la nascita degli Stati Uniti e la Rivoluzione Francese

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

LA NASCITA DEGLI STATI UNITI
UN PARTICOLARE SISTEMA DI COLONIE
Nel corso del XVII secolo il continente americano era stato colonizzato prevalentemente dagli inglesi. La colonizzazione però aveva visto protagoniste molte nazioni europee e , solo dopo la guerra dei 7 anni, l’Inghilterra era emersa come potenza dominante.
LE DIFFERENZE INTERNE ALLA POPOLAZIONE
I coloni provenivano da vari rami della società.
C’erano figli cadetti della piccola nobiltà ,che volevano i terreni che non potevano avere in patria.
C’erano perseguitati politici e religiosi, coinvolti nelle vicende del XVII secolo.
C’erano le vittime dei processi di trasformazione economica, come contadini senza terra.
C’erano individui ai margini della società (poveri o vagabondi) disposti a lavorare in America.
Il territorio inglese si estendeva dalla costa atlantica fino ai monti Appalachi. In questa area il clima variava e i prodotti coltivabili erano molti.
A sud vi erano le coltivazioni di cotone e tabacco ,al centro si coltivavano cereali e, sulle coste, i gruppi erano dediti alla pesca, al commercio e all’industria cantieristica.
Questo faceva si che le 13 colonie erano mondi separati.
I CARATTERI COMUNI
I coloni però avevano molte cose in comune. Innanzitutto sapevano di trovarsi in un mondo nuovo che garantiva maggiore libertà e maggiori possibilità di affermazione individuale rispetto alla madrepatria.
I coloni provavano verso l’Inghilterra un sentimento di insofferenza verso qualsiasi limitazione che ostacolasse il loro dinamismo, come ad esempio la limitazione di espandersi verso ovest.
I RAPPORTI ECONOMICI E POLITICI
L’Inghilterra instaurò, con le sue 13 colonie, rapporti economici per arricchirsi .
C’erano alcuni vincoli di natura mercantilistica imposti sulle colonie come:
-i prodotti coloniali dovevano essere esportati esclusivamente verso la madrepatria
-i coloni dovevano importare manufatti solo dall’Inghilterra
-il commercio poteva avvenire solo tramite navi inglesi.
Questi vincoli però vennero spesso aggirati visto che il nord America praticava il contrabbando.
Ognuna delle 13 colonie era retta da un governatore nominato da Londra, aiutato da assemblee rappresentative. La difesa militare era fatta dall’esercito o dalla marina inglese.
L’INTRODUZIONE DI NUOVE TASSE
Per aumentare gli introiti coloniali, il parlamento inglese, nel 1764 rese più pesanti i dazi sullo zucchero e impose una tassa di bollo che gravava sui documenti pubblici, compresi i giornali.
Questo scatenò una violenta reazione da parte dei coloni, non tanto per i prezzi imposti ma perché il parlamento aveva imposto le tasse senza consultarli,dal momento che loro non erano rappresentati in parlamento .
TENSIONI CRESCENTI FRA COLONIE E MADREPATRIA
Tra i coloni nacque un vasto movimento di opinione che pensava che il governo si comportasse in modo dispotico. A queste manifestazioni, Londra rispose con una dichiarazione che sanciva la legittimità di tassare i coloni e venne imposto un dazio sul tè.
Nel 1770 una rivolta venne repressa nel sangue e , nel 1773 Londra obbligò i coloni ad acquistare solo il tè portato dalla compagnia delle indie.
Questo portò a nuove rivolte e al Boston Tea Party, dove un intero carico di tè fu gettato in mare.
Il governo inglese mise il Massachusetts sotto occupazione militare.
I DIRITTI PER CUI COMBATTERE
Nel 1774 un congresso riunito a Filadelfia decise di formare un esercito e di affidarlo a George Washington.
Il 4 luglio 1776 , mentre il conflitto era già in atto, un nuovo congresso si riunì e approvò la dichiarazione d’indipendenza, che aveva come punto cardine il fatto che i governi sono costituiti per garantire agli uomini il godimento dei diritti inalienabili, come quelli alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità. Secondo i coloni invece, il sovrano inglese comandava in modo tirannico e quindi loro si ponevano come obiettivo la creazione di una nuova forma di stato.
