per convenzione si usa datare la nascita della psicoanalisi con la prima interpretazione esaustiva di un sogno scritta da Freud: si trattò di un suo sogno personale della notte tra il 23 e il 24 luglio 1895, e riportato anche ne L'interpretazione dei sogni come "il sogno dell'iniezione di Irma". La sua interpretazione rappresentò l'inizio dello sviluppo della teoria freudiana sul sogno. L'analisi dei sogni, infatti, segna l'abbandono del metodo ipnotico utilizzato in quella fase del suo sviluppo, che a ragione si può definire la preistoria della psicoanalisi.
Altri legano la nascita della psicoanalisi alla prima volta in cui Freud usò il termine "psicoanalitico", e cioè nel 1896 dopo aver già svolto un'esperienza di 10 anni nel settore della psicopatologia, quando scrisse due articoli nei quali, per la prima volta parla, esplicitamente di "psicoanalisi" per descrivere il suo metodo di ricerca e trattamento terapeutico.
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L'internazionale della psicoanalisi
Dopo aver pubblicato un articolo sulla "Morale sessuale e le malattie nervose moderne" nel quale espresse le sue prime riflessioni sulla natura della civiltà, Freud nel 1909 venne invitato negli Stati Uniti insieme allo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung e all'ungherese Sándor Ferenczi. Poco dopo, a New York, si aggiunse ad essi un quarto studioso, Ernst Jones giunto dall'Inghilterra.
È in questa situazione che presero luce le "Cinque conferenze sulla psicoanalisi". Freud aveva cinquantatré anni e alla Clark University fu insignito del titolo di Dottore. Oltre a questa onorificenza Freud ebbe modo di incontrare personalmente il famoso filosofo americano: William James. Secondo una versione diffusa della storia della psicoanalisi, in Europa il discorso freudiano era allora tacciato di "delirio", di essere ossessionato dal sesso e di rovinare la società mettendo in pubblica piazza ogni indecenza e perversione. Secondo alcune testimonianze, l'impressione era che fosse la stessa comunità umana che si ergesse contro il discorso freudiano chiedendo di ridurre al silenzio lui e i suoi seguaci per metterli nell'impossibilità di nuocere. Questa "folla inferocita" non avrebbe spaventato il medico viennese; anni dopo egli accusò lo stesso Jung di codardia, chiedendogli di non utilizzare più il termine di psicoanalisi per le sue teorie basate su una teoria della libido desessualizzata. Tuttavia, lo storico della psicologia Allen Esterson, criticando il resoconto del neuroscienziato Mark Solms secondo cui le idee di Freud sull'esistenza di pulsioni animali primitive negli umani avevano scandalizzato i suoi contemporanei vittoriani, ha scritto: "questo resoconto mirante a dare un quadro complessivo della situazione a quei tempi è stato confutato talmente tante volte dagli studiosi che hanno condotto ricerche su quel periodo che si dispera che i veri fatti riusciranno mai a penetrare il mondo ermeticamente chiuso dei tradizionalisti psicoanalitici".[1] Secondo Catherine Meyer, "[Frank J.] Sulloway[2] giunse a stabilire che tutti gli elementi principali dellla teoria freudiana della sessualità -la 'bisessualità', le 'zone erogene', la 'perversione polimorfa', la 'regressione', la 'libido', la 'rimozione primaria', ecc.- provenivano in linea più o meno diretta dalla sessuologia dell'epoca (Krafft-Ebing, Albert Moll, Havelock Ellis), il che demoliva allo stesso tempo il mito dell'isolamento intellettuale di Freud e del preteso 'puritanesimo' dei suoi colleghi."[3] Negli Stati Uniti, Freud, si sarebbe sentito più a suo agio anche se in seguito (1925) confessò che in America, dove l'ingenua "dottrina del comportamento" si vantava di aver completamente eliminato la psicologia, la portata radicale del suo pensiero era abbondantemente annacquata.
