Russia - Medio oriente - Stalin

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Testo

Carte e dati: I nuovi Stati
Turchia: Le aspirazioni nazionalistiche turche si scontrarono con la politica internazionale dell'intesa e con le mire espansionistiche della Grecia, aprendo un periodo di instabilità, concluso con la revisione delle clausole del trattato di Sèvres, tra l’impero e gli stati vincitori, Il 10 agosto 1920. L'ex area ottomana è importante per la questione del controllo degli stretti e per la presenza di varie etnie che miravano ad autonomizzarsi. Dopo l'armistizio del 30 ottobre 1918 scoppiò una protesta nazionalistica, guidata dal generale Mustafà Kemal contro la quiescenza del sultano Mohamed VI, di fronte all'occupazione di parte del territorio ottomano a opera degli anglo-francesi. L'obiettivo dei nazionalisti era di salvaguardare l'unità territoriale del paese, conservando integre Anatolia e Tracia, e frenare le richieste di indipendenza delle minoranze armena e curda, bloccando l'espansionismo della Grecia che aveva cercato di occupare Smirne. Nel 1920 le truppe anglo-francesi occuparono Istanbul; Kemal fuggì ad Ankara dove formò un governo provvisorio, mentre riprendeva l'offensiva greca. Dall'agosto 1921 le forze nazionalistiche turche aprirono una controffensiva e riconquistarono Smirne. Gli alleati riaprirono le trattative con il governo di Kemal che ottenne nuovamente la Tracia, in cambio dell'impegno a mantenere gli stretti sotto controllo internazionale. Il 1 novembre 1922 Kemal dichiarò decaduto sultano. L'anno dopo, un nuovo trattato concluso a Losanna il 24 luglio, riconobbe la Turchia e il controllo degli stretti e gli ampliamenti territoriale rispetto al trattato di Sèvres, la piena sovranità economica. Nello stesso anno la rivoluzione nazionalistica abolì il sultanato e proclamò la Repubblica che ebbe come capitale Ankara. Il giorno dopo vennero espulsi mezzo milione di greci, mentre furono accolti un milione e mezzo di turchi dalla Grecia. Ci fu quindi la massima omogeneizzazione etnico-culturale. Il primo presidente fu Kemal il quale rimase a capo dello Stato fino alla morte, nel 1938. L'innovativo governo di Kemal ebbe come linee guida, l'affermazione nazionalistica e la modernizzazione del paese. Nel 1908 vennero avviate le riforme costituzionali, venne varata una nuova legislazione e venne secolarizzato lo stato eliminando ogni influenza religiosa. Si avviò il processo di industrializzazione con una politica protezionistica adeguando le infrastrutture e fondando istituti di credito. I regime autoritario era basato sul partito unico, il partito repubblicano del popolo e sul controllo militare.
Il complesso quadro del medio oriente
La lunga crisi dell'impero ottomano aveva aperto spazi all'iniziativa francese e soprattutto britannica. Il medio oriente era il passaggio obbligato dei traffici verso l'India ed estremo oriente attraverso il Mediterraneo, il Mar Rosso e l'oceano indiano. La Gran Bretagna aveva posto sotto il suo controllo l'Egitto, la Transgiordania e la Palestina, l’Iraq,e gli Stati della penisola araba. La Francia aveva esteso la sua influenza sulla Siria ed il Libano. Nel 1917 la diplomazia inglese aveva appoggiato la richiesta di una formazione dello Stato ebraico in Israele e aveva riconosciuto il diritto del popolo ebraico ad una propria sede nazionale in Palestina. Il dominio franco-britannico nell'area medio-orientale si mantenne saldo sia pur con la concessione dell'indipendenza all’Egitto nel 1922, dove continuò però il controllo del Canale di Suez; alla testa unita e all'ira che, in carcere sostanziose garanzie economiche e i militari. In seguito alla seconda guerra mondiale, nel 1946 ebbero l'indipendenza in modo pacifico la Siria, il Libano, la Transgiordania e la penisola araba. All’influenza franco-britannica si affiancò quella degli Stati Uniti spinti dalla guerra fredda ad esercitare il proprio controllo sull'area medio orientale.