LA GUERRA D’INDIPENDENZA
Per raggiungere i loro obiettivi , i coloni combatterono e vinsero la guerra d’indipendenza che durò fino al 1782. Loro erano inferiori sul piano militare ma una serie di circostanze li favorì:
- gli inglesi trovarono difficoltà a operare su un territorio ostile e a garantire il necessario ricambio di truppe
- Francia ,Spagna e Olanda, i nemici dell’Inghilterra, dettero ai coloni un grande appoggio militare
- Nel governo di Londra si ritenne saggio chiudere un costosissimo conflitto, concedere l’indipendenza alle colonie e mantenere buoni rapporti commerciali piuttosto che un dominio precario.
Nel 1783 venne firmata la pace.

LA RIVOLUZIONE FRANCESE
LA MANCATA RIFORMA FISCALE E LA SITUAAZIONE DELLE CAMPAGNE
La Francia, patria della cultura illuminista, non subì il fenomeno del dispotismo illuminato, soprattutto per l’incapacità della corona di alterare gli equilibri che la legavano ai nobili.
Durante il XVIII secolo ,quei nobili che traevano vantaggio dai terreni, erano diventati sempre più esosi nel riscuotere tributi. Questo atteggiamento, noto come reazione feudale, andava a impoverire i contadini che già sopportavano la maggior parte del carico fiscale e , inoltre, venivano da una serie di annate agricole negative.
LA CRISI DI PRESTIGIO DELLA MONARCHIA
La crisi in Francia riguardava anche i nobili di toga. Essi erano considerati i paladini del popolo perché si opponevano a tutte le riforme o le leggi che avevano uno scopo assolutistico.
Inoltre la popolazione urbana si accostava ai nobili di toga a causa del rincaro alimentare.
In pratica ogni ceto era contro il re.
LA COMPOSIZIONE E I DIVERSI SCOPI DEI DELEGATI ALL’ASSEMBLEA
Per uscire dalla crisi il re convocò l’assemblea degli stati generali che non veniva più riunita da quasi 200 anni. Essa era costituita da nobiltà ,clero e terzo stato.
Il 5 maggio 1789 un migliaio di delegati si riunì nella reggia di Versailles. Ognuno dei protagonisti aveva richieste divergenti:
-il re sperava (grazie al terzo stato) di far approvare un progetto di riforma fiscale che avrebbe portato maggiori entrate alle classi statali dimensionando i guadagni di clero e nobiltà
-i nobili e il clero volevano far leva sul sentimento antiassolutistica per bloccare le iniziative del re
-il terzo stato aveva una serie di lamentele contro i diritti signorili,la rapacità del fisco e l’imparzialità della giustizia. In poche parole il terzo stato voleva contare di più .
VERSO UNA NUOVA FORMA DI ORGANIZZAZIONE POLITICA
Lo scontro tra i 3 stati si accese a riguardo delle procedure di votazione.
Il re e i nobili volevano votare per ordine, ovvero con un voto per ciascuno dei tre stati.
Il terzo stato, invece, voleva la votazione per testa, ovvero un voto per ciascun rappresentate; infatti il terzo stato era composto dal 98% della popolazione francese.
Vista però l’impossibilità di raggiungere un accordo, il terzo stato decise di proclamarsi assemblea costituente e di non sciogliersi finche la Francia non avesse avuto una nuova costituzione.
Tutto questo faceva capire che il terzo stato voleva avvicinarsi al modello parlamentare inglese e molti nobili e membri del clero vi entrarono a far parte.
Il 7 luglio il re riconobbe e legittimò il nuovo organo: era nata l’assemblea nazionale costituente.
LA MOBILITAZIONE DELLA GENTE COMUNE
L’iniziativa degli stati generali trovò un forte appoggio con la mobilitazione della gente comune.
La popolazione parigina, esasperata dal rincaro del pane e dalle voci secondo cui il re voleva attuare un intervento armato contro la nuova assemblea, diede vita a una milizia popolare:la guardia nazionale. Essi si procurarono le armi nella prigione della Pastiglia ( 14 luglio ).
Questa prova di forza indusse il re ad approvare il mantenimento della guardia nazionale.