Al ritorno, nel 1910 il Congresso di Norimberga (30 e 31 marzo) istituì un'organizzazione internazionale per coordinare tutte quelle associazioni psicoanalitiche nazionali già costituitesi o di nuova creazione. Il congresso era stato organizzato da Jung, che veniva visto come il successore di Freud alla guida del movimento psicoanalitico. Freud stesso, in questa occasione, fece pressione affinché la presidenza dell'internazionale della psicoanalisi venisse affidata a Jung. Adler e Stekel invece si incaricarono del giornale dell'associazione: lo "Zentralblatt für Psychoanalyse" (Rivista centrale di Psicoanalisi). In seguito, a questa rivista si affiancò un'altra pubblicazione per trattare gli aspetti non direttamente medici della psicoanalisi: "Imago", diretta dallo stesso Freud. Già allora circoli medici legati alla psicoanalisi erano presenti oltre a Berlino, Vienna e Zurigo anche a Budapest, Bruxelles, negli Stati Uniti, in Russia, Francia, Italia e Australia.
Con questi medici e psicoanalisti, che nell'insieme costituivano la prima avanguardia del nuovo movimento di pensiero del novecento (bisognerebbe includere in questa avanguardia l'insieme numeroso e sofferente dei loro pazienti di entrambi i sessi, che erano materia prima per la nuova scienza), Freud cominciò ad intessere una fitta e costante corrispondenza per garantire la coerenza e l'avvenire del movimento psicoanalitico.
Di quello stesso anno fu un'altra novità: "Un ricordo infantile di Leonardo da Vinci" che costituisce il primo tentativo di biografia psicoanalitica scritto dallo stesso Freud. In seguito, a proposito di questo testo del 1910 confessò: "è stata la sola cosa piacevole che io abbia mai scritto".
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Freud e Einstein
Nel 1926 Freud, che per ragioni di salute fu costretto a ridurre a tre il numero dei pazienti che trattava ogni giorno, compì settanta anni e per il suo compleanno giunsero al n°19 della Berggasse telegrammi e lettere di felicitazioni da ogni parte del mondo, tra cui quello di Albert Einstein. Ma fu nel dicembre di quello stesso anno che Freud, recandosi a Berlino per rivedere figli e nipoti, incontrò per la prima volta Einstein e sua moglie andati da lui per fargli visita.
Questo fu il commento di Freud in margine a questo colloquio che si era protratto per due ore:
È vivace, sicuro di sé, piacevole. Di psicologia ne capisce quanto me di fisica, tanto che abbiamo avuto una conversazione molto scherzosa
Tuttavia, la credenza diffusa secondo cui Einstein era un grande ammiratore di Freud è erronea, come ha fatto notare A. H. Esterson: in una lettera a uno dei suoi figli nei primi anni trenta[4] Einstein scrisse che non era rimasto convinto dalle opere di Freud e che riteneva i suoi metodi dubbi se non fraudolenti.
Nel 1933 infine, a richiesta della Società delle Nazioni, venne pubblicata una discussione con Einstein sul tema: "Perché la guerra?". Freud, al contrario di Einstein, dimostrando un profondo pragmatismo affermò l'impossibilità della fine delle guerre, in quanto l'aggressività, fondamento di ogni guerra, è radicata indissolubilmente nell'uomo.
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Freud e Lou Andreas Salomè
Sicuramente una delle muse ispiratrici più enigmatiche dell'intero '800, Lou Andreas Salomè colpì e diede modo anche a Freud di rinnovare le proprie idee. Grande catalizzatrice di idee innovative, Salomè, dopo le frequentazioni con Rainer Maria Rilke, Friedrich Nietzsche, e lo stesso Jung, ebbe modo di incontrare anche Freud. Dal loro confronto, Freud smorzò quella che fino ad allora era rimasta la concezione primaria delle sue teorie, la libido come motore della vita emotiva dell'uomo. Infatti, nel suo saggio "Psicologia e Metapsicologia" espose per la prima volta la dualità tra istinto alla vita (libido = Eros) e l'istinto alla morte (= Thanatos): modellizzando l'uomo come un globo la cui superficie, la coscienza, era l'involucro che nascondeva la lotta tra volontà alla vita e all'aggregazione, da un lato, e alla morte e disgregazione dall'altro. E' doveroso ricordare che un altro personaggio femminile del primo novecento, Sabrina Spilrein, ebrea russa ricoverata al Burgozli, curata da Jung e diventata poi essa stessa psicoanalista, fu la prima a scrivere sull' istinto di morte, ma Freud non la citò probabilmente per la burrascosa vicenda sentimentale fra Jung e Sabina.
