L'età giolittiana

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Testo

L’ETÀ GIOLITTIANA

L’età giolittiana era quel periodo di 10/12 anni, dal 1902 al 1913, che precedeva la 1^ guerra mondiale.
Giolitti fu uno degli uomini politici più importanti, portando l’Italia a molti progressi e mettendola quasi alla pari con gli alti stati europei. Egli fu chiamato alla guida del governo nel 1903, dopo le dimissioni di Zanardelli, e restò al potere per più di un decennio.
Prima del suo arrivo il popolo era in rivolta contro un re che concedeva poco.
Giolitti era aperto e favorevole alle riforme e grazie al suo operato (tolse il divieto della fondazione di un partito operaio) nacque il primo partito socialista, composto dalla classe operaia e dai contadini; questi venivano retribuiti con stipendi minimi, orari di lavoro eccessivi e per di più non avevano diritti. Questa situazione fu la conseguenza di una brutta situazione economica interna: la popolazione non poteva permettersi di comprare la merce disponibile sul mercato, e quindi il denaro non aveva potere d’acquisto.
I malcontenti portarono a due correnti politiche nel partito socialista:
- i riformisti, la corrente moderata, che chiedeva lo sciopero degli operai per acquistare più diritti;
- i massimalisti, la corrente rivoluzionaria, che pretendeva l’abbattimento del capitalismo.
Filippo Turati però, l’uomo a capo del partito, riuscì, cercando dei punti di incontro, a non fare scindere le due correnti.
Giolitti portò in Italia molte riforme, tra cui alcune importanti iniziative in favore del mezzogiorno, come ad esempio, la leggi speciali del 1904, volte a incoraggiare lo sviluppo industriale e la modernizzazione dell’agricoltura mediante stanziamenti statali.
Altri provvedimenti molto importanti di Giolitti furono la statizzazione delle ferrovie e l’istituzione di un monopolio statale delle assicurazioni sulla vita (nel quale i guadagni sarebbero serviti per assicurare le pensioni di invalidità e di vecchiaia ai lavoratori).
Nel 1906 nacquero i primi sindacati e delle leggi per la tutela delle donne e dei bambini.
Nel 1912 fu varata la più importante riforma di Giolitti: il suffragio universale maschile, cioè il diritto di voto a tutti i cittadini maschi che avessero compiuto trent’anni e a tutti i maggiorenni che sapessero leggere e scrivere o che avessero prestato il servizio militare.

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