La dottrina comunista e il comunismo in azione

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Testo

IL COMUNISMO
PARTE PRIMA
LA DOTTRINA COMUNISTA
- Che cosa il marxismo dice di essere
- Il Materialismo
- Che cos'и la materia?
- Il materialismo dialettico
- Il materialismo storico
- La storia interpreta materialisticamente
- La storia interpreta dialetticamente
- La dittatura del proletariato e il deperimento dello stato
- Il comunismo nega: religione, famiglia e proprietа
PARTE SECONDA
IL COMUNISMO IN AZIONE
· Il leninismo

PARTE PRIMA
LA DOTTRINA COMUNISTA

Che cosa il marxismo dice di essere
"Il marxismo leninismo и una concezione unitaria del mondo".
Quale "concezione del mondo"? "Il materialismo dialettico и la concezione del mondo propria del partito marxista leninista".
"Il marxismo, come concezione del mondo e preso in tutta la sua ampiezza, si chiama materialismo dialettico. Questa denominazione di materialismo dialettico si addice alla dottrina cosм designata meglio del termine abituale di marxismo''. "Il marxismo non и un'astratta teoria Filosofica nй un semplice metodo storiografico, e neppure un limitato campo di dottrine economiche e politiche, ma una completa concezione del mondo poggiante sul materialismo dialettico e storico - in cui tutti questi aspetti sono presenti organicamente fusi". Il marxismo non и una somma di dottrine giustapposte che possono essere giudicate separatamente, ma и un tutto organico che deve essere considerato sempre nel suo insieme. Considerazioni del tipo "accetto l'analisi economica del Marxismo ma non la filosofia", "accetto questa singola parte e rifiuto quest'altra", denunciano una fondamentale incomprensione del carattere globale del marxismo.
Il Materialismo
"La filosofia del marxismo и il materialismo… la filosofia di Marx и il materialismo filosofico integrale".
Che cosa и il materialismo? Il materialismo и la dottrina secondo cui la materia и l'unica realtа: non c'и Dio, non c'и anima, non ci sono valori e fini spirituali che trascendono l'uomo, ma tutto ciт che esiste и un prodotto della materia. "Il materialismo… considera come dato primordiale la materia e come dato secondario la coscienza, il pensiero, la sensazione". Il marxismo distingue due soli tipi di filosofia: - il materialismo, secondo cui tutto ciт che esiste proviene dalla materia: - l'idealismo, che ammette l'esistenza di qualcosa che non proviene dalla materia.
Idealista, per i marxisti, и dunque non solo Hegel, secondo il quale l'idea и l'unica realtа, ma chiunque affermi l'esistenza di realtа non materiali (Dio, l'anima, ecc…).
Che cos'и la materia?
Il marxismo evita per lo piщ di impelagarsi in questioni scientifiche sull'essenza della materia (atomi o energia, corpuscoli o onde, ecc.). La materia и una "categoria filosofica" (Lenin): in questo senso и semplicemente definita "ciт che agendo sugli organi dei nostri sensi produce la sensazione". Le proprietа della materia sono l'eternitа e l'infinitа: ''in ogni sua parte non ha nй principio nй fine". "Eternitа nel tempo ed infinitа nello spazio consistono giа originariamente e secondo il semplice senso letterale delle parole nel non avere un termine, alcuna direzione, nй su nй giщ, nй a destra nй a sinistra". Lo spirito, il pensiero, la coscienza derivano dalla materia: non che il pensiero sia
materiale, ma "la nostra coscienza, il nostro pensiero, per quanto appaiano sovrasensibile, sono il prodotto di un organo materiale corporeo: il cervello". La materia non и un prodotto dello spirito, ma lo spirito stesso, non и altro che il prodotto piщ alto della materia. Questo, naturalmente, и materialismo puro".
Il materialismo dialettico
Il materialismo marxista si distingue da tutti quei materialismi che hanno concepito la realtа come oggetto: non invece come attivitа sensibile, prassi. Il materialismo illuministico (Helvetius, d'Holbach, Diderot), il materialismo positivistico (Moleschott, Buchner) sono materialismi statici, Marx aggiunge una nota dinamica, la dialettica. La materia non и statica, ma и in movimento: "il movimento и il modo di esistere della materia" . Come la materia, il movimento и infinito ed eterno: "non si puт nй creare nй distruggere" e "quando noi diciamo che materia e movimento sono increati e indistruttibili, noi diciamo che il mondo esiste come progresso infinito, e abbiamo con ciт compreso tutto ciт che c'и da comprendere". Non un qualunque movimento, ma il movimento dialettico, la dialettica. Per Hegel la dialettica era il movimento dell'unica realtа che e l'Idea, lo Spirito, il Pensiero ("Panlogismo"; tutto и Idea). Tale movimento avveniva attraverso la continua nascita, dalla rotta di due termini che si urtano, di un terzo termine sintetico che supera gli altri due e che subito diventa il primo membro di una nuova triade. Il processo del reale и sempre un processo triadico: il primo termine si chiama tesi, il secondo antitesi, il terro - che supera gli altri due - sintesi.