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"Analisi terminabile e analisi interminabile" (1937)
Sigmund Freud nel 1907
Durante lo sviluppo della disciplina psicoanalitica, in Freud si faceva sempre più chiaro che questa sua "figlia" era qualcosa che andava ben oltre una semplice psicoterapia come era invece negli intenti iniziali che nella sua qualifica di medico si era prefissato. Così scrive infatti nel 1925: "Probabilmente il futuro stabilirà che l'importanza della psicoanalisi come scienza dell'inconscio oltrepassa di gran lunga la sua importanza terapeutica". (Sigmund Freud "Psicoanalisi" sta in "Opere Complete" volume X).
Partendo dal confronto con i problemi psicoterapeutici la psicoanalisi si era mossa lentamente verso il superamento della semplice psicoterapia stessa.
A due anni dalla sua morte in "Analisi terminabile e interminabile" Freud pose il problema del "fondo roccioso della psicoanalisi" ovvero l'impossibilità o per lo meno la difficoltà a proseguire il lavoro psicoanalitico oltre un certo limite. Detto in altri termini, qui Freud si riferì al fatto che la psicoanalisi è impotente di fronte alla realtà biologica. Quando cioè il paziente poneva domande che affrontano l'aspetto biologico della divisione sessuale l'analisi diventava interminabile. Tuttavia fu proprio in questa questione che si celò, quale implicazione, un'altra questione: quella sulla funzione adattativa-conservatrice della psicoanalisi. Al contrario ci si domandava se la psicoanalisi costituiva una vera e propria pratica rivoluzionaria conseguentemente evolutiva.
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L'esilio a Londra
Siamo nel 1930, Hitler prenderà tra breve il potere in Germania. Le origini ebree di Freud iniziano a costituire un serio problema. Sempre in quell'anno, il suo nome entra nella lista nera degli autori di opere che devono essere mandate al rogo. La situazione comincia ad aggravarsi seriamente a partire dal 1938, anno in cui l'Austria è annessa al Terzo Reich: quattro sorelle di freud muoiono nei campi di sterminio mentre la figlia Anna viene sequestrata dalla Gestapo. Freud si prepara così a lasciare Vienna: pochi giorni dopo, accompagnato da Martha e da Anna, che nel frattempo era stata rilasciata, Freud parte per Londra. La sua casa a Londra è situata in un famoso quartiere residenziale, non lontano dal centro di psicoanalisi,dove lavorerà, anni dopo, la stessa figlia Anna.
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Psicoanalisi e Surrealismo
A Londra incontrò Salvador Dalì, uno dei più importanti esponenti dell'avanguardia artistica storica surrealista. L'artista spagnolo era stato accompagnato a far visita a Freud da Stefan Zweig; il loro incontro avvenne in un caffè, dove Dalì, sopra ad un tovagliolo, fece rapidamente uno splendido ritratto di Freud, che ne rimase stupito.
In merito a questo incontro con il pittore surrealista, Freud scrive a Zweig:
Finora, ero portato a considerare completamente insensati (o diciamo al 95% come per l'alcool) i surrealisti, che pare mi avessero adottato quale santo patrono. Questo giovane spagnolo con i suoi occhi candidi e fanatici e la sua innegabile padronanza tecnica mi ha fatto cambiare idea.
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La morte del pioniere di un nuovo mondo
Un anno prima della morte, nel 1938, al suo arrivo a Londra aveva concesso un'intervista alla BBC. L'intervista si era conclusa con uno sguardo alla strada ancora da percorrere per la neonata scienza: "La lotta non è ancora terminata" affermerà. Il suo attaccamento estenuante nei confronti della madre Amalie Nathanson, lo porterà a dire, dopo la sua morte 1930, che solo ora anche lui se ne sarebbe potuto andare, non certo prima che lei morisse.
Il 21 settembre 1939, il grande medico viennese sul letto di morte consumato fra atroci sofferenze mormorò al suo medico di fiducia: "Ora non è più che tortura, non ha senso" e poco dopo ancora: "Ne parli con Anna, e se lei pensa che sia giusto, facciamola finita". Anna era sua figlia al cui sentire Freud si affidò. Morì due giorni dopo, senza risvegliarsi dal sonno tranquillo che la morfina finalmente gli concesse.
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Altre note biografiche
La figlia di Freud, Anna, si distinse anch'essa quale psicologa, specialmente nella psicologia dell'infanzia e dello sviluppo del bambino. Freud è anche il nonno del pittore Lucian Freud, del commediografo Freud Clemente, ed è il bisnonno della giornalista Emma Freud e della stilista di moda Bella Freud.
