La Francia di Richelieu e di Mazarino

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

La Francia di Richelieu e di Mazarino
• Con la morte di Enrico IV sia nell’ambito della corte dia nel paese, si verificò un riacutizzarsi della tensione tra il partito cattolico e la minoranza ugonotta.
• In questo quadro, nel 1614, su pressione della nobiltà e del clero, si giunse alla convocazione degli stati generali (Bellatores-Oratores-Laboratores). Qui, il clero e la nobiltà provarono a frenare l’attuazione del programma assolutistico impostato da Enrico IV. IN ogni caso, le pretese della nobiltà di spada e del clero si scontrarono con gli interessi della nuova nobiltà di toga. Le contraddizioni interne portarono di riflesso un rafforzamento del potere regio.
• Un consistente rafforzamento della monarchia si ebbe però quando Luigi XIII (1623) salì al potere, e con l’assunzione delle redini del governo da parte del cardinale Richelieu. In primo luogo, convinto della funzione dell’insostituibile aristocrazia, Richelieu dedicò ogni sforzo a piegare la nobiltà feudale al rispetto dello stato.
• Richelieu andava contro gli ugonotti non tanto per un motivo religioso ma perché, formando stati interni, impedivano l’effettiva unificazione della Francia. Ottenuta la resa degli ugonotti, mantenne in vigore l’editto di Nantes e le garanzie che ne derivavano per la comunità protestante francese. In politica estera Richelieu perseguì il rafforzamento internazionale, e nella guerra dei trent’anni, si schierò con crescente impegno a fianco dei paesi protestanti, recando un contributo alla vittoria finale dello schieramento antispagnolo e anticattolico.
• Richelieu si fece promotore di una riorganizzazione del sistema fiscale affidandolo agli intendenti, funzionari alle dirette dipendenze del sovrano. L’accresciuta pressione fiscale e l’invadenza dei funzionari regi ebbero tuttavia l’effetto di suscitare un forte malcontento, che si trasformò molto spesso in rivolte popolari e contadine, che furono represse con durezza.
• Alla morte del cardinale Richelieu, presto seguita da quella di luigi XIII, la guida del governo fu presa dal cardinale italiano Giulio Mazarino, che si propose di dare seguito alla politica del predecessore ma, in una situazione complicata dalla tenerissima età di Luigi XIV, nato nel 1638, dovette fronteggiare molte ribellioni.
o La nobiltà di toga, lamentava il ritardo nella corresponsione di emolumenti dovuti alla loro corona, protestavano contro l’aumento della paulette e mal tollerava il ruolo assunto dagli intendenti nella riscossione delle tasse. Fu il parlamento di Parigi a guidare la protesta della nobiltà di toga, riuscendo ad ottenere anche l’appoggio dei ceti popolari; nel 1649 la fronda parlamentare rientrò, spegnendosi da sola.
o Ciò fu seguito dalla fronda dei principi, messa in atto dalla grande aristocrazia di spada, per riaffermare il proprio ruolo politico e istituzionale. Alla testa della fronda aristocratica si pose il principe di Condé, la rivolta dei principi fu appoggiata anche dal clero. La fronda dei principi si concluse dopo un paio di anni con la sconfitta militare di Condè a opera dell’esercito di Mazarino.
o Qualche tempo dopo si arrese al’autorità monarchica anche la città di Bordeaux, dove si era sviluppata un’originale esperienza di fronda urbana, di matrice piccolo-borghese.

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