L'Europa verso la prima guerra mondiale

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Testo

L'Europa verso la prima guerra mondiale
Situazione generale in Europa tra il 1870 e il 1915
Gli anni compresi tra il 1870 e il 1815 costituirono un periodo di pace tra le varie nazioni europee.
Tuttavia vi erano diversi motivi di tensione, non solo nei continenti extraeuropei a causa delle lotte per la spartizione delle colonie, ma soprattutto in Europa. In seguito alla sconfitta di Sedan, la Francia alimentava un forte desiderio di vendetta nei confronti della Germania. Quest'ultima, sotto la guida del cancelliere Bismarck fino al 1890, si impegnò in una politica di alleanze al fine di isolare la repubblica francese.
Motivi di scontro erano presenti anche nei Balcani.
Bisogna sottolineare che nonostante le ragioni di contrasto presenti nelle colonie africane ed asiatiche tra le superpotenze europee, il primo grande conflitto mondiale esplose nel continente europeo.
In questo periodo l'idea di nazione, che fino ad allora aveva seguito un'ispirazione liberal-democratica, assume in questo momento i caratteri di un nazionalismo aggressivo, carico di odio, violenza e volontà di affermare la propria potenza oltre i confini nazionali.
Il nazionalismo divenne un movimento di massa, poiché raccoglieva larghi consensi in tutte le classi sociali:
- tra gli antisocialisti;
- tra i conservatori e i reazionari;
- tra le categorie più coinvolte dall'industrializzazione;
- tra i ceti popolari, emotivi ed impressionabili.
Questo perché l'adesione ai miti della grandezza, della razza, della giovinezza, ecc., indicavano una via per vincere la solitudine causata dalla società contemporanea e trovare così una forma di associazione diversa dal socialismo.
Il nazionalismo si manifestò maggiormente in :
- Germania: il pangermanesimo (consiste nella riscoperta degli antichi culti germanici pagani);
- Francia: vi era un forte desiderio di vendetta per la riappropriazione dell'Alsazia e della Lorena. A questo si uniscono l'odio per il sistema parlamentare e democratico e l'odio per gli Ebrei (sionismo).
- Italia: il nazionalismo italiano si manifestò fortemente durante l'età giolittiana.
LA GERMANIA IMPERIALE
➢ ECONOMIA:
La fase di espansione dell'economia tedesca culmina nel 1910, mediante l'affermazione della Germania come la maggiore potenza economica europea. L'industria tedesca si concentrava nei settori della meccanica, chimica, tessile, elettrica.
Tuttavia gli ultimi anni del governo i Bismarck, coincisero con la "grande depressione". In quest'ultimo periodo Bismarck accetto le richieste di un'espansione coloniale da parte dei settori industriali e commerciali tedeschi. I territori occupati furono:
- Togo e Camerun (Africa occidentale);
- Uganda e Mozambico (Africa orientale);
- Nuova Guinea e arcipelago "Bismarck" (oceano Pacifico).
➢ POLITICA:
Governo di Bismarck:
La Germania era composta da 25 Stati, presieduti da un governo centrale: il cancelliere, l'imperatore e lo stato maggiore avevano totalmente nelle proprie mani il potere imperiale. Il Parlamento non esercitava nessun controllo, e ciò impedì una partecipazione politica da parte della classe dirigente tedesca. Non di maggiore importanza era il Consiglio federale, costituito dai rappresentanti degli Stati.
Bismarck realizzò un'intesa, di tipo conservatore, tra le classi dominanti del periodo: gli Junker (aristocrazia agraria) e gli industriali. Tale alleanza si era consolidata grazie all'esito favorevole delle guerre e il raggiungimento dell'unità nazionale.
I partiti che Bismarck si trovava a contrastare erano:
- PARTITO NAZIONAL-LIBERALE: Fu l'unico ad essere egemonizzato dal cancelliere.
- PARTITO SOCIALDEMOCRATICO: La lotta repressiva di Bismarck nei confronti degli operai tedeschi prevedeva contemporaneamente leggi che impedivano la libertà di stampa, di riunione, ecc. e leggi di difesa sociale (assicurazioni, previdenze per la vecchiaia, ecc.). Tale atteggiamento paternalistico e allo stesso tempo autoritario aveva come scopo quello di subordinare la classe operaia all'interno dello Stato e sottrarle l'egemonia del partito.