Freud fumò sigari per la maggior parte della sua vita. Anche in seguito alla asportazione della mascella a causa del cancro ha continuato a fumare. Si dice che abbia fumato una scatola di sigari al giorno sino alla morte.
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Le innovazioni di Freud
L'influenza di Freud fu determinante in due campi correlati ma distinti. Sviluppò simultaneamente una teoria della mente e del comportamento e tecniche cliniche finalizzate all'apporto terapeutico nella risoluzione delle nevrosi. Molti sostengono che abbia influenzato solo il primo campo.
Secondo alcuni, il contributo forse più significativo di Freud al pensiero moderno fu la sua concezione dell'inconscio. Secondo una versione diffusa della storia della psicologia, durante il XIX secolo la tendenza dominante nel pensiero occidentale fu il positivismo, che avrebbe creduto nella capacità degli individui di poter controllare la conoscenza reale di se stessi e del mondo esterno ed esercitare un controllo razionale su entrambi. Freud, invece, suggerì che questa pretesa di controllo fosse in realtà una illusione; che persino ciò che pensiamo sfugge al totale controllo e alla comprensione e le ragioni dei nostri comportamenti spesso non hanno niente a che fare con i nostri pensieri coscienti. Il concetto di inconscio sarebbe stato rivoluzionario in quanto sostenne che la consapevolezza fosse allocata nei vari strati di cui è composta la mente e che ci sono pensieri non immediatamente disponibili in quanto "sotto la superficie" (livello cosciente). Tuttavia, come lo psicologo Jacques Van Rillaer, fra gli altri, ha sottolineato, "contrariamente a quanto crede il grande pubblico, l'inconscio non è stato scoperto da Freud. Nel 1890, quando ancora non si parlava di psicoanalisi, William James, nel suo monumentale trattato di psicologia, esaminava il modo in cui Schopenhauer, von Hartmann, Janet, Binet e altri avevano utilizzato il termine "inconscio" e "subconscio"".[5] Inoltre, lo storico della psicologia Mark Altschule ha scritto nel 1977: "È difficile -o forse impossibile- trovare uno psicologo o psicologo clinico del diciannovesimo secolo che non riconoscesse la cerebrazione inconscia come non solo reale ma anche della massima importanza". [6]
I sogni, proposti come "la via regia che conduce all'inconscio", sono gli indizi migliori per la comprensione della nostra vita inconscia e ne L'interpretazione dei sogni, Freud sviluppò l'argomento dell'esistenza dell'inconscio e descrisse una tecnica per accedervi.
Il preconscio venne descritto come uno strato a cui si può accedere con meno sforzo, in quanto interposto tra il conscio e l'inconscio. (il termine subcosciente, benché usato popolarmente, non fa parte della terminologia psicoanalitica). Anche se molti aderiscono ancora alla concezione razionalista e positivista, è ormai comunemente accettato, anche da coloro che rifiutano altre parti delle teorie di Freud, che l'inconscio è una parte della mente e che parte dei comportamenti possono avere luogo senza il controllo della coscienza.
Nel 1910, in una conferenza all'università di Clark, Frued spiegò la sua nuova concezione del funzionamento della mente umana e del rifiuto dei suoi lavori da parte dei suoi colleghi e del pubblico: "l'arroganza della coscienza che, per esempio, rigetta i sogni con leggerezza, generalmente è causata da un forte apparato protettivo che li custodisce, impedendo ai complessi inconsci di farsi strada, rendendo difficile convincere gli interlocutori dell'esistenza dell'inconscio e spiegare nuovamente ciò che la loro conoscenza cosciente rifiuta".
Elemento cruciale del funzionamento dell'inconscio è la rimozione. Secondo Freud, spesso i pensieri e le esperienze sono così dolorosi che la gente non può sopportarli. Tali pensieri ed esperienze, e i ricordi associati, ha argomentato Freud, sono banditi dalla mente, ma potrebbero essere banditi anche dalla coscienza. In questo modo costituiscono l'inconscio. Benché Freud più tardi tentasse di trovare strutture di rimozione tra i suoi pazienti per derivare un modello generale della mente, egli ha anche osservato una differenziazione tra i singoli pazienti dovuta alla rimozione di pensieri ed esperienze diverse. Freud ha osservato, inoltre, che il processo di rimozione è in sé un atto non-cosciente (cioè non si presenta con pensieri o sensazioni dipendenti dalla volontà). Freud ha supposto, insomma, che ciò che viene rimosso è in parte determinato dall'inconscio. L'inconscio, per Freud, era sia causa che effetto della rimozione.
