L'Europa assolutista

Materie:Riassunto
Categoria:Storia
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Testo

L’EUROPA ASSOLUTISTA
- Europa
Nella prima metà del Settecento l’Europa era cambiata: l’Austria allargò il proprio dominio sull’Italia, la Prussia militarizzata e la Russia occidentalizzata entrarono in scena e la Gran Bretagna si sostituì all’Olanda della fine del Seicento.
Nello stesso periodo in Italia Vittorio Amedeo II fece del Piemonte lo stato più autonomo d’Italia e sotto le nuove case regnanti si accentuò la distanza tra il Nord e il Sud.
- Spagna
Dopo la sconfitta nella Guerra dei Trent’anni in Spagna si era accentuata la crisi politica accompagnata da un tracollo demografico e economico che colpì soprattutto la Castiglia. Per questo il sovrano delegò il governo a vari favoriti che non furono all’altezza della situazione escludendo però il conte Oropesa.
L’iniziatore della dinastia dei Borbone di Spagna fu Filippo V che si trovò a capo di un impero con moltissimi problemi ma ancora vasto e con varie risorse come le corone di Castiglia e di Aragona e le colonie americane e asiatiche anche se erano stati concessi dei privilegi commerciali agli inglesi.
Filippo V e il suo successore Ferdinando VI avviarono un processo di accentramento che abolì l’autonomia dell’Aragona e della Catalogna.
Filippo V e Ferdinando VI cercarono invano di limitare il potere della chiesa che aveva immensi patrimoni immobiliari protetti da diritti di inalienabilità e di esenzione fiscale.
Il primo ministro spagnolo Giulio Alberoni tentò la riconquista dell’Italia sostenuto dalla seconda moglie del re ma Inghilterra, Olanda, Austria e Francia si unirono per fronteggiare questo pericolo.
In seguito Alberini fu allontanato e Filippo V dovette sottoscrivere la paca dell’Aja per ripristinare la situazione che c’era prima della guerra.
Così facendo si ritardò il ritorno della Spagna in Italia infatti, nel 1738, dopo la morte dell’ultimo rappresentante dei Farnese le truppe spagnole occuparono Parma e Piacenza, nel 1738, Carlo, figlio di Filippo, fu riconosciuto re di Napoli e nel 1748 Parma fu affidata al secondogenito di Filippo V. Intanto i Borbone si insediavano nel Sud d’Italia e nella pianura Padana.
- Russia
In quel periodo la Svezia aveva affermato il proprio predominio sul Baltico con Carlo XI.
Il suo successore Carlo XII però si trovò a dover contrastare una coalizione formata dalla Russia, dalla Danimarca e dalla Polonia. All’inizio lo scontro con la coalizione fu vinto dalla Svezia ma in seguito subì delle grosse sconfitte che la portarono alla perdita di vasti territori.
La Svezia così, per tutto il Settecento, non trovò la forza per contrastare l’espansione russa.
In Russia si era consolidata l’autorità dello zar sotto il governo di Michele I e Alessio I Romanov che riuscirono a ridurre i poteri della nobiltà e le dettero il controllo assoluto sui contadini delle proprietà feudali.
Quando salì al trono Pietro I per la Russia iniziò un’età nuova perché il giovane sovrano era convinto che la Russia dovesse uscire dall’isolamento in cui si trovava per diventare un paese più occidentale. Nel 1697 Pietro visitò la Germania, l’Olanda , l’Inghilterra e l’Austria e su quello che aveva visto in questi viaggi basò le fondamenta per la sua riforma.
Come prima cosa Pietro I consolidò il potere centrale abolendo la Duma e istituendo il Senato, un consiglio che nominava personalmente, oltre a questo, costituì dei dicasteri con competenze precise e suddivise il territorio russo in otto governatorati con a capo dei generali che rappresentavano sia l’autorità civile che giudiziaria e oltretutto dovevano garantire il normale afflusso delle imposte nelle casse statali.