- CENTRO: Era il partito cattolico, avverso sia alla politica accentratrice della Prussia, sia alla politica bismarckiana. Tra il 1872 e il 1879 Bismarck conduce nei confronti dei cattolici una cosiddetta "battaglia per la civiltà", dipingendo il partito di Centro come una forza nemica dello Stato. Tuttavia il cancelliere, preoccupato davanti all'avanzamento del partito socialista, preferì rinunciare a tale lotta ed allearsi con i cattolici.
Il sistema di alleanze di Bismarck:
Bismarck promosse in Europa una politica di stabilità e conservazione. Per mantenere la pace e raggiungere il pieno controllo tedesco della diplomazia del continente, egli elaborò un sistema di alleanze allo scopo di impedire alla Francia di occupare una posizione di egemonia ed isolarla rispetto a tutte le altre potenze europee.
(1873) PATTO DEI TRE IMPERATORI: Germania + Austria + Russia
Tuttavia questo sembrava essere molto fragile a causa dei contrasti tra l'Austria e la Russia nei Balcani. La Russia prevale rispetto alla Turchia, e ciò causa una campagna in favore della Turchia, in cui minaccia di intervenire anche l'Austria.
Per evitare lo scontro, Bismarck promuove un congresso internazionale:
IL CONGRESSO DI BERLINO (1878)
(
- Russia: le vennero tolti gran parte degli acquisti politici e territoriali precedentemente ottenuti; ciò provocò l'astio dello zar nei confronti della Germania, e porterà all'alleanza della Russia con la Francia.
- Turchia: dominio sul controllo della penisola balcanica, tranne che:
- Bulgaria
- Serbia indipendenza
- Montenegro
- Romania
- Austria: occupa militarmente la Bosnia e l'Erzegovina;
- Inghilterra: ottiene l'isola di Cipro (posizione strategica per l'accesso al Mediterraneo orientale);
- l'Italia non ottiene nulla.
(1879) DUPLICE ALLEANZA: Germania + Austria
(1887) TRATTATO DI CONTRO-ASSICURAZIONE: Germania + Russia
Stipulato all'insaputa dell'Austria, sanciva la neutralità della Russia in caso di attacco della Francia, mentre la Germania si impegnava a controllare la propria espansione sui Balcani.
Le dimissioni di Bismarck erano state provocate sia dall'attrito presente tra l'imperatore e il cancelliere, sia dalle pressioni esercitate dagli industriali che reclamavano una politica di espansione economica e territoriale.
Dopo Bismarck: il Kaiser Guglielmo II
Con il nuovo governo venne meno l'attività mediatrice del Cancelliere.
La politica dell'imperatore era invece basata sull'aspirazione di creare in Europa una grande area dominata dalla Germania.
Simbolo di questo programma è la costruzione dell'Orient-Express che collegava Vienna a Costantinopoli.
Tale politica era vista in modo favorevole dall'opinione pubblica, che si nutriva di orgogli e odi nazionalistici. Tali sentimenti coinvolgevano tutti gli strati della popolazione, tanto che si è parlato di un "blocco sociale dell'imperialismo".
➢ politica estera:
- Europa:
(1901) DUPLICE ALLEANZA: Francia + Russia. In questo modo viene meno il Trattato di contro-assicurazione, e per la Germania si prospettano due fronti di guerra.
Guglielmo decise di costruire una flotta navale in grado di distruggere quella inglese, e fu irremovibile anche davanti alle proposte dell'Inghilterra di addivenire ad un accordo.
- resto del mondo: (1902) ENTE CONCORDIALE: Francia + Inghilterra. Questa intesa regolava gli interessi coloniali delle due nazioni in Africa.
L'INGHILTERRA LIBERALE
In seguito alla morte della regina Vittoria, salì al trono suo figlio Edoardo VII.
Inizialmente vi fu una politica di stampo conservatore, dovuta ad un'alleanza tre i conservatori e i liberali unionisti.
Tuttavia il governo cadde, e seguirono dei governi liberali, che procedettero ad importanti riforme. Ad esempio l'introduzione di un'imposta sul reddito, che andava a gravare sulle classi più agiate; per farla approvare fu elaborata una riforma secondo la quale ogni disegno di legge diventava esecutivo se veniva approvato per due volte dalla Camera dei Comuni, anche se respinto dalla Camera Alta.