Freud ha cercato di spiegare come il subconscio opera e ne propose una particolare struttura. Egli ha proposto una suddivisione del subconscio in tre parti: Id, Ego ("Ich" in tedesco o "Io" in italiano) e Superego ("Überich" in tedesco, "Super-Io" in italiano). L'Id (= latino, = it in inglese, = es in tedesco) viene rappresentato come il processo di identificazione–soddisfazione dei bisogni di tipo primitivo. Il Superego rappresenta la coscienza e si oppone all'Id con la morale e l'etica. L'Ego (Ich) si frappone tra Id e Superego sia per bilanciare le istanze di soddisfazione dei bisogni primitivi, sia le spinte contrarie derivanti dalle nostre opinioni morali ed etiche. Un Ego ben strutturato garantisce la capacità di adattarsi alla realtà e di interagire con il mondo esterno, soddisfacendo le istanze dell'Id e del Superego. L'affermazione di principio che la mente non è monolitica o omogenea, continua ad avere un'influenza enorme al di fuori degli ambienti della psicologia.
Freud era particolarmente interessato al rapporto dinamico tra queste tre parti della mente, argomentando che la dinamica fosse governata da comportamenti innati, ma ha anche asserito che il rapporto dinamico mutasse col cambiare del contesto dei rapporti sociali. Alcuni hanno criticato Freud per aver dato troppa importanza all'uno o all'altro fattore; allo stesso modo, molti dei seguaci di Freud hanno concentrato la loro attenzione privilegiando l'uno o l'altro. Freud ha sviluppato il concetto di "sovradeterminazione" per evidenziare le molteplici cause che sottendono alla interpretazione dei sogni, piuttosto che contare su un modello di semplice corrispondenza biunivoca tra cause ed effetti. Ha creduto che gli esseri umani fossero guidati da due comportamenti istintivi: dalla libido (Eros) e dall'istinto di morte (Thanatos). La descrizione di Freud della libido comprende la creatività e gli istinti. L'istinto di morte è definito come un comportamento istintivo finalizzato alla creazione di una condizione di calma, o non-esistenza, ed è ricavato dai suoi studi sui protozoi. (vedi: Oltre il principio di piacere).
Freud credeva anche che la libido si sviluppasse negli individui cambiando il suo oggetto. Egli ha argomentato che gli esseri umani nascessero "polimorfamente perversi", volendo con ciò significare che qualsiasi oggetto potrebbe essere una sorgente di piacere. Egli più avanti ha argomentato che gli esseri umani si sono sviluppati in differenti stadi di sviluppo identificati nella fase orale (piacere del neonato nell'allattamento), quindi nella fase anale (esemplificato dal piacere del bambino nel controllo della defecazione) e ancora nella fase genitale, che a sua volta comprende la fase fallica. Freud arguisce che i bambini passino a uno stadio nel quale si identificano sul genitore di sesso opposto, mentre il genitore dello stesso sesso viene visto come un rivale. Freud ha cercato di inquadrare questa struttura di sviluppo nel dinamismo mentale. Ogni stadio è una progressione della maturità sessuale, caratterizzata da un ego più forte e dalla capacità di ritardare la soddisfazione dei bisogni (principio di piacere e principio di realtà). (vedi: Tre saggi sulla teoria sessuale).
Cercò di dimostrare che il suo modello, basato soprattutto sulle osservazioni della borghesia viennese, fosse universalmente valido. Ha per questo orientato i suoi studi verso la mitologia antica e l'etnografia del suo tempo per trovare materiale comparativo. Freud ha utilizzato la tragedia greca Edipo Re di Sofocle per precisare che, soprattutto negli adolescenti, è presente il desiderio dell'incesto e contemporaneamente la necessità di reprimere quel desiderio. Il complesso di Edipo è stato descritto come una condizione dello sviluppo e della consapevolezza psicosessuale. Ha inoltre orientato i suoi studi sull'antropologia e precipuamente sul totemismo, sostenendo che lo stesso riflette la codificazione di un complesso di Edipo relativo alla tribù. (vedi: Totem e Tabù).