Il paese dei curdi
tensioni e conflitti furono originati dalla precaria situazione del popolo curdo, insediato nel Kurdistan, in Asia minore, diviso tra Turchia, Iran, l'Iran, Siria, Georgia, Armenia, Azerbaijan. Non esiste un tracciato ufficiale dei confini, un censimento dei suoi abitanti, dato che nessuno degli Stati interessati ha soddisfatto le richieste automobilistiche degli appartenenti all'etnia curda. Dopo la prima guerra mondiale si era costituito un comitato per l'indipendenza del Kurdistan, ma il progetto fu vanificato dalla posizione della nuova Repubblica turca. Essi, addirittura, negarono la loro esistenza, vietando l'uso della loro lingua, promuovendo accordi con gli Stati confinanti per coordinare la questione dei movimenti indipendentisti. La chiusura alle aspirazioni di indipendenza provocò la nascita di gruppi armati in funzione antiturca. L’Iraq, nel 1970, mutò la linea politica mettendo in atto una violenta repressione anche con l'uso di armi chimiche. La Siria, impose ai curdi la cultura araba. Migliore fu lo stato dei curdi in Iran e in unione sovietica.
La nascita dell’unione sovietica
La rivoluzione di febbraio era una rivoluzione liberale, si rivolge ai borghesi ed era una coalizione di forze antinaziste. E’ una rivoluzione che istituisce uno stato costituzionale. La rivoluzione di ottobre è una rivoluzione socialista che instaura una regime proletario. Alla fine dell’anno ci dovevano essere le elezioni di una costituente. La maggior parte dei voti vanno ai socialrivoluzionari (socialisti che vogliono l’abolizione della proprietà privata). Essi ritenevano che il soggetto della rivoluzione erano i contadini.
I bolscevichi dovettero affrontare i problemi dell’economia dissestata e gli effetti della guerra civile (tra armata rossa e bianca). Il governo vara il comunismo di guerra (1918-1921), che era un comunismo reso necessaria dalla situazione di guerra. Era un insieme di misure per riorganizzare lo stato per lo sforzo bellico e hanno un effetto immediato. Si procedette ad una serie di nazionalizzazioni per riportare sotto controllo i trasporti e gli approvvigionamenti. Si formarono delle collettività produttive sotto il controllo del commissario politico, al quale aspettava controllare le attività economiche. Questa figura diventava colui che rinunciava a qualsiasi deviazione politica. Comunque, il tutto, si rivelò ben presto inefficiente, sia per l'estensione del suo apparato sia per l'inadeguatezza dei funzionari e gli impiegati. La produzione industriale si ridusse, molti abitanti abbandonarono le città, costretti dalla fame, i commerci privati si svilupparono in forme illegali. Ci fu poi una rovinosa carestia che causò circa 6 milioni di morti. La nazionalizzazione delle fabbriche era stata intesa dei lavoratori come l’avvio del controllo operaio sul sistema produttivo. Parallelamente, all'interno del partito bolscevico si accentuò il ruolo del nucleo direttivo centrale suscitando violente opposizioni. Il caso più clamoroso si verificò nel marzo 1921 Kronstadt, una fortezza a Nord di Pietrogrado, fiore all'occhiello dei bolscevichi: numerosi marinai si continuarono, chiedendo la fine del comunismo di guerra e maggiore libertà. La rivolta fu repressa da Trotzkij.