Ogni sintesi diventa la tesi di una nuova triade, e cosм via all'infinito.
Il materialismo storico
Il materialismo storico и l'applicazione del materialismo dialettico alla storia della societа: "Il materialismo storico estende i principi del materialismo dialettico allo studio della vita sociale… allo studio della storia e della societа". Non si tratta di un'altra componente dissociabile dal materialismo dialettico: la stessa evoluzione della materia, che ha prodotto l'uomo mediante il lavoro primordiale, prosegue, sempre avanzando dialetticamente, mediante il lavoro organizzato. Lavorando, l'uomo si trasforma, la natura si muta, l'evoluzione continua:
"cambiare la societа" significa allora "cambiare l'uomo".
La storia interpretata materialisticamente
L'elemento fondamentale dell'evoluzione storica и l'elemento materiale, economico: "La forma fondamentale dell'attivitа degli individui и naturalmente quella materiale, dalla quale dipende ogni altra forma intellettuale, politica, religiosa, ecc.". "Le relazioni fondamentali di ogni societа umana sono quindi i rapporti di produzione" che costituiscono la "struttura essenziale" la "infrastruttura" su cui si impianta la "sovrastruttura" ideologica (morale, diritto, arte, religione, ecc.) che non ne и che il riflesso. "Non и la coscienza dell'uomo che determina la sua maniera di essere, ma и, al contrario, la sua maniera di essere sociale che determina la sua coscienza".
I rapporti di produzione determinano le classi sociali, che si presentano come dato costante della storia da quando esiste la proprietа privata.
La storia, dunque, и storia di classi.
La storia interpretata dialetticamente
Le classi entrano necessariamente in conflitto fra di loro: "la lotta di classe… и un fenomeno assolutamente necessario e inevitabile". La conflittualitа storica che si esprime nella lotta di classe и diretta conseguenza della conflittualitа filosofica della dialettica. Nella storia c'и un necessario processo dialettico, che si fonda sulla contraddittorietа del reale e sulla lotta degli opposti. Da questa lotta, attraverso il processo triadico tesi-antitesi-sintesi, scaturisce il progresso.
"La storia di ogni societа finora esistita и storia di lotta di classe. Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba… in una parola, oppressori e oppressi sono sempre stati in contrasto fra di loro, hanno sostenuto una lotta ininterrotta… una lotta che finм sempre o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la societа o con la rovina comune delle classi in lotta" . E' la tesi mentale del "Manifesto del partito comunista". Allo stadio attuale in cui и giunta, la lotta di classe si и semplificata, al punto che non esistono piщ che due classi: borghesi e proletari. "L'epoca nostra, l'epoca della borghesia, si distingue… perchй ha semplificato i contrasti fra le due classi. La societа intera si va sempre piщ scindendo in due grandi campi nemici, in due grandi direttamente opposte l'una all'altra: borghesia e proletariato". La borghesia и la classe sfruttatrice, il proletariato и la classe sfruttata. Lo sfruttamento consiste in questo: che il proletario con il suo lavoro crea nella merce che produce un "valore" che solo parzialmente и coperto dal salario che percepisce, mentre per il rimanente и accumulato dal capitalista, il quale si arricchisce grazie a questo plusvalore ingiustamente sottratto al lavoratore. Di qui l'aggravarsi delle condizioni del proletariato, che necessariamente condurrа alla rivoluzione e alla "dittatura del proletariato", insieme esito necessario e termine della lotta di classe in quanto chй, dopo la vittoria del proletariato, non si potrа piщ parlare di classi distinte. La lotta di classe, cioи, "ha ora raggiunto un punto in cui la classe sfruttata e oppressa (il proletariato) non puт piщ liberarsi dalla classe che la sfrutta e la opprime (la borghesia) senza liberare anche a un tempo, e per sempre, la societа tutta dallo sfruttamento, dall'oppressione e dalla lotta fra le classi". Occorre notare che la teoria economica del valore-lavoro, che и il nucleo del "Capitale" di Marx, non puт essere staccata dal quadro filosofico generale del marxismo. Non si puт "accettare l'analisi economica di Marx rifiutando la sua filosofia", come alcuni dicono: agli economisti che criticavano la nebulosa teoria del valore-lavoro, il marxista Rudolf Hilferding rispose nel 1904 (ne "La critica di Bohm-Bawerk a Marx") che "il problema non si pone a livello semplicemente economico". L'analisi materialista dell'economia non si puт giudicare indipendentemente dal materialismo dialettico, anzi и l'applicazione del materialismo dialettico all'economia.