Sigmund Freud negli anni venti
Egli sperava che le sue ricerche fornissero una solida base scientifica per le sue tecniche terapeutiche. L'obiettivo della terapia psicoanalitica (psicoanalisi), era di portare allo stato cosciente i pensieri repressi/rimossi, rafforzando così il proprio ego. Per portare i pensieri inconsci al livello della coscienza, il metodo classico prevede delle sedute in cui il paziente, è invitato ad effettuare delle associazioni libere ed a descrivere i suoi sogni. Un altro elemento importante della psicoanalisi è l'assunzione, da parte dell'analista, di un atteggiamento distaccato durante l'analisi, che permette al paziente di proiettare i pensieri e le sensazioni sull'analista. Con questo processo, chiamato transfert, il paziente può riesumare e risolvere i conflitti rimossi, particolarmente quelli infantili e quelli con i suoi genitori.
Freud era, in anticipo sui tempi, un consumatore ed un estimatore di cocaina (vedi: Sulla cocaina) ed anche uno sviluppatore della teoria e della pratica delle nevrosi nasali riflesse d'accordo con Wilhelm Fliess. Emma Eckstein subì un disastroso intervento chirurgico al naso ad opera di Fliess.
Uno degli interessi minori di Freud era la neurologia. Fu uno dei pionieri delle ricerche sulla paralisi cerebrale e pubblicò numerosi documenti medici sull'argomento. Dimostrò anche, precedendo altri ricercatori suoi contemporanei che iniziavano lo studio sugli stessi argomenti, l'esistenza della neuropatia. Affermò che William Little, che per primo identificò la paralisi cerebrale, aveva torto nell'inferire che la mancanza di ossigeno durante il parto fosse una causa della malattia. Suggerì, invece, che le complicazioni del parto fossero solo un sintomo del problema. Solo alla fine degli anni '80 le sue speculazioni sono state confermate da ricerche più avanzate.
Sua è anche la definizione di carica psichica, intesa come l'energia derivata dagli istinti che si manifesta in un qualsiasi processo psichico, conservando la possibilità di spostarsi per attivare vari contenuti di coscienza.
La teoria e la pratica freudiana sono state messe in discussione dalla mancanza di successive validazioni scientifiche. Alcuni continuano a praticare la psicoanalisi tradizionale freudiana, ma la maggior parte degli psichiatri attuali rifiutano gran parte del lavoro di Freud in quanto non sarebbe confermato da prove evidenti o da studi sufficienti. Benché Freud sviluppasse il suo metodo per il solo trattamento delle nevrosi, c'è chi oggi utilizza la psicoanalisi non come una cura per una malattia, ma come parte di un processo di analisi introspettiva. Nel suo ultimo libro, "Compendio di psicoanalisi", scritto sul letto di morte, Freud individua i pilastri della psicoanalisi nel complesso edipico, nella teoria della rimozione e nella sessualità infantile.
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La psicoanalisi freudiana
La formazione di Freud era di tipo medico; per questo egli ha coerentemente dichiarato che i suoi metodi e le sue conclusioni di ricerca erano scientifici. Tuttavia, la sua ricerca e la sua pratica sono state messe in discussione da altri studiosi. Inoltre, sia i critici che i seguaci di Freud hanno osservato che l'affermazione di base che molti dei nostri pensieri e delle nostre azioni coscienti sono motivati da paure inconsapevoli e desideri, sfida implicitamente le concezioni universali e oggettive sul mondo.
Gli psicologi clinici, che cercano di curare le malattie mentali, si rifanno variamente alla psicoanalisi freudiana. Alcuni hanno modificato questo approccio ed hanno sviluppato una varietà di modelli e terapie "psicodinamiche", mentre altri rigettano il modello della mente proposto da Freud, ed hanno adattato elementi del suo metodo terapeutico, specialmente nel privilegiare il colloquio col paziente come forma di terapia. Gli psicologi sperimentali, che aderiscono normalmente al behaviorismo ed al cognitivismo, generalmente rigettano sia i metodi sia la teoria freudiana. Infine, pur avendo una formazione medica come lo stesso Freud e la maggior parte dei suoi colleghi contemporanei, gli psichiatri rifiutano la sua teoria della mente e generalmente contano più sui farmaci che sulla psicoterapia. Ci sono, tuttavia, psichiatri che combinano i due approcci terapeutici utilizzando in parte i farmaci e in parte la psicoterapia

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