La Nep e la nascita dell’Urss
nel 1921 ci fu la ricostruzione del paese: si muoveva trasformare la Russia in un programma paese industrializzato, contro l'analfabetismo, liberando milioni di uomini dalle condizioni di pura sussistenza in cui vivevano. Abbandonato il comunismo di guerra, nel 1921 venne varata la nuova politica economica che si basava su un principio di una parziale e temporanea restaurazione del vecchio sistema economico. Vennero riaperte le quote di mercato. Il partito mantiene in tutti i settori il controllo della società ma si aprono degli spiragli di libero mercato. Venivano fissate delle quote di produzione che dovevano essere consegnata allo Stato. Nell'industria, i risultati non furono così positivi come l'agricoltura. Contraria alla Nep sono Stalin e Trotzkij. Il 30 dicembre 1922, fino al 1989 nasce l’Urss e il 6 luglio 1923 venne emanata la nuova costituzione, entrata in vigore nel 1924, che proclamava il carattere socialista dello Stato. Nel 1922 le si allontana da politica e nel 1924 morì. Egli aveva lasciato disposizioni per la sua successione: il favorito era Bucharin, ma era troppo giovane.
Il regime staliniano
Per la successione a Lenin ci furono Stalin (nel 1917 aveva dato l’opportunità ai bolscevichi di entrare nei Soviet) e Trotzkij. La posizione di Trotzkij era autonoma. Egli riteneva che sarebbe stato possibile subito una rivoluzione comunista (come Lenin). I menscevichi dicevano che ci doveva essere prima la rivoluzione liberale e poi quella comunista. Trotzkij diceva che bisognava direttamente puntare alla rivoluzione comunista, come Lenin. Stalin sosteneva la necessità di consolidare i risultati della rivoluzione in Unione Sovietica costruendo una società socialista come punto di riferimento per rilanciare poi il processo rivoluzionario negli altri paesi. Trotzkij riteneva necessario intraprendere al più presto la lotta contro i kulaki. Nel 1927 Stalin riuscì a prevalere su Trotzkij. Stalin si era servito di Bucharin contro Trotzkij, che venne espulso dal partito e andò in Messico, dove venne raggiunto da un sicario di Stalin e ucciso. Stalin puntava al potere assoluto sul partito e si accinse a liquidare Bucharin e la sua linea contraria alla collettivizzazione della terra e all’industrializzazione in tempi rapidi.
La Russia è industrialmente arretrata. Si basava sull’agricoltura, che secondo Stalin era da sviluppare. Per Stalin c’era invece l’industrializzazione forzosa (rapido decollo industriale che subordinava l’agricoltura all’industria).
I piani quinquennali
Nel 1928 fu varato il primo piano quinquennale di sviluppo, la cui realizzazione venne affidata al Gosplan, istituito nel 1921. L'obiettivo era di compiere una rapida industrializzazione della Russia, operando soprattutto nell'industria pesante e nell’energia elettrica per rendere la Russia competitiva rispetto ai paesi capitalistici. I piani quinquennali ebbero una struttura centralizzata e rigida. Rispetto le previsioni si verificarono molte disfunzioni, determinate dalla bassa qualificazione della manodopera, dalla scarsa esperienza dei dirigenti, dalla difficile organizzazione. Le scelte relative a cosa e quanto produrre vennero diramate alle singole aziende dagli uffici centrali della pianificazione. I piani quinquennali lanciati nel 1928 e nel 1932 diedero grossi risultati: ci fu però una compressione dei consumi, un conformismo della cultura, un permanere di un ceto politico autoritario onninvadente. Le campagne avrebbero dovuto fornire sia la manodopera per le nuove fabbriche, sia le risorse necessarie per la costruzione e il funzionamento dell'apparato produttivo. Il prelievo di uomini e capitali dalle campagne non doveva però ridurre la produttività agricola. A questo fine era necessario riorganizzare e meccanizzare il lavoro lavorare. Ci fu quindi la collettivizzazione della terra, che comportò l'eliminazione fisica dei capitalisti agrari e la creazione di un sistema diffuso di aziende di Stato: sovchoz (imprese agricole gestite dallo Stato) e kolchoz ([struttura decentrata] cooperative di produzione agricola). Ogni kolchoz aveva in uso una quota di terreno di proprietà statale e possedeva macchine, impianti, bestiame. Ogni nucleo familiare aveva proprietà la casa, l'orto e una piccola quota di animali per lo sfruttamento domestico. Il prodotto era in parte versato allo Stato, in parte serviva per il funzionamento dell'azienda, in parte divisa tra i lavoratori. La collettivizzazione incontrò resistenze presso i kulaki, dai quali veniva circa il 10% della produzione agricola nazionale. Al fine di smantellare la proprietà, Stalin esagerò di fronte all’opinione pubblica l’ostilità dei kulaki verso il regime; un decreto del febbraio 1930 prevedeva che questi, ritenuti nemici del regime sovietico fossero deportati e fucilati insieme alle loro famiglie in regioni periferiche del paese e che le loro proprietà venissero confiscate e cedute ai kolchoz.
