La crisi economica del 1929

Materie:Appunti
Categoria:Storia

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La crisi economica del 1929

Tra la fine degli anni '20 e l'inizio degli anni '30, il modo precipitт in una crisi generale che coinvolse i paesi capitalisti, e che determinт profonde trasformazioni nei rapporti tra stato ed economia. Questa era una crisi diversa dalle altre che l'avevano preceduta, per tre motivi: lunga durata, portata mondiale, intensitа senza precedenti.
I principali indicatori economici continueranno a crollare fino alla metа del 1932; seguм, fra molte oscillazioni, una lieve ripresa fino al 1937, ma il 1938 fu nuovamente un anno di crollo. Soltanto l'inizio della seconda guerra mondiale porterа al superamento della crisi. I concetti basilari da ricordare per capire la "grande depressione" sono due:
1. salari in ritardo rispetto alla crescita economica (la domanda non riusciva a tenere il passo dell'offerta);
2. sovrapproduzione e speculazione.

La situazione degli USA prima della crisi
Dopo la prima guerra mondiale, gli Stati Uniti si erano ormai affermati come grande potenza mondiale; nel 1920 il presidente uscente Wilson esce sconfitto dalle elezioni, che vengono vinte dal candidato repubblicano Warren Harding.
Egli porta avanti una politica estera isolazionista (l'America tenta di isolarsi dagli affari interni europei), ma allo stesso tempo coltiva interessi nell'area del Pacifico. Sono gli anni del proibizionismo, dei gangster mafiosi come Al Capone e dei primi grattacieli; ricompare il KKK (Ku Klux Klan), e ricominciano le violenze contro i neri; da ricordare anche l'esecuzione di due anarchici italiani, Sacco e Vanzetti, condannati alla sedia elettrica nonostante molti testimoni che li scagionavano. E' in generale un momento di grande ottimismo, tanto che verrа coniato il termine "i ruggenti anni '20".
Dopo il 1922 ci fu una ripresa enorme della produzione industriale (+64%); permane perт un grosso squilibrio nella distribuzione dei redditi (la capacitа di acquisto della popolazione non cresceva di pari passo alla produzione). La produzione di beni di consumo cresceva del 2,8% l'anno, mentre quella di beni durevoli e strumentali (macchinari industriali) cresceva molto di piщ. Per tutti i cittadini statunitensi si aprivano strade verso l'arricchimento: la borsa di New York, la famosissima Wall Street, era il simbolo della ricchezza facile, a causa dei fenomeni speculativi che vi avvenivano.

Le cause strutturali della crisi
La crisi del '29 fu innanzitutto una crisi di sovrapproduzione; durante gli anni '20 l'economia americana aveva conosciuto un'espansione senza precedenti: i fattori che l'avevano determinata erano stati gli enormi investimenti in capitali fissi delle grandi industrie (realizzati attraverso l'indebitamento) e una profonda riorganizzazione dei sistemi produttivi, secondo i principi del fordismo e del taylorismo. La tecnica fu in grado di offrire macchinari sempre piщ sofisticati e precisi, che andavano a sostituire il lavoro dell'uomo. Questo ciclo espansivo dell'economia americana fu favorito anche da una crescita costante delle esportazioni verso l'Europa, dove la guerra aveva inferto duri colpi ai sistemi produttivi nazionali.

I mutamenti nella divisione internazionale del lavoro
A partire dal 1925-26 questa condizione favorevole andт scemando, poichй anche l'Europa aveva rialzato la testa: i suoi prodotti avevano notevoli capacitа concorrenziali, anche sul mercato statunitense. All'Europa si era poi aggiunto anche il Giappone, nuovo polo dello scenario economico mondiale. Nella seconda metа degli anni '20, la divisione internazionale del lavoro aveva subito un radicale mutamento: a una sola grande nazione produttrice capace di soddisfare la domanda mondiale (gli USA)m, si sostituм un sistema policentrico, che trasformт l'economia americana in una gigantesca produttrice di eccedenze. Alla vigilia del 1929, si ha un calo delle esportazioni USA, e l'Europa, alle prese con le prime avvisaglie della crisi, non riesce piщ a pagare i debiti verso gli USA. Il mercato risultava ormai troppo ristretto per accogliere l'enorme quantitа di merci prodotte.

