Saggio breve sul Rinascimento

Materie:Altro
Categoria:Storia
Download:3604
Data:14.02.2006
Numero di pagine:4
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
saggio-breve-rinascimento_1.zip (Dimensione: 8.68 Kb)
trucheck.it_saggio-breve-sul-rinascimento.doc     31 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

IL RINASCIMENTO, IL MOMENTO DI ROTTURA CHE PORTO’ ALLA MODERNITA’

Solitamente si considera il Medioevo un'epoca chiusa al rinnovamento: in realtà esso «ha vita, colore, movimento, […] afferma la sua genialità creativa nel campo dell’arte, della letteratura, delle istituzioni»1. Proprio nell’ambito di questi campi, infatti, si verificò quella grande rivoluzione che viene definita con il nome di “Rinascimento”.
L’idea di “Rinascimento” venne proposta da Giorgio Vasari (1511-1574) nelle sue “Vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architettori”. In seguito lo storico svizzero Burckhardt, con il suo scritto “La civiltà del Rinascimento” del 1860, descrisse «il Rinascimento come una sorta di età dell’oro della cultura, l’epoca in cui si formarono la mentalità moderna, il concetto di individuo e l’idea di stato»2, gettando dunque le basi per l’avvio dell’Italia alla modernità, processo che era già in corso nei futuri stati nazionali come Francia ed Inghilterra.
Il rinnovamento culturale e scientifico iniziò nel XV secolo proprio in Italia, dove uno dei centri principali fu Firenze, grazie all’intervento di Lorenzo de’ Medici che finanziò pittori e scultori (come Michelangelo Buonarroti), accreditandosi «un’immagine di uomo di stato e di lettere saggio, magnanimo, liberale»3, per poi diffondersi in tutta Europa. Nella scienza, nella teologia, nella letteratura, nell’arte, il Rinascimento iniziò con la riscoperta di testi greci e latini conservati nell’Impero Bizantino e nei principali monasteri europei, testi che, una volta scoperti, incoraggiarono tutta una serie di nuovi studi ed invenzioni nel secolo successivo.
Una delle rotture più significative con la tradizione si produsse nel campo della storia. Gli storici, tra i quali furono insigni gli italiani Machiavelli e Guicciardini, abbandonarono la visione dei medievali, legata a un concetto di tempo segnato dall'avvento di Cristo, per sviluppare un'analisi degli avvenimenti che ha origine da una concezione laica e dall'atteggiamento critico verso le fonti.
Il Rinascimento fece inoltre notevoli progressi nel campo della medicina e dell'anatomia, scienze per le quali venne redatta anche, tra il XV e il XVI secolo, la prima traduzione delle opere di Ippocrate e Galeno, che incoraggiarono lo studio della sperimentazione medica e dell'anatomia umana. C’è da dire però che «la scienza era ancora confusa con la magia: non vi era, per esempio, una chiara distinzione tra l’astrologia e l’astronomia»4, altro campo nel quale si ebbero delle significative scoperte, come quella dell’universo eliocentrico di Niccolò Copernico.
In campo tecnologico, l'invenzione della stampa a caratteri mobili nel XV secolo da parte di Gutenberg rivoluzionò la diffusione del sapere e la circolazione delle informazioni. La nuova invenzione aumentò notevolmente la quantità di libri in circolazione, scritti ancora in latino perché «era la lingua nella quale la gente leggeva e scriveva, benché generalmente non fosse parlata»5, aiutò a eliminare gli errori di trascrizione e trasformò lo sforzo intellettuale in un'attività di confronto e di scambio piuttosto che di studi solitari e isolati.
Come già detto nell’introduzione, durante il Rinascimento si ebbe una rivoluzione non solo in campo culturale, ma anche in quello istituzionale. Nel campo del diritto per esempio venne confutato il metodo dei giuristi medievali mediante l'interpretazione filologica delle fonti del diritto romano. Per quanto riguarda il pensiero politico, il principio morale medievale (che era lo stesso adottato dagli Umanisti) secondo cui la preservazione della libertà, del diritto e della giustizia doveva costituire l'obiettivo centrale della vita politica fu ridimensionato dai giuristi rinascimentali, per i quali il compito primario del governo era di mantenere la pubblica sicurezza e la pace interna. A questo proposito Niccolò Machiavelli ne “Il principe” e nei “Discorsi sopra la prima Deca di Livio” effettuò una decisa separazione dalla tradizione umanistica affermando che «l’azione del governante deve perseguire i propri fini senza porsi legacci di tipo morale»6.
Anche se questo processo di rinnovamento iniziò in Italia, non si riuscì a trovare un punto di contatto per raggiungere un’unità territoriale ed istituzionale, in quanto le principali città-stato italiane diedero vita a stati regionali, ognuno dei quali cercò di espandersi a spese degli altri. L'unificazione territoriale su dimensione nazionale si realizzò invece, come già detto, in Spagna, in Francia e in Inghilterra. Il processo portò allo sviluppo della moderna diplomazia; entro il XVI secolo, l'istituzione di ambasciate permanenti si diffuse dagli stati italiani anche in Francia, in Inghilterra e nel Sacro Romano Impero.
In ambito religioso, invece, la sempre più profonda volontà dei cristiani che ricercavano una nuova e più autentica spiritualità e un disinteressamento della Chiesa al potere temporale, volontà dimostrata ad esempio da S. Caterina da Siena (1347 – 1380) e dal movimento della Devotio moderna, culminò nel Grande scisma d’Occidente del 1378 a seguito dell’elezione di Urbano VI a Roma (che era tornata ad essere la sede papale) e di Clemente VII ad Avignone.
Il Rinascimento fu quindi un periodo di fermento intellettuale, che aprì nuove vie ai pensatori e gli scienziati del secolo successivo. L'idea rinascimentale secondo la quale l'uomo domina la natura accrebbe la fiducia nella scienza e nella tecnologie moderne (che effettuavano uno “studio laico” sulla natura, ignoravano cioè le interpretazioni della Chiesa). Le nozioni di repubblica e libertà, basate sul modello degli statuti delle città-stato greche di Roma antica, ebbero un impatto fondamentale sul corso della teoria costituzionale dello stato moderno (uno stato, cioè, totalmente indipendente dalla Chiesa e dalla sua influenza). Non bisogna dimenticare inoltre che il Rinascimento ci ha lasciato in eredità capolavori d'arte e monumenti che incarnano ancora oggi l'identità stessa della cultura occidentale: l’Italia infatti si riconosce soprattutto nelle sue opere d’arte e nei suoi monumenti, che sono l’esempio palese di come questo periodo storico abbia unificato la nostra nazione, anche se solamente sul piano culturale.

1 C. H. Haskins, La rinascita del XII secolo, Il Mulino, Bologna 1972
2 M. De Luca – M. Lunari, La formazione storica [par. 5.2], Sansoni, Milano 2000
3 La formazione storica [par. 5.3]
4 La formazione storica [par. 5.5]
5 E. P. Goldschmidt, Il libro umanistico dall’Italia all’Europa in La formazione storica [par. 5.6 doc. A]
6 La formazione storica [par. 5.7]

---------------

------------------------------------------------------------

---------------

------------------------------------------------------------

Esempio