Rivoluzione russa

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Testo

LA RIVOLUZIONE RUSSA E LA NASCITA DELL’URSS
• MAPPA CONCETTUALE
• LE RADICI DELLA RIVOLUZIONE
• LE DUE RIVOLUZIONI DEL 1917
• LA GUERRA CIVILE E IL COMUNISMO DI GUERRA
MAPPA CONCETTUALE
Autoritarismo politico………..
Questione contadina…………. RIVOLUZIONE
DEL 1905
Sconfitta nella guerra
con il Giappone……………….
RIVOLUZIONE DEL 1905: conseguenze
La Duma…………………….
I Soviet………………………
Crescita delle opposizioni………..
Mancate riforme politiche………..
Riforma agraria di Stolypin………
CROLLO REGIME ZARISTA –FEBBRAIO 1917
(Abdicazione dello zar Nicola II)
Aiutato anche da:
• le sconfitte riportate nella guerra mondiale
• l’ulteriore impoverimento dei contadini conseguente alla riforma di Stolypin

RIVOLUZIONE BOLSCEVICA- OTTOBRE 1917: intervento di Lenin.
GUERRA CIVILE 1917-1919: 5 gennaio 1918 la Russia è proclamata Repubblica democratica federale
NASCITA DELL’UNIONE DELLE REPUBBLICHE SOCIALISTE SOVIETICHE: DICEMBRE 1922.
LE RADICI DELLA RIVOLUZIONE
La caduta del regime zarista (febbraio del 1917) e la rivoluzione socialista (ottobre 1917) rappresentano due profonde cesure nella storia non solo della Russia, ma anche del mondo intero. Questi cambiamenti, così repentini e radicali, affondavano le loro radici nelle lacerazioni e contraddizioni che attraversarono la società russa nei decenni precedenti.
Vediamone un sintetico quadro:
• la stragrande maggioranza della popolazione viveva nelle campagne, dove i contadini conducevano spesso una vita miserabile.
Solo nel 1861 era stata abolita la servitù della gleba ed era stato avviato il processo di affrancamento dei contadini (circa l’85% della popolazione) che appartenevano ai più diversi gruppi etnici: oltre ai russi, ucraini, bielorussi, polacchi, finlandesi, ebrei, baltici, tedeschi, turchi, armeni, georgiani, azeri, caucasici, siberiani ecc.
Il problema della terra fu motivo di continue e gravi tensioni sociali.
Il mugiko, il contadino povero, è il simbolo dell’arretratezza russa: una figura sociale condannata a una miseria secolare e al tempo stesso tenacemente inserita nell’agricoltura comunitaria di villaggio, il mir, che sola riusciva a garantirgli una stentata sopravvivenza.