Il crollo di Wall Street
La crisi economica esplose il 24 ottobre 1929, il cosiddetto "giovedм nero", con il crollo della borsa di Wall Street. Giа da qualche anno la borsa era sede di enormi movimenti speculativi, frutto dell'euforia collettiva che aveva alimentato l'intensa crescita economica americana per tutti gli anni '20. Questa tumultuosa attivitа di borsa aveva determinato la diffusione di pratiche assai pericolose, come l'acquisto di azioni a credito, con il risultato di alimentare una "economia di carta", sempre piщ slegata dall'economia reale. Il crollo di ottobre fu originato da una situazione di panico collettivo, creatasi quando i broker, in una fase di ribasso, avevano cominciato a gettare sul mercato titoli azionari in massa.

Le conseguenze e la reazione del sistema economico
La crisi travolse tutto quanto: gli speculatori, i broker, le banche, le industrie. Il calo delle esportazioni costrinse le industrie a ridurre la produzione, e di conseguenza a licenziare grandi masse di operai i quali, privati del reddito, dovettero ridurre i loro consumi di beni, facendo precipitare la capacitа di assorbimento del mercato interno statunitense. Gli imprenditori e gli agricoltori non furono piщ in grado di restituire i prestiti avuti dalle banche per ampliare le loro aziende. Si aprм cosм una drammatica spirale che travolse l'economia americana, fino a raggiungere il fondo nel 1932, con la disoccupazione che raggiunge il 25% (13 milioni di disoccupati ).
Le grandi holding che controllavano l'economia operarono non un taglio dei prezzi, come vorrebbe la legge della domanda e dell'offerta, ma anzi tagliarono l'offerta per sostenere i prezzi e tutelare i profitti. Ciт comportт un significativo peggioramento delle condizioni di vita degli operai e dei cittadini meno abbienti.

Il New Deal
Negli anni 1930.31 la crisi economica negli USA conobbe un peggioramento; i programmi anticrisi dell'allora presidente repubblicano Hoover (rigido protezionismo, aiuti alle imprese private, blocco della riscossione dei crediti americani per rilanciare le esportazioni verso l'Europa) furono un fallimento, e fecero crollare i consensi nei confronti del Partito Repubblicano. Nel 1932 venne eletto alla presidenza il democratico Franklyn Delano Roosevelt, il quale lanciт il cosiddetto "New Deal" (nuovo corso), una serie di misure volte a risanare l'economia e al societа degli USA, travolte dalla crisi. Roosevelt и un convinto sostenitore del "welfare state" (stato sociale), ovvero quello stato che interviene per garantire a tutti i cittadini l'accesso ai beni indispensabili, e cioи: casa, salute, istruzione, livello minimo di reddito. Il New Deal fu contraddistinto da tre elementi:
* passaggio da un'economia libera a un'economia guidata;
* stato come regolatore dell'economia;
* capitalismo piщ riformatore e meno individualista.
Roosevelt promuove una grande massa di lavori pubblici per ridurre la disoccupazione (strade, ponti, centrali elettriche per fornire energia elettrica a costi piщ bassi rispetto alle compagnie private). Lo stato indennizza gli agricoltori, pagandoli per non produrre, al fine di sostenere i prezzi dei beni di consumo. Roosevelt, attuando una scelta rivoluzionaria e coraggiosa, abbandona la politica della deflazione per favorire un'inflazione controllata: mette denaro in circolazione, per cercare di aumentare i consumi, e contemporaneamente svaluta il dollaro. Viene messo in atto un controllo dello stato sul sistema bancario e sul mercato azionario. Roosevelt difese i salari minimi e i contratti di lavoro, favorendo l'azione dei sindacati e la riduzione dell'orario di lavoro. Nel 1936, forte dei consensi degli operai e delle organizzazioni sindacali, Roosevelt venne rieletto presidente. La crisi ormai si avviava a essere superata: nel 1938 cominciano enormi stanziamenti governativi per l'aumento della produzione bellica; con lo scoppio della guerra, la crisi verrа definitivamente superata.

Esempio



  


  1. giusy

    la crisi in leopardi e pasolini