LA RIVOLUZIONE NELLE CAMPAGNE
Nelle campagne francesi arrivarono delle voci per cui gli aristocratici stessero facendo un complotto contro i contadini.
La loro reazione fu molto violenta: furono saccheggiati molti castelli signorili e incendiati gli archivi che contenevano i documenti della loro subordinazione sociale ed economica.
Grazie alla rivolta i contadini ottennero l’abolizione del regime feudale, ovvero la fine di prestazioni lavorative, servitù e tributi. Inoltre ,pagando un riscatto, potevano diventare padroni della terra che coltivavano. Venne affermato il principio di uguaglianza giuridica.
LA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO
La dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino rappresenta il documento più rappresentativo di questo travagliato periodo. Gli elementi più importanti riguardano:
-la definizione della sfera dei diritti naturali e inalienabili dell’uomo(libertà, proprietà, sicurezza)
- l’affermazione del principio della sovranità nazionale
-la decisione di ispirare la riforma dello stato al principio della separazione dei poteri.
TRE POTERI DISTINTI
L’assemblea costituente si impegnò per creare un nuovo sistema istituzionale. Il frutto più significativo dei loro sforzi fu la costituzione approvata nel 1791.
Gli elementi fondamentali del nuovo ordinamento erano tre:
-il potere legislativo spettava a un’assemblea legislativa eletta da coloro che pagavano imposte equivalenti a tre giornate di salario medio e potevano candidarsi persone che pagavano imposte venti volte superiori. Era un sistema basato su base censitaria.
-il potere esecutivo spettava al re che lo esercitava attraverso il governo da lui nominato
-il potere giudiziario veniva attribuito a un sistema di tribunali, anch’essi elettivi.
LA NUOVA ORGANIZZAZIONE DEL PAESE
Prima della stesura della costituzione, l’assemblea costituente, adottò altre misure che servirono a disegnare il nuovo volto della Francia:
-sul piano amministrativo le vecchie province vennero abolite e il paese venne diviso in 83 dipartimenti governati da amministratori elettivi.
-sul piano religioso si stabilì che i vescovi e i parroci venissero eletti. Inoltre ora erano stipendiati dalla stato e dovevano giurare fedeltà
-sul piano economico vennero aboliti tutti i vincoli alla libera iniziativa(corporazioni e dazi interni);le imposte furono racchiuse in un’unica imposta che variava a seconda del catasto;le proprietà ecclesiastiche vennero confiscate e vendute al momento opportuno ( se le vendevano subito incorrevano in un deprezzamento).
L’AMBIGUO ATTEGGIAMENTO DI LUGI XVI
Un insieme di fattori impedì alla Francia di diventare una monarchia costituzionale e parlamentale basata sul modello inglese.Il freno più forte a questo processo era dato dal re e dalla nobiltà di corte.
Il re subì la maggior parte delle iniziative rivoluzionarie a causa della pressione popolare che, il 5 ottobre 1789, con una massiccia manifestazione lo costrinse ad andare a Parigi e divenire così “ostaggio” della folla cittadina.
Inoltre in molte occasioni il sovrano tentò di bloccare le iniziative dell’assemblea e, nel giugno 1791, il re tentò la fuga all’estero. L’impresa fallì e la monarchia non fu subito abbattuta perché non si sapeva chi ne avrebbe preso il posto. Si disse che il re era stato rapito contro la sua volontà.
L’OSTILITA’ DEL CLERO E DELLE CAMPAGNE
Un rilevante elemento di opposizione veniva dal clero. Loro non volevano essere funzionari eletti e sottomessi allo stato.
La loro protesta venne appoggiata dai contadini che si accorsero che la distribuzione delle terre nobiliari andava a favorire una minoranza di loro.
L’INSODDISFAZIONE DI UNA PARTE DI RIVOLUZIONARI
L’opposizione non veniva solo da chi contrastava le idee rivoluzionarie ma vi era chi, al contrario, le giudicava insufficienti . Dal 1789 ci fu un vasto dibattito politico che non coinvolse solo la media o la piccola borghesia ma coinvolse anche ampi strati popolari, i cosiddetti sanculotti.
