L'indipendenza dell'America Latina

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Categoria:Storia

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L’indipendenza dell’america latina

All’inizio del secolo, mentre nel Nord America si andava affermando la nuova realtà degli Stati Uniti, nelle colonie spagnole e portoghesi cresceva un generale movimento d’indipendenza, favorito dalla Gran Bretagna che mirava a sostituirsi alla Spagna nel controllo economico della regione.
In America Latina l’oligarchia dei creoli – bianchi, discendenti dagli antichi colonizzatori – deteneva nelle sue mani tutto il potere economico (piantagioni, miniere, attività commerciali) e mal sopportava l’esclusione dal potere politico, che era riservato ai viceré spagnoli e ai funzionari statali inviati dalla Spagna.
La politica colonialista della Spagna, infatti, imponeva un pesante carico fiscale e il proprio monopolio commerciale alle colonie, che limitavano lo sviluppo economico e la libertà di commercio della borghesia creola. Inoltre, tra i giovani delle élites creole, molti dei quali avevano studiato in Europa, si erano diffuse le idee illuministe e liberali, mentre era ancora vivo il ricordo e l’esempio del successo della rivoluzione americana.
E così, sotto la spinta della borghesia creola che all’inizio del secolo aveva fatto le sue prime esperienze d’autogoverno, la lotta per l’indipendenza si estese rapidamente dopo il 1816 a tutto il continente, conquistando anche le masse degli indios, mentre la Spagna non fu in grado di far fronte alla vastità del movimento con sufficiente autorevolezza militare, paralizzata com’era dall’insurrezione liberale del 1820.
In soli dieci anni l’immenso e secolare impero coloniale della Spagna e del Portogallo in America Latina si dissolse, per lasciare spazio alla formazione di un gran numero di libere nazioni americane.
Il successo del movimento per l’indipendenza aprì però per l’America Latina una nuova era di problemi sociali, politici ed economici. Le masse degli indios non videro, infatti, migliorare le proprie condizioni di vita e continuarono ad essere tenute nell’ignoranza e nello sfruttamento da parte della borghesia creola delle città e del grande latifondo. Il sogno di imitare la Confederazione statunitense si infranse di fronte agli egoismi e agli interessi locali delle oligarchie creole, che dettero vita ad un grande numero di stati minori, spesso governati da regimi dittatoriali di tipo militare a causa dell’instabilità politica che ben presto caratterizzò i nuovi stati.
E così, nel corso del secolo, L’America Latina, divisa e debole politicamente, divenne terra di conquista economica per le grandi potenze industriali, quali la Gran Bretagna e gli USA, che, dopo averne favorito la liberazione, finirono per sostituirsi, anche se con altre forme, al dominio spagnolo e portoghese.
Gli USA, in particolare, colsero l’occasione delle vicende latino-americane per affermare, attraverso la dottrina Monroe, il loro interesse su tutto il continente americano, divenendo per la prima volta nella loro storia un rispettato protagonista politico della scena internazionale.

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