Viene fatto approvare anche un nuovo progetto di legge per l'Autonomia dell'Irlanda, che fino ad allora aveva spesso provocato la caduta del governo. Tuttavia il progetto non fu applicato a causa dello scoppio della prima guerra mondiale.
E' da ricordare che per la prima volta nella politica inglese, insieme al governo liberale, partecipò anche il Labour Party.
LA FRANCIA REPUBBLICANA
Il regime parlamentare francese prevedeva:
- una sola Camera;
- un Senato;
- un presidente eletto dalla Camera e dal Senato.
Al governo vi era il partito dei REPUBBLICANI MODERATI, detti anche "opportunisti". Essi rappresentavano la piccola-media borghesia ed erano caratterizzati da un'impronta conservatrice.
Ad essi si opponevano i REPUBBLICANI RADICALI, tra i quali ricordiamo Clemenceau.
Alcuni dei provvedimenti più importanti di questo periodo furono:
- un'amnistia per i comunardi;
- provvedimenti sociali (possibilità di formazioni sindacali, divorzio, laicità nell'istruzione).
La vita della Terza Repubblica, tuttavia, era turbata da una serie di scandali e di colpi di Stato, che rivelavano la debolezza della Francia e il clima di sfiducia presente nell'opinione pubblica. Tra questi, l'Affaire Dreyfus.
LA RUSSIA
➢ ECONOMIA
La Russia si avviava ad uno sviluppo industriale basato sull'utilizzo di capitali stranieri. Questo fatto non agevolava la crescita di una nuova classe borghese in grado di portare avanti un processo di industrializzazione come era avvenuto negli altri paesi europei.
Le aree industriali erano concentrate nei pressi di Mosca, Pietroburgo e sul Mar Nero.
Rimane comunque predominante il settore agricolo (circa il 70% dell'economia), che godeva di un'abbondante presenza di mano d'opera, ovviamente retribuita a basso costo.
➢ POLITICA INTERNA
Il governo autocratico dello zar aveva contro una forte opposizione da parte di:
• populisti e nichilisti, di ispirazione anarchica;
• popolazioni contrarie alla politica di russificazione (Finlandesi, Ucraini, Ebrei, ecc.);
• cadetti (aristocratici), che reclamavano una costituzione simile ai modelli occidentali;
• Partito socialista rivoluzionario: di ispirazione anarchica, era per la formazione di comunità dal basso, rimanendo così molto aderente alle tradizioni russe di stampo populista;
• Partito social-democratico: di ispirazione marxista, si divideva in:
1. scevichi: abolizione dello zarismo, repubblica democratica, giornata lavorativa di otto ore;
2. bolscevichi: eliminazione del capitalismo, dittatura democratica del proletariato (Lenin).
➢ POLITICA ESTERA
Nel 1904 la Russia fu impegnata in una guerra contro il Giappone per il dominio della Manciuria (regione tra Giappone e Russia).
Il Giappone, forte dell'appoggio diplomatico inglese, attacca vittoriosamente la Russia: per la prima volta una potenza europea viene sconfitta da un Paese orientale.
➢ SOCIETÀ
La sconfitta con il Giappone contribuì all'aumentare della tensione sociale. Nel gennaio del 1905, a Pietroburgo, un corteo manifesta per rivendicare la libertà di parola, di riunione, una legislazione protettiva per gli operai, la giornata lavorativa di otto ore, un'Assemblea da eleggersi a suffragio universale. L'esercito reprime violentemente la folla, provocando un elevato numero di morti e di feriti: questa verrà ricordata nella storia come la "domenica di sangue".
La repressione provoca sdegno e proteste, facendo precipitare la Russia in una situazione di caos. Nelle fabbriche si creano delle forme di auto-governo gestite dagli operai (soviet).
Lo zar si decide allora a concedere un parlamento a suffragio universale (Duma), che in realtà assunse un carattere aristocratico.
Stolypin, protagonista della repressione militare, è fu artefice anche di una riforma agraria, grazie alla quale i contadini, divenuti proprietari della propria terra, avrebbero potuto formare un ceto di piccoli proprietari terrieri di impronta conservatrice.