Nacquero molti club politici con idee sempre più radicali.
I CLUB POLITICI
I club politici che si formarono nel popolo erano associazioni che servivano per fare da tramite tra popolo e la costituente. Alcuni nacquero solo come luoghi in cui discutere, diffondere idee ed elaborare programmi. Altri invece assomigliavano ai nostri odierni gruppi parlamentari.
I principali club furono:
-i cordiglieri che presero il nome dal luogo dove si riunivano, ovvero un ex convento di frati detti cordeliers. Loro volevano una forma di democrazia diretta.
-i giacobini che anch’essi prendevano il nome da un convento dove si riunivano. Inizialmente il loro scopo era quello di appoggiare l’assemblea costituente. In questo club convivevano moderati (La Fayette, Mirabeau e Barnave) e radicali ( Robespierre, Brissot e Billaud-Varenne) .
Dopo la fuga del re i moderati diedero vita al club dei foglianti, che appoggiava il re e scomparve con lui nel agosto 1792.
Dopo la scissione dei foglianti, dai giacobini si staccò un’altra ala: i girondini.
Essi erano i seguaci di Brissot e cominciarono a caratterizzarsi nel corso del dibattito che portò alla condanna a morte del re.
CRESCE L’OSTILITA’ NEI CONFRONTI DEL RE
Gli orientamenti più rivoluzionari e radicali vennero allo scoperto dopo la fuga del re. Essi trovarono espressione soprattutto nel club dei giacobini e dei cordiglieri con personalità forti come Robespierre, Marat e Danton.
L’influenza di questi club sul popolo crebbe man mano che il re si opponeva alle trasformazioni rivoluzionarie.
LA PARTECIPAZIONE POPOLARE ALLA DIFESA DEL PANE
La vera rottura si ebbe nel 1792 quando la Francia dichiarò guerra all’Austria e alla Prussia.
Il governo francese vedeva nel conflitto la possibilità di rafforzare l’unità del paese ed esportare all’estero i principi rivoluzionari. Anche il re appoggiò il conflitto; sicuro della sconfitta militare della Francia vedeva nella guerra la possibilità di tornare a governare come monarca assoluto.
Ma Luigi XVI non aveva tenuto conto del forte sentimento di unione nazionale che si era formato e, in difesa della patria, partirono moltissimi volontari . Fu a questo nuovo esercito (e non a quello aristocratico precedente) che venne affidato il compito di bloccare l’armata Prussiana.
LA FINE DELLA MONARCHIA PARLAMENTARE
Divenuto ormai evidente che il re e la nobiltà stavano tradendo il paese, il popolo infuriato, invase il palazzo del re e il municipio.
L’assemblea legislativa procedette alla deposizione, all’arresto del re e al riconoscimento di un nuovo governo: la comune rivoluzionaria.
Un mese dopo venne eletta, a suffragio universale, la convenzione che proclamò la repubblica.
Il giorno della sua prima seduta l’esercito francese riuscì a fermare l’avanzata prussiana.
Il paese era per il momento salvo mas l’esperimento della monarchia parlamentare era definitivamente finito.
LA TORMENTATA ESPERIENZA REPUBBLICANA
LE DIVERSE TENDENZE RAPPRESENTATE NELLA CONVENZIONE
La fase politica repubblicane si aprì in un clima di grande incertezza e tensione. Ben presto la convenzione si divise in due principali gruppi politici:i girondini erano decisi a ricostruire l’ordine e la legalità; i giacobini ,guidati da Robespierre e Danton, erano legati al movimento dei sanculotti che controllavano la comune rivoluzione. I deputati appoggiavano di volta in volta le deliberazioni dell’una o l’altra fazione.
LA CONDANNA A MORTE DEL RE
I due gruppi politici si trovarono a discutere anche sulle sorti del re. Entrambe le fazioni lo consideravano colpevole ma i giacobini volevano l’immediata condanna a morte, mentre i girondini ritenevano che la sorte del re dovesse essere sottoposta a una consulta popolare.
Comunque i giacobini trovarono molti appoggi e il re fu giustiziato nel gennaio 1793. Questo era solo il preludio dello scontro politico che colpirà le due parti.