La dittatura del proletariato e il deperimento dello Stato
La dittatura del proletariato (socialismo) и un momento di transizione verso la societа senza classi (comunismo): e poichй lo Stato и la traduzione storica degli antagonismi di classe, macchina repressiva, strumento di dominazione, la scomparsa delle classi porterа con sй la scomparsa dello Stato. Il fine и analogo a quello anarchico. In termini giuridici si avranno:
1°) - un periodo di super-diritto (la dittatura del proletariato) in cui il diritto regolerа minuziosamente la vita dell'individuo in tutti i minimi particolari, cioи di massimo potere possibile dello Stato sulla persona. (SOCIALISMO)
2°) - un periodo di non-diritto, in cui non ci sarа piщ bisogno di codici nй di leggi perchй le masse seguiranno spontaneamente il meglio. "Il proletariato non ha bisogno dello Stato che per un certo tempo. Non siamo affatto in disaccordo con gli anarchici quanto all'abolizione dello Stato, come fine. Affermiamo che, per respingere gli avversari e raggiungere questo scopo, и necessario utilizzare provvisoriamente gli strumenti… del potere dello Stato contro gli sfruttatori, cosм come, per la soppressione delle classi, и indispensabile la dittatura provvisoria della classe oppressa". Come finirа la dittatura del proletariato, lo Stato proletario? Non in maniera violenta, come и finito lo Stato borghese, ma, secondo Lenin, in modo naturale, per deperimento. Ci sarа, cioи, uno spontaneo passaggio dalla fase inferiore alla fase superiore della societа comunista. Allora "tutta la societа non sarа piщ che un grande ufficio ed una grande fabbrica con eguaglianza di lavoro ed eguaglianza di salario". Dittatura degli operai armati che secondo Lenin determinerа l'assuefazione al lavoro spontaneo: e, mentre il capitalismo borghese remunerava secondo le capacitа, la societа senza classi remunererа ognuno secondo i suoi bisogni. "Da: ognuno secondo le sue capacitа, a: ognuno secondo i suoi bisogni". Questo passaggio dal capitalismo alla fase inferiore del comunismo (socialismo) in cui tutti sono coercitivamente uguali, e dalla fase inferiore a quella superiore (comunismo) in cui l'uguaglianza и invece il risultato delle libere volontа, и secondo Lenin inevitabile, e dunque non и utopistico, ma scientifico. Si ignorano i tempi dello sviluppo, ma abbiamo la certezza di questo "deperimento": l'evoluzione storica travolgerа la religione, la famiglia, la proprietа.

Religione, famiglia e proprietа
A) Religione Il marxismo, presentandosi come materialismo e negando quindi l'esistenza di Dio, nega di conseguenza la religione come rapporto necessario che lega, attraverso il rito, l'uomo a Dio.
La religione и una sovrastruttura: "L'uomo fa la religione e non la religione l'uomo… (la religione) и la realizzazione fantastica dell'essenza umana", "essa и l'oppio del popolo". "La religione - aggiunge Lenin - и una specie di acquavite spirituale, nella quale gli schiavi del capitale annegano la loro personalitа umana e le loro rivendicazioni di una vita in qualche misura degna di uomini". Secondo la Grande Enciclopedia Sovietica, la religione "и antisocialista per definizione, costituendo il prodotto dell'impotenza e dell'ignoranza: и l'oppio del popolo, secondo quell'affermazione di Marx che Lenin definм la base della dottrina marxista in materia". La religione и dunque un male sociale che la rivoluzione comunista deve combattere: "la nostra propaganda comprende necessariamente anche la propaganda dell'ateismo".
Secondo l'art. 124 della Costituzione Sovietica: "La libertа di culto e la libertа di propaganda antireligiosa sono riconosciute per tutti i cittadini".
Marx, come poi Gramsci, distingue:
- una religione "progressiva" (la "protesta contro la miseria") che esprime utopisticamente, in forma confusa e mitica, l'egualitarismo rivoluzionario che solo il marxismo esprimerа scientificamente. Questa "religione" va dunque "demistificata" e "inverata": il credente progressista, seguendo la sua stessa linea di pensiero, va condotto coerentemente all'ateismo marxista;
- una religione "tradizionale" ("espressione della miseria") che va totalmente sradicata e distrutta.