Dato che in Russia mancava un ceto borghese benestante e acculturato Pietro dovette reclutare i suoi funzionari tra la nobiltà che legò strettamente a sé attraverso la Tavola dei Ranghi, una nuova gerarchia dei servitori dello stato con 14 livelli: dopo il settimo si acquisiva la nobiltà ereditaria.
Durante l’impero di Pietro fu potenziato l’esercito che raggiunse quasi i 300.000 effettivi.
Alla morte del sovrano la flotta russa, ormai molto potente, contava 50 navi da guerra, 700 navi ausiliarie servite da 28.000 uomini.
Lo zar impiegò molte forze per lo sviluppo dell’economia soprattutto nella produzione manifatturiera e nel commercio infatti istituì forti tasse sulle importazioni per stimolare la produzione nazionale.
Quando Pietro era sul trono la Russia diventò una grande potenza militare che causò grossi problemi ai paesi vicini perché era riuscita a conquistare lo sbocco sul Baltico e a fronteggiare con successo le forze turche e persiane ad Est.
Nonostante tutto questo però la Russia non riuscì a diventare un paese occidentale ma rimase ancora profondamente legata al passato perché i nobili avevano ostacolato gran parte delle riforme.
I successori di Pietro, sulla sua scia, fecero diventare la Russia una potenza di rilievo sulla politica europea.
- Germania
La Germania era stata duramente colpita dalla guerra dei Trent’anni che fece diminuire la popolazione di un terzo.
Dal punto di vista politico, il risultato più importante del conflitto fu il fallimento degli Asburgo di prendere il controllo della Germania con il ritorno del cattolicesimo e dell’autorità imperiale. Anche se organismi come la dieta e i tribunali mantennero sempre una posizione di rilievo l’imperatore non riusciva più ad avere il controllo sui principi tedeschi che volevano l’indipendenza.
- Prussia
Nonostante i trattati di Westfalia nei quali gli elettori di Brandeburgo ottennero la Pomerania orientale e altri territori, i domini prussiani erano privi di continuità territoriale e di uniformità amministrativa. Così Federico Guglielmo si dedicò ad un’opera di consolidamento del proprio potere.
Come prima cosa dimensionò il potere degli Junker, membri dell’aristocrazia fondiaria più potente, in cambio di agevolazioni fiscali e di una maggiore autorità.
Come seconda cosa limitò in modo considerevole il potere di contrattazione fiscale introducendo in tutte le città una nuova imposta sulla birra e sui generi di largo consumo, l’accisa. Questa tassa garantì alla corona ingenti entrate.
Federico Guglielmo in questo modo riuscì a costituire un efficiente esercito in grado di avere la meglio sugli svedesi durante la guerra di devoluzione.
Il figlio di Federico Guglielmo, Federico I, rafforzò ancora più del padre l’esercito così il suo successore Federico Guglielmo I si trovò già pronte le basi per promuovere la Prussia tra le potenze europee.
Federico Guglielmo I venne definito il “Re sergente” perché si impegnò nel potenziamento dell’esercito prussiano fino al punto in cui la Prussia era in grado di schierare 80.000 uomini.
La struttura rigida che regnava nelle caserme non rimase confinata agli eserciti ma si diffuse anche negli altri settori della burocrazia statale e nella mentalità dei funzionari e dei sudditi prussiani. Infatti questo regno veniva definito l’”universale caserma prussiana” per far capire quanto il carattere militare fosse forte.
Il sostegno economico alla politica di Federico Guglielmo veniva soprattutto dalla regolare riscossione delle imposte fondiarie e dell’accisa.
Alla morte del re sergente la Prussia era pronta alla grande espansione territoriale avvenuta sotto Federico II che con l’occupazione della Slesia si mise contro all’Austria.
- Inghilterra
Nel 1603 a Elisabetta I Tudor, che non lasciava eredi diretti, succedette sul trono il suo parente più prossimo, Giacomo I Stuart, che era già re di Scozia.