Lo sviluppo degli anni 30
Nonostante la crisi dei paesi capitalistici, lo Stato sovietico realizzò un imponente processo di crescita industriale. La Russia era vista come la terra della speranza in cui la società era basata sui principi del socialismo. Lo Stato sovietico divenuto la seconda potenza industriale del mondo, in quindici anni, aveva mutato la sua struttura economico-sociale. Si formarono grandi centri urbani e si registrarono fenomeni di trasferimento delle popolazioni dalle aree rurali alle città. A causa dell’ eccessiva velocità del processo di industrializzazione, la Russia si differenziò dagli altri paesi europei. A causa dell'eccessiva rigidità del governo e dell’accentramento dell’economia, il controllo divenne onnipresente. Col pretesto di rafforzare lo stato sovietico, Stalin creò uno stato di tipo totalitario che poggiava sul sistema del partito-stato: il partito sostituì lo Stato ponendosi alla guida di tutte le organizzazioni politiche, amministrative, sociali. L’iscrizione al partito era fondamentale per ricoprire incarichi sociali. Si formò in tal modo una nomenclatura che controllava, tutte le attività civili, economiche, sociali: il personale fu sottoposto ai diretti superiori e agli organi del partito. Forme di controllo si crearono persino alla base, nelle fabbriche o nei kolchoz. Un clima di paura generalizzata e di diffidenza si diffuse ben presto in tutto il paese, rendendo impossibile ogni forma di pluralismo e il formarsi di un'opposizione al regime. Il partito Stato operò con violenza anche contro la Chiesa. Al clero furono privati i diritti civili, come il diritto di voto, proibirono le pubblicazioni di argomento religioso e le attività di culto al di fuori degli edifici preposti.
Il terrore staliniano
Il principio dell’unità del partito venne usato per eliminare chi si opponeva alla linea ufficiale della dirigenza. Su questa base Stalin costruì il suo potere personale eliminando coloro che riteneva nemici del regime. A metà degli anni 30 si avviò il meccanismo delle cosiddette purghe, che condusse alla liquidazione di dirigenti e militanti del partito comunista sovietico (Bucharin) e del movimento comunista internazionale. Numerose furono le vittime del regime che furono o fucilate o costrette a lavorare nei Gulag. Il numero delle vittime venne reso noto quando i documenti degli archivi del Kgb vennero pubblicati. Il periodo della dura repressione avvenne all'indomani della promulgazione della costituzione del 1936 che sostituì quella del 1924. Lo Stato aveva la necessità di soddisfare le richieste di autonomia delle nazionalità. Stalin, convinto che questo fenomeno fosse transitorio, vide nel federalismo un mezzo per garantire la stabilità interna, minacciata dalle divisioni etniche, e per favorire la modernizzazione del paese. In questo quadro si sviluppò intorno alla figura di Stalin un vero e proprio culto. Solo dopo la sua morte del 1953, si conobbe ciò che aveva fatto.

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