B) Famiglia
- La famiglia и una sovrastruttura La famiglia, come la religione e la proprietа, и per il comunismo una realtа di storia e non di natura: quindi" che l'abolizione dell'economia separata sia inseparabile dall'abolizione della famiglia и cosa che s'intenda da sй". Secondo Marx il comunismo finirа per introdurre "una forma superiore del rapporto tra i due sessi" fondata sulla "composizione del personale operaio combinato con individui d'ambo i sessi e delle etа piщ differenti".
- L'origine della famiglia Secondo Engels (nella nota opera "l'origine della famiglia, della proprietа privata e dello Stato", fondata peraltro sugli studi dell'etnologo americano Morgan, oggi caduti nel piщ completo discredito) la famiglia monogamica и nata con la proprietа privata e col diritto del padre di trasmettere il capitale.
Nell'epoca primitiva l'orda originaria viveva non solo nel comunismo primitivo, ma anche nella completa promiscuitа sessuale. Soltanto successivamente nella societа di classi nata con la proprietа privata, nasce la famiglia, dove la donna и vittima e l'uomo sfruttatore: anzi, c'и un rapporto fra l'alienazione familiare e lo sfruttamento della classe oppressa, il proletariato. Il passaggio al comunismo comporterа dunque la "liberazione della donna" mediante la soppressione della famiglia.
- La soppressione della famiglia Secondo Engels il comunismo sopprimerа "la duplice base dell'odierno matrimonio - la dipendenza della donna dall'uomo e dei figli dai genitori". Le due soppressioni sono collegate: emancipare la donna per il marxismo vuol dire emanciparla dal lavoro domestico e toglierle l'educazione dei figli, che sarа effettuata dallo Stato socialista: "Col passaggio dei mezzi di produzione in proprietа comune la famiglia singola cessa di essere l'unitа economica della societа.
L'amministrazione domestica privata si trasforma in una industria sociale. La cura e l'educazione dei fanciulli diventa un fatto di pubblico interesse; e la societа ha cura in eguale modo di tutti i fanciulli". Tutto questo dovrebbe portare all'abolizione del matrimonio e al libero amore: ''I rapporti dei due sessi diventeranno rapporti del tutto privati che riguardano soltanto le persone direttamente interessate e nei quali la societа non avrа minimamente di che immischiarsi.
C) proprietа
"I comunisti possono riassumere la loro dottrina in questa unica espressione: abolizione della proprietа privata".
Anche la proprietа privata и per il marxismo una realtа storica e non naturale; per Engels sono esistite diverse forme di proprietа che corrispondono ai diversi stadi di sviluppo della divisione del lavoro: la proprietа della tribщ, la proprietа della cittа antica, la proprietа feudale, infine la proprietа privata basata sul capitale e sull'industria moderna. La proprietа privata и per Marx conseguenza del lavoro alienato e, nello stesso tempo, mezzo in cui il lavoro si aliena.
La proprietа и la tesi di cui la classe operaia и l'antitesi: producendo il proletariato, la proprietа ha segnato la sua fine.
La Rivoluzione sarа un atto di appropriazione, l'abolizione di ogni proprietа. "La proprietа privata dovrа essere abolita e sostituita dall'uso in comune di tutti i mezzi di produzione e dalla distribuzione di tutti i prodotti secondo un'intesa generale, cioи dalla comunanza dei beni.
L'abolizione della proprietа privata й anzi la piщ significativa sintesi della trasformazione dell'intero ordinamento sociale, come necessariamente deriva dallo sviluppo dell'industria, ed и quindi a ragione messa innanzi dai comunisti quale rivendicazione principale". И importante notare che secondo Engels l'abolizione della Proprietа privata "non potrа essere effettuata in un colpo solo" ma "solo gradatamente", mediante varie tappe, tra cui: "limitazione della proprietа privata per mezzo d'imposte progressive, imposte sull'ereditа, ecc. graduale espropriazione della proprietа fondiaria, dei proprietari di fabbriche e di ferrovie e degli armatori di navi, accentramento del credito nelle mani dello Stato per mezzo di una banca nazionale con capitale di stato e soppressione di tutte le banche private… Concentrazione dei mezzi di trasporto sotto il controllo dello Stato. Queste misure non possono, naturalmente essere adottate tutte in una volta. Ma l'una trarrа con sй l'altra. Appena dato il primo radicale assalto alla proprietа privata, il proletariato si vedrа costretto ad andare piщ avanti ed a concentrare sempre di piщ il capitale, tutta l'industria, tutti i mezzi di comunicazione e di scambio nelle mani dello Stato". Nella prassi degli attuali partiti comunisti queste tappe non iniziano necessariamente nel momento in cui il comunismo va al potere ma giа prima, costringendo i governi non comunisti a una "politica di riforme" che attacchi la proprietа con pressioni fiscali, nazionalizzazioni, ecc.

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