Per la prima volta furono così unificate la corona inglese e quella scozzese. A partire dal regno di Carlo I Stuart, la monarchia cercò di accentrare tutto il potere, abolendo i poteri del parlamento. Questo organo, creato dalla nobiltà durante il Medioevo per imporre un controllo sull’operato del re, era composto dalla Camera dei Lords e dalla Camera dei Comuni. Il sovrano doveva sottoporre all’approvazione delle camere tutte le leggi che prevedevano degli aumenti di spese.
Quando Carlo I fu costretto a ricorrere ad esse per finanziare le sue spedizioni militari e i costi di mantenimento della sua lussuosa corte, si trovò ad una forte opposizione, alla quale reagì sciogliendo il parlamento. Ne seguì una vera guerra civile fra sostenitori del re e sostenitori del parlamento. Questi ultimi trovarono in Oliver Cromwell un capo politico e militare. L’esercito da lui comandato fu in grado di combattere e sconfiggere quello del re.
Condannato a morte, il re venne giustiziato nel 1649. L’Inghilterra di Cromwell divenne una repubblica che finì con la morte dello stesso.
L’ultimo degli Stuart, Giacomo II, cattolico, cercò di ristabilire un potere assoluto. Era tuttavia di carattere debole e indeciso e quindi il parlamento riuscì a cacciarlo.
Al suo posto lo stesso parlamento chiamò sul trono la figlia Maria Stuart ed il marito Guglielmo d’Orange, un nobile olandese, che dovettero giurare fedeltà alla Dichiarazione dei diritti. Solo dopo questo impegno furono incoronati.
Con questi eventi, noti come gloriosa rivoluzione, nacque un nuovo sistema politico, cioè un nuovo modo di organizzare e governare lo stato.
La vita politica all’inizio del Settecento era caratterizzata dalla presenza di due schieramenti: i tories, conservatori, e i whigs, liberali, che giunti al potere approfittarono della debolezza dei successori di Guglielmo per promuovere il “governo di gabinetto” che si riuniva senza la presenza del re e presieduto da un primo ministro eletto dalla maggioranza parlamentare.
Un cambiamento si ebbe solo con il regno di Giorgio III che cercò di recuperare i principi della monarchia sostituendo la propria autorità a quella parlamentare.
Nel 1782 cadde il governo per le conseguenze della guerra coloniale americana e il re non riuscendo ad imporre la propria volontà al parlamento si vide costretto a nominare primi ministri graditi ai comuni.
- Austria
La potenza ottomana tra il Cinquecento e il Seicento raggiunse il suo apice: i domini ottomani in Europa si estendevano dall’Egeo al Danubio, dal Mar Nero all’Adriatico. Lo sterminato impero dei Turchi raggiunse nel Settecento addirittura i confini dell’Austria.
Padroni di gran parte dell’Ungheria, i Turchi giunsero infatti verso la fine del Seicento a minacciare Vienna, ma dopo l’assedio la capitale austriaca fu liberata dal re di Polonia Giovanni Sobieski. Le mura di Vienna resistettero all’assedio dei Turchi e Pietro I il grande sbaragliò gli Ottomani ad Azov sul Mar Nero.
L’anno successivo il principe Eugenio di Savoia guidò gli austriaci alla battaglia di Zenta, costringendo il sultano a firmare la Pace di Karlowitz nella quale concedeva l’Ungheria e la Transilvania agli Asburgo, la Dalmazia ed il Peloponneso ai veneziani.
La Pace di Karlowitz sancì la crisi turca nei Balcani, dove si estese l’influenza dell’Austria. Stimolati dal pericolo corso gli eserciti austriaci invasero i Balcani, riportando grandi vittorie, anche grazie all’aiuto della Polonia, della Russia e di Venezia (unite nella Lega Santa). Fu espugnata anche Belgrado e con laPace di Passorovitz l’Austria ottenne ufficialmente il possesso dei vasti territori balcanici, dove furono poi trasferite molte migliaia di coloni di lingua tedesca, fondate città, bonificate campagne, iniziate utili riforme.
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