IL SEGUITO DELLA GUERRA E I CONFLITTI INTERNI
Nel frattempo l’andamento della guerra tornò a destare drammatiche preoccupazioni. Con i volontari e con la coscrizione obbligatoria (reclutamento obbligatorio) la Francia era riuscita a guadagnare terreno sulla Prussia e a passare al contrattacco.
Nei primi mesi del 1793 però l’Inghilterra entrò in guerra e la Francia si trovò a fronteggiare una coalizione di potenze europee decise a mettere fine alla rivoluzione.
Con la continuazione della guerra l’inflazione crebbe e inoltre c’era molta difficoltà ad approvvigionare l’esercito. Oltre a questi problemi la Francia viveva una guerra interna: i contadini passarono alla resistenza armata contro la costituzione, non consegnavano il raccolto e rifiutavano il reclutamento.
IL POTERE NELLE MANI DEL COMITATO DI SALUTE PUBBLICA
Nella prima metà del 1793, i giacobini avevano il pieno potere e, vista la situazione critica, decisero di non fare entrare in vigore la nuova costituzione di stampo democratico.
Venne istituiti il Comitato di salute pubblica, un organismo formato da 9 membri che avevano pieni poteri. Questa svolta venne rafforzata da provvedimenti: ogni attività ostile al governo era vietata e punibile con la morte e l’esercito fu messo sotto il controllo di commissari politici, che sorvegliavano la fedeltà delle truppe.
Con queste nuove imposizioni gli esponenti dei girondini vennero giustiziati. Venne così meno ogni forma di opposizione e si aprì la fase della dittatura giacobina di Robespierre.
LA DITTATURA E IL TERRORE
La politica giacobina fece leva su alcune linee di azione fondamentali.
-L’economia venne sottoposta a un rigido controllo, per garantire gli approvvigionamenti e bloccare l’inflazione
-Vennero istituiti tribunali rivoluzionari e venne abolita ogni forma di garanzia per gli accusati (bastavano denunce anonime per essere condannati).Morirono cinquantamila persone. Questo viene ricordato come Periodo del Terrore (settembre 1793- luglio 1794).
-L’impegno militare fu accresciuto attraverso una riorganizzazione delle gerarchie e grazie al reclutamento di massa. I nemici vennero contrastati con successo.
-Venne accentuato il carattere laico dello stato. Ci fu una riforma del calendario per sconvolgere le feste religiose e ci fu una campagna di decristianizzazione.
LA SVOLTA DEL TERMIDORO
La dura politica applicata da Robespierre e i suoi seguaci finì col ritorcersi contro.
Robespierre aveva usato l’apparato giudiziario per disfarsi degli alleati ,ma lui stesso ne finì vittima.
La convenzione decretò che lui e i suoi seguaci venissero arrestati e condannati a morte.
Così si concluse la fase più drammatica della rivoluzione , ma la stabilità interna pareva ancora molto lontana.

LA PERSISTENTE INSTABILITA’ POLITICA
Il nuovo gruppo dirigente di repubblicani moderati voleva salvaguardare la libertà di iniziativa economica, ripristinare le garanzie giudiziarie, riformare le tradizioni religiose e dare stabilità politica. Il compito non era per nulla semplice.
Con la morte di Robespierre ci furono mesi di violenze e di vendette noti come “terrore bianco”.
I monarchici pensavano di poter tornare all’assolutismo, mentre i sanculotti stavano organizzando proteste contro la politica economica del paese e contro l’inflazione.
LA COSTITUZIONE DEL 1795 E IL DIRETTORIO
Per assicurare stabilità politica al paese si pensò di scrivere una nuova Costituzione.
Il testo fu emanato nel 1795 e , oltre a dare diritto di voto in base al reddito, vide anche nascere il Direttorio, un’ organismo di 5 membri che controllava la nomina e l’operato del governo.
Questo Direttorio fu vittima di continui tentativi insurrezionali.
LA GUERRA DEL 1796
In questo clima, il Direttorio , decise di riaccendere i conflitti con Austria e Inghilterra per problemi di natura economica. L’iniziativa era molto rischiosa, infatti il successo militare era tutt’altro che scontato e l’esercito aveva un ruolo di primo piano nella difesa della stabilità politica interna.

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