Questo tentativo, tuttavia, non funziona, poiché i contadini russi non saranno mai in grado di acquistare abbastanza appezzamenti terrieri per dare uno sviluppo capitalistico all'agricoltura.
L'ITALIA NELL'ETA' DELLA SINISTRA
DECLINO DEL GOVERNO DELLA DESTRA
Negli anni che seguirono l'unità d'Italia, la gestione del potere era stata affidata a governi di Destra. Le questioni fondamentali che portarono al declino della Destra italiana furono:
• spietato fiscalismo allo scopo di raggiungere il pareggio del bilancio (vi riesce nel 1875);
• concezione accentratrice dello Stato, allo scopo di tenere maggiormente sotto controllo un'unità appena saldata, e per questo molto debole;
• un sistema elettorale che tagliava fuori la maggior parte dei cittadini;
• sottovalutazione della questione meridionale: il problema della terra, avvantaggiando i grandi proprietari piuttosto che i contadini, aveva accentuato il divario fra le due classi ed alimentato il fenomeno del brigantaggio;
• introduzione del libero scambio, che aveva apportato benefici solo al settore delle esportazioni e a quello della seta (pur sempre arretrato); mentre aveva danneggiato il settore dell'industria, che non riesce a competere con le industrie straniere già affermate nel mercato;
• economia basata sul potenziamento dell'agricoltura, a danno dello sviluppo industriale;
• introduzione della tassa sul macinato, che, colpendo un bene di consumo largamente diffuso, peggiorava la situazione degli strati più poveri della popolazione.
(
CADUTA DEL GOVERNO DELLA DESTRA

(
elezioni del 1876: governo di sinistra con Agostino Depretis
GOVERNO DELLA SINISTRA
L'ex-mazziniano Agosino Depretis governò per oltre 10 anni.
➢ caratteristiche:
• il "trasformismo": La contrapposizione fra Destra e Sinistra era destinata ad attenuarsi, in vista della formazione di un unico grande partito della borghesia. La Sinistra, assorbendo la Destra, ne assumeva anche i caratteri conservatori. Ai margini del governo rimanevano dunque gli schieramenti più estremi e tradizionali dei due gruppi politici, come ad esempio il gruppo repubblicano-radicale (tra cui Felice Cavallotti).
• si tratta di una Sinistra con posizioni moderate, per attrarre il consenso sia dei conservatori che dei democratici.
➢ politica interna:
• estensione dei diritti politici;
• istruzione elementare laica e obbligatoria (legge Coppino);
! Tale legge rimase inattuata a causa dei problemi di ordine pratico che ne impedivano l'attuazione (mancanza di personale, di edifici, difficoltà economiche delle famiglie, ecc.).
• inchiesta agraria sulle condizioni delle masse contadine;
! All'inchiesta seguì una denuncia delle pessime condizioni di alcuni regioni italiane. Questa però non produsse alcuna riforma per il miglioramento della situazione.
• abolizione dell'imposta sul macinato;
! Questa manovra non portò nessun beneficio, a causa del peggioramento del deficit nel bilancio statale.
• maggiore autonomia ai comuni;
! Per il timore di indebolire il potere centrale, il tentativo di decentramento non ebbe risvolti pratici.
• riforma elettorale (oltre 2 milioni di elettori).
! Tuttavia ne rimanevano esclusi le donne, gli analfabeti, i nullatenenti, ovvero la maggior parte dei cittadini italiani.
In alternativa al reddito, veniva richiesto come requisito per li voto, il titolo di studio: ciò privilegiava le città rispetto alle campagne.
➢ politica estera:
• contesa della Tunisia con la Francia: Nel 1881 la Francia dichiara la Tunisia protettorato francese.
• LA TRIPLICE ALLEANZA (1882): La fine dell'alleanza con la Francia, diffuse in Italia il timore di rimanere isolata. Per questo il governo sceglie di stipulare un'alleanza di tipo difensivo con l'Austria e la Germania. Questa prevedeva:
- interventi militari limitati ai confini europei;
- aiuto reciproco in caso di attacco da parte della Francia;
- neutralità se una delle tre potenze avesse mosso guerra alla Francia.