• lo sviluppo industriale era limitato e concentrato ad alcune zone ed era sostenuto dall’iniziativa statale e dai capitali stranieri assai più che da una diffusa capacità imprenditoriale della borghesia russa.
Nei primi anni del Novecento i distretti industriali russi di grandi dimensioni erano concentrati nelle seguenti aree: nei territori dell’ex Polonia, nell’area metallurgica degli Urali e soprattutto nella regione di Mosca e di Pietroburgo.
• Nel gennaio del 1905, a SanPietroburgo, gli operai scioperano ed il popolo chiede un miglioramento delle condizioni dei lavoratori e la convocazione di un’assemblea costituente. La razione delle truppe zariste fu brutale.
Intanto a San Pietroburgo prendeva forma un nuovo organismo politico-rappresentativo, Il soviet dei lavoratori, che con i suoi 550 delegati rappresentava 250.000 operai.
Soviet
Il termine in russo significa “consiglio” ed esso fu una forma di organizzazione degli operai all’interno della fabbrica. Eletti spontaneamente, i consigli operai (ma successivamente anche quelli dei contadini e dei soldati) erano vere e proprie forme di democrazia diretta.
Esso costituisce la cellula-base della democrazia di massa su cui fu inizialmente organizzata la struttura statale dell’URSS. I bolscevichi videro nei soviet lo strumento di potere alternativo sia all’apparato burocratico zarista sia ai governi provvisori borghesi e liberali.
L’ordinamento “sovietico”, al suo sorgere, si costituì in forma piramidale, partendo dai soviet dei villaggi e delle città (eletti da tutti i cittadini), passando per quelli delle repubbliche, fino al Soviet supremo, il parlamento federale dell’Urss.
• Nell’ottobre del 1905, lo zar fu costretto a concedere l’istituzione di un parlamento, la Duma, dotato di poteri legislativi ed eletto da tutte le classi sociali. Ma nel 1907 e nel 1912 la Duma fu rieletta a suffragio più ristretto, in modo che venissero garantiti gli interessi dei grandi proprietari e prevalesse una maggioranza conservatrice, mentre esponenti dell’opposizione liberale vennero mandati in esilio
• La riforma agraria del ministro Stolypin, seguita alla rivoluzione del 1905, fallì nel suo intento di rafforzare la piccola proprietà contadina smantellando le comunità di villaggio (i mir ), finendo invece col favorire un processo di ulteriore concentrazione della proprietà privata, a tutto vantaggio dei kulaki (i contadini agiati che già possedevano circa il 40% dei terreni) e dell’aristocrazia.
LE DUE RIVOLUZIONI DEL 1917
Il fronte dell’opposizione antizarista comprendeva numerose forze politiche:
• Il partito costituzionale-democratico (il partito dei cadetti) di impronta borghese liberale;
• Le varie organizzazioni socialiste fra cui:
i socialrivoluzionari
i socialdemocratici, divisi al loro interno in bolscevichi e menscevichi.
I Menscevichi, guidati da Martov, si limitavano ad auspicare una rivoluzione democratico-borghese, mentre i Bolscevichi, tra cui Lenin, erano certi che in Russia esistessero già le condizioni per una presa del potere da parte del proletariato organizzato in forme politiche autonome, i soviet.
• Nei primi mesi del 1917 il disastroso andamento della guerra e la miseria crescente delle popolazioni provocarono grandi agitazioni di massa, che culminarono nella rivolta degli operai e dei soldati di Pietrogrado. Tale evento fece precipitare la situazione: lo zar Nicola II abdicò e fu instaurato un governo provvisorio guidato dal socialista moderato Kerenskij. Al governo provvisorio si contrapponeva il potere dei soviet, decisi a superare la fase democratico-borghese per attuare una rivoluzione di tipo socialista. Il doppio potere.
• Le “Tesi di aprile”e il programma politico di Lenin: al ritorno di Lenin dall’esilio, i bolscevichi si affermarono con tre parole d’ordine:
trasformare la guerra imperialistica in guerra civile;
considerare la rivoluzione russa come prima tappa della rivoluzione socialista mondiale;
affidare tutto il potere ai soviet. TESI DI APRILE.
• La rivoluzione d’ottobre scaturì da una drammatica fase di disgregazione dell’esercito belligerante e dalla delegittimazione del secondo governo provvisorio guidato da Kerenskij.
Di fronte alla minaccia di una dittatura militare da un lato e, dall’altro, alle grandi dimostrazioni operaie dell’ottobre, i bolscevichi presero l’iniziativa e assaltarono il Palazzo d’inverno, sede del governo provvisorio. Tale governo fu esautorato e sostituito dai commissari del popolo, che decretarono:
• nazionalizzazione e distribuzione delle terre ai contadini;
• controllo operaio sulle fabbriche.
Il 3 marzo 1918 la Russia sovietica firmava a Brest-Litovsk la pace separata con la Germania e usciva dalla guerra mondiale.
Le condizioni della pace furono molto gravose: la Russia dovette riconoscere l’indipendenza dell’Ucraina, l’occupazione tedesca della Bielorussia, la perdita della Polonia e dei Paesi baltici, e rinunciare a circa la metà degli impianti industriali, in buona parte concentrati nelle zone occidentali del suo vasto territorio.
Il potere è nelle mani del governo rivoluzionario bolscevico guidato da Lenin.
LA GUERRA CIVILE E IL COMUNISMO DI GUERRA
La guerra civile è combattuta tra le forze dell’Armata Rossa, organizzata da Trockij, fedele alla rivoluzione e sostenitrice del Partito comunista bolscevico di Lenin e le forze dell’Armata Bianca, appoggiata dalle potenze occidentali e fautrice di un ritorno dello zarismo.
L’appoggio delle masse contadine permise ai bolscevichi di resistere e di dar vita all’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (1922).
Progressivamente il partito comunista esautorò l’autorità politica dei soviet.
Fu decretata:
• L’abolizione della proprietà privata e del libero mercato (comunismo di guerra);
• La centralizzazione del potere nelle mani del Partito comunista.
Questi costituirono i primi tratti di una nuova dittatura e i successivi tratti salienti del totalitarismo comunista.
Si creavano così i presupposti per lo scontro dei due totalitarismi che sarebbe sfociato nella seconda guerra mondiale.
Si apriva così una nuova “guerra” tra capitalismo e comunismo, che si sarebbe conclusa soltanto con la caduta del muro di Berlino nel 1989 e la fine dell’Urss nel 1992.
Tuttavia non bisogna dimenticare che l’Urss rimase il maggior punto di riferimento dei movimenti socialisti e comunisti dell’occidente industrializzato e divenne il modello ispiratore di molti paesi afro-asiatici impegnati nella lotta anticolonialista.
Dunque l’internazionalismo comunista si configurò come il progetto di un nuovo modello di relazioni internazionali fondato sulla liberazione dei popoli dall’imperialismo capitalista e sulla cooperazione pacifica tra nazioni sovrane in contrapposizione all’ordine delle grandi potenze che aveva precipitato il mondo nell’orrore della guerra mondiale.

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