☺ giudizi positivi:
- l'Italia si avvia dunque ad una politica di prestigio;
- si tratta di un esplicito riconoscimento degli Asburgo del nuovo Stato italiano;
☹ giudizi negativi:
- è un "innaturale trattato";
- viene respinto da democratici e nazionalisti;
- erano contrari gli irredentisti, che concepivano l'unità nazionale soprattutto dal punto di vista territoriale. Una testimonianza della protesta irredentista fu il tentativo di Guglielmo Oberdan di assassinare l'imperatore d'Austria; scoperto, venne impiccato.
➢ economia:
• abolizione del corso forzoso (circolazione della carta moneta per la quale i biglietti di banca devono essere accettati in pagamento senza che gli istituiti di emissione siano tenuti a convertirli nel loro valore aureo);
• rinnovo delle convenzioni ferroviarie;
• interventi a favore delle industrie;
• lavori di bonifica nell'area bassa-Padana;
• la crisi agraria del 1881 (che in Italia aveva colpito i settori dei cereali, degli agrumi, della frutta, dei cereali) aveva portato alla richiesta da parte dei proprietari terrieri di una politica di difesa dell'agricoltura.
(
TARIFFA GENERALE
per proteggere sia il settore industriale che quello agricolo, con dazi protettivi sulle materie prime, sulle derrate e sulle merci di importazione
(
"BLOCCO AGRARIO-INDUSTRIALE"
alleanza tra imprenditori e proprietari terrieri del Nord e del Sud che divennero la classe dirigente della società italiana
conseguenze positive
- secondo alcuni storici, questa è stata una tappa obbligatoria per lo sviluppo industriale, poiché ha consentito la protezione delle industrie italiane da quelle straniere.
conseguenze negative
- rialzo dei prezzi, che gravò sui ceti meno abbienti;
- colpisce le colture specializzate;
- alimenta i contrasti con la Francia, con la quale era in corso una contesa per l'occupazione di Tunisi (prevarrà la Francia).
➢ società:
• emigrazione dalle campagne: La crisi agraria aveva portato ad un forte calo di produzione, e ad una conseguente disoccupazione. Le masse contadine, tuttavia, non ricorsero al brigantaggio ma all'emigrazione:
- stagionale: Veneto, Marche, Francia, Svizzera, Germania;
- permanente: America, Stati Uniti, Argentina.
La mancanza di mano d'opera fu compensata dall'impennata demografica.
• organizzazioni del socialismo italiano: Sotto l'influenza del socialismo, si succedettero le prime lotte dei contadini espropriati dalle aziende capitalistiche. Sorsero le prime leghe, che videro affiancati sia i contadini che gli operai:
- Partito socialista rivoluzionario di Romagna;
- Partito operaio.
➢ posizione della Chiesa cattolica:
1) CATTOLICI "TRANSIGENTI"
• espressione: la rivista "Annali cattolici"
• obbedienza al papa sul piano spirituale;
• regime concordatario tra Stato e Chiesa;
• carattere conservatore;
• partecipazione alle elezioni politiche per istituire un partito cattolico in grado ci contrastare quelli radicali e socialisti.
2) CATTOLICI "INTRANSIGENTI"
• espressione: Opera dei Congressi
• si considerano i rappresentati del paese reale (masse) contrapposto a quello legale, che ha rappresentanza in Parlamento;
• astensionismo elettorale;
• partecipazione alle elezioni amministrative, comunali e provinciali per mantenere una forte presenza nelle società civile;
• diffusione dei valori della famiglia, del comune, della provincia;
• insegnamento affidato al clero contro la laicizzazione statale.
➢ l'espansione coloniale:
Il ministero Depretis fu accusato di passività di fronte all'occupazione francese della Tunisia. Tuttavia le aspirazioni italiane in Africa vennero soddisfatte dal 1882, anno in cui Depretis diede il via all'espansione coloniale. L'attuazione del colonialismo in Africa entusiasmava l'opinione nazional-patriottica, mentre ne restò volutamente fuori la borghesia industriale. In Parlamento solo il socialista Andrea Costa era contrario alle imprese "pazze e criminose" che comportava il colonialismo; tuttavia la Camera accordò al governo i finanziamenti necessari alle spedizioni.
• acquisto della baia di Assab (apertura verso il Mar Rosso per porsi lungo una rotta commerciale proficua);
• occupazione del porto di Massaua e del retroterra;
• eccidio di truppe italiane in Abissinia, che scosse molto l'opinione pubblica.
L'ITALIA NELLA CRISI DI FINE SECOLO
ORIGINI DEL MOVIMENTO SOCIALISTA ITALIANO
Il sorgere dei primi nuclei industriali portò gradualmente alla ricerca di emancipazione da parte degli operai e dei braccianti agricoli, attraverso gli scioperi e i moti sociali.
! I "Fasci siciliani" fu un movimento iniziato nel 1891 da operai e contadini che protestavano per il blocco degli scambi con la Francia, che aveva paralizzato l'esportazione degli agrumi e l'industria dello zolfo.
Al fine di amalgamare i moti sorti in Romagna, in Lombardia e in Sicilia in un movimento unitario di tutti i lavoratori, operarono Filippo Turati e Antonio Labriola.
(
(1892) Congresso di Genova
(
formazione del Partito Socialista Italiano
IL RITORNO ALLO STATUTO
Un articolo del barone Giorgio Sidney Sonnino proponeva un ritorno allo spirito dello Statuto albertino. In questo senso i ministri dovevano ritornare responsabili verso il re, supremo arbitro della vita politica del paese. L'articolo sembra dunque una sollecitazione alla monarchia affinché compisse un colpo di Stato legalitario.
➢ CRISPI
Egli era stato mazziniano fin dalla giovinezza, passato che gli procurò simpatie presso la Sinistra. Tuttavia nel 1865 aveva clamorosamente rotto con Mazzini accettando la monarchia. Nell'ultimo ministero Depretis entra nel governo come ministro degli Interni.
• politica estera:
- rafforza i legami con la Germania, anche per facilitare la politica coloniale;
- sospensione degli scambi con la Francia (conseguenze: vedi econ.);
- ripresa del progetto coloniale in Africa .
! L'occupazione dell'Africa viene vista come una missione di civiltà che l'Italia non deve farsi sfuggire. Secondo le parole stesse di Crispi, le colonie rappresentano una "necessità per la madrepatria", ovvero un luogo dove indirizzare la popolazione eccedente, offrendo un'alternativa all'emigrazione verso l'America.
• politica interna:
- oltre ad essere capo del governo, Crispi ha anche il controllo dei ministeri degli Interni e degli Esteri;
- secondo il modello tedesco, rafforza il potere esecutivo a spese del legislativo;
- "Codice Zanardelli": sancisce l'abolizione della pena di morte e il diritto allo sciopero;
- vara una legge che rende elettiva la carica di sindaco;
- nel rapporto con la Chiesa, mantiene una politica fortemente anticlericale.
• economia:
- la riduzione delle esportazioni porta ad una crisi dell'industria. mentre i latifondisti godono dei risultati della Tariffa protezionistica.
➢ PRIMO MINISTERO GIOLITTI:
Era stato ministro delle Finanze nel governo Crispi. Rappresentava la linea liberal-costituzionale, poco interessata alla politica coloniale e a favore dello Stato.
• politica estera:
- cerca di migliorare i rapporti con la Francia al fine di riaprire i mercati e favorire i ceti produttivi.
• politica interna:
- governo di tipo liberale, che prevede il libero scambio e la neutralità dello Stato di fronte alle rivolte sociali;
- lo Stato interviene solo per mantenere l'ordine pubblico;
- atteggiamento di tolleranza nei confronti del Partito socialista, per allargare le basi dello Stato in modo da ottenere consensi sia dai ceti imprenditoriali sia da quelli popolari.
• economia:
- introduce una riforma tributaria che impone le tasse proporzionali al reddito.
Lo scandalo della Banca Romana, che vedeva coinvolto soprattutto Crispi piuttosto che Giolitti, lo costrinse alle dimissioni nel 1893. Tuttavia aveva anche attirato su di sé molti dissensi da parte dei moderati e dei conservatori per la tolleranza nei confronti dei Fasci Romani.
➢ RITORNO DI CRISPI:
• politica estera:
- nel 1891 riprende la politica coloniale. Il Trattato di Uccialli stipulato con l'Etiopia per il possesso italiano dell'Eritrea, era stato mal interpretato. Nel 1896 uno scontro durissimo provoca lo sterminio di seimila soldati italiani da parte delle forze abissine.
• politica interna:
- repressione nei confronti dei moti sociali, affidando pieni poteri all'esercito; arresti di massa, condanna del Partito socialista e dei suoi esponenti;
Il disastro della guerra di Adua, in Eritrea, porta alla definitiva scomparsa di Crispi dalla politica italiana.
➢ GOVERNO RUDINÌ:
Alle sommosse sociali per le richieste di "pane e lavoro", Rudinì adottò misure repressive, affidando pieni poteri all'esercito.
A Milano, ad esempio, fa sparare sulla folla, causando così 80 morti e circa 450 feriti. A questi episodi seguirono centinaia di arresti.
➢ PELLOUX:
Egli presenta alla Camera le cosiddette "leggi eccezionali", antisocialisti (limiti ai diritti di riunione, di stampa, di associazione), che avrebbero segnato la fine dello Stato liberale.
OSTRUZIONISMO da parte della Sinistra
(ritardare indefiniamente la votazione)
(
il generale scioglie le Camere, sperando di avere una maggioranza
più forte nelle nuove elezioni
(
successo della Sinistra e dimissioni di Pelloux
➢ SARACCO: ritira le "leggi eccezionali"
uccisione di Umberto I di Savoia (Gaetano Bresci, 1900)
(
dimissioni di Saracco e ascesa al trono di VITTORIO EMANUELE III
L'ITALIA NELL'ETÀ GIOLITTIANA
Ministro dell'Interno durante il gabinetto Zanardelli, Giovanni Giolitti divenne presidente del consiglio nel 1903, portando avanti la carica fino al 1914.
➢ AFFARI INTERNI
• continua la crescita demografica;
• migliora del 30% il tenore di vita, senza far riferimento agli altri paesi europei, rispetto ai quali l'Italia rimane comunque più in dietro;
• spaccatura della società in due fasce:
1. proprietari terrieri ed imprenditori industriali;
2. contadini ed operai.
• l'atteggiamento dello Stato favorì le manifestazioni operaie: Giolitti, rifiutando una politica di oppressione, affermava che tutte le classi dovevano essere libere di difendere i propri interessi, nei limiti consentiti dalla legge.
• Giolitti cerca di creare una POLITICA DI "PESI E CONTRAPPESI" in grado di conciliare liberali e socialisti, per riformare dal basso la nuova società italiana, che vedeva la coesistenza di nuove forze (imprenditori, operai, socialisti, movimenti cattolici).
Un segno della strategia giolittiana di trasformare in collaboratori i tradizionali avversari del sistema liberale, ci fu nel 1903. Giolitti offre a Turati, socialista riformatore, di far parte del governo; tuttavia egli rifiuta
! I limiti della politica giolittiana furono di non aver attuato una politica di programma, ma di aver utilizzato metodi trasformisti basati sullo scambio dei voti. Per questo, una politica che raccoglieva interessi diversi, non poteva contare su un'organica maggioranza. Questo comportò difficoltà sempre più acute.
• PRIMA FASE DELLA POLITICA DI RIFORME:
- leggi sociali sulla tutela del lavoro delle donne e dei bambini, assicurazione per gli infortuni sul lavoro, tutela del riposo festivo, istituzione di un Consiglio superiore del lavoro.
- municipalizzazione dei servizi pubblici (gestione di acqua, gas, elettricità, trasporti urbani).
- nazionalizzazione ferrovie e rete telefonica.
• SECONDA FASE DELLA POLITICA DI RIFORME:
In seguito alla crisi generale del 1907 e all'accentuazione dell'opposizione, Giolitti attuò un programma che accontentava sia la Sinistra (per le ampie riforme), sia la Destra (per la spedizione in Libia).
- rafforzamento scuola elementare;
- (1912) nuova legge elettorale che portava ad 8 milioni gli aventi di diritto al voto.
• fiducia dei cittadini nei confronti dell'economia dello Stato.
• solidità della lira sul mercato internazionale, che contribuì ad aumentare i salari dei lavoratori.
• Problemi del Mezzogiorno:
La politica di Giolitti aveva favorito esclusivamente lo sviluppo economico del Nord, a discapito del Sud. I provvedimenti statali destinati al Mezzogiorno erano di scarsa rilevanza, e la permanenza di una situazione negativa costrinse i cittadini meridionali all'emigrazione.
• Destra, Sinistra e Cattolici durante l'età giolittiana
1. PARTITO SOCIALISTA:
- corrente rivoluzionaria;
- minoranza riformista.
Tali correnti si scontravano ripetutamente nei congressi annuali, nel tentativo di prevalere l'una sull'altra. Ciò provocò profonde lacerazioni:
1912 - Congresso di Reggio Emilia
prevale la corrente rivoluzionaria, guidata dal romagnolo Benito Mussolini
(
espulsione del gruppo dei riformisti (vicini a Giolitti)
(
il Partito socialista assume posizioni sempre più intransigenti e antiparlamentari
2. DESTRA:
Il programma nazionalistico si manifesta inizialmente in ambito culturale, attraverso le riviste d'avanguardia. I valori nazionalistici vennero poi trasferiti anche in politica.
annessione della Bosnia all'Austria
(
condanna del pacifismo e della politica giolittiana delle "mani nette", giudicata priva di azione, di coraggio, incapace di trasformare l'Italia da un Paese proletario ad uno capitalista.
(
guerra = "sola igiene del mondo"
Primo congresso nazionalista (1910 - Firenze): fondazione dell' ANI, Associazione Nazionalista Italiana.
3. CATTOLICI:
I deputati cattolici ottennero alle lezioni una presenza più ampia in Parlamento. L'intesa fra i cattolici e la classe dirigente, in nome di una comune difesa contro l'avanzata socialista, culminò con il "Patto Gentiloni".
➢ POLITICA ESTERA
La guerra di Libia
Accordi tra l'Italia, la Francia e l'Inghilterra
(
ITALIA: libertà d'azione in Tripolitania e Cirenaica
FRANCIA: riconoscimento dei diritti sul Marocco
INGHILTERRA: riconoscimento dei diritti sull'Egitto
(
le truppe italiane sbarcano in Libia e in Turchia:
• diplomaticamente la spedizione viene giustificata con la necessità di impedire l'occupazione della Libia di altre potenze; in realtà significò una concessione all'alta finanza di Destra da parte del governo.
• approvazione da parte di:
- nazionalisti;
- cattolici;
- opinione pubblica moderata (Libia = ricchezze, mentre in realtà si rivelò "uno scatolone di sabbia");
- i moderati del Partito socialista (Libia = sbocco per l'emigrazione).
• disapprovazione da parte di:
- la parte turatiana e radicale del Partito socialista.
a causa del bilancio passivo dello Stato, Giolitti si affretta a concludere il conflitto: nel 1912 l'Italia attacca Rodi e lo Stretto dei Dardanelli
(
PACE DI LOSANNA
• sovranità sulla Libia;
• controllo di Rodi e delle Isole del Dodecaneso;
• evacuazione turca dei territori libici;
• cessazione della resistenza araba.
➢ ECONOMIA
Nonostante l'economia italiana si basi ancora principalmente su un'agricoltura pur sempre arretrata, negli anni a cavallo tra il 1800 e il 1900 l'industria si sviluppa enormemente, tanto da contribuire per il 25% al prodotto interno lordo.
La crescita industriale era il risultato di una politica che si basava su:
1. la creazione di infrastrutture;
2. l'introduzione di una tariffa protezionistica;
3. la ristrutturazione del sistema bancario.
I settori industriali più fiorenti furono:
• industria idroelettrica;
• industria pesante (macchine e strumenti per industrie);
• industria leggera (settore automobilistico e meccanico):
• industria siderurgica;
• industria dello zucchero;
• industria cotoniera.
! I settori che godettero di un maggiore sviluppo furono quelli più protetti.
Il mondo industriale si divideva in due "filosofie":
1. (Genova) interesse per gli appalti, le commesse statali, la politica di spese militari, i progetti di espansione;
2. (Milano) libero scambio, concorrenza, libero gioco della domanda e dell'offerta.
(
in Italia non si sviluppa un'ideologia industriale statalista,
ma una tendenza liberale e liberista
Crisi del governo Giolitti
Le elezioni del 1913 sono favorevoli per il Governo grazie all'appoggio dei Cattolici.
(
viene meno l'appoggio dei radicali
(
Giolitti, come d'abitudine, lascia il potere a Antonio Salandra (liberale conservatore), pensando di potersene sbarazzare al momento giusto e riprendere il controllo.
(
questo gesto viene giudicato una soluzione di destra
(
"SETTIMANA ROSSA" (giugno 1914)
sciopero generale guidato dai socialisti rivoluzionari
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